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venerdì 29 aprile 2011

Il Maestro (reg. Aldo Fabrizi - 1957)

Sergio Leone 03/01/1929 - 30/04/1989

Questo post è inevitabile.

L'unico, il vero, il prototipo maestro che il cinema italico abbia mai avuto.
La sua morte è stato il corollario della sua opera, ucciso, al momento giusto, istantaneamente, da quell'essere più "Cattivo (bad)" di Lee Van Cleef, e come Henry Fonda ne Il Mio Nome E' Nessuno consegnato al mito "con un buon colpo di pistola", affinché quel "pugno di lavori" realizzati montassero a poco a poco e con costanza, negli anni a venire.
P. S. Nel film citato nel post di oggi, come in quello citato ieri, ne fu aiuto regista.

SDG Soli Deo Gloria.

giovedì 28 aprile 2011

La Storia Di Una Monaca (reg. Fred Zinnnemann - 1959)

Zia Gemma (nata Serafina Gliozzi)  Platì 21/12/1917 - Roma 02/09/1999



E’ un mattino di inizio primavera sebbene ancora dappertutto è l’inverno che la fa da padrone assoluto, nei campi come nei cuori.
Zia Gemma, ancora Serafina, è di fronte al nonno Luigi che in quel momento è preso da alcuni pensieri che non lo lasciano quasi dormire la notte, avendo davanti ai suoi occhi, ancora non ha messo a fuoco la figlia, alcuni problemi che deve risolvere per il bene della sua famiglia.
La zia invece è in ansia, trema, deve comunicare la decisione che ha preso, dopo lunghe riflessioni, convinta di quel che sarà il suo avvenire: comunicare al padre, con voce pacata, la sua irreversibile intenzione di farsi suora e sposa di Cristo.
Il nonno, trasecolato, oppone un netto rifiuto a questa notizia. In quel momento è il dolore che lo afferra: quello di dover pagare un ulteriore tributo a Dio dopo aver sacrificato già i primi due figli maschi al suo servizio.
La donna corre via nella sua stanza dove accorrono le altre sue sorelle a consolarla, tutte educate all’amore del prossimo.
Dopo pochi giorni, e successivamente, affronta di nuovo il nonno che è arrivato perfino a non parlarle. Questi alla fine, convinto dall’amore per la figlia e dopo essersi consultato con la nonna Lisa, dà il suo consenso e la sua benedizione.
A fine estate la zia, a Bovalino, salirà sul treno assieme al padre, ancora commosso per quella irreparabile perdita,  alla volta di Roma, per fare la sua professione di fede.
Successivamente, quando sarà consacrata Maria Gemma quel suo istituto di Roma nella via Nomentana, sarà come un faro o un porto, dapprima per i suoi fratelli e sorelle con i loro mariti e dopo per tutti i nipoti, al passaggio nella capitale della sua fede, accogliendo tutti con il suo sorriso e la sua bontà, del resto il legame lo teneva stretto con tutti i parenti scrivendo fiumi di lettere, cartoline e bigliettini e si cimentò,quando ancora era giovane, pure con la poesia mistica o componendo rime sui suoi ricordi .
Per finire: ha vinto il nonno, ora è contento per averla riavuta accanto a sé, definitivamente.

mercoledì 27 aprile 2011

On The Road To Freedom - Alvin Lee & Mylon LeFevre


Tre giorni con gio.ja e me.glio, on the road nella valle del Bonamico e nei ricordi. "...
noi continuavamo a ricordare e a vivere, per le strade di platì, le meraviglie di ieri e le meraviglie di oggi: zio pepé camminava a fianco di don peppino, distinti gentiluomini centenari riverivano le signore, amici d’infanzia si ritrovavano sulla piazza e i "miei" ragazzi, festanti vedette, gioivano con noi, spuntando dai vicoli e venendo fuori da ogni angolo, dandosi vistosamente il cambio e accompagnandoci con il loro fragore e il loro fresco sorriso puntato, diritto, negli occhi e nel cuore.
una vera resurrezione!"

venerdì 22 aprile 2011

Preparate i Fazzoletti ( reg. Bertrand Blier -1978)



Nessuno ti renderà gli anni, nessuno ti restituirà a te stesso, andrà il tempo della vita per la via intrapresa e non tornerà indietro né arresterà il suo corso, non farà rumore, non darà segni della sua velocità: scorrerà in silenzio, non si allungherà per editto di re o favore di popolo; correrà come è partito dal primo giorno, non farà fermate mai, mai soste.
De Brevitate Vitae, Lucio Anneo Seneca

giovedì 21 aprile 2011

Easter - Patti Smith

E' tradizione che il Giovedì Santo i pecorai mettano al collo degli animali le campane, ma un lavoro faticoso è quello di "zzammagghiare" ovvero tosare la parte posteriore della pecora (levare la mutanda) affinché il montone faccia alla meglio il suo compito dato che, a volte essendo solo, deve correre da una pecora all'altra creando un gran baccanale nel gregge. E' un lavoro, insoddisfacente, duro, da parte del montone, stressante, perché le pecore sono molto restie ( a finta ) e si sottopongono malvolentieri a quella vessazione tutta maschile. Il suo lavoro il maschio lo svolge meglio nell'ovile, quando le pecore sono in coda per essere munte, e allora non hanno scampo. Il pecoraio gioisce,  a questo punto,  perché in autunno arriveranno le nuove leve.

