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mercoledì 26 novembre 2025

Giustizia a tutti i costi [John Flynn, 1991


In Nome di Sua Maestà Umberto Primo per la grazia di Dio 
e per volontà della Nazione 
Re d’Italia
 
Estratto dai registri delle sentenze originali, emesse dalla Conciliazione del comune di Careri nell’anno mille ottocento ottantotto
La Conciliazione del comune di Careri, ha messo la seguente sentenza all’udienza del nove Agosto mille ottocento ottantotto
In Nome di Sua Maestà Umberto primo per la grazia di Dio e volontà della Nazione re d’Italia = Il Signor Stefano Barletta, Conciliatore del Comune di Careri ha emesso la seguente sentenza alla udienza del nove Agosto mille ottocento ottantotto =
Nella causa tra il Signor Gliozzi Filippo fu Giuseppe Arciprete Domiciliato e residente in Natile, attore comparso personalmente = contro Agresta Rachela fu Giovanni, possidente, domiciliata e residente in Natile convenuta presente. L’attore Signor Gliozzi ha conchiuso  per l’aggiudicazione della sua dimanda, contenuta nell’atto iniziativo, pregando la giustizia di condannare la convenuta stessa al pagamento di lire trenta per conto fatto = In fatto = Esso istante Signor Gliozzi, mercé atto di citazione a biglietto in data sei del corrente mese di Agosto, per ministero del messo della Conciliazione Signor Pelicanò, chiamava la convenuta Agresta per comparire innanzi alla giustizia conciliatrice alla udienza di oggi, onde rispondere del pagamento di lire trenta dovute per conto fatto, rinunziando il dippiù per regolare la competenza del Conciliatore = Chiedeva la rivalsa delle spese del giudizio = Chiamata in udienza la convenuta si è presentata, ed a dimanda della giustizia ha impegnato l’asserto dell’attore = L’attore Signor Gliozzi a sua volta, ha pregato la giustizia di sentire la prova che a questa udienza stessa produce =  Due testimoni sono stati intesi, e non ostante che dalla dichiarazione di essi non si rileva la liquidazione del conto tra i due contendenti, pure risulta che la convenuta Agresta avea assunto l’obbligo verso l’attore Signor Gliozzi di pagare una terza parte dello spesato occorso per la celebrazione della festa di San Pietro e di San Paolo, ed oltre due terze che dovevano essere corrisposte, e ciò perché i medesimi rivestono in qualità di procuratori dei prelodati Santi. Risulta del pari che il complessivo ammontare delle spese era di lire novantasei = Terminato così il mezzo della prova a carico la convenuta non ha chiesto il beneficio della riprova = In dritto = Atteso che dalla prova prestata dall’attore Signor Gliozzi consta implicitamente l’obbligazione della convenuta Agresta di pagare a costui la terza parte dello spesato occorso per la celebrazione della festa di San Pietro e di San Paolo,  e che quindi la dimanda deve essere aggiudicata, constando inoltre che della terza parte sarebbe ammontata a lire trentadue, delle quali il Signor Gliozzi si limitava di chiedere solo lire trenta, rinunziando il dippiù per regolare convenientemente la competenza del conciliatore adito. Considerando che la Signora Agresta allo espletamento della prova a carico, non ha chiesto il dritto della riprova, e neppure ha dimostrato con elemento di sorta quanto eccepiva pima in ordine allo sconoscimento della dimanda = Considerato che le obbligazioni debbono essere soddisfatte da chi assume la tenutezza =  Letto ed applicato l’articolo trecento settanta del Codice di Procedura Civile = che le spese del giudizio stanno a carico della parte soccombente = Considerato che d’altronde, come da dichiarazione dell’attore Signor Gliozzi, la convenuta Agresta avea corrisposto in conto lire dodici, e che le stesse debbono disfaliarsi dallo ammontare della dimanda = Per quali motivi = Noi Stefano Barletta, Conciliatore del Comune di Careri, definitivamente pronunziando in contradditorio delle parti, condanniamo la compulsa Signora Agresta di pagare all’attore Signor Gliozzi lire diciotto di sorte principale e lire due e centesimi quindici di spese liquidate sino alla presente sentenza = Così pronunziata in Careri alla suddetta udienza in presenza delle parti = Il Conciliatore Stefano Barletta = Pubblicata alla suddetta udienza in presenza delle parti = Il Cancelliere F. Macrì = Comandiamo a tutti li uscieri che ne siano richiesti ed a chiunque spetti di mettere ad esecuzione la presente, al ministero pubblico di darvi assistenza, a tutti i comandanti ed uffiziali della forza pubblica di concorrervi con essa quando ne siano legalmente richiesti = La presente copia conforme all’originale viene rilasciata in forma esecutiva a richiesta dell’attore.

