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domenica 22 giugno 2014

Acqua alla gola Pt. II




                                                                                                        Addì 25 Ottobre 1928 Anno VI

Versamento per concessione acqua
Gliozzi Luigi fu Francesco Platì
Tenuta presente l’istanza avanzata dalla S. V. per la concessione dell’acqua in casa, inviatiamovi a voler versare entro il corrente mese con le modalità che vi saranno date dall’Ufficio di Segreteria la somma di L. 500,00, quale anticipo per garanzia di attacco.
                           Il Podestà
                        (Dott. G. Galatti )


Illmo
Sig. Podestà del Comune di
Platì

   Il sottoscritto prega V. S. Illma di volergli concedere l’autorizzazione per l’attacco ai tubi del civico acquedotto per avere in casa una fontanina.
   Si sottopone alle spese di attacco e si obbliga di pagare il relativo canone annuo nella misura che verrà stabilità.
    Con osservanza.
     Platì: 3 gennaio 1936. XIV
     Gliozzi Luigi fu Francesco

V°. Nulla Osta
Il Podestà
F. Perone


mercoledì 18 giugno 2014

Stephen Malkmus - Tigers

 Tutto made in Ciurrame, la cucina
Fave, segale e cipolle


Piselli e cosciotto di agnello

Ragù di trippa

 Da parte sua l'uomo di fatica è troppo oppresso e  troppo sgomento dell'avvenire per godere la bellezza  della campagna e le delizie della vita rustica. Anche  per lui i campi dorati, le amene praterie, gli animali  maestosi, rappresentano sacchi di scudi di cui egli non  avrà che una minima parte, insufficiente alle sue necessità, e che tuttavia bisogna riempire ogni anno, per  pagare il diritto di vivere stentatamente e miserevolmente.
 George Sand, op. cit.


      

lunedì 9 giugno 2014

I nuovi angeli (reg. Ugo Gregoretti - 1961)




Crisantemi
E voi l'avete accompagnato alla tomba, o cari Luigini, il vostro simpatico compagno morto – DOMENICO LENTINI – buono, mite, svelto ed intelligente come un angelo!
Voi l’avete visto passare in mezzo ad una folla di gente che si scoprivano riverenti, in mezzo alle sorelle ed alla madre che si battevano, per il dolore, la faccia, l’avete visto pallido, quieto, come se dormisse .. . ed i vostri occhi si inumidirono di lacrime.
Quando voi, in chiesa, tra la calca facevate corona intorno al tumulo e, piangenti, guardavate il piccolo morto che dormiva tra i crisantemi bianchi; quando dall’altare s’innalzava l’Ostia  voi recitavate le preghiere dei defunti, io credevo di vedere un piccolo stuolo di angioletti, venuto appositamente dal cielo, per rapirmi il più caro, il più bello il più buono dei ragazzi.
Ora Domenico Lentini dorme sotto la terra bagnata di lacrime. Non lo dimenticate. Lo vedremo un giorno più bello.
Pregate.
                                             Ernesto Gliozzi
Platì 15 – 11 - 1914


AMICO DEI PICCOLI GIORNALINO SETTIMANALE DEI FANCIULLI ANNO II N. 47 ROCCELLA IONICA 29 NOVEMBRE 1914

domenica 8 giugno 2014

Papà, ma che cosa hai fatto in guerra? Pt. 6





All’Egregio
 Signor Gliozzi Luigi 3° Reggi
mento Fanteria 13° Compagnia
in distaccamento Barcellona
                   Pozzo di Gotto

Platì 10/2/917

Carissimo Compare

Mi consolano le buone nuove della sua salute, le mie e quelle di mia sorella discretamente buone grazie al Signore. Vuolete sempre scherzare che vi pare? Che non ebbi dispiacere per la partenza del Massaro? Ma mi conforta il pensiero che andate a servire la patria,ma non vi è niente di buono, mentre sempre piange s’è dimostrato un vigliacco, tutta la sua valentia la mostri con canaglie
Vi porgo gli ossequi di mia sorella
Suo aff.mo compare
Saverio Arciprete Oliva

Ricordo solo che dell'Arciprete  don Saverio Oliva, zio di  Giacomo Tassoni Oliva è stato citato diffusamente in Corpo celeste

giovedì 29 maggio 2014

Storia immortale Pt. 6


Platì
Nel 1492 (1505) Ferdinando D’Aragona (il Cattolico ?) con suo diploma concesse al Principe di Cariati la foresta Barbara e questi (Carlo Spinelli ?) a sua volta concesse a quei naturali il diritto di allignare con orti e casa franca. Da qui ha l’origine del paese che da prati, prateria, ebbe il nome di Platì.
Nel 1556 pare che si chiamava “ casale Barbatano “.
La chiesa fu edificata nel 1756 dal Parr: Tolentino Oliva. Dal dicembre 1817 al 1824 rimase vacante e venne retta da economi sino all’Arcip: Francesco Oliva.
Vi era inoltre la chiesa di S. Pasquale, quella di S. Nicola di patronato della famiglia Zappia con l’onere di tre messe settimanali.
Nella matrice vi erano i seguenti benefici: Cappellania del Rosario di patronato della famiglia Perri, eretta dai coniugi Antonio Oliva e Teresa Barletta con istrumento 29 Dicembre 1831 dal notaio Gliozzi di Ardore e dotata di beni rustici. La cappellania dell’Annunziata anch’essa della famiglia Perri con l’onere di due messe settimanali; quella del S.S.mo fondata da Martino Oliva con una messa settimanale; il beneficio di S. Giuseppe fondato da Tomaso Zappia, di S. Antonio di Padova e della Immacolata i cui beni furono aggregati alla Parrocchia. 
Nella Cappella del Rosario vi è l’istituzione dei luigini, fatta dal Sac. Gliozzi
Sac. Ernesto Gliozzi sen.

Penso che questi appunti fossero destinati al Canonico Oppedisano che stava compilando la sua      
" Cronistoria della Diocesi di Gerace ".


mercoledì 28 maggio 2014

Pagare o morire (reg. Richard Wilson - 1960)


Avverto che in conformità del nostro regolamento e per recenti disposizioni dei Superiori , chi non si trova in regola con l’Amministrazione del Seminario fino alla fine del corrente mese di ottobre dovrà essere mandato via dal Seminario.
L'ECONOMO
Sac. Esposito Carmelo

lunedì 26 maggio 2014

La felicità non si compra (reg. Michael Curtiz - 1956)





Zushio, mi domando se diventerai
un uomo caparbio e testardo come.

Forse sei troppo piccolo per capire.
Comunque sia, ascolta.

Senza la pietà,
l'uomo è come una bestia.

Sii duro con te stesso,
compassionevole con gli altri.

Gli uomini sono stati creati uguali.

Tutti hanno diritto
alla felicità.

citazione tratta dal film  L'intendente Sansho (1954) di Kenji Mizoguchi

domenica 25 maggio 2014

Ti voglio bene (reg.Hans H. Zerlett - 1942)


La nonna Lisa in una foto per la carta d'identità
mi ricorda la zia Rosina, la zia Gemma e ... Bettina

Carissima nonna, anche io sto facendo quanto posso. Ho avuto anch' io il cuore straziato e tante volte ho pensato anch'io che non sarei riuscita a sopportare la solitudine. Anche io ho parlato con disprezzo e rabbia e, a volte, purtroppo, continuo a farlo. Non riesco più a promettere qualcosa a dio, ma forse anche lui non si preoccupa più di ricevere promesse da noi. Non sa che farsene, credo. Ci ha messo in testa un' idea strana di giustizia e a lungo abbiamo creduto e sperato che vivere in modo onesto ci avrebbe resi non ricchi ma felici. Non era vero, naturalmente, ma a chi importa più? Non abbiamo nessuno a cui chiedere scusa dei nostri sbagli e, ancora peggio, nessuno a cui, con dolcezza, "esporre" ( che bella parola, nonna...) il nostro bene. Sono diventata arida, nonna...forse lo siamo tutti, ma fingiamo di non acccorgercene...e le lacrime che sgorgano scrivendoti, adesso, non mi basteranno a far rifiorire il sorriso del cuore... è primavera anche quando piove, nonna, ma noi fingiamo di non saperlo... 
Ti voglio bene e ti porto sempre in quel pezzetto di cuore che mi è rimasto. 
Tua nipote Bettina

alle volte un commento val ben il post del giorno

mercoledì 21 maggio 2014

In ginocchio da te (reg. Ettore Maria Fizzarotti - 1964)



Carissimi
In questo tripudio di sole e di gloria, in questo giorno di letizia santa , non ci resta che imitare il gesto della buona Marta e sprofondarci in ginocchio innanzi al Trionfatore dei secoli. Ricordate? Il fratello di lei era morto. Lei e la sorella Maria avevano spremuto tutte le loro lacrime nel sepolcro del fratello, là, all’altezze di Betania. Arriva il Maestro e Marta gli dice: Se tu fossi stato qua, mio fratello non sarebbe morto; ma so che qualunque cosa domandi darà a te il Padre – Disse a lei Gesù: Tuo fratello vive – Si, riprese Marta, so che risusciterà nell’ultimo dei giorni. E Gesù: Io sono la resurrezione e la Vita, chi crede in me, anche se è morto vive e chi vive e crede non morirà in eterno; Credi ciò? E Marta disse con entusiasmo: Io credo che tu sei il figliolo di Dio che venisti in questo mondo. E stretta ai piedi del Maestro glieli bagnava di lacrime.
Così vorrei che noi facessimo, tutti!
Quei piedi traforati dai chiodi, quelle mani benedicenti si meritano il nostro amore di figli e di redenti. Vedetelo! Quella destra, quell’inclita destra che regge il mondo si leva per benedire. Quel fianco, per le orrende ferite sanguinante, si piega leggermente nell’atto di spiccare il volo e quasi ci esorta a seguirlo attraverso i cieli di opale, nelle melopee nelle curve dolci del firmamento.
E’ necessario risorgere con Cristo. Siamo membra dello stesso corpo, e il capo è Cristo. Abbiamo mangiato la sua carne e chi mangia questo vero pane disceso dal cielo non morirà in eterno. Poiché con la Comunione ci siamo immedesimati in lui – la sua carne è la nostra carne, si è assimilata, si è unita in noi – tanto che possiamo ripetere con S. Pietro: vivo io, ma non io, vive in me veramente Cristo! Se tanta fede è in noi, se tanta speranza ci anima, se tanto amore ci spinge – avviciniamoci a Lui e domandiamo la sua benedizione.
Sac. Ernesto Gliozzi sen.