L'anno riportato sul secondo quadro (73) coincide anche con la fine dei lavori di rimodernamento di casa Gliozzi che sta tra via Fratelli Sergi ed il corso San Nicola. Fino al 27 dicembre scorso i due lavori dello zio Peppino erano in mostra su quelle pareti. Meglio di una qualsiasi foto,il secondo dipinto è uno spaccato di vita paesana, per molti rimosso dalla memoria.
mercoledì 3 gennaio 2018
Buon Natale ... buon anno (reg. Luigi Comencini - ed. 1997)
REVERENDISSIMO PADRE DON ERNESTO ALLIOZZI
CANONICO DELLA PARROCCHIA MADONNA DI LORETO
89039 PLATI’
ARDISCO PORGERLE RICORRENZA FESTIVITA’ NATALIZIE ET NUOVO
ANNO FORMULANDO MIEI MIGLIORI AUGURI CON DISTINTI SALUTI
NONCHE’ CARO RICORDO AT LEI ET SUOI CARI FAMIGLIARI ET
AT TUTTI CONCITTADINI ET FREQUENTATORI PARROCCHIA
ET NONCHE’ PROPRIO MIEI NUCLEO FAMIGLIARI STOP
CON AFFETTUOSITA’ ET STIMA SUO CORDIALISSIMAMENTE
FRANCESCO BARBARO FU PASQUALE
MITTENTE:
BARBARO FRANCESCO
PIAZZA ALDO MORO 27
70010 TURI
Platì, 15 gennaio 1997
Egregio Signor Barbaro Francesco,
vi ringrazio
sentitamente per gli auguri che mi avete espresso e che ho tanto
gradito.
Ve li ricambio di cuore, augurandovi ottime cose per l'anno da poco
iniziato.
Ho fatto leggero il vostro telegramma anche ai vostri familiari che ho
potuto incontrare e che ho visto tutti in ottima salute.
Tanti cordiali saluti.
(Sac. Ernesto Gliozzi)
BUON NATALE E BUON ANNO REPOST
Etichette:
Ernesto Gliozzi Jun,
u satturi
giovedì 21 dicembre 2017
Le sorprese della neve (reg. Carlo A. Zambonelli - 1920)
Eccezionali nevicate
sull'Aspromonte
Platì, 10 gennaio
Da due giorni sull'Aspromonte continua a nevicare. La neve ha già
raggiunto quote inferiori ai cinquecento metri. L'avventurarsi da soli sulla
montagna è diventata una impresa rischiosissima, giacché interi branchi di lupi
si sentono ululare da ogni luogo.
In contrada «Alati» la neve ha raggiunto gli ottanta centimetri di
altezza; il traffico sulla statale 112 è però,
ancora ottimo.
Non si ricordava mai una nevicata cosi abbondante: evidentemente Giove
Pluvio ha deciso di mandare quest'anno la neve che non ha man dato l’anno
scorso, e quella che spettava regolarmente all'anno in corso.
Alcuni cacciatori di questo centro sono stati assaliti il giorno
dell'Epifania da tre lupi. Sì sono dati coraggiosamente alla fuga, abbandonando
i carnieri pieni di tordi assiderati, e sparando di tanto in tanto qualche
fucilata contro le belve.
Anche l’apparizione dei lupi sull'Aspromonte è abbastanza strana;
infatti da moltissimi anni sembrava che
queste belve fossero scomparse dalle nostre zone.
I tordi, (effetto della neve?) sono comparsi numerosissimi nelle zone
venatorie dell'Aspromonte. I cacciatori
locali e forestieri, fanno ogni giorno strage dei saporiti volatili.
GAZZETTA DEL SUD, Mercoledì 11 gennaio 1953
Etichette:
Once upon a time in Platì
mercoledì 20 dicembre 2017
Do They Know It's Christmas? - Band Aid
Così come nel 1984 i grandi del pop inglese si riunirono sotto la sigla Band Aid a scopo di beneficenza, anche a Platì nel 1915 alcuni maggiorenti crearono un Comitato di Assistenza Civile con lo scopo di aiutare le famiglie bisognose, specie quelle che avevano parenti impegnati sui fronti della Grande Guerra.
Come qualche post addietro, anche questo è dedicato ad un martire di quell'atroce conflitto, e precisamente è per Caruso Francesco classe 1899 - peraltro la sua morte era già stata paventata nel documento sotto riportato - Soldato della 522 Compagnia Mitraglieri Fiat, morto a Modena il 29 novembre 1918.
