Powered By Blogger

lunedì 4 aprile 2011

I Cancelli del Cielo (reg. Michael Cimino - 1980)

Zio Pepè 24/04/1920 - 05/04/2004
vestito da balilla con mia mamma



Mettetevi comodi, per cominciare vi consiglio di ascoltare Country Comfort di Elton John

Ora vi dico quello che è il legame tra lo zio Pepé e Michael Cimino e così vi svelo il titolo del post di oggi.
Nei colori dei film dell’ultimo dei grandi maestri holliwoodiani così come in alcune scene,molto spesso fotografati da Vilmos Zsigmond (il più grande degli anni ’70), vedo questo episodio che accadde nelle colline di Plati’, a valle di quell’erta parete che è chiamata l’Aria du Ventu e verso Cirella.
Nei primi tempi di questa spasciata repubblica, nata spasciata, zio Pepé era l’esattore comunale del paese. Per l’esattezza “u satturi”.
Il nonno Luigi gli aveva pure approntato l’ufficio in quella parte della casa dove ora c’è l’ingresso principale in corso San Nicola, in quel tempo accanto alla farmacia. Molto spesso i tassati accusavano malore dopo aver pagato e il farmacista professor/dottor Nicola Spadaro soccorreva repentinamente il malcapitato. Io questo professor/dottor Spadaro  non lo potevo vedere perché era  lui che preparava l’olio di ricino che la mamma mi dava per purgarmi lo stomaco. Ma questo è un altro film.
La scena è questa, e ditemi se non è un western, un platiotuwestern.
Zio Pepé con l’aiutante sta tornando da Cirella dove era stato per le sue funzioni esattoriali. Il Monte Calvario era ancora molto distante e i due sono in groppa a due muli per altro mansueti. Siamo in estate, i serri per la risplendente luce del sole sono del colore delle messi mature: non ascoltate le cicale che sembrano suonare un pezzo uscito fuori da una delle suites per violoncello solo di Bach? Con l’archetto che va e viene sullo strumento?
Un qualcosa di simile lo si trova anche ne Il Siciliano sempre di Michael, cinematographer  Alex Thomson.
Ancora. Lo si trova in alcuni momenti dei film baarioti del buon Peppuccio,e lui di fotografia se ne intende, quando ha l’apporto di Lajos Koltai o ultimamente di  Enrico Lucidi.
I nostri due eroi, ignari di quanto sta per accadere, asciugandosi il sudore dal collo se la discutono sull’afa e su cosa nonna Lisa farà trovare sulla tavola da pranzo, quando dalle siepi sbucano due bravi: pantaloni neri, camicia bianca con una fila di bottoncini neri al centro,coppola calata in testa, portano sul viso bandane alla Jesse James per non farsi riconoscere. L’intimidazione è quella che abbiamo appreso sullo schermo in cinemascope: o la borsa o la vita.
FINE PRIMO TEMPO

Intermezzo: Curtains sempre di Elton John


SECONDO TEMPO
Dopo il primo sgomento lo zio, che era uno degli uomini più ben voluti in paese, cerca un qualche dialogo, anche perché lui era andato a Cirella per constatare, ancora una volta, l’estrema miseria in cui versavano i paesi della Calabria dal tempo dei Bruzi. Ancora il prode Alcide, accompagnato dal suo fido Andreotti, doveva sbarcare in America per fare la questua e rovinarci con i soldi yankee dopo che questi ultimi ci avevano scaricato sul  paese le bombe con la scusa della cacciata dei tedeschi. Mica fessi gli yankee, i conti se li sapevano fare, prima ti bombardo le case e poi ti presto i soldi per la ricostruzione.
Il racconto è sospeso in quell’aria estiva o come quando al cinema Loreto di Platì si inceppava il proiettore bruciando la pellicola e Mimmo Addabbo doveva sospendere la proiezione tra i fischi e le grida dei ragazzi, nella sala illuminata dallo schermo bianco. Io in quei momenti guardavo incantato in quel  quadratino da dove uscivano i miei sogni, cercando di capire cosa succedeva in cabina di proiezione.

Nella mia infanzia zio Pepé era un mito, perché lo vedevo poco e quando compariva per strada con il professore De Marco io ero molto contento e gli correvo tra le gambe cercando di farmi regalare qualche gelato al bar  del mitico Dante De Maio, dove lui giocava a carte con gli amici.
Questo accadeva prima che lui si sposasse ed io sbarcassi dall’aliscafo a Messina.


Marilisa non riesco a non farti piangere perché abbiamo avuto la fortuna di avere il meglio, e questo lavoro è per ricordarli ancora un poco.

Titoli di coda: Captain Fantastic and the Brown Ditry Cowboy,  Elton John

venerdì 1 aprile 2011

The Promised Land - Bruce Spingsteen


Aprile è il più crudele di tutti i mesi. Genera
lillà dalla terra morta, mescola
memoria e desiderio, desta
radici sopite con pioggia di primavera.
La Terra Desolata - Thomas S. Eliot  26/09/1888 - 04/01/1965

giovedì 31 marzo 2011

Emozioni - Lucio Battisti

Ho visto lo spettacolo del mattino dalla cima della collina di fronte alla mia casa, dalle prime luci del giorno al sorgere del sole, con emozioni che un angelo potrebbe condividere. Le lunghe e sottili strisce di nuvole galleggiano come pesci nel mare purpureo di luce. Dalla terra, come una spiaggia, guardo quel mare silenzioso. Mi pare di condividere le sue rapide trasformazioni; l'attivo incanto raggiunge la mia polvere terrena e io mi espando e cospiro con il vento del mattino.
Natura (1836) - Ralph Waldo Emerson  25/05/1803 - 27/04/1882

venerdì 25 marzo 2011

Non ci Resta che Piangere (reg. R. Benigni e M. Troisi - 1984)

Platì 27 marzo 1977

L'ultima processione di zio Ciccillo per le strade del paese. Dopo dopo quasi 50 anni, in queste foto, tutti abbiamo qualcuno in più cui piangere. Pure contrario a tutti gli slogan o i battimani, vedendo queste foto o ricordando l'ultima uscita di casa dello zio Ernesto con il paese che applaude con calore, voglio dire, e per sempre, Grazie Platì.

giovedì 24 marzo 2011

La Morte ti fa Bella (reg. Robert Zemeckis 1992)

La morte è tra quelle cose che non sono mali e tuttavia hanno l’apparenza di un male, c’è insito nell’uomo l’amore per se setsso, la volontà di durare e di consumarsi e la ripugnanza del dissolvimento.
Lucio Anneo Seneca Lettere a Lucillo

martedì 22 marzo 2011

Novecento (reg. Bernardo Bertolucci - 1976)



IL Vestito

Quando andavamo dai nonni materni c’era un rito che si ripeteva: nonno Luigi seduto nella grande stanza apriva un armadio stretto e lungo e prendeva qualche caramella o un cioccolatino e ce lo dava sempre, dopo andavamo a giocare con i bambini della zona , di più ho nella mente la morte di mio nonno Luigi di quel giorno ricordo il vestito di Cata nero con delle rose rosse, leggero e frusciante, lei piangeva ed io mi strusciavo alla seta del suo fianco, strano…… tutto era da piangere ma io ero felice!
Scritto dalla bambina che si vede nell'ultima foto, ovvero mia sorella Maria.


mancava solo la musica di ennio.

lunedì 21 marzo 2011

Il Grande Paese (reg. William Wyler 1958)



Fra la terra e il contadino,dalle nostre parti, ma forse anche altrove, è una storia dura e seria, è come tra marito e moglie. E’ una specie di sacramento. Non basta comprarla, perché una terra sia tua. Diventa tua con gli anni, con la fatica, col sudore, con le lacrime, con i sospiri. Se hai terra, nelle notti di maltempo tu non dormi; anche se stanco a morte, tu non riesci a dormire, perché non sai quello che sta succedendo alla tua terra; e al mattino corri subito a vedere. Se un altro ti piglia la terra , magari pagandola col denaro, è come se ti portasse via la moglie; e, anche venduto, un pezzo di terra conserva per molto tempo il nome del vecchio padrone.
Ignazio Silone, op. cit.

mercoledì 16 marzo 2011

Le Sirene - Vinicio Capossela





Le foto di oggi, in ordine di apparizione, sono per Caterina, Donatella e Marilisa. Le prime a prendere in simpatia questo blog. Ogni riferimento è puramente casuale (o, forse, no), (chissà).
Garzie di tutto.

martedì 15 marzo 2011

Prima della Rivoluzione (reg. Bernardo Bertolucci, 1964)

Amalia Gliozzi - Giuseppina "Pina" Mittiga

Voglio fare della mitologia intorno a questa foto, come voglio fare dell'epica intorno a Platì. Non solo ricordi.
Per molto tempo troppo sangue, per qualsiasi motivo, è stato versato per le strade del paese per lasciarlo scorrere inutilmente prima che nascesse un fiore.
Siamo sul finire degli anni '50, è domenica mattina, è estate. La strada è quella che dalla chiesa maggiore porta in via XXIV maggio.
Sono uscite dalla messa, vedo in mano o attaccato alla borsetta i veli neri che si usavano durante la funzione: oggi questa pietas è vana cercarla nei templi.
Sono in movimento e dall'atteggiamento mi piace pensare che dopo essere passate dalla casa di nonna Lisa, dove abitava  zia Amalia stavano dirigendosi verso casa nostra,  dove abitava zia Pina.
Voglio notare ancora, sullo sfondo, il bambino con le sedie capovolte una sull'altra in testa. Era un modo di portarle da parte dei piccoli, quando servivano in chiesa o in un'altra casa dove c'erano invitati. Si portavano quasi come in processione.
E  ancora le tre bambine sedute sulla porta di casa di don Ciccio Zappia, anch'esse vestite da domenica con i fiocchi sulla testa. 
Tutte le donne e le bambine, forse anche il bambino, guardano verso chi le sta ritraendo.
Dopo, per tutti, sarà un'altra storia,  diversa per ognuno.

Dedicato a Gina e Fabrizio del Dongo nella Certosa di Parma di Stendhal,  23/01/1783 - 23/03/1842
ma anche a mastro Bernardo Bertolucci e al suo cinema.