Ben
eloquente più di mille sermoni
E’ la
sua tomba
( Byron )
Signori,
Vi ha nel mondo un titano minaccioso che passa e con le sue freddi ali,
vi spazza fin le rovine!
E’ il tempo.
Passa e impetuoso torrente, sempre, travolge, trasporta seco ogni cosa;
passa e ne la marcia vorticosa l’accompagna uno spettro, un lugubre basso
rilievo ambulante: E’ il genio den la morte, o signori! Al suo passaggio le
tiare e le corone cadono, gli scettri ed i pastorali s’infrangono ed è
giocoforza ubbidire a la sua voce di comando che grida “ Seguitemi “ Voi vi
sentite mancare di sotto il terreno, sentite al vostro corpo aderire le viscide
bocche de la piovra che vi avvince fra i suoi tentacoli, e presentate le armi,
vi date vilmente prigioni, scomparite nel corteo funebre di quel titano che
passa, mentre
Il freddo oblio ricopre I nomi i casi e l'opre Dei piccoli viventi
Ieri grandeggiava fra noi la maestosa figura di colui che più ho
venerato fra i vivi!
Oggi vediamo scomparire e confondersi nel turbine degli anni questa
figura di grande; vediamo Giovanni Andrea Oliva dipartirsi da noi e per
sempre; mentre un vuoto enorme si fa d’intorno; una caligine densa, come d’una
fiaccola che viene spenta d’un soffio, e tutto ci fa pensare con un sentimento
di sconforto, in un momento di commozione profonda: Chi colmerà questo vuoto?! …
Io lo domando a voi, suoi coetanei, lo domando a tutti quelli che lo
conobbero; lo domando a me stesso e con mente deliberata e cuor fermo dico:
Questo posto rimarrà vuoto per sempre!
Né vogliate giudicare la mia asserzione un po’ ardita (come quella che
parte dal cuore, ed il cuore non ha misure quando ama) ma piuttosto
avvicinatevi al gran morto, che da noi si commemora, e ve ne sentirete
convinti.
La purità e correzione dei suoi lineamenti persuaderebbe di
rassomigliarlo, sotto alcuni rispetti, a quei grandi personaggi de la Galilea,
che liberarono i popoli dalla servitù secolare, agli Apostoli, se in lui
l’amore pacifico de la famiglia non venisse a temprare quell’amore di
condottiero di popoli; non venisse, dico, a confinarlo qui, in questa terra che
lo vide nascere, a consacrare il contributo delle sue virili energie, per te, o
popolo, che l’adorasti.
E noi lo ricorderemo per più anni, imbalsameremo anzi con la fantasia
la sua sacra memoria, e ci parrà vederlo, ancora curvo, avviarsi in Chiesa per
compiere i divini misteri, in Municipio a disbrigare gli affari inerenti il suo
ufficio, in casa, oracolo infallibile, della gente che aveva bisogno di
conforto, d’aiuto e di consiglio.
Oh non venite a dirmi che, senza di lui, ce la saremmo cavata lo stesso;
che egli era un prete, e nulla più! Voi bestemmiereste, di certo!
Ci furono e, grazie a Dio , passarono i tempi difficili anche per noi;
i tempi in cui era provvidenziale la presenza di un prete al potere comunale,
perché ricordasse a coloro che ci comandavano, come non si possano conculcare
le masse impunemente.
Questo prete, o popolo, l’hai visto: non fu altri se non il Reverendo
vediamo Giovanni Andrea Oliva, che accompagnate alla tomba mestamente
stamattina
Ma io non voglio e non intendo parlarvi di politica, dinanzi il muto e
venerando cadavere d’un prete.
Sapete che il sacerdote è il sale de la terra, il sole del mondo, la
speranza dei popoli?
Ebbene vediamo Giovanni Andrea Oliva non venne meno, neppure per
un istante, alla sua grande missione sacerdotale. Il sacerdote dev’essere copia
di G C. per lo spirito che lo anima. E come il suo Divin Maestro, dal più alto
dei troni, la Croce, spirava per un ideale grandissimo, la Redenzione degli
uomini, il sacerdote , quando a pieno comprende il suo dovere, deve
sacrificarsi al bene dei popoli, mostrando a le generazioni che sono e che
saranno, come egli sia e sappia essere, davvero, il sale della sapienza, il
sole della verità, la spada de la giustizia.
Fu tale il Sac: Giovanni Andrea Oliva?
Lo credo.
Oh avvicinatevi a questo sacro cadavere ché io bramo sapere dunque da
voi se posso sicuramente rispecchiarmi in lui, avvicinatevi perché io sappia se
il mio morto amico meritava tutta quanta la stima che gli tributammo, per
sapere, in una parola se bastano tutti i fiori che mi produce la primavera per
abbellire è per sempre il suo sepolcro?
Oh no, lo ripeto, io non posso per nulla dubitare!
La vostra imponente manifestazione d’affetto chiaramente ed
eloquentemente parla al cuore, io mi sento profondamente commosso dalle viscere
e benedico, più che mai, in questo momento la sacra memoria dell’estinto, che
passò in mezzo a noi celermente, trascinando dietro di se a brandelli i cuori
lacerati.
Deh, riposa, riposa perciò in pace, amico dolcissimo ed
indimenticabile! E ti sorrida in questo momento il Conseguito Ideale e ti
giunga, come un’armonia celeste, la prece sommessa, calda, vera, sentita,
sgorgante da l’anima di questo popolo devoto che ti ripete il saluto supremo e
t’abbandona. Ti giunga anche la nota calda d’affetto, che io ti mando in nome
dei miei superiori e colleghi, in nome di tua nipote che abbandonasti in
un’agonia di dolore, in nome di questo popolo riconoscente e buono.
Anima grande di cittadino e sacerdote, Addio, Addio, per sempre, Addio.
Platì 26 Marzo
1906
E Gliozzi (sen) Sacerdote
Eppure Platì paese della Calabria Ultra ha avuto un sindaco sacerdote, pochi lo sapevano.
Giovanni Andrea Oliva,1884 – 1906, era figlio di Raffaele e Pasqualina Brancatisano, fu sindaco dal gennaio 1902 all'ottobre dello stesso anno. Questo scritto dello zio Ernesto, recitato in occasione dei suoi estremi onori, lo celebra e ce lo riconsegna degnamente.