Echi Calabresi
Plati, 25 1- 96
Non di rado sì constata lo strano fenomeno di vedere degli asini atteggiarsi a cavalli, come dice la
favola; ma quando cercano mandare fuori quel canto dolce che chiamasi nitrire,
si conosce né più e né meno il raglio
del mansueto per quanto stupido animale. E cosi succede di un colto (!) seguace di Esculapio. Infatti
costui nel N. 3. della cronaca di Calabria, corrente anno, pubblica un articolo
sgrammaticato davvero (non come si compiacque di notare il
valente dottore) dicendo che dal terremoto in poi io divenni pubblicista.
Non mi atteggiai mai a pubblicista o meno, come fa il dotto professore; ma ho creduto di far
sapere al pubblico onesto la verità; mettendo in mostra la malignità e le pulcinellate(mi si permette la frase volgare di certi esseri
ambiziosi.
Intanto il dottore, certo
farebbe male se pensasse di studiare sempre più la medicina, perché così,
essendo la scienza infinita potrebbe davvero divenire un eccellente medico,
anziché un pubblicista, per il che pare non abbia alcuna probabilità di
riuscita.
Dice l'egregio dottore che pei
fatti da me esposti, sol perché ne avevo interesse al maggiore com. Chiare sul
conto dello assistente Scaramozzino, dovevo allo stesso Chiarie presentarmi per
sostenere le mie ragioni!
Si vede caro egregio
Esculapio che avete proprio perduto la
bussola! ... E chi ha invitato me a dar conto di quanto ho scritto, ho firmato
e son pronto sempre di dimostrare, come ho già detto altra volta? Dovevo forse
io il ficcanaso, come forse fate voi;
e presentarmi a chi non mi ha chiamato?....Santi Numi! ammirate voi tante
stoltezze...
Dite pure, Egregio Esculapio, che lo Scaramozzino non ha parlato di
quella tale usurpazione che io so! Ci vuol coraggio parlare il corda in casa dello impiccato,
come sarebbero i beni del comune da me posseduti. O illustre Esculapio, dove
avete appreso tanto coraggio, perché non dire altro?
E ditemi un poco: non siete voi che
possedete terreni del Comune in contrada
Zacà, Serro di Platì,
e in contrada Arsanelli, pure
Serro di Platì? E come mai avete il coraggio di dire che io possegga beni
comunali? (a).
Ed ora passiamo a fatti più concreti.
Il dottor in parola, tempo dietro aspirava al posto di medico condotto
di questo comune, e lodavo spesso il signor Sindaco nelle colonne del Pungolo
Parlamentare.
Ma quando si vide scurtato ed
invece nominato lo egregio dottore Papalia, perché a lui creduto preferibile,
cominciò a sfogare la sua ira contro tutta l'amministrazione comunale, come un cane idrofobo, sebbene a tutti noi
facesse pietà, poiché non era tale da meritarsi nemmeno il disprezzo dei
gentiluomini .
Non per tanto, nascosto sotto lo pseudonimo di Ettore, non lasciò
sfuggirsi nemmeno l'occasione di quel tale Scaramozino per isfogare la sua bile
contro di me, che non gli davo il piacere neppure della mia indifferenza,
poiché io son convinto che ha ragione quel vecchio adagio il quale dice che, chi di gattina nasce convien che razzoli!
Dunque, caro e dotto scienziato, se la rabbia vi consuma appiccatevi pure
con una corda sopra qualche
ramo di albero di quei beni comunali che voi possedete, senza sfogare
la vostra ambiziosa ira contro gentiluomini, che mai si sono accorti della
presenza di un uomo come voi.
Inoltre vi dico che siete gran conoscitore di scatole e pierantoni, perché nel vostro sconclusionato articolo ne
fate un pò abuso. Di fatti oltre le tante altre grettezze, ripetete nel vostro
articolo una quantità che a voi compete
e da me riferitavi, cioè quella di Critico,
che ritorcendo a me avete soggiunto, de miei pierantoni. (Povero galateo! ...)
Ora ascoltatemi un pò caro voi: Io vi consiglio di essere buono e più
calmo, di lasciare la mania del ricorso, per cui pare avete una inclinazione
speciale ed alta fama siete per acquistare. Curate di non voler toccare gli
altri e pensate che la sola Laurea di Medico Chirurgo non potrà farvi nobile
gentiluomo; per essere tale
bisogna essere buono; il che è Virtù suprema dell'animo, e che le azioni
siano gentili e dimostrino animo nobile, ciò che in voi sembra che manchi
addirittura.
Solo così facendo potrete vivere tranquillo e sano, senza punto turbare
l'altrui quiete, che troppo cercate mettere a dure prove, e senza offendere
così crudelmente il galateo che straziate tanto.
E cosi per ora faccio punto,salvo a toccarvi ancora quando meglio lo
crederete, giacché io sono sempre a vostra disposizione
FRANCESCO
OLIVA FU
ROSARIO
A conferma di ciò il sig Oliva c`invia il
seguente certificato in carta da bollo, che volentieri pubblichiamo.
Il sottoscritto ff. Sindaco del comune di Platì, certifica che il suo concittadino signor Francesco Oliva fu
Rosario, non possiede bene dei demani
comunali nè limita con essi, si
rilascia il presente a richiesta del
signor Oliva.
Platì, 25 Gennaio 1896.
Per il Sindaco mancante , l'Assessore
anziano
Francesco Oliva fu
Arcangelo.
Pubblicato su LA GAZZETTA DI
MESSINA ANNO XXXIV N. 30 5-2-1896
Questo articolo è quasi un corollario al libro del dottor Vincenzo Papalia,
Lividure eteroclite, e l’Esculapio
menzionato è lo stesso che ha acceso le ire del dottor Papalia.
Nessun commento:
Posta un commento