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giovedì 6 aprile 2017

The Artist (reg. Michel Hazanavicius - 2011)


Sacco rinuncia alla rassegna di New York per diventare cittadino onorario di Platì

Gerardo Sacco sarà domani a Platì, per ricevere dal sindaco, dott. Francesco Mittiga e dal consiglio comunale convocato in seduta straordinaria, la cittadinanza onoraria. Non era mai avvenuto che ad una personalità calabrese, proiettata in campo mondiale per la sua valenza artistica e culturale, venisse concessa una simile onorificienza.
A Gerardo Sacco, la gente di Platì consegnerà non le chiavi del paese come un tempo si usava, ma gli antichi arnesi della civiltà agro-pastorale come tangibile segno di riconoscimento verso un raro artista, messaggero ed ambasciatore della creatività calabrese in ogni parte del mondo.
I platiesi, sono molto legati alla Santa Patrona, Maria SS. di Loreto che in ogni comunità di emigrati, dall’Australia all'America all'Argentina rappresenta un punto di riferimento un raccordo spirituale con la terra d'origine. Le due antiche corone che ornavano la statua della Madonna e del Bambino sono state rifatte in maniera artistica, rara ed esemplare da Gerardo Sacco che ha rinunziato a qualsiasi ricompensa.
Del resto Gerardo Sacco non è la prima volta che si pone come restauratore di opere artistiche che riguardano comunità ecclesiali povere. Sacco aveva restaurato la più grande icona bizantina, quella di Capo
Colonna, venerata da tutte le genti del Marchesato di Crotone. E l’artista degno continuatore degli antichi orafi della città di Pitagora, ha rinunziato per la prima volta ad essere presente alla Rassegna Internazionale di gioielleria di New York dove partecipa con una collezione di ampio respiro artistico.
Incontriamo Gerardo Sacco nella sua fucina d'arte a Crotone intento a studiare, su un disegno, lo stupendo diadema scoperto nell'area archeologica di Capo Colonna ed appartenente ad Hera Lacinia. Ne farà alcune riproduzioni ed intanto poniamo alcune domande.
- Lei rinunzia a partecipare alla Rassegna di New York per essere presente a Platì per le celebrazioni della Santa Patrona che sarà incoronata dal Vescovo di Oppido Mamertina?
«Parafrasando l'antico detto che l'ultimo dei Crotoniati era il migliore dei greci, son convinto che non esiste al mondo un luogo più bello della propria terra. E sono convinto che il calore umano e l'affetto dei platiesi non è secondo agli emigrati della grande comunità italiana di New York».
- Che giudizio ha di Platì e dei paesi dell'Aspromonte?
«Non ci sono altri posti dove l’accoglienza e l’ospitalità hanno qualcosa di più sacro. E devo purtroppo dire che spesso la stampa ed i mass-media distorcono fatti tracciando profili sbagliati ed offrendo  immagini false ››.
- Quindi secondo lei esiste una criminalizzazione d'intere comunità?
«I fatti di cronaca purtroppo sono all'ordine del giorno ma quanto avviene nella nostra regione diventa cassa di risonanza per l'intera comunità nazionale».
- Come si possono debellare determinati fenomeni?
«Lo Stato dovrebbe intervenire con interventi mirati e razionali soprattutto in aree geografiche fragili come quelle dell’Aspromonte creando fonti di lavoro, specie dove la disoccupazione giovanile ha raggiunto punti critici».
- Quindi basterebbero i posti di lavoro per cambiare questa nostra società malata?
«Non lo penso ma ne sono certo. Infatti mi sto prodigando, proprio nel momento in cui le grosse industrie sono in netto regresso, per creare il primo polo orafo del Sud dell'Italia e sfidare la concorrenza di Valenza, Vicenza, Arezzo che hanno fatturati da capogiro. Comunque io sono uno che crede nelle favole ››.
E quella di Gerardo Sacco è appunto una favola, dove un apprendista barbiere diventa uno dei più prestigiosi orafi in campo mondiale. Anche questa è Calabria.
Antonio Delfino

Testo e foto:
Gazzetta del Sud, venerdì 6 agosto 1993


mercoledì 5 aprile 2017

I gioielli della corona (reg. Thornton Freeland - 1939)