Careri ventuno Settembre mille ottocento ottantotto.
Il Cancelliere F. Macrì
Specifica
Carta per la presente da notifica in fogli 4    £. 0,40
Dritti                                                                          “  3,20
Copia esecutiva                                                      “  0,25         
Totale lire tre e centesimi ottantacinque       £  3,85
 
Il Cancelliere
 F. Macrì 

Mercé i santi natiloti Pietro e Paolo che hanno messo lo zampino, la loro solennità si è tramutata in un atto di giustizia con tanto di Conciliatore, fruttando al sacerdote, meglio dire ai "procuratori dei prelodati Santi" la somma di £. 18. Facendo così sporcare le mani e la reputazione allo zio Filippo. È anche la redazione del testo quello che interessa oggi, con parole e procedure ancora immutati.

Il Cav. Stefano Barletta è apparso dapprima qui: 




 

venerdì 21 novembre 2025

Anime sulla strada (路上の霊魂, Rojo no reikon) [Minoru Murata, 1921]

"Anche le rose hanno le spine e la vita è fatta di addii". 
Yūzō Kawashima, 1959


Giuseppe Rosario Rocco (Peppe) Rinaldo
05 - gennaio - 1939 / 13 - settembre 2025




Ahimè non posseggo una foto migliore di Peppe Rinaldo per cui sono stato costretto a schermare il video che in origine apparve qui:
https://iloveplati.blogspot.com/2011/11/la-casa-senza-tempo-regandrea-forzano.html
in tutt'altro contesto, trasformandosi oggi in un'assenza, meglio, assenze, nel paesaggio, come nei film di Wakamatsu Kōji* e  Adachi Masao. Ebbene, lo stesso video, il Nostro/Vostro Tubo pensò bene, per lui, di bandire.
Persona molto socievole e disponibile, Peppe Rinaldo ebbe in sorte di vivere i momenti critici degli ultimi sessanta anni della storia di Platì. Ci ha lasciato tristi, e con sè s'è portato tante di quelle storie che non vedranno mai la luce. Negli anni dei miei assidui ritorni, quando gli zii non erano ancora ricordi, prima di salire al paese, passavo da casa dello zio Pepé a Bovalino, lì puntualmente trovavo Peppe in stretta conversazione con lo zio. Lasciandoli mi domandavo quanti taciti segreti segretissimi intrecciavano tra loro.

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Peppe Rinaldo lo trovate anche qui:

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Il primo video è senza strato sonoro, il secondo incorporato ascoltate Days of Heaven (1978) del Maestro.

mercoledì 19 novembre 2025

Verso il sole - Miniserie In Progress - Il Sole: Giuseppe, Mario e Bruno



Parto trigemino

a Cirella di Platì 

Locri, 4 maggio

 (f.t) - In Cirella di Platì la casalinga Franca Polito di Rocco, di 27 anni, ha dato alla luce, assistita amorevolmente dal sanitario dott. Bruno Luscrì, tre maschietti ai quali sono stati imposti i nomi rispettivamente Giuseppe. Mario e Bruno.
 L’ultimo, nato un giorno dopo i primi due, ha avuto imposto il nome del medico, in segno di gratitudine per gli sforzi da questi compiuti onde farlo sopravvivere.
 Puerpera e neonati godono ottima salute.
GAZZETTA DEL SUD 5 MAGGIO 1956
(f.t) Francesco Tedesco


La foto in apertura, rubata sul web e adattata, è di fatto esplicativa, non avendo continuità col testo che segue. 









