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lunedì 9 aprile 2018

Fatti corsari - ancora Lentini (e Zappia)



Qualche post indietro la signora Caterina Lentini era accanto al marito Pasquale Zappia fu Carlo, oggi è insieme alla figlia Annina, mia zia.

domenica 8 aprile 2018

Fatti corsari - Olimpiade



-Gliozzi Maria Rosa(9.2.1892/7) di Giuseppe e Annunziata Rondello, di 5 giorni.
-Zappia d. Filippo(10.3.1892/13) di d. Rosario e d. Rosa Lenzi, vir di Beatrice Lenzi.
-Oliva Ferdinando (10.11.1892/62) di d. Michele e d. Gaetana Empoli.
-Oliva d. Elisabetta (11.11.1892/63) di d. Nicola e d. Oliveria Bagalà, ux. d. Giosofatto Furore.
-Minniti Antonino (26.4.1893/21) di Gius. e Faustina Zappia, da Siderno.
-Sgrò Andrea (26.4.1893/22) di Gius. e Russo Natalizia, da Iatrinoli.
-Delorenzo  Domenico (6.6.1893/34) di Pietro e Califiori Caterina, da S. Stefano.
-Fera d. Saverio (7.11.1893/65) di Francesco e Anna Lentini, sacerdote.
-Zappia d. Domenico (5.3.1894/12) del dott. Rosario e d. Rosa Lenzi, vir Giovanna Fasano.
-Fera d. Francesca (15.4.1894/27) di d. Franc. e d. Giuseppa Italiano.
-Mediati Caterina (28.5.1893/37) di Natale e Gelonese Elisab., suburbii Cirella.
-Gliozzi Maria (3.7.1894/51) di Michele e Laria Caterina, di 15 mesi.
-Papalia Candida (4.10.1894/75) del dott.Vincenzo e Lescane Teresa.
-Fera d. Domencio (26.1.1895/3) di Giuseppe e Michelina Papalia, sacerdote.
-Gliozzi Domenico (1.9.1985/71) di Luigi e Assunta Lopez, di 13 mesi.
-Oliva d. Raffaele (15.9.1895/94) di d. Filippo e d. Rosa Sculli, vir Pasqualina Brancatisano.
-Lentini mf. d. Raffaele (13.12.1895/125) di Muzio e Ruy Dorotea, vir mf Rachele Murabito.

Libro dei Morti Vol. VI
Sulla lapide Elisabetta Lentini (1887 - 1971) nipote, con Maria Loreta e Caterina, di Raffaele avv. Lentini, pulinaroti doc.
Come potete notare l'Olimpo platiota scorre in rassegna, sebbene alla fine dei loro giorni.

mercoledì 4 aprile 2018

Balla coi lupi (re. Kevin Kostner, 1990)


A ccòla!  A ccòla! …

Vidisti mai lu lupu pecuraru,
la gurpi pemmu guarda li gaijni,
vidisti mai lu meli m’esti amaru
e lu ruvettu mu cangia li spini?

Cu voli u didi chisti meravigghi
m’accattiia pe avanti a cresiola,
sempi china di lupi e di gurpigghi
chi a pecura e gaìini fannu scola.

Parla nu lupu: “ Frati meu pe ttia
sempi si spinnacchiau lu cori meu
pe lu to beni dammi u votu a mmia
e po vidi chi sacciu mu fazz’eu”.

Oji li chiama frati, ma domani
li tratta comu fici finu a ieri;
“Pezzi di merda, pigghianculu, cani
cornutazzi di soru e di mugghieri!”

E dici n’atru lupu scondricatu
chinu d’anni e di caij: “ Eu ti trattai
sempi e po beni toi mi svindignai …
se non mi duni u votu fai peccatu”.

Ma se nta soi putigha pe sventura
ndai mu scansi pe forza poverettu,
paghi a pisu di sangu l’acqua pura
ti scorcia vivu comu nu crapettu!

Unu prometti terreni e livari
natru girija cantini cantini:
“Bonu stu vinu! – Mbivimu cumpari!
ca li me buggi sunnu sempi chini!”

Ndannu pe tutti: terri a li voari
erba e crapari, siia e mullatteri
vinu e mbriachi, biava a li sumeri
p’ogni denti sorta di mangiari.

Pe chiji chi non su nimali i panza
“ricatt” vastunati, carci e schiaffi;
se nesci fora tutta la paranza …
e va cchiappali va puru a li zaffi!

Fin’ a lu jornu dill’elezioni
li vucchi sunnu chini di promisi;
dopu finitui li festi e le soni,
lu fessa a carci nculu paga li spisi.
  
Populu di Pratì sentimi a mmia:
lu lupu cangia pilu ma non vizziu.
Non ti ricordi ca chissa hanìa
portaru lu Cumuni a precipizziu?

Tu pagasti lu ranu a pisu d’oru
e lu to sangu i latri si mbiviru,
ssi latri chi ti vannu ngiru ngiru
pemmu tu fannu pagari da novu.

Non ti stancasti m’appari lu cozzu?
Non ti ricordi ca mammi e mugghieri
t’i trattaru i puttani fin’ a ieri
cu ngiurii, pizzicati e te viozzu?

Dintra ‘e vini ndai forsi camumija?
Non ti risenti pe nissuna uffisa?
Ti nsurtaru, ti ficiru mmerdija
chissi latruni e tu si fai la spisa?

Pigghia na scupa pe mu scupa para,
bisogna rinovari u municipiu
chi nvece m’esti nu pubbricu ufficiu
pari lu passu di la Cerasara!

Platì 22 settembre 1924

Pasquale Zappia di Carlo




Questo testo ha rivisto la luce, in un primo tempo, sulla rivista di Mimmo Marando "PLATI’", novembre 1996 privo di note.
Nella foto, con la copia originale del testo, l’autore (1900? - 1932) con la moglie Caterina Lentini

martedì 3 aprile 2018

La famiglia (reg. Ettore Scola, 1987)


(dalla vostra destra) seduti: Mittiga Rosario, Trimboli Maria, Mittiga Rachelina
in piedi: Mittiga Giuseppina (Pina), Mittiga Giuseppe, Mittiga Francesco, Mittiga Rosina
li chiamavano barva

giovedì 29 marzo 2018

Uno sbirro dalla faccia d’angelo (reg. Richard Bennett, 1976)


Platì / La criminalità si previene soprattutto penetrando culturalmente nel tessuto sociale
Insegnare che un Carabiniere non è uno sbirro
Saranno istituiti corsi per educare i giovani al rispetto della legalità