Come qualche post addietro, anche questo è dedicato ad un martire di quell'atroce conflitto, e precisamente è per Caruso Francesco classe 1899 - peraltro la sua morte era già stata paventata nel documento sotto riportato - Soldato della 522 Compagnia Mitraglieri Fiat, morto a Modena il 29 novembre 1918.
Comitato di Assistenza Civile
Platì
Oggetto: Sussidi – Dono e balia
Deliberazione N. 3
Sussidio – Dono natalizio e Balia
L’anno millenovecento quindici, il giorno sei Dicembre, in Platì, nella
solita sala delle adunanze.
Presenti i membri del Comitato di Assistenza Civile, nelle persone del
Maresciallo Attilio Cioni, Dottor Zappia Filippo, Prof. Nicola Spadaro; sotto
la Presidenza del Commissario Rag. Aricò e con l’assistenza del Segretario Sac.
Gliozzi – si è aperta la seduta per disporre quanto appresso.
Il Presidente rende ostensive le domande pervenutegli di Calabria
Vincenzo, Loreta Catanzariti in Barbaro, Violi Maria, Romeo Giuseppe fu
Michele, Maria lentini, Nicoluso Grazia e Sergi Francesca fu Michele; con le
quali si domandano sussidi.
Ed il Comitato: a Romeo Giuseppe fu Michele, vecchio, con quattro figli
militari, assegna il sussidio mensile di £ 10 (dieci)
A Sergi Francesca fu Michele si accordano £ 6 (sei) al mese ed a
Nicoluso Grazia £ 1(dieci) come viaggio di rimpatrio.
A tutti i sussidiati poi, compresi: Calabria Vincenzo, Loreta
Catanzariti, Violi Maria e Lentini Grazia, si è pensato di dare in dono
natalizio una certa misura di pasta, pescestocco e vino, secondo le famiglie.
Il Dottor Filippo Zappia informa il Comitato sulle condizioni piuttosto
allarmanti di una puerpera moglie del Bersagliere Francesco Caruso ed il
comitato elargisce un primo sussidio di £ trenta. Si pensa pure per la neonata –
domani forse orfana – e si provvede ad una balia nella persona di Immacolato
Sergi alla quale si assegnano £ 20 (venti) mensili.
Il Sac. Gliozzi propone di distribuire ai reduci del fronte le calze
rimaste, dopo la spedizione fatta alla Legione dei Carabinieri a Bari – ed il
Comitato accetta la proposta.
Lo stesso Gliozzi informa che a nome del Comitato furono spediti per i
soldati combattenti N. 122 paia di calze, N. 27 polsini e N. 4 di guante, come
da ricevuta della Legione dei Carabinieri Reali di Bari, in data 16 Novembre
1915 N. 690/166 Div. 3°.
Presa nota di tutto questo, il Comitato scioglie la seduta.
Platì 6 Dicembre 1915
Il Presidente: Aricò
Il Segretario: Gliozzi
Il Comitato: Zappia, Spadaro, Cioni
Etichette:
Ernesto Gliozzi Sen
lunedì 18 dicembre 2017
Urla del silenzio (reg. Roland Joffé - 1984)
Peppinu "i barva", Mittiga
Platì 26/12/1917 – Messina 24/08/1989
I cento anni dello zio Peppino li festeggio con le riproduzioni dei suoi dipinti (vere e proprie urla silenziose) in cui alla ricerca creativa - propria di un soggetto disabile - è unita la nostalgia per il paese abbandonato e l'isolamento - seppur addolcito dalla presenza costante della famiglia di Rosi i Masi - nella metropoli lombarda dei primi anni sessanta del secolo scorso, ridimensionato a sua volta, nella città dello Stretto dove era entrato a far parte ENS.
Ps. L'ultimo quadro è a casa dello zio Pepé.
domenica 17 dicembre 2017
The night before Christmas (reg. Walt Disney - 1933)
Questa pubblicazione è dedicata a Francesco Maria Fera di Michele e Hyeraci (Yeraci) Concetta, nato a Platì il 4 marzo 1896, Soldato del 4° Reggimento Artiglieria, morto il 29 Ottobre 1916 sul Carso, causa ferite riportate in combattimento.
NATALE
Novella di E. Gliozzi
In casa di massaro Giovanni, quella sera, il gatto era accovacciato
sulla cenere del focolare.