 

venerdì 14 novembre 2025

Verso il sole - Miniserie In Progress - Nuova Stagione - secondo episodio



GLI UOMINI RESPONSABILI NON POSSONO RIMANERE OLTRE INSENSIBILI

A Cirella di Platì una popolazione di 2500  anime
attende la strada che unisca al resto del mondo

Otto ore di impervio e duro cammino attraverso una pista appena segnata, fra rocce, burroni e torrenti in piena - questo il calvario della laboriosa gente di Cirella: molti - feriti o ammalati - sono qui morti mentre in barella venivano trasportati all’ospedale di Locri

NOSTRO SERVIZIO

    Cirella di Platì, 28 marzo

 Gli uomini mortificati dalla miseria di secoli attendono che si realizzi per loro la giustizia sociale.
  Raggiungere Cirella, la frazione di Platì, non è facile, soltanto in una giornata di sereno abbiamo potuto tentare l’impresa, infatti lasciato l’automezzo sulla sponda sinistra del Condoianni, guadati i torrenti «Fiumara di Cirella» e «Gelsi Bianchi» si può arrancare, attraverso una pista appena segnata, che spesso scompare per poi riapparire e si sale a 270 metri sul livello del mare, che argentato di ulivi si scorge infinito laggiù grigio - viola, mentre agglomerati di case i tanti paesini disseminati della dorsale dell’Aspromonte sembrano una manciata di ciottolini.
 La buona gente di Cirella, circa 2500 abitanti, ci accoglie con simpatia, esternandoci la sua gratitudine per la decisa azione intrapresa dal nostro Giornale (l’unico quotidiano che viene letto quivi, nei giorni in cui Z0. furia dei torrenti consente l’arrivo della corrispondenza), in difesa del diritto dei cirellesi alla strada che li unisca al consorzio umano e per richiamare gli uomini responsabili della rinata democrazia italiana, che, in nome della giustizia, si sono impegnati di cancellare un passato di vergogna, a mantenere fede al loro impegno.
 Noi non intendiamo trarre dalla miseria e dal dolore alimento onde rinfocolare odii o farne puntelli ad un protervo proposito di sovversione, perché l’odio e il sangue non costruiscono; ma invochiamo il bisturi risanatore, che elimini ogni bruttura e chiediamo che venga incominciata l’opera costruttiva che redima gli uomini mortificati dalla miseria di secoli, realizzi la giustizia sociale e consenta alla personalità umana di prendere coscienza di se e di svilupparsi liberamente. Bisogna visitarle le abitazioni della gente di Cirella: mura fradice, tuguri senza luce, senza il segno di ogni più elementare servizio igienico. Né le provvidenze destinate dal Governo per gli alluvionati (Cirella fu uno di centri maggiormente colpiti dalle alluvioni del 1951 e del 1953) hanno fatto sorgere linde palazzine: ma soltanto delle baracche, che non rispondono assolutamente alle esigenze dei cirellesi, per i motivi già evidenziati in un nostro servizio apparso nell’estate scorsa.
 L’insegnante Marzano, che tanto si prodiga per la redenzione della Frazione, loco natio di una schiera di professionisti emeriti, i quali hanno ben meritato dalla Patria in pace e in guerra, ci illustra il calvario della sua gente, cosparso da molte croci purtroppo: Antonio Carbone venne travolto dai gorghi del Condoianni, che disperatamente cercava di guadare Maria Bova una olezzante giovinezza di 22 anni stava per dare alla luce un bimbo, quando si presentò la necessità di essere sottoposta ad intervento chirurgico. La poveretta spirò la sua anima anelante ad una serena maternità mentre in barella per impervie rocce, per spaventosi burroni, attraverso torrenti in piena, veniva trasportata all’irraggiungibile ospedale di Locri; Domenico Varacalli affogò nel torrente Cirella, colto dalla piena improvvisa; Antonio Raco, feritosi accidentalmente ad una gamba, giunse all’ospedale dissanguato. Intanto i tecnici studiano, la Cassa del Mezzogiorno stanzia 170 milioni; ma della strada nessuna traccia.
 La popolazione si fa sui «mignani» e si urla «la strada!» L’urlo echeggia tristamente e nell’animo di tutti quei poveretti sorrideva, fra le angosce presenti, la speranza che, avendo noi vista la loro miseria, ce ne saremmo fatta sui giornali, al fine di scuotere l’indifferenza delle autorità. Povera magnifica gente di Cirella! essa ignora tutto il complicato linguaggio burocraticonostro!
 Purtroppo, amici di Cirella, il giornalista non può redigere con due articoli di legge il rimedio opportuno. Il giornale può - come Fausto – cogliere l’attimo fuggente; ma non può un articolo di giornale rimediare i vostri mali. Né la strada che secondo i tecnici della Amministrazione provinciale, doveva congiungere Cirella, doveva congiungere Ciminà – S. Ilario – SS. 106, risolverebbe il problema e perché questa snodandosi sulla sponda sinistra del Torrente Condoianni, allontanerebbe la popolazione dal suo sbocco naturale ch’é la provinciale Bombile-Ardore, capoluogo del Mandamento, di cui fa parte e perché verrebbero cosi definitivamente tagliate fuori da ogni via di comunicazione gli abitanti delle popolose contrade Lauro, Gioppo e Illiciuso nonché del borgo Potito di Ardore.
 I tecnici obbiettano che costruire la strada seguendo la riva destra del Condoianni implicherebbe opere di arginatura anche a sinistra, perché la corrente infrenata da un versante eserciterebbe un’azione di corrosione sull’altro. E con ciò? Il benessere di una popolazione può essere precluso dalla difficoltà di procedere alla costruzione di qualche opera d’arte (un ponte sul Vallone Palombaro, qualche ponticello dall’estensione di uno due chilometri e delle dighe necessarie per garantire il nastro stradale da eventuali inondazioni da acque e ondate del fiume.
 Del resto la bonifica montana e valliva del Condoianni non costituisce un problema che richiede un’urgente soluzione? Rimboschimento, regolarizzazione del corso di acqua, costruzione di strade rotabili, di strade vicinali e campestri, una più efficiente articolazione della vita sociale nella campagna non sono le premesse essenziali, onde realizzare l’auspicata conversione da uno stato di miseria a quello di «favore»? Perciò chi si attende ad operare? 
 I termini del problema sono ormai chiari: la strada si deve aprire e secondo i desideri dei cirellesi, essa deve congiungere la frazione a Bombile, attraverso Lauro, Gioppo, Illiciuso e Potito di Ardore.
E noi lasciamo Cirella con l'augurio di potervi ritornare per assistere alla cerimonia del taglio del nastro tricolore - simbolo della solidarietà della Patria, che con il sacrificio ed il lavoro dei figli avrà compiuto questa opera di redenzione – all’imbocco della strada strumento di vita e di prosperità per i laboriosi cirellesi. Allora si potrà da loro pretendere che adempiano i loro doveri di uomini e di cittadini.
 Ci allontaniamo: una solitudine attonita e silenziosa ci prende, a bisdosso di un asinello, che bilancia sulla soma fasci di frasche e sarmenti un vecchietto torna alla sua parca mensa e vedendoci ci guarda con stupore e poi ci grida: «La Strada!»
 Francesco Tedesco
GAZZETTA DEL SUD 29 marzo 1956 