PLATI’ – Un’ora e mezza circa di riunione per sottoscrivere – simbolicamente ma non solo - <<l'armistizio›› tra la maggior parte della popolazione platiese, quella sana postasi da tempo alla ricerca del riscatto civile e sociale, e le istituzioni; nella fattispecie le forse dell’ordine.
Potrebbe essere cosi sintetizzata la seduta del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica della provincia di Reggio Calabria convocata nel Palazzo municipale di Platì ieri mattina alle 10.30 sotto la presidenza del prefetto Luigi Caselli. Un solo punto all’ordine del giorno del Comitato: l'episodio che il 25 agosto scorso che vide protagonisti, per le strade. del centro aspromontano, due carabinieri in servizio nella locale
Stazione rimasti vittime di un’aggressione effettuata da alcuni platiesi che tentavano di impedire la cattura di Antonio Trimboli, un ventunenne sul cui capo pendevano due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dalla Procura Distrettuale Antimafia di Torino.
Alla riunione del Comitato  hanno partecipato il questore di Reggio Calabria, Ennio Gaudio; il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Massimo Cetola; il comandante del gruppo della Guardia di Finanza, tenente colonnello Tindaro Scaffidi Lallaro; i capitani Avagliano  e Piller, rispettivamente comandanti delle compagnie  dei Carabinieri e delle Fiamme Gialle di Locri; il dott. Labate e  il dott. Bonfiglio, dirigente del Commissariato di Polizia di Bovalino il primo e della Squadra Mobile di Locri il secondo; il procuratore capo della Repubblica del Tribunale locrese, Rocco Lombardo ed il suo sostituto Nicola Gratteri. Con loro anche il sindaco di Platì, Francesco Mittiga, e l’assessore comunale Ciampa.
«Siamo qui -  ha detto il prefetto Caselli  per dimostrare che le Stato non vuole  essere assente da Platì. Condanniamo quanto accaduto, ma non possiamo commettere l'errore di criminalizzare un'intera collettività. Sappiano comunque tutti che non potremo tollerare che si ripeta in futuro quanto è successo nei giorni scorsi››.
Dello stesso avviso il Questore Gaudio ed il procuratore Lombardo per i quali resta la «durissima condanna per quanto verificatosi››.
In merito ai fatti del 25 agosto il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica non ha deciso di adottare provvedimenti immediati. «La presenza delle forze dell'ordine a Platì -- ha confermato il colonnello Cetola  è sufficiente, intensificheremo solo l'attività di controllo del territorio››.  
A precise denunce e richieste del sindaco Mittiga, il prefetto Caselli ha annunciato che nel centro aspromontano saranno istituiti corsi parascolastici per «educare i giovani al rispetto della legalità››. Droga, inserimento nel sociale, devianze varie saranno i temi che verranno trattati da personale della Prefettura reggina coadiuvato da assistenti sociali. Si cerca - insomma - di penetrare nel tessuto sociale che, del resto, rappresenta il vero malato platiese abbisognevole di cure.
 Lo ha confermato il primo cittadino manifestando scetticismo per il ripetersi di incontri e di riunioni ai quali, esige, seguano i fatti.
<<Scuole, campo sportivo, biblioteca comunale, strade, acquedotti - ha detto – tutte cose ancora da inventare a Plati; ed il riscatto passa anche attraverso esse! Non tutta Platî - ha aggiunto – è rappresentata da quelle poche persone che hanno aggredito i carabinieri. La maggior parte della popolazione – ha aggiunto respinge quanto è purtroppo accaduto e chiede che la parte malata del paese venga perseguita dalla Giustizia. Ribadiamo la nostra solidarietà all' Arma ed a tutte le forze dell'ordine; sentimento  questo manifesteremo ulteriormente lunedì prossimo nel corso di un Consiglio comunale  aperto al quale parteciperanno diversi rappresentanti istituzionali ed il sottosegretario all'Interno Gasparri››.
Modifiche al Codice penale e di procedura penale nonché al regime carcerario – ha detto il sostituto Gratteri in un breve incontro con la stampa - tra i provvedimenti a breve scadenza per le zone ad alta densità criminale. Rivede l’ordinamento scolastico «bombardando» i bambini a rischio di lezioni e di momenti di incontro per  distoglierli da ogni devianza. «Se un bambino di otto anni chiama un carabiniere “sbirro” `è già troppo tardi. Sarà destinato a fare il corriere della droga!››.
 Antonio Condò
Testo e foto: Gazzetta del Sud  Anno XLIII-Sabato 3 Settembre 1994


mercoledì 28 marzo 2018

In lotta col destino (reg. Ubaldo Pittei, 1913)



Per una volta la RAI si è degnata di fare qualcosa di politicamente corretto, spuntano, a volte, anche le lacrime. Nelle immagini dell'Istituto Luce, del paese si riconosce ben poco, tranne quelle tre lapidi ancora fissate nel luogo d'origine dentro il cimitero; non riesco a distinguere neanche chi piange ai piedi della bisnonna Caterina Fera. E il dottor Franco Mittiga lamenta quello che ancora lamenteremo in eterno. E' una vera lotta col destino!



