Carissimi
In questo tripudio di sole e di gloria, in questo giorno di letizia
santa , non ci resta che imitare il gesto della buona Marta e sprofondarci in
ginocchio innanzi al Trionfatore dei secoli. Ricordate? Il fratello di lei era
morto. Lei e la sorella Maria avevano spremuto tutte le loro lacrime nel
sepolcro del fratello, là, all’altezze di Betania. Arriva il Maestro e Marta
gli dice: Se tu fossi stato qua, mio
fratello non sarebbe morto; ma so che qualunque cosa domandi darà a te il Padre
– Disse a lei Gesù: Tuo fratello vive –
Si, riprese Marta, so che risusciterà nell’ultimo dei giorni. E Gesù: Io sono la resurrezione e la Vita, chi crede
in me, anche se è morto vive e chi vive e crede non morirà in eterno; Credi
ciò? E Marta disse con entusiasmo: Io
credo che tu sei il figliolo di Dio che venisti in questo mondo. E stretta
ai piedi del Maestro glieli bagnava di lacrime.
Così vorrei che noi facessimo, tutti!
Quei piedi traforati dai chiodi, quelle mani benedicenti si meritano il
nostro amore di figli e di redenti. Vedetelo! Quella destra, quell’inclita
destra che regge il mondo si leva per benedire. Quel fianco, per le orrende
ferite sanguinante, si piega leggermente nell’atto di spiccare il volo e quasi
ci esorta a seguirlo attraverso i cieli di opale, nelle melopee nelle curve
dolci del firmamento.
E’ necessario risorgere con Cristo. Siamo membra dello stesso corpo, e
il capo è Cristo. Abbiamo mangiato la sua carne e chi mangia questo vero pane
disceso dal cielo non morirà in eterno. Poiché con la Comunione ci siamo
immedesimati in lui – la sua carne è la nostra carne, si è assimilata, si è
unita in noi – tanto che possiamo ripetere con S. Pietro: vivo io, ma non io, vive in me veramente Cristo! Se tanta fede è in
noi, se tanta speranza ci anima, se tanto amore ci spinge – avviciniamoci a Lui
e domandiamo la sua benedizione.
Sac. Ernesto Gliozzi sen.