Il nostro compito più importante consiste nell'abbandonare l'attuale linea di collisione. E chi deve assicurarsi questo compito? Ognuno di noi, penso, vecchio o giovane che sia, potente o senza potere, ricco o povero, influente o no. Parlare del futuro è utile solo se ci porta ad agire ora.
E che cosa possiamo fare ora, mentre ancora siamo nella situazione di non essere mai stati bene? Come minimo,che è già tanto, dobbiamo comprendere a fondo il problema e cominciare a intravvedere la possibilità di sviluppare un nuovo stile di vita progettato per durare stabilmente.
Piccolo è bello, Ernst Friedrich Schumacher16/08/1911 - 04/09/1977
Per Beatrice e Francesco,a margine di un dibattito.
La lunga pausa ha prodotto un'eccellente meditazione.
RispondiEliminaBentornato!
Munitomi di zappa ho incominciato a segnare solchi su un terreno lasciato incoltivato da 100 anni or sono. Il sacrificio c'e' ma ci saranno anche, dopo i tempi della semina, i tempi della raccolta... Spero che il primo frutto sia raccolto da una pargoletta mano...
RispondiElimina"...e cominciare a intravedere la possibilità di sviluppare un nuovo stile di vita progettato per durare stabilmente". Mi rallegra, caro Gino, leggere quanto hai scritto (non a caso):il fatto che tu abbia compreso che io e Frank nella nostra idea parliamo non solo di "progetto", ma di "stile di vita" e, soprattutto, la connotazione temporale che gli hai correttamente attribuito (stabilmente), mi lascia sperare di aver trovato quella "dimensione comunitaria" di intenti di cui siamo cercatori instancabili. Il nostro compito? "ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza nè per forza, perchè Dio ama chi dona con gioia" (S.Paolo ai Corinzi) a presto!
RispondiEliminaBeatrice