Con una spinta più emotiva Francesco Tedesco si sarebbe potuto avvicinare alla scrittura vigorosa di Umberto Zanotti Bianco.








 

domenica 9 novembre 2025

Verso il sole - Miniserie In Progress - Nuova Stagione

 UN ASSILLANTE PROBLEMA
La popolazione di Cirella
reclama ancora la strada
Da ieri mattina i laboriosi abitanti della frazione sono in sciopero per
protesta contro le autorità che non hanno realizzato la loro aspirazione
 
  Locri, 17 febbraio
 
 (F.T.) Gli abitanti di Cirella, la popolosa frazione di Platì, da cui dista 7 km. di mulattiera, è da stamani in sciopero, uno sciopero compatto, disciplinato, senza sfondo politico, uno stato d’animo una espressione insoffocabile [sic] che si manifesta e si espande in una attesa che guai se dovesse andare delusa.
 La gente, la buona e laboriosa gente di Cirella chiede la strada che la unisca al consorzio degli altri paesi, reclama la strada che la colleghi a Bombile di Ardore, e quindi, alla statale 106.
 Da queste colonne abbiamo sostenuto vibratamente con diversi servizi che l’autorizzazione alla esecuzione della strada Cirella-Bombile e un problema, di giustizia verso quella popolazione povera nel complesso, tagliata fuori da ogni via di comunicazione.
 I parlamentari interessati hanno promesso, sono stati fatti progetti sono state eseguite planimetrie, ma la strada non è stata fin qui realizzata. Sappiamo che non c’è nulla di più mortificante della denegata giustizia e un atto di palese ingiustizia appare la mancata costruzione della invocata strada. 
GAZZETTA DEL SUD 18 FEBBRAIO 1956
 

VOGLIONO UNA STRADA

Totale lo sciopero a Cirella di Platì
Ieri mattina anche i piccoli delle scuole elementari hanno disertato le aule

 Locri, 18 febbraio

 (F.T.) Lo sciopero a Cirella di Plati continua massiccio ed anche i piccoli delle scuole elementari hanno disertato stamane le aule; la popolazione ordinata e disciplinata ha incrociato le braccia decisa a non deflettere dall’atteggiamento assunto, fin quando non avrà ottenuto la strada che la unisca al consorzio umano.

