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mercoledì 14 ottobre 2020

Il vincitore - pt. 2 - Un Saggio





 
Un saggio di P. Perri
Mezzogiorno
e scuola


Una precisa valutazione politica della situazione attuale del Mezzogiorno d'Italia, sorta da una vigile esplorazione delle tappe storiche del nostro sud, permette a Pasquale Perri in Scuola e Mezzogiorno, di analizzare il problema del rapporto scuola-società, inquadrandolo in un più fertile campo di prospettive e soluzioni concrete. Perri riconosce che l'attuale evoluzione delle strutture scolastiche e il superamento della tradizionale distinzione tra scuola umanistica e tecnica, sono le premesse per una adeguata soluzione politica; ritiene tuttavia che tali provvedimenti suonano come insistenti campanelli d'all’arme perché vi avverte il delinearsi di nuove discutibili forme della programmazione neocapitalista.
Quale protagonista e testimone di una vicenda economicamente drammatica e socialmente angusta, ecco Perri appellarsi al carattere fondamentale delle direttive della scuola moderna: operare su tutto il corpo sociale. Ma il fine preciso di porre tutti i cittadini nella condizione di affrontare i problemi della vita individuale e associata, trova nel Sud la secolare opposizione di reminiscenze storiche tuttora condizionanti ogni sforzo; da qui, per la scelta delle soluzioni, la base storica dell’indagine del Perri. «Se prima dell’unità mano allo strapotere clericale, che incoraggiato dalle autorità esercita il suo dominio indiscusso, il nuovo Regno d’Italia non prenderà certamente adeguati provvedimenti alla questione meridionale». 
Oggi il problema della scuola si pone in maniera ancora più pressante, allorquando alla trasformazione sociale ed economica basata sull'industrializzazione, costringe le zone meridionali ad un rivolgimento completo effettuato a tappe forzate. «Il problema dell’adeguamento, va inoltre collocato in una prospettiva anticapitalista, per non ritrovare il popolo meridionale rigettato in un sistema che è, l'erede del sistema feudale nei termini moderni di sfruttamento sistematico e alienazione» M. S.
PASQUALE PERRI: «Scuola e Mezzogiorno», pref. di Franco Gaeta, ediz. Quale cultura, pagg. 246, l. 1.500
Avanti!, 7 – 11 - 1971

NOTA - Nella foto d'apertura Pasqualino Perri alla premiazione napoletana con lo zio Mimì (1909-1999), acclamato sarto romano, e la moglie, Anna Pitone, locrese (1931-2008).

L'articolo sopra riportato è forse a tutt'oggi il più vicino alle idee dell'autore di «Scuola e Mezzogiorno». Qui conviene ancora ribadire che libro ed autore sono sconosciuti al 90% dei calabresi e dei platiesi in particolare. A tutt'oggi, e a vent'anni dalla sua scomparsa, Pasqualino ha ricevuto solo mi piace e le faccine sorridenti per via delle foto apparse nel social(ismo) più frequentato.



lunedì 12 ottobre 2020

Il grande incontro [di William A. Seiter - 1953]

Nel 1992 il regista bagherese Peppuccio Tornatore tenne una serie di lezioni presso la Facoltà di Magistero dell’Università di Palermo. Nella primavera di quell’anno il tema della lezione era il rapporto tra cinema e musica e relatore fu il Maestro Ennio Morricone introdotto dallo stesso regista. Conoscendo la mia ossessione per il cinema di Sergio Leone e la musica di Ennio Morricone il regista di Baaria mi aveva già da tempo promesso di presentarmi al Maestro. Così, in compagnia di Valerio Vella, andai a Palermo per soddisfare quella promessa. Al termine della lunga ed esauriente lezione, dovendo il Maestro rientrare a Roma, il fratello del regista, Francesco, ci invitò a tenergli compagnia nella sua Fiat uno, per accompagnare il compositore all’aeroporto palermitano. Lungo il tragitto il Maestro ci svelò la sua cortesia e cordialità con uno strascico della lezione fatta questa volta a due che conoscevano bene le sue composizioni, dapprima per averle accostate ai film durante le proiezioni e di poi su supporti vinilici. All’incontro, per mia colpa, mancava Nigel Haynes (1962-2015), il più grande tra gli ammiratori del maestro e il video che state per vedere a Nigel è dedicato.

