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martedì 18 settembre 2012

Interiors (reg. Woody Allen - 1978)

Cronache dall'estate: 1


Soffritto di interiora di gaiuzzeiu in termini platioti, iadduzzu in termini ciurrameschi, galletto in italiano: allevato a Ciurrame, preparato con olio, aglio, cipolla, pomodori du siccagnu, peperoni, peperoncino, basilico coltivati a Ciurrame.
 Il sale ci stiamo attrezzando per produrlo.



Il pane di ieri è prodotto dal panificio Agresta di Platì. Immaginate la bontà che si prova accoppiato con  quanto vedete sopra?

http://www.panificio-agresta.it/

lunedì 17 settembre 2012

Ricomincio da tre (reg. Massimo Troisi - 1981)



Il pane, vero orgoglio e vanto di Platì


La mattina del 18 maggio scorso pubblicando il post scelto per quel giorno non avevo nessuna idea che la sera avrei deciso di sospendere il lavoro intrapreso. Nel corso dei quindici mesi trascorsi dall’inizio delle pubblicazioni avevo già avuto sentore che quanto stavo facendo non mi soddisfaceva in pieno. Parlo di una cosa per me importante: la creazione artistica, perché prima per me conta l’arte, o meglio la riproposizione attraverso una ricreazione, ed in questo aveva ragione l’impareggiabile Orazio Nastasi.
Ora, ancora, quanto state per leggere, se non vi siddiate, è a mio uso e consumo, lo devo a me e per me. Un blog non è Feis Buc, checché ne dica qualcuno le cui iniziali sono F.B., perché i pochi o tanti contatti non contano, e non è neanche Blob.
La sera del 18 maggio vedendo il film di Renato Castellani Il Brigante, di colpo mentre assisto ad una scena, non mi va più niente bene. A questo c’è da aggiungere la rilettura , in quei giorni, della parte “ della svolta” ne Il tempo ritrovato di Marcel Proust.
Dopo due giorni mi telefona Valerio per chiedermi se quanto avevo scritto non derivava dall’apprendere che a Cannes qualche giorno prima era stato ripresentato, in versione definitiva, con le scene escluse nel 1984, C’era una volta in America.
All’oscuro di tutto cerco di saperne di più e mi accorgo che la frase inserita nello spezzone di quel film che chiude il post “Proust abita da queste parti” mi pareggia il conto.
Come non vedere con rimpianto – tramite il Tuo Tubo – Robert De Niro, e con lui James Woods ed Elizabeth Mc Govern, invecchiati per davvero e non con il trucco della magica ditta Rocchetti-Carboni. Oggi hanno la stessa età di quella anticipata nel film. Il cerchio era chiuso: come Marcel nel volume finale della Recherche,De Niro vecchio si rivede invecchiato trent’anni prima e per certo non è andato a letto presto in tutti questi anni.
Non vedrete novità su come tratterò i temi principali che sono la vita di questo Blog: sarà come vedere tanti anni dopo le varie opere di Jean Luc Godard da A bout de souffle a Numero deux all’ultimo che sta girando in questo momento: anche se ci sono, non vedo cambiamenti nei suoi film, è cambiato Godard “ nel corso del tempo”.
Ora ho capito che la vita di nonno Luigi, di nonno Rosario, di papà, della mamma, dello zio Ernesto, di Platì, di me bambino, è la vita ai loro tempi e rivista al giorno d’oggi non ne altera il valore, se non la vedo con i loro occhi non ci capisco un bel niente.
Mi spiego meglio. Quello che mi (vi) voglio dire è che la vita di una persona come quella di un Paese è fatta di lati oscuri,  luminosi, e non è con lo sviscerarli ai quattro venti che si cambiano le cose, andranno avanti come sono state impostate diecimila anni fa, agli albori della prima comunità o società.
Ulisse non era solo l’eroe dei due mondi era anche un astuto ingannatore. Non per  questo le sue avventure affascinano di meno Di lui ci restano nella mente le prodezze mitologiche.
Ed è così che continuerò a raccontare la storia della Famiglia e del Paese, mitologicamente.

venerdì 18 maggio 2012

Harvest, in fine


Sergio Leone a Taormina (foto Mittiga)


