venerdì 24 giugno 2022
Di padre in figlio [di Vittorio e Alessandro Gassman 1971]
domenica 19 giugno 2022
L'istruttoria è chiusa: dimentichi [di Damiano Damiani 1971]
Do you believe in justice, Judge?
René Claire, And Then There Were None (Ten Little Indians Went Out To Dine …), 1945
Solo io posso giudicarmi. Io so
il mio passato, io so il motivo delle mie scelte, io so quello che ho dentro,
io so quanto ho sofferto … io nessun altro. Oscar Wilde
Potranno tagliare tutti i fiori
ma non fermeranno mai la primavera.
Pablo Neruda
La cultura rende un popolo
facile da guidare, ma difficile da trascinare. Facile da governare, ma
impossibile a ridursi in schiavitù.
Henry Brouham
Varie
e molteplici sono le citazioni a cui ricorre Antonio Papalia (classe 1975),
dalle Sacre Scritture a William Shakespeare ad André Gide, dentro il suo ultimo
lavoro letterario e visivo: Stanze chiuse
riflessioni dall’oscurità, 2000, BookSprint Edizioni*. I lettori platiesi,
urbi et orbi, l’hanno ignorato preferendo i facili titoli da caffè. Un po' filosofo, un po' sognatore,
fervente religioso. Dentro l’Istituzione che lo detiene, in solitudine e per
necessità, corrisponde con il Cielo ed i terreni mortali da Sant’Agostino a
Rutka Laskier, ad Alan Kurdi, spesso con il proprio figlio, il proprio padre.
Tempo e spazio, infinito il primo, esiguo il secondo: la cella, "l'aria", la biblioteca.
Dentro quest'ultima comincia la sua rinascita. “Iniziai
a leggere qualche libro, o almeno tentavo,. Non capivo e non ricordavo nulla di
quello, che leggevo, e allora cominciavo daccapo lo stesso libro, lo stesso
capitolo, la stessa pagina, fino a quando non avevo compreso una piccola parte
di quello che leggevo. Le prime volte era come se la testa dovesse scoppiarmi,
ma poi, passo dopo passo quando chiudevo il libro e iniziavo a ricordare qualcosa,
in qualche modo ero felice … Non mi importava cosa leggevo, anche perché non
potevo avere chissà quale imbarazzo di scelta circa gli autori o le cose in
genere… A arte il fatto che di autori non conoscevo alcuno, non avendo mai sino
ad allora letto un libro”. A seguito dell’accanita lettura nasce l’esigenza
dello studio, licenza di scuola media inferiore, diploma e studi universitari,
questi ultimi non del tutto portati a termine. Da qui la consapevolezza di
essere qualcuno, seppur vittima di un sistema che ignora i diritti umani. C’è
da rilevare che il lavoro editoriale, su cui uno scrittore fa sempre affidamento,
è a dir poco scadente essendo mancate da parte della casa editrice la revisione
e una giusta presentazione, per non tacere sul lavarsi le mani in sede di
responsabilità che non impegnano l’editore, lasciando all’autore le opinioni
come nuove possibili sanzioni da Giudice Istruttore.
giovedì 16 giugno 2022
Scarpe grosse [di Dino Falconi 1940]
giovedì 9 giugno 2022
Il dono di Dio [di Gaston Kaboré, 1982]
UN FIORE
assunto a l’ara del Signor. Te chiama
al tempio la santa
madre, che se non ami, sempre t’ama.
Oggi, solenne istante,
È momento di vita esultatrice
Per Te, giovane amico:
Salve! Di Dio Ministro: a Te felice
Del Vas d’elezione
Sia l’improba carriera, militante:
grazie, sempre doni
il Signor ti conceda ognor costante.
Sorridano del cielo
Ai giorni tuoi le stelle, il tuo cammino
Di fiori sia interciuto
E miri di Gesù sempre al divino
Labaro, che del tempo
La patina disprezza, e dei delubri,
La cupola illustrando,
I nemici di Dio sfida, colubri.
Tu da la polve ai sacri
Altari ormai avviato da la mano
Vescovile di Locri
E dal padre, che a sé non tolse invano
Il pane, ahi! poveretto,
Per la scola che a Te de’ chiostri sana
Cultura benedetta
Dette a la tutelare ombra di arcana
Celeste, educatrice
Virtù del gran seguace d’Aquinate,
Mangeruva* profondo,
De’ due mondi al Leone degno frate,
Tu, che al mio cor sei caro,
accetta, se non altro, di mia lira
malferma, ma sincera,
l’inno, che vola a Te, e a Te sospira! …
Oggi sul viso brilla
del padre tuo la gioia che pur senti:
Padre che i nostri cari
Padri, a l’are devoti, tra le genti
Seppe imitar, creando
Te sacerdote, a mezzo del salire
E scender le scale
Or ti rallegra, amico:
altare, croce e calice, che insegna
son di Cristo nel mondo,
t’attendono, di Cristo anima degna.
