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giovedì 6 ottobre 2016

L'intervista (reg. Federico Fellini - 1986)



 

OGGI SONO QUI:
TODAY I'M HERE:
http://www.corrierelocride.it/libriscrittori-ia/francesco-perri-e-l-intervista-a-favore-del-regime
http://luigi-nuovocinemaloretoplati.blogspot.com/2016/10/something-very-little-about-me.html

mercoledì 5 ottobre 2016

Il giorno e l'ora (reg. René Clément - 1962)




C O M U N E   D I   P L A T I’

                                  Li  26  maggio  1943

Sig. Gliozzi Luigi

Platì


Ritenendo doveroso di dare al Maresciallo Maggiore Vena Luigi, Comandante di questa Stazione CC. R., che per superiori disposizioni dovrà raggiungere altra sede, in attestazione della stima di tutta la popolazione di Platì per l’opera da lui compiuta, ho creduto opportuno di pigliare l’iniziativa di riunire un comitato di amici tra le persone più riguardevoli del Comune e al momento della partenza offrirgli un vermut di onore.
Tra le persone scelte ho incluso pure il vostro nome, sapendovi amico del Maresciallo Vena.
Sono sicuro che non mancherete di intervenire alla cerimonia
 nel giorno e nell’ora che vi comunicherò con altra mia.

IL PODESTA’


lunedì 3 ottobre 2016

The visitors (reg. Elia Kazan - 1972)



DA CIRELLA DI PLATI’
Monsignor Chiappa in santa visita
Giovedì scorso, verso le ore 17, è qui giunto proveniente da Ciminà, in santa visita, 
S: E: Monsignor Chiappe Vescovo di Gerace. Inutile descrivere le festose accoglienze di tutta la popolazione, che con disciplina religiosa, lo accompagnò in Chiesa. Sappiamo che Monsignor Chiappe è rimasto abbastanza soddisfatto delle calorose dimostrazioni di devozione doverosamente tributategli. E’ giusto porgere le nostre vivissime congratulazioni al parroco Don Saverio Monteleone, il quale, con infinito amore, si è accinto a ridestare la sopita fede della gente nostra abbastanza sfiduciata dalle opere, non molto entusiasticamente religiose, dei precedenti curati.

Per il Commissario
Festa di popolo plaudente quella di venerdì scorso; doveroso tributo di devozione all’Ill. mo Signor Avv. Giov. Domenico Foti, Commissario al Comune di Platì che ha voluto rivisitare questo paese ed assicurare i cittadini che la sua opera continuerà instancabile, per la soluzione di tutti i problemi che interessano la vitalità nostra. Noi approfittiamo ben volentieri per plaudire all’operato dell’Avv. to Foti, il quale, non curando tutte le volgarissime insinuazioni tendenti a pungere il suo animo di gentiluomo perfetto ed amministratore scrupoloso, e costringerlo così ad abbandonare le redini del Comune, superando ogni difficoltà – anche perché in questo coadiuvato dall’Autorità competente – ha già meravigliosamente avviato il Comune alla sicura resurrezione.
Gradisca l’Avv. Foti la devozione e la gratitudine di tutto il Comune e particolarmente dei cirellesi, ed anche il nostro sincero ed affettuoso attestato di doverosa e costante ammirazione.
Gazzetta di Messina e delle Calabrie, 20 Luglio 1924

Nota: avevo pubblicato già la replica  di Zappia Pasquale di Carlo che potete trovare qui:




domenica 2 ottobre 2016

lunedì 26 settembre 2016

Missione sublime (reg. Reginald Barker -1935)


CURATI della Chiesa di PLATI' per ordine cronologico
(dal Libro dei Matrimoni-vol.2° - a.1848-1890)
e redatti dal Canonico Ernesto Gliozzi