domenica 11 ottobre 2020

Il vincitore [di Alex Cox- 1996]




PER UN’OPERA DI SAGGISTICA
Premiato con Moravia
Il popolese Perri
 

Il premio letterario «Il libro dell’anno 1971», terza edizione, bandito, dall'associazione meridionale editori. per un'opera di saggistica sulle condizioni socio-economiche e politiche del mezzogiorno d’oggi, è stato assegnato a Pasquale Perri, nel corso di una riunione tenutasi presso il circolo della stampa, per il volume «Scuola e mezzogiorno» edito da «quale cultura» di Vibo Valentia.
Pasquale Perri risiede a Popoli ormai da molti anni ed è nato a Platì (Reggio Calabria). Ha 37 anni. È laureato in pedagogia presso l’università de L’Aquila. «Scuola e mezzogiorno» è la sua prima opera ma ha già in preparazione una raccolta di racconti sulla Calabria e uno studio sui movimenti contadini nell'Italia meridionale dai fasci siciliani ai nostri giorni. Il premio di lire un milione abbinato all'alto riconoscimento del premio letterario «il libro dell'anno» gli sarà molto utile appunto per la pubblicazione dei lavori in corso di stesura.
La commissione che ha attribuito al Perri l’ambito premio era così composta: Mariateresa Benincasa, Gino Geriani, Giuseppe Galasso, Mario Guida, Pellegrino Sardo, Francesco Tagliamonte, Sergio Zappi, Alberto Marotta, presidente e Romualdo Marcone.
Al vincitore è stata data comunicazione con il seguente telegramma dell’organizzazione del concorso: «Lieto comunicarle giuria della sezione meridionalistica Libro dell’anno 71, terza edizione, ha attribuito premio un milione di lire volume «Scuola e mezzogiorno». La premiazione avverrà nei saloni del Maschio Angioino di Napoli il 4 dicembre.
Nella stessa circostanza, Alberto Moravia riceverà dalla stessa associazione il premio per la narrativa per l’opera «lo e lui».
IL MESSAGGERO, 12 – 11 - 1971



A Pasquale Perri
il «Libro dell’anno» 

Lo scrittore Pasquale Perri di Popoli ha vinto il premio «Libro dell'anno 1971» per la sezione meridionalistica, bandito per la terza volta dall'Associazione meridionale editori di cui è presidente Alberto Marotta. Con Perri è stato 'premiato a Napoli con una targa lo scrittore e politico Francesco Compagna, mentre il premio «Libro dell'anno 1971» è stato attribuito ad Alberto Moravia per Io e lui edito da Bompiani.
Questa. designazione sta a significare l’importanza, del riconoscimento toccato a Pasquale Perrí per Scuola e Mezzogiorno, edito da Quale cultura di Vibo Valentia. Con un solo voto contrario, la giuria ha assegnato il premio a Perri «per il contributo che l'opera può arrecare alla conoscenza e alla divulgazione della questione meridionale e delle particolari condizioni del settore scolastico-educativo; per la validità della tesi e il suo accurato svolgimento; per lo stimolo che -- si legge nella motivazione - dalla lettura può derivare ai fini di un ulteriore approfondimento e di un rilancio dei temi, che, dopo un periodo di promettente euforia e di programmazioni e realizzazioni dell'intervento straordinario ben più cospicue di quanto non risulta dall'opera del Perri, sembra attraversare una fase di meno esplicita considerazione».

 





mercoledì 7 ottobre 2020

Il Rosario di legno [di Ewa Petelska, Czeslaw Petelski - 1965]





Alla Vergine del Rosario

 

Nei giorni trepidi - di guerra atroce
Ascolta o Vergine – dei cuori la voce
Pel tuo Rosario – ci ottieni mercè
Di pace il giubilo - chiediamo a te
 
Pei gaudii eterei – del parto santo
Sui nostri militi – stendi il tuo manto
Forza, presidio – maggior non c’è
Di pace il giubilo chiediamo a Te
 
Il Tuo Unigenito – che ci ha redenti
Gli egri fortifichi – salvi i morenti
Pel Tuo martirio – gli attiri a sé
Di pace il giubilo - chiediamo a Te
 
Per Te piissima – dal tempo triste
La gente italica – risorga in Cristo
Con nuove glorie – d’antica fe
Di pace il giubilo - chiediamo a Te
 
O rosa mistica – madre e regina
Ai prieghi, ai gemiti – dolce t’inchini
Consola il popolo – stretto ai tuoi piè
Di pace il giubilo - chiediamo a Te
 
Ernesto Gliozzi il vecchio
 

E' per tutti i Rosario, Rosi, Saro, Sarino e Sarineiu di Platì - dentro e fuori, di ieri e di oggi. A loro, buon onomastico, e a voi ricordo che la chiesa omonima in Platì è stata retta dagli zii Ernesto il vecchio, Ciccillo ed Ernesto il giovane, con il contributo delle Figlie della divina Provvidenza.

