Inutile dirvi cosa suona Roy Bittan nell'intro e prima che il Boss esploda
domenica 21 giugno 2015
mercoledì 17 giugno 2015
Lo scherzo (reg. Jaromil Jires - 1969)
LA
ROSA E IL PITALE
(Scherzo)
Vi
ringrazio, Capitano,
pel
regalo originale,
che
mandaste da lontano:
una
Rosa ed un Pitale ...
...
proprio! l’una e l’altra cosa:
“
poesia legata a prosa “.
Da
filosofo qual siete,
ben
... pensato avete il doto:
son
due simboli, due mete,
due
significati sono:
quella,
invero, è il dilettevole,
questo,
invece, ... il servizievole.
Quante
cose fan pensare
una
rosa ed un pitale! ...
prima,
l’una fa sognare,
ma
poi ai sogni tarpa l’ale
l’altro,
che a contatto sta
con
la ... cruda realtà! ...
E’
del fior l’atto gentile;
del
pitale e l’atto ... grande;
mentre
il fiore qual sottile
suo
profumo intorno spande,
un
odore speciale
pure
emana dal pitale ...
Ma
la rosa vita breve:
sol
lo spazio d’un mattino;
ma
il pitale, ch’è di greve
ferro,
pinto cilestrino,
dura
eterno ... ed anche in questo
c’è
un significato onesto.
Poiché,
quando il fiore muore,
il
ricordo se ne va
del
gentile donatore;
ma
il pitale è sempre là! ...
a
racchiuderlo nel seno
una
volta al giorno ... almeno! ...
Giacomo Tassoni Oliva
lunedì 15 giugno 2015
Viva la banda (reg. Ricardo Palacios - 1987)
Il
sottoscritto Scafaria Gaetano di Vincenzo, in qualità di rappresentante del
Concerto Bandistico di Varapodio, dichiaro di aver ricevuto dal Rev. Sac. D.
Ernesto Gliozzi per conto di suo padre Sig. Luigi Gliozzi £. 190 (dico 190) a
saldo del compenso dovuto al suddetto Concerto Bandistico per il servizio
prestato in Platì in occasione delle feste patronali di Maria SS.ma di Loreto,
nell’agosto 1939 - XVII .
Dichiaro
liquidato e regolato fin da questo momento ogni conto intercorso tra il Sig.
Gliozzi Luigi, procuratore di dette feste padronali e il Concerto bandistico di
Varapodio.
Platì,
5 Marzo 1940 XVIII
Scarafia
Gaetano
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Ernesto Gliozzi Jun,
Once upon a time in Platì
domenica 14 giugno 2015
Ricorda il mio nome
-Catanzariti Maria(10.8.1935/37-74)di Domenico nigru e
Pangallo Elisabetta di Antonio facciuja.
-Virgara Caterina(15.8.1935/38-75)di Pasq. monaco e Ferraro
Rosa di Franc.
-Catanzariti Elisabetta(24.8.1935/39-78)di Giuseppe
celestrinu e Portolesi Maria di Antonio mangiafica.
-Romeo Anna(14.9.1935/40-82)di Pasq.'mburcanu e Romeo Maria
di Dom.
-Virgara Antonio(15.9.1935/40-83)di Rosario picigaja e Stancati
Carolina diGaetano.
-Barbaro Antonio Salvatore(19.9.1935/41.84)di Rocco zumpanu
e Barbaro Elisabetta di Antonio micciunarda.
-Trimboli Maria(22.9.1935/41-86)di Rocco furnaru e Sergi
Maria di Domenico perciasipali.
-Spagnolo Giuseppa(22.9.1935-42-87)di Rocco mattulinu e
Carbone Domenica di Giuseppe.
-Perre Saverio Michelangelo(22.9.1935/42-88)di Francesco e
Sergi Rosa di Antonio judici.
-Sergi Michele(29.9.1935/43-90)di Dom. filomenaru e Sergi
Maria di Michele.
-Marando Rosa(12.10.19835/43-92)di Giuseppe pistola e
Catanzariti Rosa di Francesco.
-Demarco Saverio(13.10.1935/44-93)di Pasq. e Carbone Ter.di
Sav. ranco.
-Virgara Caterina(13.10.1935/44-95)di Ant. monaco e Trimboli
Maria di Pasq.
-Murabito Pasquale(20.10.1935/45-96)di Antonio mastrudatta e
Sergi Anna di Saverio.
-Barbaro Rosa(27.10.1935/45-97)di Rosar. scarpareja e
Pangallo Maria di D.