Ogni tanto, col vento scricchiolavano le imposte e, l’animale,
sollevava i suoi grandi occhi verdognoli, che lucevano come il fosforo nella
notte. Niente altro dava segno di vita e il silenzio, pauroso, rendeva più
lugubre quella casa dove, negli anni passati, in quella stessa serata, un allegro
chiacchierio di bambini, un vociare contento di uomini e le allegre risate
delle donne facevano tutta una festa intima e ricordevole.
Massaro Giovanni era il padre di tre robusti giovinotti Pasquale,
Antonio e Vincenzo; due dei quali servono la patria come richiamati ed il terzo
era volontario negli Alpini.
Pasquale, era stato ferito sul Monte Nero: fu allora che Vincenzo giurò
di voler vendicare il sangue del fratello e partì come volontario. Antonio era bersagliere
a … (non lo sapeva neppure massaro
Giovanni, perché interrotto dalla censura.)
Da Roma, dalla sala del Trono del Quirinale, dove si trovava degente, Pasquale
aveva scritto mirabilia. Verrebbe quasi la voglia, d’essere ferito ed entrare
in quel paradiso! ...ma la moglie dell’Eroe, al suocero che le faceva animo,
aveva risposto:
-O paradiso o no, mio marito avrebbe voluto essere qui la vigilia di Natale
e mangiare la pignolata coni suoi figliuoli.
Il vecchio tacque e i due marmocchi a grandi occhi sgranati,
guardarono come per interrogare il nonno e la madre.
Pignolata niente quest’anno avevano sentenziato in famiglia.
Ed ecco perché il gatto era addormentato sulla cenere del fuocolare.
*
**
Un lamentio di zampogne, poi un suono allegro di campane annunziavano
la Messa della mezzanotte.
Qualche lanterna rompeva allora le tenebre nella strada donde un fischiare
di ragazzi, un rumore di passi facevano intendere che l’Uffcio Divino stava per
cominciare - quando massaro Gianni si scosse, accese il lume, si vestì in
silenzio e scese.
Entrò in Chiesa quando il prete diceva: "Deus in
auditorium meum intende".
Si segnò devotamente anche lui, si mise in ginocchio e per un pezzo non
intese se non quel salmodiare lento e solenne.
Se nonché, la troppa luce delle candele accese, la monotonia, di quel
canto ed anche il brusio di quella folla prosternata, finirono col distoglierlo un poco dal suo raccoglimento, e
volò col pensiero ai suoi figli lontani,travolti nel vortice di quella guerra di
liberazione, come dicevano, ma che egli avrebbe voluto non ci fosse.
Ritornò alla realtà quando il prete si voltò per fare la spiega dell’Evangelo.
Disse tante cose belle, che era un piacere sentirlo; parlò pure della guerra e disse che "una stridente
circostanza vuole che il Re Pacifico quest’anno, debba nascere tra i rigori d’una
guerra mondiale".
Queste cose massaro Gianni non li capì, ma comprese benissimo la preghiera,
quando l’oratore si voltò al Bambino supplicandolo che facesse ritornare i soldati
che combattono per una causa santa.
Fu allora che il povero padre si mise a piangere. Né avrebbe avuto il coraggio di sollevare la
testa, assorto, com’era nella preghiera, se una mano non l’avesse scosso,
ond’egli trasalì. Ritto, dietro di lui, c’era un giovine, aitante nella
persona, reso più simpatico dalla divisa grigio e verde.
Pasquale! Fu un grido di gioia ed un abbraccio interminabile: pareva che
entrambi volessero nascondere le lacrime.
Il prete intanto licenziava: il popolo con le parole: << Ite missa est >> e molti dissero di aver veduto sul petto di Pasquale, brillare una cosa, come una
medaglia.
*
**
Un memento dopo, Pasquale portava, in trionfo per la casa due amorini
di fanciulli ignudi, coperti con la sua mantellina di lana, dalla quale mettevano
fuori, le testoline bionde e ricciute.
Ogni tanto, due paia di manine si muovevano, come per accarezzarlo, ed
il ferito di Monte Nero sorrideva così beatamente.
La moglie, il padre ed una turba di parenti ed amici facevano corona in
quella scena troppo familiare e quando Pasquale si decise di parlare, anche i
bambini spalancarono tanto di orecchi.
Premetto - disse – che il Bambino Gesù volle ascoltare la preghiera
di questi angioletti. E vi assicuro che combattevo per loro; proprio, per i miei figliuoli …
Quando vedeva dei bambini abbandonati o dei fanciulli senza tetto;
quando sentivo dire come nel Belgio, i ragazzi furono mutilati da quei cani ... Oh allora, veniva la rabbia di distruggerli tutti quei birbanti. E dire che
domani, potevano essere i miei figliuoli in quelle circostanze!