lunedì 26 marzo 2018

Il buco (reg. Jacques Becker, 1960)





Giunta Provinciale Amministrativa
Di Reggio Calabria
Per il Comune di Platì
resistenti
Contro il Sig. Oliva Francesco fu Rosario
Ricorrente

Dopo quanto fu detto nella comparsa principale, la difesa del Comune – al cui timone il ricorrente aspira con pertinacia e spasimo – potrebbe rinchiudersi nell’aurea rosea del silenzio e attendere fiduciosa il responso di codesto on. le  consesso.
Non insisteremo nel lumeggiar meglio il passato dell’Oliva ch’è detto un incessante presso che secolare conflitto col prossimo e coi cinque codici – perché rifuggiamo dai facili successi e non amiamo incrudelire contro i nostri avversari quando anche lo meritino come l’attuale.
Ci limiteremo – e soltanto ad abundantiam – a ricapitolare sintetizzandole le nostre ragioni.
Assume l’Oliva che il suo buco – oggetto dell’attuale controversia – preesisteva alla costruzione del  pubblico mercato. Verissimo. Però esso buco per la sua speciale conformazione, per le sue dimensioni (un pentagono con il lato della lunghezza di un mattone) e per l’inferriata che lo muniva, non poteva essere, come in effetti non era, che una semplice presa di lume.
Presa di lume imperfetta che mancava di alcuni dei requisiti voluti dal codice ( invetriata fissa, altezza dal pavimento ecc.) e che avrebbe autorizzato il Comune a costringere l’Oliva a una più esatta osservanza della legge, ma che non poteva mai autorizzare l’Oliva stesso  a trasformarla in finestra.
Una servitù di lume non può essere trasformata in servitù di prospetto perché il nostro codice vieta al proprietario del fondo dominante di aggravare le condizioni del fondo servente – Né i trattatisti sono ambigui in proposito. Per citarne qualcuno, dice Le vieil Cocu (Traite de droit. V. III ch. 27) “La luce e l’aria son due cose distinte (!) e si può aver diritto alla prima senza poter fruire della seconda. Perciò tra le due servitù, di lume e di prospetto, c’è un abisso”.
La difesa dell’Oliva alterando i fatti, si fa forte del capoverso dell’art. 587 C. C. che sembra fatto apposta per compendiare le ragioni del Comune. Esso prescrive infatti: “Non si possono aprire sedute dirette o finestre a prospetto né balconi od altri simili sporti verso il fondo chiuso o non chiuso e neppure sopra il tetto del vicino se tra il fondo di questo e il muro in cui si fanno le dette opere non vi è la distanza di un metro e mezzo”. Poiché la striscia di terreno che intercede tra il tetto del mercato e la finestra dell’Oliva, non è larga un metro e mezzo non può costui mantenervela. E se anche la striscia di terreno in parola fosse larga più d’un metro e mezzo, non potrebbe ugualmente l’Oliva aprir la sua finestra, sopra un fondo chiuso del Comune perché realmente è chiusa ad ogni transito.
 Non esistendo quindi tra le due proprietà, dell’Oliva e del Comune, una via pubblica il disposto del capoverso dell'art. 587 C. C. non può aver efficacia perché nel nostro caso si verifica la condizione da esso richiesta. P. q. m.  la difesa del Comune chiede che l’on. G. P. A. neghi il ricorso dell’Oliva, ordini la riduzione in pristinum della finestra abusivamente aperta dall’Oliva sul tetto del pubblico mercato e lo condanni alle spese.
Con riserva di chiedere ulteriormente al giudice civile la chiusura definitiva del buco dell’Oliva.