-Zappia Rosario(4.11.1935/45-98)di Ferdinando mercante e De
Leonardis Rosa di Francesco.
-Zappia Romano Italo(4.11.1935/46-99)di Ferdinando mercante
e De Leonardis Rosa di Francesco.
-Marando Domenico(9.11.1935/46-100)di Rosario burraschjìja e
Trimboli Maria Antonia di Giuseppe stuppeju.(schjì: pronunzia da apprendere.)
-Barbaro Domenico(17.11.1935/46-101)di Saverio babbeo e
Trimboli Anna di Giuseppe.
-Sergi Maria(17.11.1935/47-102)di Saverio careja e Romeo
Anna di Dom.
-Marando Elisabetta(30.11.1935/47-103)di Rocco pistola e
Romeo Caterina di Francesco cecalupi.
-Perre Giuseppe(8.12.1935/48-106)Rocco rasula e Perre Anna
di Pasquale santellinu.
-Sergi Antonio(29.12.1935/49-3)di Giuseppe tirìji e Sergi
Maria di Domenico.
-Musolino Domenico(6.1.!936/50-5)di Saverio parlaparla e
Catanzariti Caterina di Rocco.
-Marando Giuseppe(6.1.1936/51-7)di Pasquale pistola e Sergi
Nicolina di Giuseppe gallo
-Trimboli Francesca(6.1.1936/52-11)di Pasq.parlino e Velardi
Cater.di Gius.
-Catanzariti Francesco(13.1.1936/53-14)di Rocco giarruni e
Catanzariti Francesca di Antonio.
.Violi Teresa(13.1.1936/53-15)di Antonio francuni e Trimboli
Anna di Franc.
-Perre Francesco(20.1.1936/54-16)di Rocco e Trimboli Maria
di Francesco settelampi.
-Vocisano Domenico Giuseppe(6.1.1936/54-17)di Domenico
testeferru e Zoccoli Mariantonia.
i più attenti troveranno delle ripetizioni, scusabili per questo lavoro degno di Ernesto De Martino se non Alan Lomax, e neanche i Lombardi Satriani arriveranno a tanto.
mercoledì 10 giugno 2015
La città dolente
Fra le rovine, non molto tempo fa, un ingegnere mi disse: «Questa baracca di legno ha un'area interna di meno di trenta metri quadrati. Da cinque mesi vi abitano ben trentatré persone - uomini, donne e bambini.››
«E non si lamentano?››
«Cominciano a lamentarsi ora. D'inverno va tutto bene, ma quando viene il caldo ... Beh, vedremo.››
Nessuna profetica visione della Messina di oggi con le sue baracche disseminate nel deserto di rovine che la gente vestita a lutto rende ancora più tetro, mi apparve alla mente quella sera, mentre sedevo al tavolino di marmo, sorseggiando il mio caffè (troppo tostato, come sempre in Italia) e fumando beatamente il mio sigaro. Sì, tutto era come doveva essere. Eppure, che occasione perduta!
Che occasione perduta per un Dio di stabilire, in un”epoca d'incredulità, il suo dominio sugli uomini!
Si deplora ovunque la mancanza di sentimento religioso: come sarebbe facile a un Dio mandare sulla terra un Isaia per predire l'ora dell’incombente catastrofe, salvando cosi quelli disposti ad ascoltarne la voce ammonitrice, ravvivando lo zelo dei fedeli, eliminando dubbi e dividendo le pecore dalle capre! Invero, Egli agisce misteriosamente, poiché non giunse alcun messaggio divino: i giusti furono sepolti con gli ingiusti, fra una confusione di telegrammi e di lacrime.
Alcuni giorni dopo il disastro, í giornali cattolici spiegarono il fatto asserendo che gli abitanti di Messina non avevano amato a sufficienza la Madonna, ma che Lei li amava ugualmente e aveva quindi mandato il terremoto per ammonirli. Una maniera piuttosto violenta di conciliarsi il loro affetto . . . Non esattamente suaviter in modo. . .
Ma se gli autentici profeti possono sorgere soltanto fra le malariche paludi dell'antica Babilonia o in altri luoghi altrettanto inverosimili, avremmo almeno potuto aspettarci di meglio dai nostri moderni spiritisti. Perché mai le apparizioni da loro evocate si accontentano di annunciare il decesso agli Antipodi di lontani parenti privi del minimo interesse? Ahimè! Comincio a rendermi conto che ancora non si è arrivati a scoprire gli spiriti utili. Quelli di cui disponiamo oggi sono come sismografi: registrano l’avvenimento dopo che è accaduto.Ora, noi abbiamo bisogno di ...