L’amore per Sergio Leone si intensificò irrimediabilmente dopo la visione di Giù la testa al Garden.
Prima di questo film, il regista cercò in vari modi di realizzare C’era una volta in America con viaggi inconcludenti negli States - posso dire di aver seguito passo dopo passo la gestazione di questo capolavoro del tempo perduto -le sceneggiature si susseguivano con gli sceneggiatori: la prima versione che doveva essere prodotta da Alberto Grimaldi portava il nome di Norman Mailer ed era completamente diversa e prevedeva tutt’altri attori.
Agli inizi degli anni ottanta il progetto si concretizzò, gli sceneggiatori erano quelli giusti, il nuovo produttore era ansioso di lavorare con Leone e l’attore era l’ideale per quel copione. Riuscite a immaginare quell’opera senza l’attore di Taxi Driver e Il cacciatore ?. Robert De Niro si può annoverare con tutti i diritti tra gli sceneggiatori del film senza aver preso parte alla sua stesura.
Il film arrivò nelle sale italiane in autunno. Lo vidi per tre volte all’Aurora di Gianni Parlagreco, lui conosceva la mia idolatria per Leone, e dopo lo rividi ancora per tre volte in altre sale. Misurando la sua durata posso dire di aver speso una giornata di ventiquatt’ore per la sua visione.
Il cinema era morto e sepolto e C’era una volta in America il suo necrologio.
Nel luglio del 1985, a Taormina il sogno diverrà realtà: una sera al Tout va, su segnalazione di Carlo Fichera, proprietario con i fratelli del locale, dove mi recavo con Adolfo per delle video proiezioni, potei incontrare Sergio Leone. Emozionato, come davanti al Messia, al momento di lasciare il locale, vi era giunto con la famiglia; avvicinandomi, gli sussurrai “Maestro!” e lui con un leggero schiaffo sulla guancia destra mi impresse il sacramento della cresima che ancora non avevo avuto, con buona pace dello zio Ernesto, dicendomi: “ come va caro ?”.
La sera successiva, al Teatro Greco, l’emozione si rinnovò: sempre per Carlo Fichera, riuscii ad avere il pass di fotografo e stando sotto il palco potei avvicinare, la prima di una serie di volte, maestro Morricone, dove assieme a Leone, Tonino Delli Colli e Carlo Simi, doveva ritirare il Nastro d’Argento per quel capolavoro.
Ci saranno ancora molti film da vedere, non più nella prima fila, al centro della sala.
Accanto alla persona amata ero un’altro, che stava per diventare un altro ancora, diverso dal bambino che entrava al cinema Loreto come per andare in chiesa, pieno di aspettative  su quanto avrebbe visto sullo schermo e uscendone, correva per le vie del paese per giocare al film visto.
Il cinema era l’immaterialità, era l’anima, l’amore e chi lo innescava mi hanno catapultato nella materialità della terra. Amore è la terra. Quella vaghezza delle immagini mosse che creava spiriti non esisteva più, oggi è ora, dove non esistono anime e non ne esisteranno. Domani saremo niente e niente rimarrà di noi, peggio, perché chiusi in una cassa di zinco non potremo scomporci, anche per l’immane ingestione di sostanze conservanti contenute nei cibi preconfezionati, e ritornare nuovi, come il film che arrivato alla fine, viene riportato, dal proiezionista, all’inizio di una nuova proiezione.
E’ stato bello sognare di sognare il sogno di Noodles.
Non ho smesso di andare  a letto presto.