 


 

martedì 6 ottobre 2020

Il Frate [di Francisco Lara Polop - 1990]



Frate Antonio: chi è costui?
Si presenta di buon mattino, come un familiare come uno che conosci da tanto tempo, non ti declina le proprie generalità; ti fa intuire, ma non ti dice lo scopo della sua visita; senza che tu lo inviti, ti annunzia che mangerà con te, dormirà in casa tua; non è letterato, ma ricorda con straordinaria lucidità fatti luoghi e persone; ha ottant’anni suonati, eppure sulla strada non riesci a tenergli il passo; parla con reverenza di padri guardiani e di eccellenze; se lo accogli, ti è grato, se lo scacci non se la prende...
Potresti sospettare di lui, ma le tue apprensioni vengono subito smantellate; qualche giornalista lo direbbe un mattacchione; qualche altro un ingenuo...
Ecco: le sue testimoniali sono in questo album scritto ed illustrate da migliaia di persone di ogni ceto.
Perché tanti hanno voluto testimoniare (a volte senza volerlo o volendo il contrario) stupore ed affetto per lui?
Mi sembra di poter scoprire un simbolo in quest’umile questuante: in un mondo di sofisticatori, di falsari, di violenti, di ribelli l’umanità brama un ritorno alla semplicità, al rispetto, alla verità e vi si aggrappa con tenacia quando crede di poter scoprire questi beni mancanti in una persona, quale che sia.
Anche in questo fraticello si scoprire il disegno di Dio che sceglie le cose deboli e stolte per confondere i forti e i sapienti.
In tal senso, frate Antonio potrebbe essere un segno dei tempi …

Platì, 20-28 sett. 1978 E. Gliozzi il giovane

(sull’album di frate Antonio Faruolo, questuante dell’Istituto orfanotrofio "S. Maria della Vigna" di Pietravairano (Caserta)

venerdì 2 ottobre 2020

Appassionatamente [di Giacomo Gentilomo - 1954]



Sono qui riunita, nel rinnovare un dolore infinito. Io figlia adulta,
ma così bambina, che nello smarrimento del vuoto chiamo MAMMA.
Cosa dire di questa grande donna che è stata due volte madre per me figlia,
e madre per i miei figli. Che nelle vicissitudini della vita hai saputo accudire
con amore, una donna che anche nell’ultima sofferenza mi dava coraggio.
Sei stata strappata alla vita tu che alla vita eri legata con i pugni e con i denti.
Tu che eri la persona più coraggiosa, solare, generosa, umile e pura che
abbia mai conosciuto … ora tutto è diventato un silenzio che mi lacera
il cuore e l’anima … mi hai lasciato preziosi ricordi e altrettanto preziosi insegnamenti.
Cara mamma riunita in questo momento ti chiedo un linguaggio nuovo,
quello silente che parla al cuore. Ora più che mai ho bisogno di te,
e che dall’alto del cielo mi proteggi ancor di più.
Mamma mi hai insegnato l’amore più puro, un more che va
oltre la vita. Ogni notte mi addormento sperando di svegliarmi
il giorno dopo e vederti di nuovo lì con me … ma ogni volta il risveglio è sempre
più amaro e sempre più doloroso … in questo momento le lacrime scendono
sul mio viso ti dico ti amo e ti amerò per tutta la vita …
… GRAZIE MAMMA
                                                                                                                Tua Figlia Rosa


venerdì 25 settembre 2020

Storie sospese [di Stefano Chiantini - 2015]

 

Vedeva gente che negava e seppelliva e, con tristezza improvvisa, vedeva cambiare anche sé stessa.