« Il signore non fa che fumare...Perché non prende il tram e non va ai giardini pubblici ad ascoltare la banda municipale?››
« Il signore non fa che fumare...Perché non prende il tram e non va ai giardini pubblici ad ascoltare la banda municipale?››
Norman Douglas, Old Calabria
«Musica? Giardini? Ottimo consiglio, Gennarino. ››
«Musica? Giardini? Ottimo consiglio, Gennarino. ››
lunedì 8 giugno 2015
Tutto in vendita (reg. Andrzej Wajda 1968)
In
presenza di noi qui sotto scritti testimoni il Massaro Michele Romeo Cerza si ha ricevuto dal Sig. Don Francesco Oliva fu Don Arcangelo la somma di Ducati
15 di moneta effettiva corrente in questo Regno ... A tal somma si obbliga
corrispondere l’interesse al 10 per cento ... si obbliga pagarli a tutto 7bre
del 1858 in mancanza resta venduto l’orto di sua pertinenza nella contrada
Piroselli limito quello eredi di D. Francesco Gliozzi; Francesco Mittiga fu
Rocco e altri; il prezzo che verrà fissato da Mastro Rosario Marando, in caso di
sua morte, da F... T..., o da uno eletto
dal S.r Reg. Giudice di Ardore, a riceversi il di più che sarà stabilito di
Ducati 18 d’interesse e capitale come sopra. Ove mai il Romeo sarà al caso
pagherà prima, il Sig.r Oliva sarà obbligato riceverseli, ed ha il diritto
riscuotere i soli interessi scaduti. Resta pure stabilito che in caso il detto
Romeo volesse dimettersi dall’orto suddetto resta a favore del S. Oliva la
facoltà di poterlo comprare, quando verrà fissato da periti come sopra o da uno
eletto dal Reg. Giudice di Ardore, ed a
cautela. Platì 29 7bre 1856. Francesco Papalia Testimone - Giuseppe Virgara
testimone.
La
contrattazione come sopra l’ho ceduta a mio Signor Compare D. Filippo Gliozzi e
dichiaro avermi ricevuto li ducati quindici ed a cautela - Platì 1 8bre 1856.
Francesco Oliva fu D. Arcangelo.
mercoledì 3 giugno 2015
Il bambino perduto (reg. George Seaton - 1953)
Rorò era figlio dello zio Peppino (Diaco) di Oppido e della zia Iolanda, sorella della nonna Lisa. La prematura morte non permise il battesimo, per questo non è riportato nei registri della chiesa. A Platì ebbero i natali anche Tommaso, Rocco e Domenico che lì vennero battezzati.
Grazie alla foto Rorò sarà un infante eterno.
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Once upon a time in Platì
mercoledì 27 maggio 2015
Un giorno da ricordare (reg. James Foley - 1995)
931
7
Ottobre ore 20 - Zappia F Antonio
15
Novembre ore 4 - Dottor Filippo Zappia
31
Dicembre ore 4-30 Cav Uff Oliva M(ichelangelo)
il
1° Gennaio - 32 mentre Spadaro stava tessendo l’elogio funbre venne turbato da
terremoto
932
10
Agosto moriva a 30 anni Fera Michelangelo
18 “ moriva a Brancaleone la Signora Zappia
Elisabetta al 19 venne portata a Platì
27
ottobre Zappia Pasquale fu Carlo
934
Domenica
29 Luglio 0re 23-30 moriva il Cav. Furore Don Giosofattino - nato il 1865
appunti, preziosi, del nonno Luigi (nella foto)
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Once upon a time in Platì
lunedì 25 maggio 2015
Santa (reg. Antonio Moreno - 1932)
2°
Epigramma
Quando
la donna prega ... lasciatela pregare!
E’
l’unico momento, in cui ... non può parlare
Giacomo Tassone Oliva
Istantanee che valgono un intero romanzo o documentario di National Geografic
Istantanee che valgono un intero romanzo o documentario di National Geografic
domenica 24 maggio 2015
Amore e guerra (reg. Woody Allen - 1975)
E' lunga questa orazione funebre. Leggerla per una sola volta non è tempo sprecato, visto come siamo costretti a sentire quelle di oggi, dette da persone che non hanno mai conosciuto i nostri cari.
E' anche storia del paese e del suo coinvolgimento con la Grande Guerra.
Ha
un fior la vita per la speranza,
Ha
un fior la morte per l’avvenir.
G.
