Massena N. Y.
12 Gennaio 930
Gent.mo
Compare Ms (mastro) Rosario,
Accolgo l’occasione d’un momento favorevole per farvi queste poche righe di lettera non tanto corrette.
Vi errò informato che giorni orsono scrisse una lettera al Sigr D. Ciccio Zappia, nella quale fui costretto manifestargli le mio lagnanze a riguardo il locale.
Perdonate se anche con voi mi sento un dovere lamentarmi; siete tanto buono che io basandomi della bontà esprimo quello che il cuore mi detta.
Sappiate dunque che se non vogliate ritrattare delle vostre promesse fattemi, io vi richiamo adesso di ciò che vi avete compromesso.
Al Sigr D. Ciccio Zappia tutti mi avevano raccomandato a non immischiarmi con lui e non fidarmi per nulla delle sue chiacchiere. Perciò siete stato voi l’autore principale del detto locale, ed in mano vostra affidai danaro e ogni massima facoltà. Sicuro della parola di un gentil’uomo avrei affidato se l’avrei anche un milione. Adesso non mi piace andare incontro ad inimicizia, e se ciò non garba neanche a voi, vi raccomando gentilmente giustar le cose prima che devo incominciare ad esservi importuno. Ne a voi ne al D. Ciccio Zappia deve passarvi per la testa che devo perdere il mio danaro, e privare i miei piccoli che tanto tento per loro di quello che a forza di sacrificio cercai ricuperare. Si lotta per la propria esistenza, ma s’ è necessario privarsi di questa non mi passa neanche per sogno.
Desidero avere quello che a mane vostre o consegnato, e non se dimentica il Sigr Zappia che in quei momenti critici e scabrosi dimostrai tutta la mia generosità e questa è tutta la sua riconoscenza-
Credete la mia parola di uomo, che non spero morire in questa terra, e se voi non cercate sbrigare i fatti prima di venire io, son sicuro e ho tutta la volontà di compromettermi quando sarò sul loco.
Gli ho scritto direttamente a lui che se il Sigr Prof. Spadaro suo genero desiderava il locale libero avrebbi dovuto preservarselo prima che lo compravo io, già il Prof. busa dell’autorità della carica di Segr. Politico, ma se tutti i Segretari Politici fossero come lui povero Fascismo!
Di questo vi avrei dovuto scrivervi d’un pezzo, ma debbo dirvi francamente che fui trascurato ed ero sicuro che non avevate dimenticato quello che vi avevo parlato a Napoli.
Non altro spero che questa mia vi troverà in buona salute con tutti di vostra famiglia, io bene fin’oggi.
Intanto graditi i miei pù cari ossequi uniti con tutti di famiglia.
Vostro Affmo
Compare
Vincenzo Scarfò
P. S. Mi raccomando se a vostra comare si occorre cosa favori tela che io sarò tanto obbligato verso voi.