Però, sui pulvinari
Non poserai tranquillo senza il grido
De la colpa, il tuo core.
Se questo non sarà sempre a Dio fido.
Sempre innocente, scevro
D’ipocrisia, come oggi puro ascende
L’altare che t’invita
A l’ostia. Che d’amore il cor t’accende.
Di stelle circondata,
Col viso irradiante più del sole,
Di là de l’universo
Oggi la mano a te, senza parole,
Porge sposa divina:
La tua pur stendi: affrettati: di cielo
Oggi son le tue nozze,
Coronate, di rose d’Evangelo.
Sebbene pur mortale
Tu sia, uffiziando, a Te davanti
Il popolo non vedi
Che si prostra? Non vedi che de’ Santi
Il compito t’eleva?
Di te chi mai più nobile è su questa
Aiuola, sempre in diro?
Iddio non senti in seno in tanta festa?
Chi più di Dio t’innalza?
Chi più di Dio su l’orme della Fede
A camminar t’inspira?
A convertir la gente che non crede?
Guarda: darwiniana
Turba contro di Dio grida e ride
Di quelle nozze sacre:
stolta, che i sacerdoti invano irride! …
di Dio col nome sprezza
questa turba, che uccise la morale,
la libertà di Cristo,
che di Roma, del mondo capitale
Cattolica, le zolle
Fin profanò, le ceneri insultando,
L’urna di Pio adorata,
Onorevoli ladri pur creando …
Sprezza l’alato Dio:
Il popolo rispetta: ma da questo
Mostro, che fa che l’uomo
Ora un Dio, ora fango, lungi il resto …
Core astigiano e sensi
Generosi coi tuoi nemici adopra;
non cedere la schiena
a chi da l’alto in basso guarda ed opra.
Il Signore ti guardi:
Come quest’ore, che oggi Ei benedice,
Passi il tempo, che vola,
E scorra sempre a Te, sempre felice.
Platì, 7 Aprile 1895
Dottor Papalia Vincenzo
Don Francesco Mittiga era nato a Platì il 22 giugno 1872 da Nicola, sarto e da Mariantonia Gliozzi tessitrice. A detta della zia Amalia don Francesco abitava nella via Fratelli Sergi. Nella foto l’abitazione sopra la la scalinata.
*Mons.
Francesco Mangeruva era nato a Sinopoli il 9 gennaio 1823. Fu ordinato
sacerdote il 20 settembre 1845 e salì sulla cattedra di Gerace il 9 maggio 1872
che conservò fino alla sua morte avvenuta l’11 maggio 1905.
venerdì 3 giugno 2022
Resurrezione - reup dieci anni dopo
Se lo zio Ciccillo mi ha impresso
l’amore per la musica quello per i libri lo devo a papà Ciccillo, tutt’e due
quest’anno ne avrebbero avuti 114 di anni. Queste passioni sono rimaste sopite
e superate per una passione che definirei vitale: quella per il cinema che devo
allo zio Peppino , u mutu i barva e a
Mimmo Addabbo. Musica e lettura resurrexit per merito di due incontri che feci
negli anni che si susseguirono alla maturità scolastica. A parte libri e
libricini di preghiere della mamma, l’unico libro che ricordo in casa, a Platì,
è Resurrezione di Lev Tolstoi – mi piace scriverlo
così, né alla russa con la J che sembra un’appendice felina,
né all’americana con la Y yankee -.
E’ sulla scrivania di papà, nel
retrobottega, che, poi, era ancora una parte della bottega: di fronte, dove
stava seduto papà, la scaffalatura conteneva le scarpe in vendita, alle spalle
c'era di tutto, dai chiodi di tutte le dimensioni alle cartucce, piombo &
polvere da sparo per i cacciatori.
Papà, è stato, nei tempi
prima dell’entrata in casa della televisione, il lettore della famiglia
- è stato anche un ascoltatore della radio (alla sinistra della
scrivania), la sua passione erano le opere liriche -; molto spesso, dopo cena,
leggeva per gli adulti di casa, dapprima per il nonno, la nonna e le sorelle ancora
signorine, e dopo sposato si aggiunse la mamma, ma già mancava qualche sorella
andata sposa di mariti venuti da fuori. Poco prima di venir meno la zia Amalia
mi ha detto che papà leggeva di tutto, eppure non superò mai la terza
elementare. Qui a Messina preferiva gli editoriali del direttore della
Gazzetta del Sud, il quale col suo anticomunismo alla messinese infusogli dal
suo padrone/padrino/allevatore, Bonino, il re della molitura, lo faceva
arrabbiare e gridare, indirizzandogli, “bestia”!