Prati
Signori,
E pure, mente l’ecatombe immane tinge il mondo di sangue, mentre le
giovani vite mietute dalla mitraglia, giacciono insepolti ancora sulle balze
del Trentino e del Carso, qui, dove la voce rauca del cannone non schianta i
cuori, siamo riuniti ad una mesta cerimonia. La funebre cerimonia, se non è
un’inferie di sangue da strappare dei cuori il grido, come dalla belva ferita;
è non di meno un contributo di lacrime e di preghiere. Voi certamente non
condividerete l’idea anticristiana del “ sacro egoismo “, e se vi stringete in
questi giorni, ai petti i panni insanguinati dal dolore, guardate anche
compassionevoli a coloro che piangono; a coloro che furono colpiti dalla
sventura, sia essa acerba e crudele come quella per un caduto in battaglia, sia
essa blanda e confortabile come quella di una madre che serenamente s’invola.
È il dolore che amalgama tutti, che stringe i vincoli dell’affetto; è
il dolore che rifulge maggiormente l’idea cristiana, è, insomma intorno alle
tombe che si cementano i cuori. E il vostro spontaneo accorrere in questo
tempio, parato a lutto, la vostra solidanza nel dolore di un figlio che piange
amaramente la madre molto mi danno affidamento; ond’io mi accingo a intessere
parole dio lode per Donna Mariantonia Mittiga nata Gliozzi la quale, fra le
virtù comuni a tutte le donne cristiane, si ebbe anche quella di amare
intensamente, profondamente tutti i suoi parenti da formare in lei come un’esagerazione
di amore, il che non è poco.
Il dovere, quindi, di riconoscenza mi lega ad onorare questa donna che
come una madre ebbe per me palpiti di tenerezza; il pensiero che se vivesse mio
padre mi avrebbe baciato con più affetto per questa azione, mi anima ..e se io
arrivassi a convincervi che l’ardenza del suo cuore irradiava anche gli
estranei, farei cosa utile anche per voi che mi ascoltate, perché voi sapete,
l’esempio è tutto: è la scuola del genere umano. Ah si io vorrei che nelle
parentele ci fossero di tali soggetti; ci fossero di queste donne che
sentissero la missione di stringere i legami del sangue e si adoperassero a
raccogliere intorno a loro tutti i membri della famiglia e del casato da
formare un solo tetto, un focolare solo. Io vorrei che le famiglie patriarcali
esistessero in questi tempi critici e che il comando di esse fosse affidato a
una donna forte, energica e buona come quella che si è dipartita da noi in
questo mese.
Ella vide compiuta la sua missione, vide realizzato il suo ideale e si
addormentò nel Signore nella tarda età di ottant’anni, benedetta e compianta da
quanti la conobbero.
Basterebbe tutto questo per tessere una corona ed ella, passata dalle
ombre alla luce, potrebbe essere contenta, perché, alla fine dei conti, a noi
tutti è dato di conseguire tanto e noi sappiamo che le giovani querce cadute
accanto agli alberi secolari nella foresta, gemono di più quando l’uragano passa e li schianta.
Ma io credo che qualche cosa di più ci abbia lasciato, se non fosse
altro; quell’amore tenero e compassionevole verso i suoi parenti che la faceva
soffrire ed inquietare per loro, per la loro salute, per i loro beni. Gioiva
delle loro gioie, ne condivideva i dolori, era sempre vigile, anelante per loro
e, se non poteva aiutarli, sacrificava tutto, anche se occorresse il sangue
delle sue vene. Quest’amore era, come vi dicevo, poc’anzi, qualche cosa di
anormale, un’esagerazione, una malattia, delle volte anche incompresa, perché
non tutte le malattie dell’anima hanno una facile diagnosi. Ed anche sul letto
di morte, dimenticava i suoi dolori per interessarsi di noi che l’assistevamo “
Voglio che stiate sano ”, mi diceva poche ore prima della sua morte, quando,
nell’esercizio del ministero sacerdotale, io supplivo il figlio dolorante, “
che stiate sano – mi diceva – e vi ricordiate di me nel Santo Sacrifizio della
Messa “. Fu allora che la mia mente corse a Santa Monica, la madre del grande
Agostino ed alle parole che la morente rivolgeva al figlio là, sulle rive del
Tirreno.
E non è questo pio desiderio che manifesta il suo amore e la sua fede? Non c’è in queste parole tutta l’anima sua
che visse della vita dei sui parenti, vicini e lontani; la manifestazione
dell’Ideale per il quale era vissuta e che s’imprometteva di raccogliere i
frutti di là della tomba, in un luogo dove “ l’umano spirito si purga e di
salire e di salire al ciel diventa degno “?
