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lunedì 22 gennaio 2018

Schiavi della colpa (reg. Allan Dawn - 1930)



II parallelo, tracciato da «Sette», tra il paese della 'ndrangheta e quello della peste, Suruf, non è piaciuto al vescovo di Locri. Che qui protesta.

LASCIATE CHE I BAMBINI DI PLATI' CRESCANO IN PACE

di padre Giancarlo Bregantini

C`e un gelsomino sull`uscio dell`asilo delle suore, a Platì. Un profumo delicatissimo, nella brezza della sera, si espande attorno. Non fa rumore, non si impone, ma c`è. Un regalo, che però non tutti colgono. Specie i giornalisti frettolosi o i fotografi che guardano quel paese, non loro, con occhi «professionali», cioè miopi e freddi.
Certo, non e facile parlare o descrivere la Calabria. Ancora meno facile e cogliere un paese contraddittorio e complesso come Platì. Mi riferisco all`inutile servizio su Platì apparso sul numero 41 di Sette. lnutile?
Sì, proprio così, perché di questi servizi, spietatamente veristi, la gente, sia in Calabria che fuori, non sa più che farsene. Le solite analisi, i soliti colori ormai sbiaditi. Non di denunce la Calabria ha bisogno, ma di forza, di animo nuovo, di incoraggiamento. l calabresi, che tanto soffrono, conoscono benissimo i loro problemi. Il vero rischio che corrono è piuttosto un altro: chiudersi nel fatalismo e nella rassegnazione. Questo sì è il vero «incubo››, ben peggiore della stessa `ndrangheta, perché colpisce l`interno del cuore, il midollo delle coscienze. Ora un servizio come quello recentemente apparso su Sette scoraggia e demolisce. Uccide quei tentativi mirati che proprio in quella difficile scuola media di paese si stanno già facendo da parte di insegnanti e presidi coraggiosi, per sensibilizzare e illuminare gli occhi scrutatori di adolescenti prematuramente provati dalla vita e ora anche delusi da un servizio giornalistico e fotografico che li ha inchiodati al negativo.
Che diranno ora quei ragazzi, quasi colpevoli di essere nati e di vivere a Platì? Gioverà alla loro maturazione? Si sentiranno incoraggiati, vedendosi confrontati con la peste di Surat?
Perché non si e confrontato Surat con qualche periferia di grandi città del Nord, tra siringhe abbandonate e
panchine sfasciate...? E non diteci che non ci sono. Perché non fotografare invece il centinaio di ragazzi dell`Acr, nel giardino delle Suore, che giocano sull`altalena o costruiscono coloratissimi cartelloni sulla pace? Già, ma questo non fa «cassetta», non fa cronaca, non ripaga. Eppure è proprio di questa cronaca che la Calabria ha bisogno, per cogliere positivamente i luoghi in cui, pur con tanta fatica, sta crescendo la coscienza civica della gente d`Aspromonte.
E allora l`obiettivo del fotografo si fermerà sulla cinquantina di ragazze che, insieme a suor Gerarda, imparano a ricamare, unendo l`antico e il nuovo nella trama di meravigliosi colori, riflesso delle bellissime pinete che si aprono a pochi passi da Platì.
Non si tratta solo di artigianato ma di coscienza. E allora, perché non regalare loro una macchina da cucito o
non lanciare una sottoscrizione per l’acquisto di un arazzo tessuto a mano frutto della fatica notturna delle
mamme di questo nobile paese?
Certo Platì non e solo questa immagine quasi idilliaca. Ma e anche questo! Certo, anche le istituzioni dovranno aiutare la crescita di questa nuova coscienza. Anche i giornali. Allora, anche il sindaco sarà finalmente in grado di terminare i lavori della nuova scuola media (dopo ben 17 anni) e il campo sportivo verrà finalmente finito. E un prete giovane proprio per i giovani ci impegniamo, come chiesa, a inviarlo a Platì per piantare tante nuove piantine dalle radici profonde.
Eco di tutto, la poesia di un ragazzo di terza media:

A volte ho l`impressione di avere
sulle spalle il peso
di colpe non commesse.
Perché, mi chiedo! Perché ?
Perché sono nato qui.
A Platì.
A volte ho l`impressione di essere
diverso dagli altri ragazzi del mondo
e allora penso di odiarti, paese mio,
ma è solo un attimo
perché mi rendo conto di amarti
all`infinito
e mi dico che è ingiusto
tu non puoi essere colpevolizzato
la tua realtà non è poi così diversa
da altri paesi del mondo,
anche se costringi i figli tuoi ad emigrare
e forse un giorno anche me.
Ma una parte di te rimarrà sempre
nel mio animo.


domenica 21 gennaio 2018

Il mio amore brucia (reg. Kenji Mizoguchi - 1949)







Sono ormai quattrocento anni che la devozione per la Signora di Loreto infiamma i cuori dei platioti e forse questo amore arde più in quelli che vivono in terre lontane; prova ne è questa prima parte del videovista di G. (tranquilli non sono io!) Mittiga che in quell'estate del 1986 fece ritorno a Platì dall'Australia. Oggi  chi lo vede è costretto a fare un balzo indietro come trasportati da quelle macchine del tempo che si vedono nei film. Molti i volti strappati alla vita, carissimi quelli che ancora resistono.
Questo documento, dal qualetrapela e riconosciamo anche l'intatta acustica odierna, è prezioso perché era una delle prime volte che veniva utilizzato il dolly progettato dallo zio Ernesto (nel film Arnesto)  e messo in opera con il prezioso aiuto di Micuzzu. Evento, quest'ultimo, non ancora riconosciuto pubblicamente per come merita.
La foto appartiene agli eredi di Mimì, Colonnello, Fera.

giovedì 18 gennaio 2018

The sailor's girlfriend (reg. André De Toth - 1932)


MR. AND Mrs. Anthony Trimboli (Platì 24 oct. 1896), 802 East Battell street, have announced the engagement of their daughter, Rose Pauline, to Aviation Ordnance Mate 2/c D(ominick). S. Catanzarite, son of Mr. and Mrs. D. S. Catanzarite of Massena N. Y. Seaman Catanzarite is back in this country after serving for two years in the South Pacific.

Rose Pauline was born January 25, 1925 in Mishawaka, Indiana. She was the daughter of the late Anthony and Josephine Trimboli. After graduation from Mishawaka High School class of 1943, she was a secretarial supervisor at Uniroyal of Mishawaka Indiana. She was also employed by Levine’s Department Store and Marine Midland Bank of Massena. On May 4, 1946 she married Dominick S. (Julo) Catanzarite in Mishawaka, Indiana at St. Monica’s Church. Pauline passed away on September 21, 2013, was predeceased by Dominick in 2004

mercoledì 17 gennaio 2018

Fatti corsari


-Lenzi d.Beatrice (Mo.27.4.1890/17) di Luigi e Ascrizzi Domenica da Varapodio, ux. di d. Filippo   Zappia.
-Murabito d. Luisa (Mo.3.9.1890/28) di d. Francesco e d. Rosa Oliva, ux. di d. Giuseppe Empoli.
-Stancati Giovanni (Mo.12.10.1890/40) di Gius. e Trimboli Saveria,da S. Cristina.
-Puntoriere Giuseppe (17.1.1891/4) di Gius. e Furfaro Cater.da Cittanova, mentre andava ad Ardore   fu sopraffatto dall' ingente abbondanza di neve.
-Puntoriere Domenico (17.1.1891/5) di Gius. e Furfaro Cater, da Cittanova, mentre andava ad Ardore   fu sopraffatto dall' ingente abbondanza di neve.
-Tassoni Francesco (26.8.1891/39) di Giuseppe e di Luisa..., da Piminoro.
-Brancato Domenico (10.9.1891/41) di Francesco e Larosa Fr.sca, da Ciminà.
-Gliozzi Maria(24.9.1891/42) di Michele e Michela Demaio, di anni 4:
-Gliozzi Domenico(29.9.1891/43) di Michele e Michela Demaio, di anni 4.
-Demaio Michela (13.12.1891/53)di Antonino e Vadalà Carmela, ux. Gliozzi Michele.
-Curatula Vincenza (3.12.1891/61) di Pasq. e Maisano Carmela, ux. Di Zoccali Giuseppe.
-Gliozzi Domenico (17.12.1891/63) di Michele e Michelina Demaio, di 1 mese.
-Deagostino Angela(18.12.1891/67) di Giuseppe e Panetta Anna Rosa, da Mammola.
-Oliva d. Giacomo(25.12.1891/69) di d. Saverio e di d. Serafina Macrì, da Ardore, vir di d. Paola   Oliva, figlia d d. Nicola e d. Oliveria Bagalà da Palmi. Fu sepolto nel Campo Santo, vicino alla   Località Crocifisso, di sua proprietà.