 Se – come abbiamo in altre occasioni rilevato – onde giudicare il grado di civiltà di un popolo è quello che si riferisce alla rete stradale, a quale progresso può essere destinata una intera popolazione la cui ansia verso il miglioramento di vita non può essere delusa senza sortire un effetto negativo nell’interesse della democrazia, al servizio dello Stato.
 L’atmosfera che regna a Cirella è carica di attesa, nel desiderio unanime e concorde che un domani possa. apportare a quegli abitanti a posto delle lacrime versate un poco di gioia ne! compiacimento per le opere realizzate.
GAZZETTA DEL SUD 20 febbraio 1956

 


Continua lo sciopero

a Cirella di Platì

Locri, 24 febbraio

 (F. T.) —— Continua lo sciopero a Cirella di Plati dove tutta 1la popolazione si astiene ormai da oltre una settimana da ogni attività lavorativa. Anche gli armenti e le mandrie sono abbandonati al loro destino.

 Da informazioni pervenuteci pare che per domani, venerdì sia stata fissata una riunione nella prefettura di Reggie Calabria ove converranno il Sindaco di Platì e rappresentanti del I comitato di agitazione della frazione.  
 E’ auspicabile che si trovi una soluzione all’increscioso problema che   affligge la meravigliosa povera gente cirellese.
GAZZETTA DEL SUD 25 febbraio 1956

PER LA MANCATA COSTRUZIONE DELLA STRADA

Si asterranno dal voto
gli abitanti di Cirella
Non hanno designato i sei candidati
al consiglio del comune capoluogo 

 Locri, 28 aprile

 (F. T.) -  Si apprende che gli abitanti di Cirella, frazione di oltre duemila, abitanti del comune di Platì, da cui dista sette chilometri ed al quale è collegata attraverso un sentiero accessibile soltanto alle bestie da soma, non hanno designate i sei candidati, quale loro rappresentanza. separata in seno al consiglio del Comune capoluogo, ad sensi dell’articolo 27 bis della legge 23 marzo 1956 n. 136, in segno di protesta per la mancata realizzazione dell’invocata carrozzabile che unisca la frazione stessa a Bombile, e quindi alla strada statale 106.

 Come si ricorderà in occasione di precedenti consultazioni elettorali quella popolazione mite e laboriosa, ma stanca di vedersi negletta, si astenne dall’-andare alle urne.
 In quell’occasione votarono soltanto il presidente del seggio e gli scrutatori.
GAZZETTA DEL SUD 29 APRILE 1956

(F. T.) Francesco Tedesco

Francesco Tedesco è stato corrispondente della Gazzetta del Sud negli anni cinquanta-sessanta del secolo della bomba nucleare che rase al suolo le città e gli abitanti di Hiroshima e Nagasaki pubblicando cronache e servizi speciali dalla locride. 


 

 

 

 

 

 

 

 



 

mercoledì 5 novembre 2025

Verso il sole - Il Prequel

Quanti sono a poter contemplare la morte in faccia. Kiju Yoshida*, 1962



NON SI LASCIANO 2200 VITE UMANE SEPARATE DAL RESTO DEL MONDO
Ancora una vittima a Cirella
per la mancanza di una strada
Antonio Raco, feritosi accidentalmente ad una gamba e trasportato a spalla da un gruppo di giovani. Che per circa tre ore hanno lottato contro il fango è morto per dissanguamento appena giunto a Locri