1°   1568  D. Francesco Silvestro, cappellano del fondaco
2°   D. Alfonso Laface, da S. Cristina, col titolo di Rettore
3°   1652 D. Ascensio Pelle, da S. Cristina, con lo stesso titolo
4°   1654  D. Gabriele Barbaro
5°   1678  D. Francesco Perre, da Platì, col titolo di Parroco
6°   D. Nicola  Tolentino Oliva, da Platì, col titolo di Parroco
7°   D. Nicola Antonio Sangiorgio
8°   1756  D. Stefano Oliva, dottore Teologo, da Platì, prima Parroco e poi Arciprete
9°   D.Francesco Oliva fu d. Gregorio, da Platì,. Arciprete
      vacante dal 5.12.1817
10°  D. Filippo Oliva fu Michele, da Platì,  Arciprete
11°  D. Saverio Oliva.di Giacomo, da Platì, Arciprete
12°  D. Antonio Pipicelli fu Antonio, da Natile, Arciprete
13°  Mons. Giuseppe Minniti, da Condoianni, Arciprete
14° D. Francesco Gliozzi, da  Platì, incaricato
15° Can..Ernesto Gliozzi, da Platì,  Vicario Parrocchiale
16° Gandolfi p. Ambrogio - monfortano - Amministratore Parrocchiale
17° Papaleo p. Umberto - dei Frati Minori Cappuccini - Amministratore Parrocchiale
18° Di Tullio p. Alessandro - Stimmatino - Amministratore Parrocchiale
19° Falduto d. Fabio, da Siderno, prima Amministratore Parrocchiale, poi Parroco.
20° Redaelli p. Enrico, dei Missionari della Consolata - Amministratore Parrocchiale



Da:"Francesco Russo=Regesto Vaticano per la Calabria" vol. 2°-pag.132
 22.marzo 1415-(9118) Instrumentum oboedientiae praestitae ab universiitate terrae Placiae (Platì, diocesi di Gerace) D.no Benedicto P.P. XIII, ex declaratione seu sacro privilegio a Ferdinando Aragoniae et Siciliae Rege dato Caesaraugustae anno elapso. AA.,Instr. Miscell. 3885 ( Vol.2°)

Da:"Francesco Russo= Regesto Vaticano per la Calabria" vol.5°
  aprile 1616 (27745) De parochiali ecclesia S. Mariae de Laureto, loci Platì,Hieracen dioc.,cuius fructus XXIIII duc.,vac. per ob.Io Baptistae Attisani, de mense Augusti anni praeteriti de.,providetur Michaeli Ricci, pbro dioecesano, approbato, nemine alio concurrente.  (Ibid.)

Nota: La foto che ritrae mons. Minniti appartiene all'archivio di Francesco di Raimondo.



domenica 25 settembre 2016

All'ombra della corona (reg. Achille Consalvi - 1913)





Salve, o divina, che onori questa nostra Calabria, che incurie di uomini e tremendi cataclismi di natura resero così infelicemente illustre.

Domenico GiampaoloUn viaggio al Santuario di Polsi in Aspromonte, prima edizione 1913, ristampa, Grafiche Marafioti, Polistena 1976

Nota: Le prime due foto si riferiscono al 2 settembre 1931, giorno dell'incoronazione della Vergine polsiana; in particolare nella seconda: il primo dei chierici, alla vostra sinistra, che regge il secchiello con l'acqua benedetta è lo zio Ciccillo.
La terza delle foto ritrae l'arrivo, proveniente da Polsi, del camion con la statua della Madonna della Montagna a Platì il 2 aprile 1948.


venerdì 23 settembre 2016

Gente d'onore (reg. Folco Lulli - 1967)


                                                            DA PLATI’

Un maresciallo dei Carabinieri che si fa onore

Ci rendiamo interpreti dei veri sentimenti dell’intera popolazione nel tributare un meritato plauso al comandante di questa stazione dei RR. Carabinieri maresciallo Giuseppe Delfino.
Dopo che egli con la sua abilità ed attività ha scoperto, nel dicembre p. p. l’associazione a delinquere che qui e nei paesi vicini spargeva il terrore, come per incanto sono cessati i furti e gli abigeati, che prima erano all’ordine del giorno e … della notte; una buona parte degli affiliati sono stati assicurati alla giustizia; ma parecchi si sono dati alla latitanza, ed altri passeggiano tranquillamente per il paese!
Intanto il bravo maresciallo non si concede un giorno di riposo, e continua nell’opera sua contro i malfattori.
Giorni addietro ha sequestrato una vacca rubata, due anni orsono, all’avvocato Oliva. A cui in un breve periodo di tempo vennero portate via ben 22 vaccine. Anche in questi giorni è riuscito a scoprire e sequestrare in territorio di San Luca, tre delle sei capre rubate al suddetto proprietario, che insieme col dottor Zappia  era stato specialmente preso di mira dall’associazione, forte di circa 100 membri.
Speriamo che l’intrepido funzionario possa compiere intera l’opera sua e che le Autorità lo assecondino nella caccia ai farabutti che avevano scelto Platì e paesi vicini a campo delle loro gesta.


Gazzetta di Messina e delle Calabrie 3 aprile 1927

giovedì 22 settembre 2016

Padri e figli (reg. Mario Monicelli - 1957)


Gliozzi Ernesto
via fratelli Sergi,6
89039 Platì (RC)


                                                          Platì, 24 maggio 1998

                                        Gent.ma Sig.a  Kelly Ellis
                                              Mishawaka, In.  U.S.A.