GERARDO SACCO
orafo in crotone

                                                                 Crotone 4/11/92

Creare per conto del comitato Affari economici Parrocchia di Platì, n. 2 corone in oro 18 kt. Fac simili magari aggiungendo motivi riguardante l’ulivo; per le pietre vedere poi acconto a parte.
Ricevuto n. 1 corona argento che serve è per misure e per modello, la grande fare lo stesso modello, il Ø cm. 13 ½ prezzo pattuito per la sola manifattura (solo spese vive) l. 4. 000.000 – quattromilioni
L’oro mi sarà dato col colo legale (sfrido lavorazione) se avanza dell’oro sarà scalato sul costo della manifattura al prezzo di giornata; il lavoro sarà consegnato il 30/1/92, l’oro devo riceverlo entro l’1/12/92
In fede GSacco

********************

GERARDO SACCO
orafo in crotone


Ill.mo Rev.
Don Ernesto GLIOZZI
P L A T I'
Crotone, lì 29/10/1993.

Oggetto: Relazione tecnico-economica realizzazione corone.


Ill.mo Don Gliozzi,
con riferimento all'oggetto Vi illustro di seguito il lavoro di realizzazione delle corone nei suoi aspetti tecnici ed economici:

Analisi tecnica

oro utilizzato per la lavorazione grammi 1.844,70 ( di cui grammi 167,70 sfrido legale di lavorazione e grammi 1.677 quale peso complessivo attuale delle corone).
Sono stati versati da parte vostra i seguenti quantitativi di oro vecchio:
grammi 199,50 - grammi 1.453,00 e grammi 77,90, questi ultimi a 12 carati, che trasformati in oro puro, secondo i comuni canoni di calcolo, equivalgono a grammi 1.526,00.
Sottraendo dall'oro impiegato quello da voi versato si ottiene quanto di seguito:
oro impiegato grammi 1.844,70
oro versato           "        1.526;00
differenza              "           318,00    ( valore arrotondato)

grammi 318 X 8,25 (calo legale) = grammi 262,00 (oro puro).

Inoltre sono stati impiegati grammi 20,00 di perle, carati 60,50 di zaffiri e carati 16,80 di smeraldi.

L'oro, le pietre e le perle sono state così suddivise:

Corona grande: oro grammi 1.465,00 - perle grammi 14,00-
                             zaffiri carati 45,50 e smeraldi carati 10,40.
Corona piccola: oro grammi 212,30, perle grammi 6,00 -
                             smeraldi carati 6,40 e zaffiri carati 15,00.

Analisi costi

differenza oro grammi 262,00 X E. 20.600 (quotazione) =  £. 5.400.000
perle e pietre (costo mio e non valore commerciale)      =  £. 6.000.000
prezzo pattuito per manifattura (spese vive)                    =  £. 4.000.000
totale dovuto . . . . . . . . . . .                                                        £. 15.400.000
totale versato ad oggi....                                                            £.   8.000.000
 totale da versare a saldo.                                                          £.  7.400.000

E' palese che nel calcolo dei costi, così come nell'esecuzione delle opere, è stato tenuto conto dell'alto valore religioso- sociale delle opere e pertanto l'impegno da parte mia è stato notevole.
Basti pensare che se avessi dovuto valutare il lavoro eseguito come un normale lavoro di oreficeria, il costo finale sarebbe stato di circa 60 milioni.
Infatti analizzando le voci in modo appropriato si evidenzi le seguenti cifre:
oro grammi 1.677,70 . . . . . . ..                                                  =  £. 33.000.000 (considerando solo peso finale)
zaffiri carati 60,50 . . . . . .     ...                                                  =  £.   9.000.000
smeraldi carati 16,40. . . . .   ...                                                   =  £.   2.550.000
perle grammi 20,o0 . . . . . . ....                                                   =  £.      500.000
spese di lavorazione . . . . . . ...                                                   =  £. 15.000.000
valore commerciale totale del lavoro eseguito... . . . . . . . . .      =  £. 60.050.000

La stima manifestatami e l'ospitalità avuta nei miei riguardi hanno valore di gran lunga superiore a qualsiasi altra cosa, pertanto ho ritenuto giusto ricambiare tanta attenzione con il trattamento riservatovi in questa occasione.
Spero di essere stato abbastanza chiaro ed esplicativo, ma, sopratutto mi auguro che le opere abbiano avuto il riscontro dei Platiesi, sarebbe la più bella ricompensa per tanto lavoro!
Colgo l'occasione per porgere il più cordiale dei saluti.
Gerardo Sacco