Se si ha la porta di casa aperta bisogna chiuderla, massime se si sa che
fuori c’e gente senza scrupoli, baciò) ancora una volta i suoi marmocchi e riprese la narrazione; tutta
una storia di ardimenti e di valore.
Si saliva con le corde, di
notte, su quelle rocce nude ed ammassate sulle rocce. Di giorno, li avremmo
guardati con paura, ma, allora non c’era tempo di tremare e, come con le ali,
salimmo.
Quei traditori non ci aspettavano ma quando ci videro a pochi metri
di distanza, c’investirono con una raffica di mitraglia.
Il mio tenente urlò << Savoia » con quella sua voce di comando. E
che vedeste!
Alcuni superstiti fuggivano come se avessero inteso il terremoto.
Quando il sole si levava, dalla parte di Gorizia, i nostri cannoni erano già
piazzati sulla posizione conquistata.
Benissimo! Bravo! - dissero tutti.
E quella medaglia - osservò massaro Giovanni non mi avevi scritto mai
che ti avevano dato una medaglia …
A proposito, questa me l’hanno data quando mi trovavo all’ospedale o meglio,
in quel paradiso... nella sala del Trono... capite?
E me l’ha appuntata sul petto il generale.
D’argento?!
Che festa! Avrei voluto scrivervi per farvi venire... non ho voluto
abusare.
Ma, come, perché, spiegaci, perbacco.
Ecco, cosi; ho salvata la vita al mio tenente, per cui mi buscai
questa ferita.
E mostrò sul petto, una cicatrice ancora rossa, tumida, larga, come
di una lama.
Platì Dicembre 1915
Sac. Ernesto Gliiozzi
L’Amico dei Piccoli Anno IV N. 1
Roccella Ionica 6 – 1 – 1916 e
L’Amico dei Piccoli Anno IV N. 2
Roccella Ionica 15 – 1 - 1916
SDG
giovedì 14 dicembre 2017
Il capogiro (reg. Mario Monicelli - 1954)
L’anno 1882 il giorno ventidue del mese di febbraio in Platì, ad ore
pomeridiane sette e minuti cinque nella casa posta nella Strada San Nicola al
Numero …
Avendo la signora Grazia Maria Teresa Pistoni col mezzo di certificato
medico rilasciato in pari data giustificato di esserle assolutamente impedito
di recarsi nella casa Comunale per celebrare il matrimonio a causa di capogiri
fuggenti
Io Francesco Oliva fu Rosario Sindaco ed Ufficiale dello Stato Civile
del suddetto Comune, col mio Segretario Signor Rosario Fera, mi sono trasferito
in questa casa, ove ho trovato prima, il signor arcangelo Fera di anni ventitré,
possidente, nato e domiciliato in Platì, figlio delli furono Giuseppe e
Marianna Mittiga residente in Platì vivendo, secondo, la Signora Grazia Maria
Teresa Pistoni di anni venti gentildonna, nata a Lubrichi di Santa Cristina, e
residente in Platì, figlia del Signor Domenico Pistoni farmacista, e della
Signora Caterina Scullino, gentildonna, residenti in questo Comune di Platì, i
quali mi hanno richiesto di unirli in matrimonio. A quest’effetto mi hanno
presentato i documenti sotto descritti e dallo esame di questi, nonché di
quelli già prodotti all’atto della richiesta delle pubblicazioni, i quali tutti
muniti del mio visto inserisco nel volume degli allegati a questo registro,
risultandomi nulla ostare alla celebrazione del matrimonio, ho letto agli sposi
gli articoli centotrenta, centotrentuno e centotrentadue del codice Civile, e
quindi ho domandato allo sposo se intende di prendere in moglie la qui presente
Signora Grazia Maria Teresa Pistoni, ed a questa se intende di prendere in
marito il qui presente Signor Arcangelo Fera, ed avendomi ciascuno risposto affermativamente, a piena
intelligenza nonché dai testimoni sottoindicati, ho pronunziato in nome della legge
che sono uniti in matrimonio. A quest’atto sono stati presenti il Signor Saverio
Fera fu Francesco Sacerdote, Giuseppe Portolesi di Domenico possidente,
Domenico Romeo fu Giuseppe bovaro, e Giuseppe Catanzariti di Rocco bracciante
tutti domiciliati e residenti in questo Comune.