          Ho il piacere di rispondere alla Sua lettera del 09 ultimo scorso e comunicarLe  i dati richiesti, riguardanti i Suoi antenati di questa Parrocchia "S. Maria di Loreto"  in Platì.

          CATANZARITI  DOMENICO, nato in Platì da Saverio Catanzariti e da Barbaro Elisabetta il 17 aprile 1875. fu battezzato in questa Parrocchia il 18 dello stesso mese e anno. Padrino del Battesimo fu Violi Antonio di Francesco.
                                        ( Libro dei Battezzati, vol. IX, pag. 133, n° 21)
          Nei Registri anagrafici del Comune di Platì risulta nato il 15 aprile 1875.

              ROMEO ANNA, nata in Platì da Pasquale Romeo e da Grillo Maria il 24 luglio 1883, fu battezzata in questa Parrocchia il 25 dello stesso mese e anno. Madrina del Battesimo fu Mittiga Rosa di Giosofatto.
                                        ( Libro dei Battezzati, vol IX, pag. 165, n° 265)               
               Nei Registri anagrafici del Comune di Platì risulta nata il 23 luglio 1883.
 
             Il matrimonio fra i suddetti Catanzariti Domenico e Romeo Anna, secondo i Registri anagrafici del Comune di Platì,  avvenne in Platì il  09 febbraio 1903.         
             Il relativo atto  di matrimonio religioso non  si trova in questo Archivio,  perché  il Registro dei  matrimoni di quell' anno è andato disperso.

            Sarei lieto di conoscere i  nominativi dei figli nati da tale matrimonio,  per riscontrarli  nel Libro dei Battezzati di questa Parrocchia, qualora fossero nati a Platì,  ed includerli nell' elenco, in preparazione, dei nati a Platì dalle origini di questo Paese fino ad oggi.

          La ringrazio dell' offerta inviata e assicuro la S.V. che proprio oggi ho celebrato una S. Messa secondo la sua intenzione.

              Distinti saluti.

                                                                  
                                                               (sac. Ernesto Gliozzi)                                   

martedì 20 settembre 2016

Giglio infranto - FINE

Il sacerdote ERNESTO GLIOZZI, nato a Platì (RC) da Francesco Gliozzi e Rosa Fera nel 1883, compì gli studi umanistici e teologici nel Seminario di Gerace al tempo del Vescovo Mangeruva ed ebbe come insegnante, fra gli altri il celebre latinista Francesco Sofia Alessio da Taurianova (RC), e come compagno di studi lo scrittore Francesco Perri da Careri  ( RC ); fu ordinato sacerdote nel 1906. Svolse molti anni di attività sacerdotale a Platì, dove fu Padre Spirituale della Congrega del SS. Rosario e fondò, come appendice della medesima, il gruppo dei Luigini, per i ragazzi dagli otto ai sedici anni. Fu nominato arciprete di Casignana (RC) nel 1926 e vi rimase fino alla morte, avvenuta a Platì nel 1948.
Poeta di stile Carducciano, pubblicò varie composizioni poetiche sul giornaletto parrocchiale "L' amico dei piccoli", curato dal pio sacerdote Antonio Toscano di Roccella Jonica ( RC ), sul settimanale della Domenica "La scintilla" pubblicato a Matera, su "La discussione" di Napoli; pubblicò inoltre un volumetto di sonetti dal titolo  "LE SACRE VETTE",  dove celebra  i    più noti  avvenimenti religiosi  dell'  Antico  e del  Nuovo  Testamento, svoltisi sulle cime di monti, come l' Ararat, il Moria, l' Oreb, il Tabor, il Golgota, per finire col Monte Grappa, teatro di sanguinose battaglie durante la prima guerra mondiale, dove era venerata dai fanti italiani (per i quali egli tanto si interessò, tenendo la corrispondenza tra essi e i loro familiari di Platì) una statuetta  della Vergine Maria, con l' Aspromonte  ( statua del Redentore sulla cima del Montalto )  e  con un' Ode sulla leggenda di Polsi.
Scrisse altre operette rimaste inedite: "Parole piane - predichette per i miei Luigini", un' "Ora di adorazione davanti al Sacramento ai piedi di Maria","Thalita" poemetto sul miracolo operato da Gesù in favore della figlia di Giairo

Questa succinta e struggente nota biografica non l’ho scritta io bensì Ernesto Gliozzi il giovane. Quando si accinse a ricopiare con Word 95 Le Sacre Vette.