P.S. Alle due corone sono inoltre incastonati n° 2 brillanti bianchi, naturali, donati uno dalla Sig.ra Elisabetta
Zappia vedova Messineo di Platì e l'altro mi pregio di averlo donato io stesso.
In fede
Gerardo Sacco

Nota
Ho voluto sottolineare alcuni passi della lettera perché a mio avviso poche personalità, grandi o piccole, hanno avuto un così caloroso atteggiamento di riguardo verso Platì e i platioti. E questo è bene che sia ricordato e affidato ad un passa parola continuo da inviare a eccellenze e loro lustrafacciata così come a sedicenti mediatori mediatici.

lunedì 3 aprile 2017

Il mio nome è Nessuno (reg. Tonino Valerii - 1973)


 ... nel 1989 … a New York … Rinunciai alla festa di gala prevista per il giorno dopo per non mancare alla cerimonia della vestizione della Madonna venerata in Platì, per la quale avevo realizzato la corona. Un impegno che avevo preso da tempo con gli amministratori della cittadina e al quale non intendevo assolutamente venir meno. La mia decisione fece scalpore. Disertare l’evento di New York sembrava una follia; un clamoroso autogol, sul piano dell’immagine e per le importanti ricadute commerciali di cui si sarebbe avvantaggiata la mia azienda. Ma non cambiai idea. Il giornalista (e vecchio amico) Totò Delfino sottolineò la particolarità del comportamento e propose che mi fosse conferita la cittadinanza onoraria. “Sacco - disse e scrisse in più occasioni - ha dimostrato di tenere in altissima considerazione la nostra comunità. Dobbiamo fare altrettanto, annoverandolo tra quanti contribuiscono a far conoscere in modo diverso Platì nel mondo”.
In effetti, il mio ritorno in Italia non passò inosservato e per un attimo - purtroppo solo un attimo - sulla Locride venne proiettato un fascio di luce positivo. In quell’occasione, in segno di gratitudine per il mio gesto, ricevetti in dono alcuni utensili contadini, che conservo gelosamente.

… sono necessarie risposte serie, concretamente calate nella realtà …  Penso alle zone più difficili della Calabria. Ai giovani di San Luca, Platì, per parlare di alcuni luoghi spesso al centro della cronaca.
I militari, come si sente ripetere, non sono la soluzione giusta. Sarebbero - e appaiono - nemici. L'ottica deve essere diversa: serve un esercito, ma di educatori! Capaci di far comprendere il valore della cultura, delle regole condivise, del rispetto reciproco. Soprattutto del dovere! Solo così potrà avvenire il cambiamento che tutti auspichiamo.

(La cittadinanza onoraria) … ricevut(a) da Platì e San Luca, per molti aspetti, è un onore ancora più significativo perché arrivato da luoghi e persone che, forse, più di altri, hanno bisogno di essere aiutati a voltare pagina. Realtà e cittadini verso i quali mai ho avuto pregiudizi e che, anzi. Quando possibile aiuto con sincerità e amicizia. Guardando ai problemi da cui sono afflitti con rispetto e attenzione.

… Avevo manifestato l’intenzione di creare una scuola orafa per i ragazzi di San Luca e Platì, ma non ho ricevuto il sostegno necessario. Eppure può funzionare … rimane in piedi la mia disponibilità a favore di questi comuni. Che hanno diritto a scrivere una pagina nuova della loro storia. E verso i quali non si può procedere a colpi di scioglimento del consiglio comunale. Né catalogando, per definizione, tutto e tutti come espressione della ‘ndrangheta… Conosco bene la gioia infinita che procura riuscire a farcela. Non esiste niente di più positivo e gratificante. Lo sguardo ti regala immagini inedite. Gli occhi scrutano la realtà in maniera diversa. Rinascere significa questo. E io desidero ardentemente offrire questa possibilità a chi ancora non l’ha avuta. Ricordo una bellissima frase di Corrado Alvaro, mai come in questo caso efficace: “La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile”. Non è meravigliosa? Capace di centrare il vero nodo della questione?