Il documento presentatomi e il certificato delle pubblicazioni da me
eseguite, la prima, nella domenica dodici e la seconda nella domenica
diciannove di questo volgente mese come risulta dall’atto di richiesta delle
pubblicazioni.
Al presente matrimonio hanno prestato il loro consenso i genitori della
sposa Pistoni Domenico e Scullino Caterina, come hanno praticato gli avi
materni dello sposo Giosofatto Mittiga ed Anna Zappia tutti presenti a quest’atto.
I documenti presentati sono, il certificato medico comprovante che la
sposa trovansi impedita con capogiri fuggenti a causa uterina, rilasciato in
pari data, ed il certificato delle eseguite pubblicazioni la prima nella
domenica dodici e la seconda nella domenica diciannove volgente mese come
risulta dalla richiesta delle pubblicazioni.
Etto il presente atto a tutti gl’intervenuti viene sottoscritto dallo
sposo, genitori della sposa, testimone Fera e da me avendo gli altri asserito
di non saper firmare
Arcangelo Fera
Domenico Pistoni
Saverio Fera
Francesco Oliva Sindaco
Segretario: Rosario Fera
Nota: da tempo ricercavo il legame che univa la nonna Lisa con la famiglia Fera per via della mamma, Caterina, spinto anche da una cartolina inviata, nel mezzo della Grande Guerra, dal medico Giuseppe Fera al nonno Luigi. Ed ora, grazie anche alla complicità di Francesco di Raimondo, ecco svelata la parentela. Il dottor Giuseppe Fera era primo cugino della nonna Lisa essendo Arcangelo e Caterina Fera fratello e sorella, il primo padre del dottor Giuseppe Fera nonché dell'avvocato Rosario, la seconda, come già scritto, mamma della nonna Lisa. La storia dei Fera, Gliozzi, Mittiga - protagonisti di prima linea in queste pagine - è lunga, e non finisce oggi. Manca poco, e anch'io potrò dire come il Mickey Rourke di Angel Heart potrò dire: "Io so, chi sono io"!
Etichette:
Ernesto Gliozzi Sen,
Once upon a time in Platì
mercoledì 13 dicembre 2017
La camera verde (reg. François Truffaut - 1978)
Idea, per te, del cor mio i palpiti Francesco Portolesi
Francesco Portolesi ... più volte citato ... sempre senza un volto.
Etichette:
Once upon a time in Platì
lunedì 11 dicembre 2017
I giorni del vino e delle rose (reg. Blake Edwards - 1962)
Con
la presente scrittura privata il Sig. Dottor Filippo Zappia quale
rappresentante l’eredità di Zappia Giuseppe, vende al Sig. Luigi Gliozzi tutto
il vino depositato nella cantina di Oppido Mamertina, eccetto dieci ettolitri
che riserba per proprio uso. Il prezzo stabilito di comune accordo è di lire
trecentocinque l’ettolitro, restando a carico dello Zappia la tassa
governativa. La consegna del vino deve avvenire in tempo utile per poter preparare
le botti a ricevere il mosto della prossima vendemmia. Il pagamento dev’essere
eseguito alla consegna di ciascuna partita di vino.
Mancando a quanto sopra è stabilito, tanto lo Zappia che lo Gliozzi
sono tenuti al pagamento dei danni.
Il Dottor Zappia riceve dallo Gliozzi lire ottomila a titolo di
caparra.
Platì, 6 Marzo
1921
Dott.
Filippo Zappia accetto come sopra
Luigi
Gliozzi accetto come sopra
Etichette:
Once upon a time in Platì
domenica 10 dicembre 2017
Ricorda il mio nome - Peppantoni
-Sergi Domenico(18.3.939/192-30).Giuseppe Pasquale tirìji e
Trimboli Nicolina di Francesco furnara.
-Portolesi Maria(18.3.939/192-31)- Francesco Antonio
strascinatu e Cusenza Maria Francesca di Saverio.
-Papalia Pasquale(30.3.939/193-34)- Gius. carciutu e Barbaro
Seraf. di Franc.
-Trimboli Rosa(5.4.939/194-36)- Gius. gentilaru e Pangallo
Anna di Francesco
-Zappia Domenico(13.4.939/194-37)- Giuseppe Salvatore
cagnolaru e Pangallo Anna di Francesco
-Virgara Rosario) 16.4.939/195-40)- Saverio zoccula e
Campiti Fr.sca di Ant.
-Pangallo Pasquale(20.4.939/197-44)- Frncesco jemiju e
Pangallo Caterina di Domenico batazzinu.