lunedì 15 gennaio 2018

Non siamo angeli (reg. Neil Jordan - 1989)

Il paese come lo vedono quelli di Getty e ...


quelli di raitre



il filmato risale alla metà degli anni ottanta del secolo della bomba atomica.

domenica 14 gennaio 2018

Rapsodia in agosto (reg. Akira Kurosawa -1991)



O FACCI DI NA PALAMA LAVURATA

O facci di na palma lavurata e
Diu ti fici a ttia tanta pulita
Nescisti chija notti risijata ti
Vojjiu beni chiù di la me vita
E ora bella ti vitti maritata
E lu nostru Signuri mu vi
iuta pe mmu faciti vui na
Lunga vita di paci e di
Saluti accompagnati e nu
Bellu futuru mu ndaviti
Mu vi voliti beni e mu v’amati.
Trimboli Rocco cl. 1943


RICORDI

Dui occhi e mi veni ravanti
Nu paisi nu pocu curiusu
Na finestra chi guarda a levanti
Na vineja chi vaji pagghjusu
A cummari ssettata javanti
Ca cunocchjia cu fusu e u tilaru
eu mi giru, mi votu fra tanti, mi ricordu quandu era cotraru
teni u mugnu la gnura Cuncetta
sciacqua i panni cu l’acqua e sapuni
cu ricama e cu faci a carzetta è ssettata supa o barcuni
sunnu cosi du tempu passatu
lapru l’occhji e non viju cchiù nenti
ca ora i cosi su tutti cangiati, rresta sulu nu bruttu prisenti”
Barbaro Giuseppe  cl. 1947

U CARCIRI”   

Pari ca catti u cielu e mi mpittau
Chistu chi staju passandu u sapi sulu Diu
Ma puru Diu ora mi bbandunau
Cu sti penseri sugnu ancora eu
Senti u cori mei chi staci mali
Pacchì i sti porti si sperdiru i chjiavi
I porti du mpernu si lapriru
Jettaru i chjavi e cca intra mi rassaru
Quandu arbisci a matina                             
U cori meu si risbigghja e si lluntana
Sentu puru u trenu quandu passa
Si leva i soi penseri e i mei mi rassa
Penseri chi mi stannu cunsumandu
Pari ca finiu pa mia chistu mundu
Mundu salatu, dimmi, chi ti fici?
Notti e jornu non mu pigghju paci.
Paci trova sulu sta vita mia
Quandu tornu ammata ca famigghja mia
Perre Francesco cl. 1959



LI TURMENTI

“Stasira mi ritrovu a passijari
Nta chista ruga bella e profumata
Nu pocu i ventu e nu cielu stijatu
E na umbra esti chi balla nta la notti
E bonasira a vuistija lucenti
Di chistu cori nesciunu sti canti
Fustivu a causa di tanti turmenti
Chi scumpariru tutti ora cca vanti”
Perre Giuseppe  cl. 1981


U LINSITU

“A castagna nta carrigna
U perzicu nta prugna
U cerasu ca cumpagna
A nucara chi si vagna
Pruna e mendili cu cui voi
Fica e nescula cu li soi
Ogni cosa linzitata
Sempri a luna va guardata”
Papalia Francesco (cl. 1990)