Nota - Purtroppo è impossibile datare questo documento, probabilmente la disputa risale agli anni del Regime Fascista anni in cui gli Oliva entravano e uscivano dalla sede comunale.



domenica 25 marzo 2018

Missione sublime (reg. Reginald Barker - 1935)

In contemporanea con Novo Cinema Loreto di Platì


In una cornice poco dignitosa, senza alcuna gratitudine, da oscuro Medio Oriente, chiamato a Reggio in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna della Consolazione sul finire degli anni novanta del secolo passato, tra suoni assordanti di clacson e venditori di calia il Maestro è riuscito a trascendere in paradiso con questa esecuzione della Roma Sinfonietta da lui stessa diretta di The Mission. Unici attenti spettatori noi venuti direttamente da oltre Stretto con un Nigel (mai abbastanza compianto) commosso fino alle lacrime e Valerio che registrava l'evento. Interrogato anni dopo su quella serata il Maestro si dimostrava ancora turbato per non dire irritato dell'ingratitudine reg(g)ina.

 

giovedì 22 marzo 2018

High Easter (reg. Irving Pichel-1943)


 La Pasqua
Catanzariti Samuele

La Pasqua è una festività cristiana.
Celebra la resurrezione di Gesù che secondo le scritture, sarebbe avvenuto il terzo giorno successivo alla sua morte.
La Pasqua è preceduta da un periodo di digiuno della durata di quaranta giorni chiamato Quaresima che ha inizio il mercoledì delle ceneri.
L’ultima settimana di Quaresima viene chiamata settimana Santa, comincia con la Domenica delle Palme, che ricordo l’arrivo di Gesù in Gerusalemme, dove fu accolto dalla folla che agitava foglie di palme.
La festa è legata al risveglio della natura, ovvero con l’arrivo della primavera.
La mattina di Pasqua si va a messa per annunciare che il Signore è risorto però c’è un’altra cosa, la domenica siamo tutti riuniti per festeggiare Santa Pasqua.
A Pasqua la gioia è aprire le uova di pasqua e i bambini sono ansiosi di vedere le sorprese che li rende più felici.
Siccome l’uovo è di cioccolato ce lo mangiamo tutti insieme e poi andiamo a giocare.
Dopo si va da amici e parenti a dare gli auguri.




Your life is an inspiration to all who know you.


Michelina Gliozzi - Giuseppe Gliozzi -Franco Gliozzi - Joey Gliozzi
Maria Teresa Gliozzi - Mario Gliozzi
- Pittsburgh PA 12 APR 1976-

Nota - Il testo di Samuele Catanzariti è compreso nel corpus di opere in concorso per il Premio Letterario "Ernesto Gliozzi"

mercoledì 21 marzo 2018

Pensiero d'amore (reg. Mario Amendola - 1969)


PENSIERO D’AMORE

  Pensieri volati via …
come farfalle dorate e spensierate
  si posarono sul mio cuore
  quando incominciai
  a scoprire l’amore.
E come il vento anela
  fra le onde del mare
  così il mio cuore
m’insegna ad amare!

  Regalando …
il tuo dolce sorriso alla luna,
perché …
ogni volta che mi volterò a guardare
lo so …
non ti potrò mai dimenticare.

 Barbaro Lucia Giuseppina, I A

Questo testo,composto per il Premio letterario "don Ernesto Gliozzi", di Lucia Giuseppina, come il precedente dello zio Michele, ci consegnano sentimenti ancora poco conosciuti, o sottaciuti, del paese, vuoi per pudore, vuoi per mancanza di occasioni per esprimerli apertamente se non divulgarli. Di Platì, non mi stancherò di ripeterlo, viene divulgato solo un aspetto che ormai è un colabrodo, talmente è trito, quindi è forse l'ora di svelare un sottosuolo inedito, anche solo per chi in paese sceglie, con coraggio, di rimanervi. E questo coraggio è nelle mani di ragazze e ragazzi che saranno gli autori del proprio futuro, come del paese.