GERARDO SACCO conversazione con Francesco Kostner. SONO NESSUNO! Il mio lungo viaggio tra arte e vita, Rubettino, 2016


sabato 1 aprile 2017

L'ingiusta condanna (reg. Giuseppe Masini - 1952)


RICHIESTA  REVISIONE DEL PROCESSO
5 condanne all'ergastolo
i fatti di Cirella di Platì
Il 6 settembre 1939 a Locri, in una sessione straordinaria della Corte d'Assise - che per l’occasione dato il numero degli imputati, tenne le sue udienze nella grande sala, di montaggio dell'ex stabilimento Bruzzese – venne celebrato il processo a carico di oltre 100 imputati responsabili di associazione a delinquere e di delitti vari contro le persone e le proprietà. Il processo si concluse con la condanna dei principali cinque imputati alla pena dell’ergastolo. La scena, che ne seguì mise in subbuglio per l’intero pomeriggio la ridente cittadina di Locri, per le cui strade donne piangenti manifestavano la propria disperazione per il grave verdetto. A distanza di quasi 13 anni si riparla del processone di Cirella di Platì, in seguito ad una interrogazione presentata dal senatore Eugenio Musolino il quale si è rivolto al Ministro di Grazia e Giustizia, on. Zoli “perché, a- norma dell’art. 556 n. 2 del C.P.P. richieda alla Corte di Cassazione la revisione delle sentenze, rilevando che la stessa è frutto di un errore giudiziario, dovuto ad estorsioni di dichiarazioni degli imputati, mediante torture e sevizie”.

GAZZETTA DEL SUD Martedì 8 Luglio 1952

giovedì 30 marzo 2017

PER LA PATRIA (Reg. Abel Gance - 1915)



LA VOCE DELLA CAMPANA E DELLA PATRIA PER LA PACE

Appesa, sembra su trono assisa, -
Altisonante tuona ed avvisa,
Credenti e increduli chiamando a l’ara,
Che a farsi buoni tristi prepara,
Dal finestrone del campanile
Santa campana si dice umile:
Di Patria e Dio
Voce son’io

Da la cicogna monumentale
Del sontuoso tempio, dove
Sorgeva il Circo pur colossale,
A quella modica di templi altrove
La pia campana altisonante
Con voce oscilla sempre costante:
 Di Patria e Dio
Voce son’io
Non c’e nazione, città, borgata
In tutto il mondo.. dove una Chiesa,
Sia pure edicola, non sia adornata,
Siccome sposa dal ciel discesa,
Da la campana con voce santa
Che con rintocchi or piange, or canta
 Di Patria e Dio
Voce son’io
Con questa voce re e imperatori
Si coronavano su l’ara, quando
L’ombra de' despoti dava terrori,
E più l’ossequio a Dio ammirando
Era; ma sempre de la  campana
Il suono è verbo, a Dio peana:
 Di Patria e Dio
Voce son’io
Con questa voce fe' Pier Capponi
Le trombe belliche de l’invasore
D’Italia nostra tacer coi tuoni
De la minaccia con gran fervore:
= Voi suonerete le trombe vostre,
= Noi le campane loquenti nostre:
Di Patria e Dio
Voce son'io....

Perché di Dio questa è la voce,
Voce di Patria è per la forza
Ch'essa col culto trae da la Croce;
Che Dio la Patria protegge e afforza,
Di Patria e Dio
Voce son’io

Dio folle, misero, che cielo e terra
Sotto il suo giogo volea legare,
Portando strage con la sua guerra
Fin su campane,su templi ed are;
Ma il teutonico orgoglio atroce
Di Patria e Dio cadde a la voce: `
 Di Patria e Dio
Voce son’io
Ei superando di Dio il flagello,
Mentre la pace ricerca, distrugge
Città, villaggi, bimbi al macello,
Con fuoco in vampe che ancora rugge:
La voce grida: sia a cuor spietato
Il coronato mostro annientato:
 Di Patria e Dio
Voce son’io
Sui campi bellici sorgendo, al volo
De la preghiera, dai santi altari,
Quest’alma voce sul patrio suolo
Precede l'impeto dei nostri cari
Eroi coi nostri prodi alleati
Contro i nemici vinti, prostrati:
 Di Patria e Dio
Voce son’io
Ecco la gloria su l'ali d'oro
Librata sopra la Marna e il Piave,
De la vittoria depor l'alloro
Di nostra Intesa sul crine grave:
Or viva Wilson, di mare e terra
Soldati eroi, Capi e Re in guerra:
 La voce tace;
Fatta è la pace.

(Reggio Calabria) Platí, 25 Ottobre 1918.
 Dottor Vincenzo Papalia

A mio cugino Reverendo
Sacerdote Ernesto Gliozzi
In segno di stima.