I am the spring, the holy ground,
The endless seed of mystery,
The thorn, the veil, the face of grace,
The brazen image, the thief of sleep,
The ambassador of dreams, the prince of peace.
I am the sword, the wound, the stain.
Scorned transfigured child of Cain.

Io sono la primavera, la terra santa,
Il seme infinito di mistero,
La spina, il velo, il volto della grazia,
La sfacciata immagine, il ladro del sonno,
L'ambasciatore dei sogni, il principe della pace.
. Io sono la spada, la ferita, la macchia. 
 Disprezzato trasfigurato figlio di Caino.

mercoledì 20 aprile 2011

(encore) Brilliant Trees - David Sylvian


l'ho fotografato due anni fa, con lo stesso pensiero in testa...
... gli "appunti" li avevi presi tu!
baci, Marilisa

Every plan I’ve made’s
Lost in the scheme of things

Ogni progetto che ho carezzato
S'è smarrito nell'ordine delle cose



martedì 19 aprile 2011

Brilliant Trees - David Sylvian

Metamorfosi di un doberman, Noodles trasformato in arancio, ma calabrese.

My whole life stretches in front of me
Reaching up like a flower
Leading my life back to the soil

Tutta la mia vita mi si allunga davanti
Si estende come un fiore
Riconduce la mia esistenza alla terra

lunedì 18 aprile 2011

Il Vangelo Secondo Matteo (reg. Pier Paolo Pasolini, 1964)

In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum, Luca - 23,46

 Quando il bambino era bambino, questo Cristo adorava, non solo nella processione del Venerdì Santo, tutte le volte che entrava nella sagrestia della chiesa del Rosario, dove, per lui, c'era sempre lo zio Ciccillo.
Il Cristo era adagiato in una specie di barella/lettiga avvolta da un velo bianco, quasi una zanzariera, per non recare fastidio a quell'innocente, appena deposto esangue dalla croce, sempre fresco del suo sacrificio.
Gli bastava osservarlo per sentirsi in colpa: sfiorando con la manina quel  corpo bianco come il latte percepiva il gelo, toccando la ferita sul costato, notava ancora fresche le incrostazioni del sangue, quel suo viso ormai spento, con la bocca, espressione di un dolore perenne, rifletteva la tristezza di aver perso il migliore amico.
 Tutto questo, un pò più avanti, lo ritrovò nel Cristo di Pier Paolo Pasolini. Il poeta gli aveva ridato quella figura in tutt'altro aspetto. Nel film, Enrique Irazoqui che interpetrava la figura di Gesù era doppiato da Enrico Maria Salerno, la prima, mai dimenticata voce, del "man with no name" del cinema di Sergio Leone. In certi momenti, come nel discorso della montagna, chiudendo gli occhi, solo ascoltando la pellicola, come in una metamorfosi di Ovidio, il Redentore si trasformava in Clint Eastwood.  Ancora è così per lui.
 Quell'opera cinematografica è una morte annunciata dal suo stesso autore, dove raffigurava, anche, il dolore successivamente provato dalla madre Susanna Colussi, che prestava il viso a Maria. Vide in quella doppia madre, disperata sotto la croce, vestita di nero e trattenuta per il braccio da altre donne, quello strazio che ricordava nelle donne di Platì davanti ad un padre, fratello, marito o figlio, tolto dalla vita senza pietà.

Adesso ascoltatevi "Wir setzen uns mit Tränen nieder" dalla Passione Secondo Matteo di Johan Sebastian Bach nella versione incisa da Herbert Von Karajan, la mia preferita e prima.

Se esiste una persona che deve tutto a Johan Sebastian Bach quello è Dio. Letto da qualche parte.

venerdì 15 aprile 2011

I Vicini di Casa (reg. John G. Avildsen - 1981)




I luoghi che abbiamo conosciuto non appartengono che al mondo dello spazio nel quale li sistemiamo per maggiore comodità. Il ricordo di una certa immagine non è che il rimpianto di un certo istante.
 Marcel Proust, op.cit.

giovedì 14 aprile 2011

See The Sky About To Rain - Neil Young

 Allora ero giovane o pensavo di esserlo, in buona salute, ancora lontano dall'inizio della seconda metà del mio viaggio sulla terra.
Deserto Solitario, Edward Abbey - 29/01/1927 - 14/03/1989