domenica 18 settembre 2016

Giglio infranto - pt. 3




DISCORSO tenuto dal Sig. GIOV. ANDREA OLIVA

“Bonus pastor animam suam dat pro ovibus suis. (S. Giovanni)

SIGNORI!
 E’ con animo affranto dal dolore e dal pianto che mi serra la gola, che mi accingo a parlare del mio compagno di studi dell’uomo dotto, del milite di Dio: dell’Arciprete ERNESTO GLIOZZI
La sua vita fu amore: amò Dio soprattutto, amò la famiglia con passione, il popolo, i suoi filiani, gli amici.
Dal gentiluomo Francesco Gliozzi e dalla Signora Donna Rosa Fera, il Rev.mo Arciprete D. Ernesto Gliozzi era nato il 1° gennaio 1884.
Memore e riconoscente, il padre, dell’amicizia che aveva contratto, nella sua gioventù, con un compagno d’armi, nelle guerre del Risorgimento, impose al bambino il nome dell’amico, Ernesto. Intelligente e proclive allo studio, fu mandato nel Seminario Vescovile di Gerace Superiore, ove primeggiò fra i suoi compagni e continuò a studiare, completandosi negli studi classici e teologici, fino alla sua consacrazione Sacerdotale, avvenuta nel 1905, appena ventunenne.
Fu scrittore e prosatore facile e perfetto; compose diversi opuscoli e articoli sui giornali; non privo di estro poetico, scrisse poesie ed anche molte dialettali in vernacolo; umoristici versi contro i viziosi tipi della società del tempo, imitando graziosamente il Parini.
Nei momenti di riposo si dedicava all’agricoltura, tanto da trasformare la sua proprietà in un ameno giardino.
Era stimato da tutti, e dal Clero era tenuto in gran conto ed apprezzato, specie dall’Arciprete Saverio Oliva, che l’aveva caro e a lui si affidava nelle sue mansioni religiose e negli affari privati, che portava a compimento con precisione.
In famiglia quantunque Sacerdote, era obbediente ed ossequiente ai suoi genitori, verso i quali mantenne un rispetto ed una devozione filiale non superata da nessuno. Ammalato il padre d’una infermità incurabile, paralizzato negli arti, divenne il suo infermiere di notte e di giorno. Adorava la madre “ Donna Rosa “, come egli la chiamava per renderle omaggio familiare ed amorosità. Era ossequiente ai consigli ed ai pareri dei suoi germani che amava con passione.
La sua vita, da quando salì all’altare del Nazareno fino a questo giorno fatale, fu un apostolato che esercitò ininterrottamente con zelo e abnegazione,, studiando e amando i suoi filiani ed il popolo tutto rispettando. Quell’amore sacro verso Dio, che tanto in lui ardea come lampada soave che accende come sole innanzi al Sole, nel sepolcro non si spegne, perché questo è inaccessibile alla gelida mano della morte, ma si fortifica, si nobilita, si purifica nei Giusti che si addormentano nel bacio del Signore, e nel cuore dei suoi familiari cresce e si perfeziona verso di lui, che per essi non è morto, ma addormentato nell’aureola della Giustizia e della Bontà celeste, che accoglie nel suo grembo i soli buoni.
L’uomo è creato per amare. Il Vero, il buono, il bello, ne attirano il cuore, l’animo la volontà. Ed il Buon Pastore fu attratto dall’Essere Infinito, che amò con tutta la sua mente, con tutto il suo cuore, che a Lui si era dedicato. E tale amore verso il Creatore, porta ad amare le sue creature, nelle quali risplende la sua immagine. Ed io infatti lo vidi nella funesta, piovosa e fredda mattinata del 28 dicembre 1908, quando la terra tremando e sussultando, sospinta dalle forze telluriche, distrussero il nostro paese e seppellì con le macerie uomini e cose, accorrere ed aiutare i feriti ed i morenti, dopo aver posto in salvo i suoi vecchi ed ammalati genitori, prestandosi anche al trasporto delle vittime dell’immane flagello. Virtù eroica d’altruismo che solo la religione di Cristo può infondere negli animi dei suoi apostoli; sacrificando la vita propria per salvare gli infelici colpiti dalla sventura.