Let It Be (reg. Michael Lindsay-Hogg - 1970)

A Sua Eccellenza
Monsignor D. Francesco Saverio
Mangeruva
degnissimio Vescovo di G
Gerace

Fiat ut in precibus
Geracio maritimo 11 Martii 1905
Can. Cantor don Carolus Macrì Pro Viri Gtis

Il Suddiacono Ernesto Gliozzi di Francesco prega Sua R.ma a volerlo permettere di recitare l’orazione panegirica nella festa del Patriarca S. Giuseppe che avrà luogo in Platì.
Tanto spera ed otterrà.
Con profondo rispetto e baciandole il Sacro Anello si dichiara dell’Eccellenza Sua Reverendissima.
Platì 18 Febbraio 1905.
Umilissimo e dev.mo Suddito

Sudd.(iacono) Ernesto Gliozzi

Al lupo al lupo (reg. Carlo Verdone - 1992)

Uccide un mulo
scambiandolo per lupo
Varapodio 3
Un fatto singolare è accaduto a Varapodio, dove nelle vicine campagne, un contadino - forse affetto da miopia – scambiava un mulo per un lupo e gli esplodeva due colpi di fucile. La povera bestia, gravemente ferita, doveva essere abbattuta.
E’ ovvio aggiungere che il curioso episodio ha dato la stura fu ai più salaci commenti. Lupi nelle nostre campagne non se ne videro mai; solo la fantasia del focoso contadino ne ha visto uno, ed era un pacifico mulo, che pascolava tranquillamente che è rimasto spacciato per le traveggole del suo uccisore.


GAZZETTA DEL SUD Venerdì 4 luglio 1952

mercoledì 29 marzo 2017

L'eterno arcobaleno (reg. Keisuke Kinoshita - 1958)

Aida Mittiga 
maestra di yoga 
Platì 4 febbraio 1948 - 20 ottobre 2001


Senza nessun rumore Aida aveva introdotto a Platì qualcosa di impensabile per quella comunità. Come tutti quelli che guardano avanti, sul confessionalismo cattolico dei nostri genitori aveva cercato di fondere l’ascetismo induista, mettendosi a disposizione di tutti e questo attraverso il suo esempio di attivista nel campo della pedagogia come in quello dell’ambientalismo.

lunedì 27 marzo 2017

L'Agente Confidenziale (reg. Herman Shumlin - 1945)








Due pagine del calendario della ITALIA Società di Navigazione - Genova del 1956, l'ultimo per l'Andrea Doria, Agente per Platì Dombertinu.


Desiderio nella polvere (reg. William F. Claxton - 1960)


Errori e pregiudizi in Calabria

Fin dai tempi più remoti dell' antichità furono tramandati ad oggi, con una costanza che caratterizza il popolo calabrese, degli errori e pregiudizi, che meritano essere studiati nella loro essenza.
Errori e pregiudizi che purtroppo si perpetueranno ancora con grave danno morale, e spesso materiale, delle popolazioni delle nostre contrade, se un energico movimento di educazione delle masse, non verrà a dare quell'impronta che metterà la Calabria a livello degli altri paesi civili.
Diceva un antico proverbio che la civiltà viene dai monti; ma noi siamo del parere che essa essenzialmente viene dal mare. E difatti l'enorme emigrazione ed immigrazione dalle Americhe, ha portato in quest’ultimo ventennio, oltre al gran movimento di capitali in Calabria, una grande cura di civiltà.
Le nostre popolazioni rurali sono più evolute, più coscienti, ed all'ignoranza, all’analfabetismo, poco per poco si va sostituendo un'era novella. Questo benefico movimento di civiltà, seguito sempre con viva simpatia da coloro cui stanno a cuore gl'interessi di questa forte Calabria, ha bisogno di essere indirizzato da chi sta a capo dell'educazione delle popolazioni calabresi.
Il giorno in cui in ogni paese della nostra regione, grande o piccola che sia, o sperduta tra gole e monti, sorgeranno degli apostoli della moderna civiltà, che con azione costante e cosciente, educheranno a concetti moderni queste popolazioni facendole coscienti dei loro diritti e doveri, raschiando dai loro cervelli tutti i pregiudizi e gli errori tramandati da secoli, quel giorno sarà il principio della grande era moderna, che sarà scritto a caratteri d'oro nella storia del rivolgimento Calabrese.
Tralasciando per oggi di occuparmi una infinità di errori e pregiudizi, che possono fare parte di altri scritti, mi fermo sopra un grave fatto che costantemente si svolge ad uno dei Santuari più visitati della nostra Calabria.
Sperduto tra le gole dell'ultimo altipiano dell'Appennino calabrese, l'Aspromonte, che pure ha tanti ricordi nella storia del risorgimento italiano, sorge un Santuario, in onore della Madonna dei Polsi.
L'enorme pellegrinaggio che da ogni angolo della Calabria vi accorre, può reggere quasi in paragone col pellegrinaggio della Madonna di Lourdes in Francia. La festa si celebra ogni fine di Agosto, e la fede cieca, enorme che le popolazioni delle tre Calabrie ripongono nella Madonna di Polsi, fa accorrere una folla straordinaria di fedeli che portano ricchi doni, in compenso delle grazie ottenute.
Infiniti sono i voti che si fanno, ma tra essi c'e uno che fu tramandato a noi fin dal medio-evo, e che sa di barbarismo.
Ed ecco di che si tratta:
Molti pellegrini fanno il così detto voto della lingua a strascinune, che consiste nel flettersi a terra, e con la testa china sul suolo, camminando con l'aiuto delle mani e delle ginocchia, fanno sporgere la lingua più che si può dalla bocca, e la strofinano per terra, dalla porta del Santuario fino all'Altare della Madonna.
Per chi ha cuore, è una pena ed insieme una tortura indicibile assistere a questa scena.
Vedere delle ragazze, delle giovini donne arrivare fino alla sacra effigie in uno stato da far pietà, con la lingua piena di terriccio, scorticata, sanguinante, è una scena che lascia un triste ed indelebile ricordo.
La pratica di questo voto, per quanto possa parere importante all'occhio dei fedeli, pure dev'essere combattuta con tutti i mezzi, dalle persone che comprendono a quali gravi inconvenienti e pericoli si può andare incontro. Ne esporrò le cose più salienti.
Il pavimento delle nostre chiese è coperto da una gran quantità di terriccio che viene trasportato dai piedi dei fedeli, ed in questo terriccio vi pullula una miriade di germi della più svariata natura, e di quelli che attentano alla vita dell'uomo.
Da esperimenti d'illustri igienisti, sopra un grammo di polvere raccolta si trovò il seguente numero di germi:

a Parigi (Campo di Marte) . 4.000.000
a Berlino . . . . . . . . 3.000.000
a Torino . . . . . . . . 2.200.000

Basterà ricordare che il Miquel nella polvere delle case di Parigi ne ha trovati in ogni grammo 2.100.000, che il Manfredi nelle immondizie di Napoli da 716.000.000 a vari miliardi, che nella polvere stradale di Roma se ne trovarono 175.500 per farsi un concetto della gravità del pericolo a cui si va incontro.
Tra questa quantità enorme di batteri, la maggior parte di essi è innocua, ma ve ne sono alcuni che hanno un potere patogeno grave.
Si trova sempre tra essi il bacillo del tetano e dell'edema maligno che è ancora più grave del tetano stesso, e poi altri bacilli pericolosissimi come quelli della tubercolosi, della difterite, del tifo, della suppurazione (strafilococco, streptococeo, ecc), della eresipela, della polmonite ecc. '
Ora tutti questi germi vivono nel terreno, e possono benissimo trovarsi sul pavimento del Santuario; e nel mentre il fedele strofina la lingua a sangue, apre delle porte di entrata a questi germi, che possono dare una di queste gravi malattie infettive.
Con rapido sguardo a quanto ho detto, che è la cruda realtà, ogni persona può facilmente capire a quali gravi pericoli si espone chi ancora vuole seguire la pratica del voto della lingua a strascinone.
Date queste condizioni è dovere di tutti di propagare questi concetti moderni e di gridare contro questa pratica che e tanto dannosa. Si può benissimo essere di fede cieca, si può benissimo ringraziare la Madonna con altri mezzi per le grazie ottenute, ma non si deve persistere in mezzi nocivi per se e per gli altri, poiché se un fedele per disgrazia contrae qualche malattia infettiva, la può propagare in seno alla sua famiglia e agli abitanti del suo paese.
Mi auguro quindi che l'autorità ecclesiastica con un suo energico intervento, e propagando anche con opuscoli popolari i criteri moderni, possa presto proscrivere una pratica tanto dannosa. 
                                                                                                                                                   FURCI Dott. LUIGI
Testo e foto in
POPSIS, Anno III, fascicolo 1 - 2, 1912