“Di notte gli anni tornano e si mettono
appollaiati attorno al mio letto
Walker Percy L’uomo che andava al cinena




Fine

giovedì 17 maggio 2012

The Lovecats - The Cure






Le foto sono di Salvatore Carannante


mercoledì 16 maggio 2012

Prima di partire (reg. Amleto Palermi - 1938)



Platì  1 – Ottobre -  1966

Caro zio Peppino,

Caro zio Peppino, spero che la presente vi trovi in ottima salute, noi tutti in famiglia stiamo bene, il nonno e la nonna vi pensano sempre e sono in pensiero perché da tanto tempo non ricevono vostre notizie, anche mio papà aspetta la risposta della sua lettera.
Caro zio vi faccio sapere che parto per Messina per scrivermi nel seminario, io di la vi scrivo e vi  mando il mio indirizzo ora vi salutano la nonna e il nonno e vi mandano la Santa Benedizione, caramente vi salutano i miei genitori, Saro, Maria e Gianni ed io dicendomi vostro affezionatissimo nipote
GINO

Porgete i nostri saluti a Rosario Morabito e famiglia, e per parte mia a S. e fratelli

martedì 15 maggio 2012

Quando erano giovani (reg. Edward H. Griffith - 1941)

May your hands always be busy,
May your feet always be swift,
May you have a strong foundation
When the winds of changes shift.
Bob Dylan



Riconosco dei volti ma non i loro nomi, gli unici  a me noti sono quelli di un giovane 
don Umberto e papà, cui il vento sembra giocare con la coppola,il serro che scende gradatamente verso Cirella su cui i giovani sono sdraiati e l'Aria du ventu alle loro spalle.
Era certamente una domenica primaverile a Platì.

lunedì 14 maggio 2012

Il prefetto di ferro (reg. Pasquale Squitieri 1977)


Il Sotto Prefetto
Del Circondario di Gerace
Vista la domanda presentata dal Rettore Spirituale della Chiesa del SS. Rosario con la quale chiede il permesso di eseguire nel comune Platì una questua per assegnazione due dotalizi a due fanciulle povere del comune.
Poiché il richiedente risulta di buona condotta morale e politica:
Letto l’articolo 84 della legge
Concede
Al soprannominato Rettore Spirituale il permesso di esercitare nel territorio del comune di Platì ed a mezzo del nominato Rettore da colà una questua allo scopo suddetto.
Si fa inoltre obbligo al richiedente che tale questua non potrà essere fatta in tempo di notte per le vie pubbliche e che è vietato introdursi nelle case dei privati senza il consenso dei proprietari.
Tale questua è valida fino al 30 Aprile 1914 ed il presente permesso potrà essere revocato prima per misure d’ordine e sicurezza pubblica.
                                                                    Gerace 21 Ottobre 1913
                                                                                    Il Sotto Prefetto
                                                                                       Macrì

mercoledì 9 maggio 2012

La zia d'America (reg. Roberto Bianchi Montero -1956)




Genero Carissimo
Dopo tanto lungho silenzio abbiamo ricevuto la vostra gradita lettera. E nell’egerla ci siamo consolate molto che godete tutte ottima salute, e lo stesso vi possiamo assicurare da tutti noi.
Riguardo al matrimonio di Rachelina noi siamo tutte contente, perché conoscevo la famiglia, e a lue lo ricordo poco perché quando partì lo lasciai bambino.
Non potevo sognare mai che quel bene che lo volevo … dopo trascorse tant’anni mi si deve centuplicare.
Di più saremo contente che Ciccio a detto che sarà un bel giovane e molto d’abilità per il commercio.
Di questo eravamo sicure perché voi sarete uomo di molta esperienza. E se vi sembrava che non sara un giovane per come lo merita Rachelina, voi non avreste accettato a tutto ciò.
Poi ci affidiamo a Dio che lue sarà Padre di misericordia, e speriamo che le consola come desira il nostro cuore. Di sentire che avete messo la prima figlia a stato con le grandezze da noi desiderate.
Ma sentire che la dovete mandare fuore dal paese ma per il suo bene bisogna fare qualsiasi sacrificio.
Poi Bovolino non sarà molto distante. Veramente il vostro e nostro desiderio, era quello di averla anche vicina di casa. Perché noi lo sappiamo che Rachelina e Rosina saranno figli invidiate da tutte. Meglio essere invidiate. Per lo meno abbiamo questa grande gioia. Bensì che la lontananza ci a separate così di non aver la gioia di vederle di presenza, abbiamo questa grande gioia che tutte raccontano lode dai vostri figli, su tutti i punti di vista.
Siamo molto dispiaciute che dato i tempi che si attraversano, con tante migliaia di lire che avete fuori non possiate fare i vostri comode.
A noi ci dispiace molto che dato che fu un acclise mondiale, ne anche possiamo fre un dovere che ci chiamava. Di mandarve un  po’ di moneta di sollevarve in qualche modo, dato i tempi che si attraversano e dato che sarà la prima figlia che mettete a stato.
Vostro suogero sarà dal mese di marzo che si trova sensa lavoro, dato che sarà uomo grande, Perché se lue lavorava, potevo prendere a qualche parte qualche poco di moneta e di mandarvela.
Vi dico che giorni or sono abbiamo ricevuto un lettera di Sante. Che l’abbiamo molto gradita.
Ci siamo molto consolate che mi dite che qualche giorno manderete le fotografie. A desso sono contenta, perché a voi vi credo. Perché a Mariuccia sono anni che la prego come se fosse che prego a Dio e non si degnò a mandarmele.
No altro vi ricevete i salute di Antonio e famiglia di Rosario e famiglia, saluteremo tutte a Sante
Vi saluta Peppina e bacia tutte i figli e noi tutte baciamo caramente i nipoti, saluto la madre di Sante a voi assieme a Mariuccia vi abbracciamo di vero cuore dandove la S. S. N. e credeteme per sempre