Ecco l’Ideale!
L’uomo deve proporsi nella vita un fine e a quello tendere
costantemente. E quando questo ideale è santo, quando al conseguimento di esso
si uniscono tutte le forze della mente e delle braccia e si arriva a
raggiungerlo … oh allora è grande la soddisfazione che si sente: è una
soddisfazione divina. Che se poi ostacoli insormontabili si superano e si
arriva stanchi, affaticati, sanguinati ad occupare la meta, anche gli astanti
allora applaudiscono a l’eroe, egli è un grande che merita tutto quanto
l’entusiasmo e la lode.
Quante virtù domestiche ed ignorate rassomigliano a questo genere di
eroismo, che se si potessero raccontare tutte, non ci sarebbe bisogno di
mendicare nei libri un po’ d’entusiasmo per solleticare gli animi nell’apatia
della vita.
Donna Mariantonia Gliozzi, uscita dalla casa paterna in cui con mano
assidua era stata educata come un fiore di bellezza e di virtù, uscita, dico,
per cominciare la vita coniugale, cullava il più bello ideale; quello di avere
un figlio e di farlo prete. Dio aveva stabilito intanto che ella non avesse
altri figli maschi se non il primogenito. Non importa! Pensa che questo figlio
l’aveva promesso a Dio, che dovrebbe vederlo salire l’altare ed assisterla poi
sul letto di morte … ed oltre tomba. Oggi il figlio, come vedete, scioglie
l’ultimo voto della genitrice.
Ma per giungere a questa meta, quanti sacrifizii superati, quante
vittorie oscure!
Non è questo il luogo né il momento che io debba ricordare di che
genere fossero i patimenti, le strettezze, le contraddizioni e le noie che si
opponevano a questo ideale; non si contano le giornate d’ansie, le fatiche, gli
ostacoli … ed il sogghigno dell’invidia, le vendette dei patenti, i castighi
della miseria. Basta!
Con fermezza volle, sempre volle, fortissimamente volle e finalmente
vide salire l’altare il Novello Unto del Signore. Il suo desiderio era
appagato!
Oh chi può dire la gioia di una madre che vede il figlio, ministro
dell’Altissimo, messo in alto, sull’altare, tra i ceri fiammanti e l’incenso
odoroso, che stende la mano per chiamare la Divinità sulla terra e sulle teste
abbassate e i cuori commossi dispensa celestiali benedizioni? E questa gioia
divina la ricompensò largamente dei passati travagli, si vide rispettata,
amata, venerata da tutto un popolo riconoscente e buono e si raccolse in se
stessa per aspettare la fine. La fine giunse in questi orribili tempi che
misero, ancora una volta, l’assenzio dentro il suo cuore. Contristata dal
pensiero della guerra, l’ansie indicibili dei parenti richiamati, il pericolo
della partenza imminente del figlio; tutto un cumulo di timori, affrettarono la
catastrofe; sebbene a scongiurarla ancora il figlio non lasciasse mezzo
intentato e la morente si rivolse a noi con pietoso affetto, implorando la
carità di un ricordo.
La tomba è santa, è cosa che non si nega a chi muor.
Che se poi è vero come non dubito, che la religione del Nazareno è la
religione dei sepolcri, come quella che è nata tra le tombe le tombe infiora con speranza, se è vero,
dico, che i viventi si affacciano sulle tombe per accompagnare le anime di là
coi suffraggi delle preghiere e dei voti; io credo che Donna Mariantonia
Gliozzi si sia molto bene regolata nella vita, facendo il figlio prete, come
colui, come colui che dovesse rischiararle il cammino d’oltre tomba, quando
dall’altare, offrendo l’Eterna Vittima di espiazione, la prega che conceda alla
madre sua “ la luce perpetua, l’eterna pace “.
Oh, si riposa in pace e ti sia lieve la terra che ti ricopre. A te che
per l’Ideale combattesti e vincesti; a te sorrida l’Eterno Ideale Dio, che è il
premio dei buoni, la luce delle anime, la meta verso cui cammina fidente lo
stuolo innumerevole di tutte le creature vive. Salve!
Sac:
E Gliozzi sen.
Platì 5 – 3 - 1917
Donna Mariantonia Mittiga nata Gliozzi - sposò Mittiga Nicola e furono
i genitori dell’arciprete Francesco, di Giovanna e Angiolamaria,
Fu zia di Francesco Gliozzi padre di zia Serafina e zio Ernesto sen. e quindi di nonno Luigi
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