PENI E DULURI

Eu chi ti guardava a lu passari
Nta ju scaluni mi facisti nnamurari
Mi facisti pigghjari di tantu amuri
Ma ora mi rassasti cu peni e duluri
Trimboli Giuseppe cl. 2000

La selezione delle poesie presentate durante l’ultimo convegno tenutosi a Platì il 13 agosto 2017 – e qui mi viene in aiuto il titolo del Maestro giapponese -  per come viene oggi riproposta la si può svolgere ad libitum, cosi come anche pensarla un continuum loop musicale: amore apre, amore chiude così come fanno eco i due cognomi posti in apertura e chiusura. Dentro possiamo ritrovare tutti li turmenti di un paese che ancora non ha trovato la sua pace come la sua strada. Le generazioni dei poeti non sono distanti tra di loro per cui riportano in vita il passato di una comunità vitale come qualsiasi altro place in world. 
Ovvio che qualsiasi traduzione sovrapposta porti alla scarnificazione del testo poetico, qui riproposto anche per i platioti nel mondo.

giovedì 11 gennaio 2018

Il buon samaritano (reg. Leo McCarey - 1947)


Questo onorevole, indulgente SIGNORE ci tiene a farci sapere di risiedere in Svizzera da dove estivamente si sdecolla per approdare nelle nostre terre assolate. Per lui NOI continuiamo ad essere i LAZZARONI descritti da Saverio Strati. Mi domando se egli sappia chi era quel muratore di Santagatadelbianco perché non conosce certamente quello che disse Orson Welles a proposito della sua beata Svizzera: “Quattrocento anni di violenze portarono l’Italia al Rinascimento, quattrocento anni di benessere per gli svizzeri servirono a creare l’orologio a cucù”. E Platì, malgrado questo signore, avrà il suo Rinascimento.


sabato 15 agosto 2015
PLATI, CUORE DELLA 'NDRANGHETA, SEMI DI SPERANZA
Conoscere un paese ed una popolazione dalla stampa e dai media non è la stessa cosa che conoscerlo attraverso contatti personali e di convivenza. Per questo motivo il sottoscritto dal 1978, per un periodo estivo di 20 giorni, visita i paesi del Sud ltalia, dalla Sicilia attraverso la Calabria, la Basilicata, la Puglia, la Campania, il Molise, fino all'Abruzzo incluso. Paesi di provenienza di tanti nostri emigrati in Svizzera dove risiedo e nel mondo. Tralasciando centri turistici e balneari dove i vacanzieri sono di tutt'altra esperienza dei residenti. Ogni anno con tematica diversa per uno studio d'ambiente e del suo vissuto. Nel 2014 quella scelta era: "Fra tanta corruzione e illegalità esistono semi di speranza?" Dunque un tentativo di ricerca sul positivo e non un dilungarsi solo sul negativo già fin troppo noto. Una trentina di visitati, mi limito al paese di Plati, situato sull'Aspromonte orientale, in provincia di Reggio Calabria. Dallo Jonio dovrebbe partire una superstrada e collegare con un lungo tunnel sotto l'Aspromonte il Tirreno a Bagnara. Ma iniziata per qualche chilometro la si vede già abbandonata e in deperimento, uno scheletro. Partire dal dato di fatto è indispensabile per riuscire ad intravedere spiragli di luce. Purtroppo il dato di fatto è desolante. Sui 3.800 gli abitanti, buona parte emigrati verso l'Australia. Limitati i cognomi di famiglia, quindi ramificati in numerosa parentela: Catanzariti, Zappia, Perre, Marando, Pangallo, Sergi, Trimboli ... Un paese a due piani: quello sotterraneo con bunker di lusso e cunicoli di qualche centinaio di metri, centro operativo e residenza dei capi della 'ndrangheta. Sopra il piano urbano, invaso tutto il giorno da ragazzini e adolescenti che scorazzano con il motorino senza patente e senza casco. I pochi occupati si dedicano all'agricoltura, all'allevamento del bestiame, alla forestale. Stipendio sotto i 10 mila euro annui. Di riscontro sulle strade sono parcheggiate e circolano auto di grossa cilindrata, la mafia come metastasi è infiltrata in ogni settore. Il consiglio comunale perciò è stato più volte sciolto e anche dopo le elezioni del maggio scorso, annullate per mancanza di quorum, è stato imposto il commissario prefettizio Luca Rotondi. Dal sequestro di persona di qualche decennio fa si è passati al traffico internazionale di droga e di cocaina, Plati arriva fino alla Colombia . È del 26 agosto 2014 la notizia che anche nella nostra Svizzera è stato scoperto un commercio Frauenfeld Gioiosa Jonica. E così i giornali elvetici si sbizzarriscono nel pubblicare notizie che ci feriscono tutti: la 'ndrangheta conterebbe nel mondo 7 mila affiliati e 90 clan. Cinque per cento gli accusati di associazione mafiosa nel comune di Platì, a dire circa 200 persone, un rione di una grossa città. Visitando il cimitero e osservando le tombe si nota che i morti per faida o resa dei conti sono oltre la decina, e tutti in giovane età, fra i trenta e i cinquant'anni. Qualche dedica sulle lapidi: ... "il destino amaro ha voluto spegnere il tuo sorriso. Resterai sempre nei nostri cuori."- "La tua sete di libertà che purtroppo la vita ti ha negata resterà "-Colto da morte crudele in età non ancora matura lasciò un grande vuoto. "-"Grazie ... per aver creduto non ostante tutto in questa terra che così poco ti ha dato" … E molte altre iscrizioni dello stesso tenore. L'ultimo caduto sotto i colpi di lupara il 13 dicembre 2013 fu il benzinaro Pasquale Crico. AI bar centrale, riuscendo a contattare qualche cliente, mi si disse che Plati è un paese onesto, laborioso e maltrattato. Ma, ironia dell'informazione, il giorno prima, 30 luglio, era stato arrestato Bruno Trimboli per coltivazione abusiva di droga. E la religione, la chiesa locale, che ruolo gioca? Qualche anno fa ebbi una conversazione con l'allora parroco quasi novantenne Ernesto Gliozzi (+2008), ultimo rampollo di una lunga casta di preti locali Gliozzi, il quale affermò candidamente che Platì è un paese molto religioso, tutti frequentano la chiesa dedicata alla Madonna di Loreto, con una grande processione alla festa patronale della seconda domenica di agosto. Ma si sa, i mafiosi sono essi stessi i primi religiosi, sostengono e finanziano attività sacre, molti hanno anche i loro padri confessori, perché tutto ciò fa presa sulla popolazione e ne raccoglie i consensi. Anche oggi girando per il paese si vedono volantini affissi ovunque, ad esempio „Pellegrinaggio a don Lorenzo per ottenere benedizioni, oppure "Pellegrinaggio a Medjugorje". Fino a qui il dato di fatto. Da alcuni anni la parrocchia è stata affidata a due missionari della Consolata. Visitando la chiesa si nota che all'interno nelle pareti d'ingresso non è esposta nessuna immagine sacra, né programmi religiosi, né pubblicità di riviste come "Famiglia cristiana". Esposti invece in bella vista cartelloni con lista di ragazzi e giovani partecipanti a squadre di calcio per tornei sportivi organizzati dalla parrocchia. Ed è qui che l'opinione pubblica dell'altra Italia cattolica si divide: alcuni possono considerare questa pubblicità una profanazione del luogo sacra, la chiesa è la casa di Dio, Gesù non tarderà a scacciare i mercanti dal tempio. Altri invece all'opposto sostengono che a Platì bisogna cominciare così. Dai bambini, dagli adolescenti, dai giovani, toglierli dalla strada, aggregazione del tempo libero, socializzazione attraverso il gioco, educazione al senso civico, al rispetto reciproco, alla collaborazione e alla solidarietà sul piano umano. Poi sarà possibile anche il resto. Passai pure questa opinione al parroco Ettore Violo, schivo alle interviste: "Fra tanta corruzione e illegalità questa iniziativa per Platì è un seme di speranza".

Autore:
Albino Michelin
20.08.2014

L'originale è qui:
http://michelinalbino.blogspot.it/2015/08/plati-cuore-della-ndrangheta-semi-di.html

mercoledì 10 gennaio 2018

Va e vedi - speranze e ... verità?