-Papalia Francesca(14.5.939/197-46) - Gius. e Portolesi
Elis.di Gius. lucìu.
-Trimboli Rosario Ant.Rod.(14.5.939/198-47)-Rosario piseja e
Mittiga Fortunata Gorizia di Antonio..
-Pangallo Maria Caterina(14.5.939/198-48)-Antonio e Sergi
Elisabetta di Rocco perciasipali.
-Ielasi Saverio(21.5.939/199-50)-Ant. carvuneju e
Catanz.Rosa di Saverio.
-Musitano Antonio(21.-5.939/199-51)-Frasnc. turripirara e
Mezzatesta Caterina di Giuseppe.
-Perre Domenico(27.5.939/199-52)-Rocco ràsula e Perre Anna
di Pasquale santallìnu.
-Perre Anna(3.6.939/200-53)- Rocco jhumentaru e Barbaro
Elisab.di Franc.
-Perre Caterina(4.6.939/200-54)- Francesco e Sergi Rosa di
Antonio judici.
-Zappia Domenico Gius. (10.6.939/200-55)- Pasquale cagnolaru
e Callipari Elisabetta di Vincenzo.
-Pangallo Giuseppa(11.6.939/201-56)- Vinc. jemiju e Taliano
Elis.di Pasq.
-Zappia Pasquale(13.6.939/201-57)- Gius. cirejotu e Zappia
Immac.di Pasq.
-Portolesi Rosa(18.6.939/202.61)- Pasq. lucìu e Spagnolo
Maria di Francesco.
-Violi Teresa(9.7.939/204-66)- Gius. brunello e Virgara
Domenica di Franc.
-Pangallo Elisabetta(6.8.939/208-78)- Franc. batazzino e
Portolesi Gius.di Ros
-Trimboli Elisabetta(13.8.939/208-79)- Dom. vajana e Pelle
Mariant.di G.Ant.
-Catanzariti Domenico(17.8.939/209-82)- Gius. gajìna e
Carbone M.R. di Fr.
-Papalia Maria(24.8.9339/210-85)- Domenico carciuta e Perre
Anna di Gius.
-Virgara Rosario(26.8.939/211-86)- Vinc. zoccula e Furore
Franc.di Rosario.
-Lentini Maraia(27.8.939/211-87)- Nicola lissandru e Crea
M.Carm.di Nichele.
-TrimboliAntonio(30.8.939/211-88)-Franc. maluni e Callipari
Concetta di Vinc.
-Perre Michelina(7.9.939/212-89)- Dom. pascalici e Carbone
M.G.C.di Saverio
-Trimboli Antonio(7.9.939/212-90)- Gius. vajaneja e Perre Elisab.
di Antonio.
-Marando Caterina(8.9.939/212-91)- Rocco pistola e Romeo
Caterina di Fr.
-Romeo Antonia(23.9.939/213-93)- Giov. pettinaru e Ielasi
Elisabetta di Dom.
-Perre Rosario Arcangelo(1.10.939/213-94)-Rocco celestrino e
Perre Caterina di Antonio cundutu.
-Sergi Giuseppe(1.10.939/214-95)- Pasq. birrozzu e Carbone
Cat.Imm.di Gius.
-Sergi Francesco(4.10.939/214-96)- Michele 'mbilli e
Morabito Elisab.di Dom.
-Stalteri Franbcesca(9.10.939/214-97)- Dom.Nic.e Sergi
Caterina di Dom. tri
-Romeo Carmela(12.10..939/215-98)- Giuseppe Domenico e
Iermanò Francesca di Maria mutareja.
-Violi Domenico Loreto(22.10.939/215-100)-Antonio rigineju e
Ielasi Francesca di Domenico.
-Perre Saverio(22.10.939/216-101)- Dom. ciuciu e Trimboli
Elisab.di Franc.
-Fotia Rocco(26.12.939/216-102). Dom. bumbulici e Morabito
Conc.di Sav.
Nota - Può capitare, a volte, che un nome proprio si converta in alias, come nel caso di Giuseppeantonio Perri meglio conosciuto come peppantoni; come può capitare che un alias al maschile trapassi in femminile: carciutu in carciuta, come potete verificare da voi sopra. Del resto vi sarete già accorti certamente che vajana regredisce in vajaneja!
Ricordo ancora una volta che questo lavoro - qui siamo al XVII° Libro dei Battezzati - era stato portato a termine dallo zio Ernesto il giovane.
Iscriviti a:
Post (Atom)