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mercoledì 26 novembre 2014

Rivalità (reg.Giuliano Biagetti - 1953)


 

Echi  Calabresi
Plati, 25 1- 96
Non di rado sì constata lo strano fenomeno di vedere degli  asini atteggiarsi a cavalli, come dice la favola; ma quando cercano mandare fuori quel canto dolce che chiamasi nitrire, si conosce né più  e né meno il raglio del mansueto per quanto stupido animale. E cosi succede di un colto (!) seguace di Esculapio. Infatti costui nel N. 3. della cronaca di Calabria, corrente anno, pubblica un articolo sgrammaticato davvero (non come si compiacque di  notare il valente dottore) dicendo che dal terremoto in poi io divenni  pubblicista.
Non mi atteggiai mai a pubblicista o meno, come fa il dotto professore; ma ho creduto di far sapere al pubblico onesto la verità; mettendo in mostra la malignità e le pulcinellate(mi si  permette la frase volgare di certi esseri ambiziosi.
 Intanto il dottore, certo farebbe male se pensasse di studiare sempre più la medicina, perché così, essendo la scienza infinita potrebbe davvero divenire un eccellente medico, anziché un pubblicista, per il che pare non abbia alcuna probabilità di riuscita.
Dice l'egregio dottore che pei fatti da me esposti, sol perché ne avevo interesse al maggiore com. Chiare sul conto dello assistente Scaramozzino, dovevo allo stesso Chiarie presentarmi per sostenere le mie ragioni!
Si vede caro egregio Esculapio  che avete proprio perduto la bussola! ... E chi ha invitato me a dar conto di quanto ho scritto, ho firmato e son pronto sempre di dimostrare, come ho già detto altra volta? Dovevo forse io il ficcanaso, come forse fate voi; e presentarmi a chi non mi ha chiamato?....Santi Numi! ammirate voi  tante stoltezze...
Dite pure, Egregio Esculapio, che lo Scaramozzino non ha parlato di quella tale usurpazione che io so! Ci vuol coraggio  parlare il corda in casa dello impiccato, come sarebbero i beni del comune da me posseduti. O illustre Esculapio, dove avete appreso tanto coraggio, perché non dire altro?
E ditemi un poco: non siete voi che possedete terreni del Comune in contrada  Zacà, Serro di Platì,
e in contrada  Arsanelli, pure Serro di Platì? E come mai avete il coraggio di dire che io possegga beni comunali? (a).
Ed ora passiamo a fatti più concreti.
Il dottor in parola, tempo dietro aspirava al posto di medico condotto di questo comune, e lodavo spesso il signor Sindaco nelle colonne del Pungolo Parlamentare.
Ma quando si vide scurtato ed invece nominato lo egregio dottore Papalia, perché a lui creduto preferibile, cominciò a sfogare la sua ira contro tutta l'amministrazione comunale,  come un cane idrofobo, sebbene a tutti noi facesse pietà, poiché non era tale da meritarsi nemmeno il disprezzo dei gentiluomini .
Non per tanto, nascosto sotto lo pseudonimo di Ettore, non lasciò sfuggirsi nemmeno l'occasione di quel tale Scaramozino per isfogare la sua bile contro di me, che non gli davo il piacere neppure della mia indifferenza, poiché io son convinto che ha ragione quel vecchio adagio il quale dice che, chi di gattina nasce convien che razzoli!
Dunque, caro e dotto scienziato, se la rabbia vi consuma appiccatevi pure con una corda sopra qualche
ramo di albero di quei beni comunali che voi possedete, senza sfogare la vostra ambiziosa ira contro gentiluomini, che mai si sono accorti della presenza di un uomo come voi.
Inoltre vi dico che siete gran conoscitore di scatole e pierantoni, perché nel vostro sconclusionato articolo ne fate un pò abuso. Di fatti oltre le tante altre grettezze, ripetete nel vostro articolo  una quantità che a voi compete e da me riferitavi, cioè quella di Critico, che ritorcendo a me avete soggiunto, de miei pierantoni. (Povero galateo! ...)
Ora ascoltatemi un pò caro voi: Io vi consiglio di essere buono e più calmo, di lasciare la mania del ricorso, per cui pare avete una inclinazione speciale ed alta fama siete per acquistare. Curate di non voler toccare gli altri e pensate che la sola Laurea di Medico Chirurgo non potrà farvi nobile gentiluomo; per essere tale
bisogna essere buono; il che è Virtù suprema dell'animo, e che le azioni siano gentili e dimostrino animo nobile, ciò che in voi sembra che manchi addirittura.
Solo così facendo potrete vivere tranquillo e sano, senza punto turbare l'altrui quiete, che troppo cercate mettere a dure prove, e senza offendere così crudelmente il galateo che straziate tanto.   
E cosi per ora faccio punto,salvo a toccarvi ancora quando meglio lo crederete, giacché io sono sempre a vostra disposizione
 FRANCESCO OLIVA FU ROSARIO

 A conferma di ciò il sig Oliva c`invia il seguente certificato in carta da bollo, che volentieri pubblichiamo.
Il sottoscritto ff. Sindaco del comune di Platì, certifica che il suo concittadino signor Francesco Oliva fu Rosario, non possiede bene dei demani comunali nè limita con essi, si rilascia il presente a richiesta del  signor Oliva.
 Platì, 25 Gennaio 1896.
 Per il Sindaco mancante ,   l'Assessore anziano
Francesco  Oliva fu Arcangelo.       

Pubblicato su LA GAZZETTA DI MESSINA   ANNO XXXIV N. 30  5-2-1896

Questo articolo è quasi un corollario al libro del dottor Vincenzo Papalia, Lividure eteroclite, e l’Esculapio menzionato è lo stesso che ha acceso le ire del dottor Papalia.



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