Una delle cose positive di Platì, una delle sue speranze siete voi, ragazzi. E per aiutarvi secondo possibilità, ecco pubblicato il vostro appello per un sacerdote. Ci auguriamo che qualcuno voglia presto fare con voi questa grande esperienza di vita e di rinascita.
Ma dobbiamo aggiungere che voleva essere un aiuto a Platì anche quel nostro articolo. Con tutte le sue amarissime verità. Con le cifre che nessuno può smentire. Con le voci d'angoscia raccolte in mezzo alle vostre case e strade. Ragazzi, quelle non erano accuse a Platì: erano l’elenco delle sue ferite, del male che la sua gente continua a ricevere. La vostra innocenza generosa è un conto; la criminalità è un altro conto, e non parlarne sarebbe offesa alla verità, e ripugnante inganno a tutti voi.
Sarebbe tradimento. Perché è proprio fra la vostra gente che abbiamo raccolto quella voce disperata: «Chi ci difende?››. E avevamo il dovere di farla sentire a tutta l'Italia.

FAMIGLIA CRISTIANA, n. 44/1992




Nota . Esattamente, cara FAMIGLIA, chi difende Platì? Visto che ancora oggi, a ventisei anni dalla vostra risposta, nulla è cambiato nelle aspettative dei ragazzi, nelle voci di angoscia da voi raccolte, nelle espressioni dei vostri colleghi. Il parroco c’è e lavora strenuamente, è lo Stato che, come lo è sempre stato, è irreperibile. 
E ancora, cara FAMIGLIA, leggi (è il post successivo) come anche i buon samaritani vanno e vedono ciò che ad essi fa comodo.

lunedì 8 gennaio 2018

Va e vedi (reg. Elem Klimov - 1985)

Platì: i giovanissimi contro il crimine

Ci ha delusi l’articolo di Barbara Carazzolo "La 'ndrangheta non vota” (n. 24). Anche Famiglia Cristiana ha dato un profilo negativo di Platì, trascurandone i molti lati positivi. Siamo circa 80 ragazzi, tra i 9 ei 13 anni, del gruppo Azione cattolica ragazzi di Platì: non abbiamo nulla da invidiare agli altri gruppi, non amiamo la violenza, abbiamo manifestato per la pace. Platì non è un paese morto, come dicono tanti giornali. Facciamo anche formazione e tutto ciò che il programma Acr propone.
Avevamo la fortuna di avere sempre vicino il nostro parroco don Ernesto Gliozzi, che ci ha costantemente incoraggiati. Ora l'età purtroppo gli impedisce di seguirci. Ma la Provvidenza non ci abbandona, perché ci sono le suore della Divina Provvidenza, validissimo punto di riferimento per noi e per tutta la comunità. Vorremmo che Famiglia Cristiana ci aiutasse segnalando la necessità di avere un sacerdote che venga a vivere con noi, che stia con i giovani. Qui in diocesi i sacerdoti scarseggiano. Rischiamo di diventare una comunità senza parroco.
Platì vive. Platì non è l’industria dei sequestri: ci sono tantissime persone oneste che vivono del loro lavoro (quanto al sequestro D'Amico, non è avvenuto a Platì). La lingua di Platì non è silenzio. Abbiamo una voce, spesso soffocata da tante altre.
Vorremmo poi che gli inviati di Famiglia Cristiana (e gli altri) a Platì non fotografassero solo cumuli di immondizia, case diroccate o qualche opera incompiuta ecc. Ma l'altra Platì, chi la fotografa? E l'Aspromonte è ricco di bellezze naturali, ma per le tante recriminazioni è divenuto una delle mete turistiche da evitare.
Vi invitiamo a venire a Platì per raccogliere e trasmettere agli altri le cose positive del nostro paese e della sua gente, che aspetta invano da anni una mano d'aiuto e un po' di solidarietà.
Azione cattolica ragazzi
  Platì (Rc)