Vostra affem suogera
Rosa Cosenza
Rosa Cosenza era la la mamma di nonna Mariuzza ed il genero nonno Rosario la lettera dovrebbe risalire ai primi anni '40


martedì 8 maggio 2012

La Vergine della montagna


Questo filmato, molto rimaneggiato per l’occasione e tinteggiato da una musichetta che segue quella folla festante attorno al simulacro della Vergine, è dedicato alla memoria di don Giosofatto Trimboli di Platì, Superiore al santuario di Polsi, morto un po’ di anni addietro. Altri sacerdoti platioti ricoprirono quella carica tra cui don Giosofatto Mittiga ai primi del novecento. Presso il santuario prestò servizio nei primi anni ‘50 anche lo zio Ciccillo, che coadiuvava mons. Pelle allora Superiore, e in vario modo anche gli zii Ernesto senior e junior.
Qualcuno vide in quelle espressioni di giubilo forme di idolatria e paganesimo e cercò di censurare tanto ardore con bolle e privazioni, non conoscendo, per non essere figlio della nostra terra, il dramma interiore di quanti vi accorrono per cercarvi soccorso.
Prima della sua scomparsa don Gesufattinu  aveva cercato, con studi, convegni e mostre fotografiche, di far uscire il santuario dal suo circoscritto territorio aspromontano e ricollocarlo in un ampio contesto che abbracciava tutti i luoghi dove avvenivano tali manifestazioni di fede.
Certamente il suo maggiore obiettivo era quello di rispondere a quanti continuano a bollare quel luogo come il santuario del crimine e dei criminali.
Malauguratamente  questa reputazione negativa la fece sorgere Mario Camerini quando alla fine de Il brigante Musolino,  Amedeo Nazzari fa la festa ai suoi nemici proprio in un improbabile Polsi che aveva le fattezze, invece, di quelle del santuario di Paola.
A nord di Ciurrame,  e precisamente nella chiesa di san Nicola di Bari, di fronte il lago grande di Ganzirri, si trova una copia della statua della Madonna di Polsi e da lì ogni anno un nutrito numero di pellegrini partono in barca fino a Scilla per recarsi a Polsi, valicando a monte di Bagnara.
Termino consigliando alcuni testi per capire quanto accade o è accaduto a Polsi : innanzi tutti Il ramo d’oro di John G. Frazer e Totem e tabù di Sigmund Freud, quindi, Emigranti del carerotu ( di Careri) Francesco Perri ed i racconti del cosentino Nicola Misasi. Il libretto di Corrado Alvaro, Polsi nell’arte, nella leggenda, nella storia del 1921, mia impressione questa, è troppo infarcito di misticismo adolescenziale e per niente assimilabile alle opere della maturità del santulucotu ( di San Luca), tutte piene di sfrenati ardimenti giovanili e senili.
 


lunedì 7 maggio 2012

Non solo chiacchiere - atto secondo

 a gentile richiesta anonima, le fave




e la loro giusta fine