Il pio Sacerdote, incominciò ad esercitare il suo Ministero nell’Oratorio del Rosario, e per ventun’anno tenendo ed immacolata la bianca stele del Nazareno, contribuì alla elezione del Tempio, al suo abbigliamento, alla sua decorazione incoraggiando i fedeli e i soci della confraternita a concorrervi; e ciò senza alcun compenso venale alle sue fatiche e schivando le lodi. Ma a maggiore e più grave responsabilità era destinato da Dio: il Vescovo di Gerace, che lo teneva d’occhio per la sua dottrina, pietà e virtù, lo elevò all’Arcipretura di Casignana, sede difficile, e di buon animo accettò Egli il peso della nuova missione e partì da noi lasciando un vuoto tra gli amici e conoscenti e per ben venti due anni esercitò la cura delle anime di quel paese. = E si disse, e si propagò nel raggio della Diocesi e fuori, quante lacrime di derelitti asciugò, quanta pace apportò nelle famiglie ove regnava la discordia e la lotta, quanta beneficienza elargì ai poveri, quante donne traviate dal vizio ritornarono alle virtù domestiche e religiose, quanta gioventù cattolica raccolta e inquadrata lanciò nella lotta in difesa della religione del Papa. Fu ammirabile la sua opera, illustre il suo apostolato, che la dolce e mite sua figura rendeva accessibile a tutti.
Fu suo merito ancora maggiore avere educato per la Chiesa nel domestico giardino due elette pianticelle, che ora sono alberi vigorosi, belli di fiori e di frutti, intendo dire dei suoi due nepoti Sac. Francesco e Arc. Prof. Ernesto; ed ha avuto nelle ore estreme la consolazione di vedere proni al suo origliere, di sentirli mormorare parole di pietoso conforto, di soavità quasi filiale; poteva nell’aspetto dei suoi cari nipoti rispecchiare se stesso e trovare oggetto di soddisfazione e di merito per le premure spese e le fatiche durate nel renderli leviti del Signore. Partì confortato e assicurato di lasciare il suo amato fratello Luigi e la sua sorelle alle cure affettuose dei suoi tre nipoti, educati ad alte idealità religiose e sociali. Ed io vidi all’ultimo mio incontro con l’affettuoso amico e compare la sua bianca faccia alla vigilia della sua dipartita, sul letto fra i candidi lini, circondato dai suoi familiari, dal suo fratello mesto e triste, con gli occhi arrossati dal pianto, dai suoi amati nipoti, aventi a lato le due donne, l’addolorata sorella e l’affettuosa cognata, che gli largiva le cure; e silente, con gli occhi ancora vispi e intelligenti e neri, l’incoraggiava a sopportare il dolore, che nei loro petti reprimevano e trattenevano negli occhi infuocate lacrime.
Oh! Celeste corrispondenza di umani ed amorosi sensi che Iddio ha creato nei mortali e che sta a dimostrare ancora, o mio Dio, la Tua esistenza. Ma all’alba, l’angelo della morte l’asportò in più mirabili aeri, inclinò il capo sul fragile corpo, come il Cristo sulla Croce,e spirò, trionfando ancora sulla morte che, saggio, aspettava tranquillo. La sua salma amorosamente composta, fu deposta nel sepolcro della casa; na gran Croce la sormontava e fra le mani stringeva il calice amaro della passione ed era rivestita dalla sacra pianeta sacerdotale come in atto di offrire ancora una volta all’Eterno l’ultimo sacrificio che ora per Lui non è più mistico rito ma celeste realtà fra i beati. Così passò da questo esilio provvisorio mondano alla pace celeste, eterna alla quale anelava.
Accostatevi, o compaesano, a questa tomba apertasi immaturamente, che racchiude la salma del pio e buon Arciprete Gliozzi, che rappresenta il vestibolo del Purgatorio,
“ ove l’umano spirito di purga
e di sali al Ciel diventa degno … “
                                                            (Dante – Purgatorio)

E sotto i cipressi ed i salici, agitati dai primi soffi boreali curviamo il ginocchio e preghiamo …. Ed alle preci, aggiungiamo lacrime, riponendo il fiore della riconoscenza e dell’affetto e sentiremo la Sua voce ammonitrice che dirà: “ O mio caro, che piangi sul freddo mio avello, rasciuga le lacrime … L’uomo non può morire. Io vivo e per me, negli spazi celesti, raggiò l’eterno Sole. Io son salito, son salito con Lui nella casa della Luce, sono abitatore di un mondo dove niente passa, io sono immortale! “

O Ernesto, attendici nella gloria di Dio che godi e prega per noi.

Platì, lì 25 sett. 1948

                                                                     Giov. Andrea Oliva



Nota: nella foto Giovanni Andrea Oliva che legge il testo riportato. Egli era nato da Raffaele e Pasqualina Brancatisano il 10 novembre del 1884.