Testo e foto FAMIGLIA CRISTIANA, n. 44/1992


domenica 7 gennaio 2018

Fatti corsari (reg. Stefano Petti Alberto Testone 2012)


Le notizie che verranno riportate con il titolo in apertura sono tratte dai libri dei battesimi e dei morti conservati fino a qualche tempo addietro nella canonica della chiesa parrocchiale. Anche queste, come gli "alias", sono dovute al paziente e riservato lavoro di ricopiatura dello zio Ernesto il giovane che, ripeto, all'età di ottanta anni e con fine innocenza si era messo dietro un PC con l'intento di salvare l'archivio parrocchiale; lo zio senza volere stava, in parte, delineando la linea guida di questo blog. Quello che si andrà a scoprire è una cronaca difficilmente rintracciabile e pochissimo nota ai più. 

Nel Libro dei Morti vol. IV, dal 2.1.1848 firma sac. Saverio Fera economo; dal 13.11.1851 arciprete Filippo Oliva; dal 21.1.1852 sac. Filippo Gliozzi economo; dal 3.6.1853 Michelangelo Zappia economo; alternativamente col sac. Filippo Gliozzi; dal 1.10.1856 alla fine: arc. Filippo Oliva; dal 1.1.al 30.4.1882: econ. Filippo Gliozzi; il 5-8 e 9.5.1882: econ. Carlo Antonio Zappia; dal 1.1.1882 al 30.5.1882 econ. Filippo Gliozzi.  
Fino all' 11.2.1888 i morti venivano sepolti nella Chiesa matrice; dal 17.2.1888 in poi furono sepolti nel Cimitero o Campo santo (Agro sancto).

     dal Libro dei BATTEZZATI - vol. XV°
-Surace Immacolata(15.12.1921/21-41) di Rocco e di Ciampa Maria da Natile.
-Gelonesi Francesco Antonio(8.7.1923/130-82) di Domenico, da Cirella, e Zappia Maria.
-Murdaca Antonino(4.5.1924/183-50) di Domenico e di Demasi Nunziata Maria da Piminoro.
-Brigannì  Antonio Annunziato (28.3.1924/184-52) di Antonino, da Saponara (ME) e Agresta Caterina.


      dal Libro dei MORTI-  vol.  VI
 -Albanesi  Caterina (Mo.8.2.1888/2) di Giovanni, da Mammola, ux. Di Terminello Domenico.
-Oliva Filippo (Mo.4.3.1888/5)  di  Michele e di Speziali Francesca, da S. Ilario,arciprete, laureato in teologia Dogmatica, esperto in Diritto canonico, resse  questa parrocchia. per 40 anni.
-Cufari  d. Filomena (Mo.3.5.1888/12) di d.  Alfonso e di Medice Agata da S. Agata, ux. del dottor fisico Papalia Vincenzo.
-Flesca d. Rosa (Mo.24.6.1888/21) di d. Carlo e Mottareale Concetta da Reggio Cal., ux. di d. Francesco  Oliva
-Liotta Eleonora (Mo.9.9.1888/33) di Carmelo e di Baldessarre Flavia,da Reggio Cal.
-Piromallo d. Carmela (Mo.15.11.1888/48) di d. Bruno, ux. di d. Gregorio Oliva, dalla citta di Gerace.
-Zappia Federico (Mo.25.7.1889/33) di d. Domenico e mf Riganò Marianna, vir di d. Maria Naymo.
-Oliva d. Maria (Mo.6.8.1889/37) di d. Nicola e mf d. Oliveria Bagalà.
-Zappia d. Luigi (Mo.30.12.1889/58) di d. Domenico e mf Teresa Mttiga.
-Oliva d.Rosario (Mo.5.1.1890/6) di d.Nicola e d.Oliveria Bagalà, sacerdote economo curato.
-Mittiga Rocco (Mo.28.3.1890/13) di Francesco e di Angela Jetto. vir di Rosa Buccafurni da Molochio. 

Nota. Il dottor fisico Papalia Vincenzo e Mittiga Rocco vir di Rosa Buccafurni sono già apparsi in queste pagine, in particolare l'ultimo, in quanto mio diretto antenato.