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lunedì 21 ottobre 2013

Corpo celeste pt. 7

Lentamente, come una lampada che si spegne dopo aver diffuso tutta la sua luce, il buon vecchio chinò il capo sul petto stanco, del quale aveva esaurito i tesori d’una  sconfinata bontà nella lunga vita prodigata ai suoi fedeli e s’addormentò. S’addormentò nel sonno senza fine che gli schiuse le porte della luce eterna, ma il suo ricordo è rimasto. Non come l’eco sonora d’una tromba guerriera, ma come il tenue profumo d’una viola che resta dopo la morte del fiore. Nessuno di noi potrà dimenticarlo, perché tutti noi ricevemmo dalla sua mano pura il lavacro della vita novella, tutti noi ricevemmo dalla sua bocca modesta ed inesauribile di fede, la parola del conforto, nelle più tristi contingenze della vita. E ognuno di noi, nella penombra misteriosa del Tempio deserto, rievocherà la sua dolce immagine patriarcale e udrà – perenne – la sua voce echeggiante maestosa nel cantar gloria imperitura al Creatore.
                                                                                                     
                                                                                                               PROF. ROSARIO FERA

venerdì 18 ottobre 2013

48° fanteria (reg. Ernst Marischka - 1955)


                                                                                                          Bari  25 gennaio  941  XIX

     Carissimo Ernesto

  Non puoi immaginare con quanta ansia ho atteso la tua lettera e con quanta maggiore ansia attendo quella da casa, che ancora non vedo arrivare, malgrado, di lettere, a casa, ne abbia scritto ben quattro. Oggi, ricevendo la tua, mi sono risollevato dal torpore e dalla malinconia che mi tormentavano, a causa della mancanza di vostre notizie.
  Tu credi che io ti abbia detto una  “frottola “ dicendoti che sono stato assegnato in distrettuale: niente affatto invece! Sono stato assegnato al Reparto Distrettuale di Argirocastro e resto qui a Bari durante tutto il periodo di istruzioni, che – ripeto – sarà di due o tre mesi. Ciò vuol dire che fra due o tre mesi sarò dislocato in Albania. Ciò non deve impressionarti, perché i distrettuali sono impiegati esclusivamente in lavori di ufficio e quindi dovrebbe succedere veramente una catastrofe perché io dovessi andare in combattimento. Mi credi ora? E poi come hai potuto menomamente pensare che io mentissi con te?
  Del resto in questa situazione non mi trovo soltanto io, perché tutta la mia compagnia è formata di distrettuali e dato che siamo quasi tutti impiegati e studenti, c’è molto cameratismo e man mano che i giorni passano questa si fa sempre più stretta, rendendo meno penosa, ma che dico! Ormai la malinconia è sparita dai nostri volti e qui dalla mattina alla sera si fa sempre baccano. Anzi ti dico che l’unica mia preoccupazione è quella di pensare alla mamma che soffre per me, che altrimenti mi sentirei davvero contento, perché qui ho trovato tanti amici che mi vogliono bene, ( c’è uno di Samo anche uno di Locri e uno di Siderno).
  Mi sono spiegato ora? Mi credi? Dunque ancora ti voglio ripetere: “ Militare G. Gliozzi – assegnato al Reparto Distrettuale di Argirocastro - avviato al deposito 48° fanteria Bari per il periodo di istruzioni”.
Queste sono le testuali parole che erano scritte sul mio foglio di viaggio che mi hanno dato a Reggio.
  Speriamo che questi pochi mesi passino presto perché sono un po’ pesantucci ( specialmente per uno che era abituato ad una vita sedentaria) per le marce che dobbiamo fare. Ma non credere che con ciò mi ammazzi, che anzi mi giovano. Ieri mi hanno consegnato le armi. Ti vorrei dire tante cose, ma mi manca il tempo e lo spazio. Solamente ti dico- e con grande gioia – che fra non molto verrò a licenza. Ti piace questo?
  Son molto contento che voi state bene. Anch’io sto molto bene e vi abbraccio e vi bacio con grande affetto.
              Tuo Peppe
In questo momento scrivo una cartolina allo zio Ernesto.
Fammi sapere se ti è stato consegnato il mio vestito che ti ho mandato giorni indietro. Ho dimenticato qui le scarpe, il maglione e la cravatta che porterò io.
Ti mando una mia fotografia e ti prego di accettarla.

giovedì 17 ottobre 2013

Seta ed altri stracci - Reloaded


Dichiaro io, qui sottoscritto, di avermi lire quattrocento settanta cinque dal Sig. Luigi Gliozzi fu Francesco per vendita forfait a lui da me fatta, di tutta la fronda serica, di tutta la foglia serica dal mio fondo denominato Lacchi per solo anno attuale o corrente 1913 ( dico anno mille novecentotredici ) e di permettergli a titolo gratuito di far la campagna bacologica per solo detto anno nella bigattiera annessa al fondo suindicato, a condizione però, che egli comprendesse tra gli allevatori dei bachi che egli adibirà anche il mio colono Giuseppe Bova.
Platì, 26 febbraio 1913
          Dottor Vincenzo Papalia
            dichiaro come sopra


mercoledì 16 ottobre 2013

O mio Signore - Edoardo Vianello





Il matrimonio trasforma uno svago in un sostegno, la potenza del quale dovrebbe essere, e fortunatamente spesso è, in diretta proporzione del grado di imbecillità che soppianta.
Thomas Hardy, Via dalla pazza folla