Quel titolo, Resurrezione,
non l’ho scordato mai: nella copertina del libro era scritto di colore rosso,
in corsivo, di traverso, da sinistra verso destra, dal basso verso l’alto, con
sopra un volto dolorante d’uomo - un Cristo? -.
Ho aspettato anni prima di cominciare
a leggere Tolstoi, e l’ho letto tutto. Devo dire che ho cominciato al momento
giusto con Anna Karerina. Guerra e Pace è il libro
da leggere e rileggere: del resto Cormac Mc Carthy, come ai suoi tempi
Dostoevki, lo definiscono il più grande mai scritto, superiore alla Bibbia e. fidatevi, è così! Mio malgrado,
quello che preferisco è I Cosacchi, una cosetta rispetto all’altro,
ma per dirla con Marcel Proust: “sono le opere da niente che ci fanno
addentrare nei gradi capolavori di uno scrittore”.
domenica 29 maggio 2022
venerdì 27 maggio 2022
Il mio domani [di Marina Spada, 2011]
Terra acquistabile tomolate 10 £ 2000
Olivi salme 7 £ 1550
Gelsi sicomi £ 0800
Querce £ 0340
Peri £ 0200
Fichi £ 0100
Viti £ 0010
Case rurali £ 0500
______
Totale £ 5500
Data lettura del presente a’ i sudetti esperti sottoscrivono il presente con me
Platì 22 febbraio 1904
Mittiga Giuseppe perito
Antonio Mantegna
Saverio Arciprete Oliva Vicario Foraneo
Archivio Storico Diocesano “Mons. Vincenzo Nadile”
Diocesi di Locri – Gerace
ASDLG
Con la stima dei terreni dati in dote
ad Ernesto Gliozzi (1883-1948) di Francesco onde costituire il suo
sacro patrimonio* da esibire prima della consacrazione a ministro di Dio, l’arciprete
Don Saverio Oliva (1835-1919) si rivela una persona preparata nell'esercizio delle funzioni a lui demandate, nella fattispecie di rilevatore di terreni onde attribuire un valore del tutto secolare.
In questa sua stima, aiutato dai periti Giuseppe Mittiga e Antonio Mantegna,
egli si rifà ai canoni classici rintracciabili nei Catasti Onciari platiesi del 1746 e
1754. Le stesse figure del rilevatore e degli apprezzatori, il giuramento prestato da questultimi derivano da quelle epiche epoche. In avvenire l'identico Sacro Patrimonio verrà riciclato in favore dello zio Ciccillo. Allo zio Ernesto il giovane nulla toccherà, essendosi nel frattempo dissolta quell'Istituzione, seppur Sacra, del tardo medioevo.
*La dote economica assegnata ad un chierico e futuro sacerdote secolare onde garantirgli una rendita e di conseguenza il mantenimento.
mercoledì 25 maggio 2022
Contestazione generale [di Luigi Zampa, 1969]
Cl
DISTURBA UNA TV ARABA
dott. Mimmo Marando
Platì (R.C.)
La petizione popolare promossa a Platì, sottolinea che tocca alla Rai (col l’impianto di un ripetitore) adempiere ai propri obblighi di rendere visibili tutti i programmi televisivi, dopo che gli abitanti del paese hanno fatto il dovere loro pagando il canone conseguente a regolare contratto di abbonamento, come tutti. I promotori segnalano poi che, “mentre il secondo e terzo canale Rai non si vedono affatto, il primo canale molto spesso, nei periodi estivi, è disturbato da una emittente araba". Se la Rai non aderisse alla richiesta, il gruppo promotore della protesta a Platì s’ impegna “a proseguire la battaglia intrapresa, in sede giudiziaria, o in ultima ipotesi a invitare tutti gli abbonati Rai-tv a disdire l’abbonamento”. Infine, segnala che “nel vicino comune cli Antonimina, per le ragioni sopra denunciate, da molti anni gli abitanti, pur ricevendo il primo canale, non pagano il canone di abbonamento Rai-tv".
Insomma, quel ripetitore Rai ci vuole. Prima che lo metta qualche televisione araba.
FAMIGLIA CRISTIANA - 7 settembre 1980
lunedì 23 maggio 2022
Nuove terre [di Joris Ivens - 1944]
Mi dichiaro io aqui sottoscritto aver vinduto la mia porzione dorto Al Signor D’onfilippo Agliozzi Accepreti. Limiti suoi stessi della parte superiore D’on gesofatto Forori dallaltra parti Fù Rosario Mittica fu Domenico e sono soddisfatto del valure corrispondenti io Domenico Romeo del Fù Antonio
Accetto come supra
Giuseppe Antonio Marando testimone
Ielasi Domenico Testemo(ne)
giovedì 19 maggio 2022
Il tempo dell'inizio [di Luigi Di Gianni - 1929]
ALLA PRIMA META’ DEL SECOLO (XX°)
A cura di Francesca Romeo
Sulla discendenza
greca dei platiesi (pratiòti) ritengo non possano esservi dubbi. Si riscontra l’etimologia
greco-classica in almeno il 50% dei vocaboli di uso corrente (rìza, basilicò,
potamàta, camaròpa, stràci, limba etc.), in molti cognomi (Ceravolo, Crupi, Garreffa,
Macrì, Mirarchi, Pangallo, Papalia, Tripepi), nella denominazione di molte località
del territorio (Panareforo, Cromatì, Zìllastro etc.) e nello stesso nome del
paese.
Nell’isola di
Creta, come dimostra il particolare ingrandito della cartina qui riprodotto, esiste
addirittura ancora oggi un paese denominato Platì.
La “fondazione” di Platì, nel senso di primo “insediamento urbano” avente questo nome, è avvenuta in tempi meno remoti.
Nel “Dizionario dei luoghi della Calabria” curato da Gustavo Valente (Ediz. Frama, pag.768) si legge testualmente: «...Si vuole sia stato fondato nel 1557 da Pietrantonio Spinelli per ragioni agricole. Fu feudo della stessa famiglia Spinelli, Principi di Cariati. Nel 1783 fu quasi distrutto dal terremoto.»
L’autore cita a sostegno una copiosa bibliografia.
Annoierei certamente il lettore, se riportassi in questo articolo le contorte e pedanti elucubrazioni sulle vicende e sulle liti dei membri della famiglia Spinelli, che ho scorto in pubblicazioni minori. - Mi limiterò pertanto a esaminare i dati, sicuramente attendibili, ricavati dall'autorevole “Dizionario...” di cui ho detto, e che riguardano Platì nell’arco del nostro secolo e di quello precedente.
Il mio excursus non raggiunge l’epoca attuale, ma si ferma alla prima metà del secolo; se questa rivista avrà fortuna, in un prossimo numero potrò dedicare attenzione, forse anche più accuratamente, ai tempi che stiamo vivendo.
(Per inciso, sorprende che il Valente ometta di menzionare i danni subìti dal paese durante il terremoto del 1908: furono rilevantissimi, e gravi furono le perdite di vite umane).
Dalla fine del settecento alla prima metà del nostro secolo, i dati riguardanti la popolazione di Platì sono riassunti nel prospetto e nei grafici che seguono:
Quanto alla popolazione “attiva”, di circa 2.000 unità, la relativa composizione sarebbe stata, alla fine degli anni Cinquanta, dedita in prevalenza all’agricoltura ed all’allevamento del bestiame, e in minor parte ad altre attività, come dai prospetti e dai grafici che seguono:
I prospetti e i grafici che seguono forniscono molto efficacemente l’immagine “politica” della popolazione e l’individualità degli elettori.
Nel 1946 i cittadini elettori (di età superiore a 21 anni) erano 3.341. - Il referendum si svolse coi risultati riassunti nel prospetto e nei grafici che seguono:
Dalle vicende politiche della Nazione nell‘ultimo cinquantennio, dalla qualità e dalla personalità dei Presidenti della Repubblica succedutisi, dal recente isterismo secessionista, ognuno potrà fare oggettivamente il raffronto tra la cosiddetta “Prima Repubblica” e il preesistente regime monarchico.
Identico numero di elettori e di votanti per l’Assemblea Costituente, coi seguenti risultati:
Nelle
consultazioni popolari dal 1946 al 1968 il numero degli elettori (cittadini di
età superiore a 21 anni) è riassunto nel seguente prospetto e nel grafico
relativo:
Ad esaminare in
dettaglio ciascuna competizione elettorale, dato l’elevato numero di formazioni
politiche partecipanti, non basterebbero le pagine di questa rivista.
PLATI’ NOVEMBRE 1996
A tutt’oggi
il testo ed il lavoro della dottoressa Francesca Romeo, apparsi sulla rivista
di Mimmo Marando, rimangono di primaria importanza per quanti vogliano conoscere, studiare e scrivere, la storia di
Platì. E va ad arricchire le già numerose pubblicazioni sull’argomento qui
apparse.