Renato stava per fargli notare che almeno aveva attraversato la Storia. *


Ci sono libri che sono delle partenze, o meglio un ricominciare. Sono libri fondati sulle coscienze di chi scrive. Chi riparte? Platì e Mara!
Non c’è niente che accomuni Nadia Terranova e Michele Papalia. Se vogliamo calcolare la distanza che c’è tra di loro il risultato è di 115 km. La distanza che c’è tra lo Stretto e quel paese del primo Aspromonte per chi risale dalla statale 106 confluendo nella sbarrata 112. Il racconto della prima è aperto come lo Stretto, quello di Michele chiuso, come la forra in cui si dimena Platì. Ancora: chiude la prima con la sua infanzia ed apre il secondo il futuro del nostro paese.
Il primo romanzo di Nadia Terranova e il primo di Michele Papalia, due quasi coetanei, sono una rivisitazione di un passato ancora prossimo. Letti casualmente di seguito io che ho lasciato Platì e mi sono trapiantato nella città di cui lo Stretto porta il nome, che ho attraversato una parte di quanto nelle loro opere viene raccontato, non posso fare a meno di unirle col confronto. La causa è senz’altro una: l’istintiva, banale ricerca in quelle storie rivisitate di quanto ci sia con personaggi esistiti e fatti realmente accaduti che hanno attraversato la mia vita.
Una volta letti, i libri appartengono al lettore più che all’autore e nella sua testa, un lettore che non sia passivo, li può rimescolare.
E così la distanza tra Platì e lo Stretto, quella tra Nadia Terranova e Michele Papalia accorciate di netto.
*
Nadia Terranova, Gli anni al contrario, 2015


Il Lou Reed che segue non dispiace a Mara e Giovanni Santatorre

giovedì 24 settembre 2020

Assolutamente famosi [di Dominique Deruddere - 2000]


I’ve nothing much to offer
There’s nothing much to take
I’m an absolute beginner
And I’m absolutely sane
David Bowie


 

DOTT. FRANCESCO ANTONIO PERRI
Viale della Libertà, 16 A Tel. 26997
PAVIA
 
9 OTTOBRE 1971
 
Egregio Professore,
il suo libro “Scuola e Mezzogiorno”, mi giunse oggi, e mi trovò in condizioni di salute non buona.
Tuttavia, un po' per il suo casato e il suo paese natale, dove noi avevamo un lontano parente – Don Fortunato Furore il vecchio, mi misi a leggerlo.
Lessi l’introduzione.
La lessi tutta affascinato dallo stile robusto, dalla prosa energica e chiarissima, in bella lingua italiana senza neologismi inutili e presuntuosi.
Lo leggerò tutto, quanto più presto me lo permetteranno il mio lavoro consueto e i miei anni, che sono molti!
Per adesso posso dirle che lei scrive magnificamente, con chiarezza ed energia, e solo per questo deve essere tratta con serietà e rispetto.
Le scriverò a lettura finita.
Le stringo la mano con amicizia e stima. Suo
Francesco Perri



Bovalino M. 21 – 1 – 1971
Sig. Prof. Pasquale Perri,
 
vi ringrazio degli auguri che mi avete mandato per il nuovo anno e ve li ricambio cordialmente. Ho spesso vostre notizie da vostro padre e mi rallegro dei vostri successi.
Se venite in Calabria, mi farete piacere se vi ricorderete di passare da casa mia.
Saluti e auguri
Mario La Cava


Difficile al giorno d'oggi trovare un illustre letterato, un famoso scrittore anche calabrese, uno che dice di esserti vicino, il quale dia una spinta all'absolute beginner, altri tempi, altri uomini e Francesco Perri (in queste pagine talvolta trattato male, oggi scopriamo che era imparentato con la casata Furore ) e Mario La Cava non si facevano pregare. Eppure a tutt'oggi Pasqualino Perri è tra gli absolute beginners, e la sua pubblicazione, accolta con favore alla sua uscita, giace dimenticata. Così ricorro a David Bowie per celebrarlo:

lunedì 21 settembre 2020

London calling - The Clash

 London calling to the faraway towns
Forget it, brother, you can go it alone
The Clash





London, summer 1970

Saro (alias Paolo) è stato dapprima un beat, successivamente passò attraverso i Mod, i Rocker e gli Hippies. Il punk non l'ha sfiorato. Quello di Londra fu il suo viaggio iniziatico-lisergico. Partì da Messina ma Platì ancora non l'aveva rimosso.