O mio Signore
Io ti ringrazio
Di ogni cosa che ho avuto

Come il post di ieri, la musica e l’orchestra è del maestro.


martedì 15 ottobre 2013

Uno sguardo dal ponte (reg. Sidney Lumet - 1962)


Zancle quoque iuncta fuisse
Dicitur Italiae, donec confinia pontus
Abstulit et media tellurem reppulit unda.

e si dice che pure Zancle fosse unita all’Italia, finché il mare ne tolse la continuità,
e l’onda, frapponendosi la staccò dal continente.
Ovidio, Le metamorfosi, op. cit.

lunedì 14 ottobre 2013

Corpoceleste pt.6


In morte dell’Arc: OLIVA

                      Su quel volto ridente palesava
La bontà del suo cuore, e non invano
L’afflitto i suoi dolori gli mostrava
E il poverello gli  stendea la mano

L’orfanello suo padre l’appellava,
Sua valida difesa l’artigiano,
La virtù con l’esempio praticava
E il vizio di ogni cor tenea lontano.


Non è morto … Egli vive in ogni cuore
        Educato alla scuola del Vangelo;
Vive e predica ancor virtude, amore


Ai suoi cari su cui veglia dal Cielo,
Da quel luogo di pace dove il Signore
Dei giusti premia quel lor santo Zelo.

Can: Felice Galluzzo

Il canonico Felice Galluzzo è anche qui:

martedì 8 ottobre 2013

Il conte nero (reg. Gilles Grangier - 1944)


Costituiti
Il Conte Filippo Oliva fu Cav: Filippo, gentiluomo e proprietario nato in Napoli ed in Platì domiciliato e residente, dall’una parte. E dall’altra
Il Sig. Luigi Gliozzi di Francesco, proprietario, nato e domiciliato in Platì.
Il medesimo costituito Sig Conte Filippo Oliva dichiara vendere, come in effetti col presente atto vende e liberamente aliena a favore dell’altro costituito Sig. Luigi Gliozzi, che vi accetta, a corpo e non a stima e sotto la più estesa garantia sia di dritti che di fatti tutto ed intiero un suo locale edificatorio sito nell’abitato di Platì, sulla via Molino e Capicanali, un tempo casa palaziata, oggi affatto diruta in seguito ai danni del terremoto del 1894, causa per cui, fin d’allora, venne stralciata dal ruolo fabbricati di Platì. Quale locale, o casa, distrutta, viene limitato nel suo tutto dalla detta via Molino e Capicanali, col fabbricato di Rosario Fera, per due lati, col fabbricato dello stesso acquirente Signor Luigi e Serafina Gliozzi, con Giovanna Mittiga e col Dottor fisico Filippo Zappia.
Franco e libero detto locale, un giorno palaziata, da qualsiasi peso, ipoteca, servitù e simili, e per tale esso Sig. Filippo Oliva lo vende al predetto Sig. Luigi Gliozzi pel prezzo bonario fra loro pattuito di Lire quattrocento. Quale somma esso Sig Conte Filippo Oliva si riceve dalle mani del Sig. Luigi Gliozzi e ne rilascia a favore dello stesso la finale quietanza immettendolo e riconfermandolo nel pacifico legale e materiale possesso del descritto venduto locale edificatorio a tutti i diritti annessi al medesimo, non escluso tutto il materiale che ivi si trova, e di ogni specie, che va egualmente venduto; senza alcuna riserva o condizione di sorte da parte di esso Sig Conte Filippo Oliva.


lunedì 7 ottobre 2013

Corpo celeste pt. 5



Dalla “ VITA“ di Caserta

Lutto di un collega

  Universale e sincero fu il compianto del popolo di Platì per la morte del suo amato rettore DON SAVERIO OLIVA avvenuta come quella del giusto la sera del giorno 7 dicembre u. s.
  No può dirsi a parole quanto bene facesse questo degnissimo Parroco nei suoi lunghi anni di esercizio pastorale e di quali specialissime doti e virtù fosse adorno, poiché quanto più lo abbiamo studiato, più amabile ci appar la sua vita, onde non possiamo compendiarla che con brevi parole.
  Come sacerdote fu irreprensibile, anzi lo specchio illibato di una vita santa, tutta spesa a vantaggio spirituale delle anime affidategli.
  Come Parroco fu il modello e l’esempio di tutti per saggezza, prudenza e virtù; e perciò veniva spesso consultato e ricercato da molti confratelli per consigli ed aiuti nelle più critiche circostanze. Ma se in Lui abbiamo riscontrate virtù e doti speciali, una poi ne risplende quale astro fulgidissimo, perché grande e inesauribile “La carità !”.
  Questo fu il palpito del suo cuore e il desiderio de l’anima sua.
  Solennissimo sarebbe riuscito il suo funerale, se non avesse espresso il desiderio di farlo modesto e secondo l’uso del paese; pur tuttavia, per le disposizioni del diletto nipote signor Giacomo Tassoni-Oliva, fu decoroso ed imponente.
  Inviamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia.