... non un'opera che fermi il tempo, invece un segno nel tempo che trascende il canone.
Disponibile qui:http://www.editrice-leonida.com/Ultime_pubblicazioni/pubblicazioni2021/410-Mittiga.htm
... non un'opera che fermi il tempo, invece un segno nel tempo che trascende il canone.
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HANNO DIRITTO ALL'IMPERO
I POPOLI FECONDI QUELLI
CHE HANNO L'OGOGLIO E LA
VOLONTA' DI PROPAGARE LA RAZZA M
UNIONE FASCISTA PER LE FAMIGLIE NUMEROSE
Nucleo di Platì
PLATI’ 27 Luglio 1939
=XVII= Gliozzi Luigi fu Fsco via
Fratelli Sergio 6 Platì
Per comunicazioni
che Vi interessano, Vi invito a presentarvi domenica prossima 30 Luglio, alle
ore 9, nella Sede di questo Nucleo in Piazzo Mercato.
05.03.1824 = Flòccari Saverio - Violi Elisabetta di Giuseppe
Saverio nacque l’11 marzo 1797, il 5 marzo del 1824 – giusto 197 anni addietro, cosa potevano pensare i novelli sposi in quel dì felice che non sarebbero stati dimenticati – era un giovane bovaro di ventisette anni, figlio di Rocco che invece era un grado più alto, massaro di bovi, e di Caterina Taliano, la quale non poté conoscere quella felicità essendo venuta a mancare prima. L’abitazione di Saverio e Rocco si trovava nel Vico Vallone. Elisabetta era figlia di Giuseppe, vaticale, e di Teresa Molluso e di casa stavano in Vico San Nicola. Elisabetta, o meglio Bettina era una ragazzina di appena quattordici anni – era nata il 30 luglio del 1810. Al momento della sua venuta in questo universo il paese, più giusto l’Università di Mottaplatì, era sotto lo scettro napoleonico. Al Comune era stata registrata come Agata Carmela mentre al fonte battesimale fu chiamata Maria Elisabetta. Nel 1810 sindaco era Domenico Zappia mentre il giorno del matrimonio era Domenico Oliva e la notifica fu affissa sulla porta della casa comunale il primo di quel mese che, come usanza, era domenica, non ricevendo opposizioni di sorta. A firmare col sindaco furono i due già citati Filippo Tripepi e Pasquale Perri, con loro Francesco e Paolo Iermanò rispettivamente di anni cinquanta il primo e trenta il secondo. In chiesa il matrimonio fu celebrato alla presenza di Domenico Morabito e Don Vincenzo Oliva.
A questo punto, curioso come i gatti, ho dovuto sapere di più su Filippo Tripepi vista la persistenza a volerlo come testimone di nozze.
Filippo nacque l’1 ottobre del
1792 da Francesco e Giulia Pugliese. Come detto di professione era vaticale ed
abitava nella Strada San Pasquale con i genitori ed un fratello minore,
Giuseppe (15.10.1798). In quel tempo il clan Tripepi era uno sparuto gruppo - e
tale restò – proveniente probabilmente da Cirella come attesta una nota di
Ernesto Gliozzi il giovane. Il 13 maggio dell’anno 1825 egli sposò Francesca
Trimboli, anch’essa una ragazzina di quindici anni, era nata il 31 gennaio del
1807, figlia di Nicola ed Anna Sergi. La famiglia Trimboli era domiciliata
nella Strada Pietra d’Angela. Ad unirli in matrimonio fu il dotto Arciprete
Francesco Oliva con accanto Francesco Caruso e Antonio Zappia. In Comune con
loro c’erano Tommaso Morabito cinquantenne pecoraio, Francesco Zappia bracciale
di trentadue anni, Domenico Dimarco di anni tretatre e … come in un canone di Johann Pachelbel, Pasquale Perri.
Il celebre Canone contenuto nella pellicola di riferimento è dedicato a tutto il cast completo di oggi e agli sposi in foto, coniugi Ciampa, che aprono la pubblicazione, soprattutto alla Signora Anna Cusenza, che mi ha sempre accolto in casa come un figlio, da poco venuta meno.