 Cirella di Platì, 7 febbraio
(F. T.) – È ancora vivo nella mente dei 2200 abitanti di Cirella il ricordo delle strazianti grida della madre del giovane Antonio Raco fu Bruno, che mise tutti in allarme quando si vide portare a casa, quasi esangue, il giovane figlio. Poco prima infatti, quest’ultimo si trovava in una sua proprietà, a circa 4 Km. Dall’abitato, quando si feriva accidentalmente con un colpo di fucile alla regione femorale, recidendosi completamente l’arteria omonima. Alle grida di aiuto del giovane accorreva un suo cugino, che, strappatosi la camicia, tamponava con essa la vasta ferita, da cui tanto sangue era sgorgato, legandola poi con la cinghia dei pantaloni.
 La legatura ed il tamponamento della ferita, operate magistralmente da quel povero contadino di montagna federo sperare al medico subito accorso, che ci sarebbe stato il tempo sufficiente per far giungere all’Ospedale più vicino (Locri) il povero Tonio, dove la sutura ed una larga trasfusione di sangue gli avrebbero ridato la vita.
 Così dopo aver iniettato un emostatico seguito da un’ipodermoclisi, una ventina di giovani volontari, munitesi di stivali di gomma si caricarono sulle spalle il doloroso carico. Il pianto e l’augurio plebiscitario di un’imponente folla e l’assistenza del medico dr. Antonio Lucà, incurante del pericolo si esponeva accompagnarono il ferito nel viaggio che non doveva avere più ritorno.
 Da diversi giorni l’acqua torrenziale aveva travolto o reso pericolanti le passarelle che uniscono 2200 uomini al resto del mondo. I torrenti erano ancora in piena. Con disperato coraggio nella speranza di poter strappare alla morte una giovane vita, lottando contro il fango e l’impeto dei torrenti «Cirella» e «Gelsi Bianchi» attraversati a guado e con l’acqua alla cintola, camminando faticosamente lungo la strettissima, ciottolosa strada mulattiera, quei volenterosi raggiunsero la località Siena a sei Km. da Cirella. Cui una macchina, avvertita in tempo da un altro celerissimo giovane, attendeva per trasportare il morente al luogo della salvezza.
 Intanto erano passate circa tre ore. Il viaggio strapazzoso attraverso torrenti ed impraticabili sentieri, la grande quantità di sangue perduto avevano impresso sul volto del Raco i segni della morte; gli occhi erano vitrei ed il polso appena percettibile. A nulla valse la sfrenata corsa della macchina per coprire i restanti21 km., perché sulla porta dell’ospedale il giovane esalò l’ultimo respiro nelle braccia degli addolorati parenti.
 Questa è la terza vittima cirellese che nel giro di pochi anni va ad aumentare le file dei caduti per la incomprensione e per la barbarie del genere umano, sordo a tutte le sacrosante e reiterate richieste dei cirellesi per avere una strada. «Il sazio non crede al digiuno» dice un antico proverbio, ed i proverbi sono la sapienza dei secoli; e così mentre le Autorità dormono Cirella muore. È bene che le Autorità sappiano che la morte di Antonio Raco non è lutto di famiglia ma lutto cittadino a Cirella perché tutti qui sanno che la medesima sciagura potrebbe succedere in ogni momento a ciascuno di essi.
 Cirella, che ha dato sempre uomini retti e soldati eroici, ha una sua prerogativa; soffre e muore in silenzio, ma ricorda sia il bene che il male ricevuti, e quindi l’amore e l'odio vengono tramandati di padre in figlio. Non è giusto che oggi 2200 essere umani domani chi sa quanti, odino il Governo e la Società tutta, perché essi pensano che il Governo e la Società li costringono a morire così abbandonati.
 Ai funerali di Antonio non ci saranno solo preghiere di eterno riposo, ma ci sarà anche un’intima segreta promessa di eterno ricordo per tutti coloro che perirono per lo abbandono in cui è Cirella.
 Per questo laborioso popolo non è morto Antonio Carbone travolto dalle acque del Condoianni; non è morta la giovane gestante ventunenne Romeo Maria in Bova, che cessò di vivere assieme alla sua creatura che non poteva dare alla luce, su di una barella lungo il viaggio per l’ospedale; non è morto il ventitreenne Antonio Raco che perdette la vita per mancanza di un mezzo celere; anzi per i cirellesi queste morti sono i martiri di una lotta impari che da decenni combattono contro le cattive volontà, gli inciampi burocratici che dolorosamente ed incivilmente si interpongono perché Cirella abbia la sua strada.
GAZZETTA DEL SUD 8 Febbraio 1956
(F. T.) Francesco Tedesco 

*Kiju Yoshida, anche Yoshishige Yoshida (1933 - 2022), è stato un regista nipponico più noto per i suoi lavori sperimentali, con toni a volte surreali, realizzati sul finire degli anni sessanta del secolo della bomba atomica, tutti con protagonista Mariko Okada.