da Platì a ... dove sapete voi
domenica 2 ottobre 2016
lunedì 26 settembre 2016
Missione sublime (reg. Reginald Barker -1935)
CURATI della Chiesa di PLATI' per ordine
cronologico
(dal Libro dei Matrimoni-vol.2° -
a.1848-1890)
e redatti dal Canonico Ernesto Gliozzi
1° 1568 D. Francesco Silvestro, cappellano del
fondaco
2° D. Alfonso Laface, da S. Cristina,
col titolo di Rettore
3° 1652 D. Ascensio Pelle, da
S. Cristina, con lo stesso titolo
4° 1654 D. Gabriele Barbaro
5° 1678 D. Francesco Perre, da Platì, col titolo di
Parroco
6° D. Nicola Tolentino Oliva, da Platì, col titolo di
Parroco
7° D. Nicola Antonio Sangiorgio
8° 1756 D. Stefano Oliva, dottore Teologo, da Platì,
prima Parroco e poi Arciprete
9° D.Francesco Oliva fu d. Gregorio,
da Platì,. Arciprete
vacante dal 5.12.1817
10° D. Filippo Oliva fu Michele,
da Platì, Arciprete
11° D. Saverio Oliva.di Giacomo,
da Platì, Arciprete
12° D. Antonio Pipicelli fu
Antonio, da Natile, Arciprete
13° Mons. Giuseppe Minniti, da
Condoianni, Arciprete
14° D. Francesco Gliozzi, da
Platì, incaricato
15° Can..Ernesto Gliozzi, da Platì,
Vicario Parrocchiale
16° Gandolfi p. Ambrogio - monfortano - Amministratore Parrocchiale
17° Papaleo p. Umberto - dei Frati Minori Cappuccini - Amministratore
Parrocchiale
18° Di Tullio p. Alessandro - Stimmatino - Amministratore Parrocchiale
19° Falduto d. Fabio, da Siderno, prima Amministratore Parrocchiale,
poi Parroco.
20° Redaelli p. Enrico, dei Missionari della Consolata - Amministratore
Parrocchiale
Da:"Francesco Russo=Regesto Vaticano per la Calabria" vol.
2°-pag.132
22.marzo 1415-(9118)
Instrumentum oboedientiae praestitae ab universiitate terrae Placiae (Platì,
diocesi di Gerace) D.no Benedicto P.P. XIII, ex declaratione seu sacro
privilegio a Ferdinando Aragoniae et Siciliae Rege dato Caesaraugustae anno
elapso. AA.,Instr. Miscell. 3885 ( Vol.2°)
Da:"Francesco Russo= Regesto Vaticano per la Calabria" vol.5°
aprile 1616 (27745) De
parochiali ecclesia S. Mariae de Laureto, loci Platì,Hieracen dioc.,cuius
fructus XXIIII duc.,vac. per ob.Io Baptistae Attisani, de mense Augusti anni
praeteriti de.,providetur Michaeli Ricci, pbro dioecesano, approbato, nemine
alio concurrente. (Ibid.)
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domenica 25 settembre 2016
All'ombra della corona (reg. Achille Consalvi - 1913)
Salve, o divina, che onori questa nostra Calabria, che incurie di
uomini e tremendi cataclismi di natura resero così infelicemente illustre.
Domenico Giampaolo, Un viaggio al Santuario di Polsi in
Aspromonte, prima edizione 1913, ristampa, Grafiche Marafioti, Polistena
1976
Nota: Le prime due foto si riferiscono al 2 settembre 1931, giorno dell'incoronazione della Vergine polsiana; in particolare nella seconda: il primo dei chierici, alla vostra sinistra, che regge il secchiello con l'acqua benedetta è lo zio Ciccillo.
La terza delle foto ritrae l'arrivo, proveniente da Polsi, del camion con la statua della Madonna della Montagna a Platì il 2 aprile 1948.
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venerdì 23 settembre 2016
Gente d'onore (reg. Folco Lulli - 1967)
DA PLATI’
Un maresciallo dei Carabinieri che si fa
onore
Ci rendiamo interpreti dei veri sentimenti dell’intera popolazione nel
tributare un meritato plauso al comandante di questa stazione dei RR.
Carabinieri maresciallo Giuseppe Delfino.
Dopo che egli con la sua abilità ed attività ha scoperto, nel dicembre
p. p. l’associazione a delinquere che qui e nei paesi vicini spargeva il
terrore, come per incanto sono cessati i furti e gli abigeati, che prima erano
all’ordine del giorno e … della notte; una buona parte degli affiliati sono
stati assicurati alla giustizia; ma parecchi si sono dati alla latitanza, ed
altri passeggiano tranquillamente per il paese!
Intanto il bravo maresciallo non si concede un giorno di riposo, e
continua nell’opera sua contro i malfattori.
Giorni addietro ha sequestrato una vacca rubata, due anni orsono, all’avvocato
Oliva. A cui in un breve periodo di tempo vennero portate via ben 22 vaccine.
Anche in questi giorni è riuscito a scoprire e sequestrare in territorio di San
Luca, tre delle sei capre rubate al suddetto proprietario, che insieme col
dottor Zappia era stato specialmente
preso di mira dall’associazione, forte di circa 100 membri.
Speriamo che l’intrepido funzionario possa compiere intera l’opera sua
e che le Autorità lo assecondino nella caccia ai farabutti che avevano scelto
Platì e paesi vicini a campo delle loro gesta.
Gazzetta di Messina e delle Calabrie 3 aprile 1927
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giovedì 22 settembre 2016
Padri e figli (reg. Mario Monicelli - 1957)
Gliozzi Ernesto
via fratelli Sergi,6
89039 Platì (RC)
Platì, 24 maggio 1998
Gent.ma Sig.a Kelly Ellis
Mishawaka, In. U.S.A.
Ho il piacere di rispondere
alla Sua lettera del 09 ultimo scorso e comunicarLe i dati richiesti, riguardanti i Suoi antenati
di questa Parrocchia "S. Maria di Loreto" in Platì.
CATANZARITI DOMENICO, nato in Platì da Saverio
Catanzariti e da Barbaro Elisabetta il 17 aprile 1875. fu battezzato in questa
Parrocchia il 18 dello stesso mese e anno. Padrino del Battesimo fu Violi
Antonio di Francesco.
( Libro dei Battezzati, vol. IX,
pag. 133, n° 21)
Nei Registri anagrafici
del Comune di Platì risulta nato il 15 aprile 1875.
ROMEO ANNA, nata in
Platì da Pasquale Romeo e da Grillo Maria il 24 luglio 1883, fu battezzata in
questa Parrocchia il 25 dello stesso mese e anno. Madrina del Battesimo fu
Mittiga Rosa di Giosofatto.
( Libro dei Battezzati, vol IX, pag. 165, n° 265)
Nei Registri
anagrafici del Comune di Platì risulta nata il 23 luglio 1883.
Il matrimonio fra i
suddetti Catanzariti Domenico e Romeo Anna, secondo i Registri anagrafici del
Comune di Platì, avvenne in Platì il 09 febbraio 1903.
Il relativo
atto di matrimonio religioso non si trova in questo Archivio, perché
il Registro dei matrimoni di
quell' anno è andato disperso.
Sarei lieto di
conoscere i nominativi dei figli nati da
tale matrimonio, per riscontrarli nel Libro dei Battezzati di questa
Parrocchia, qualora fossero nati a Platì,
ed includerli nell' elenco, in preparazione, dei nati a Platì dalle
origini di questo Paese fino ad oggi.
La ringrazio dell'
offerta inviata e assicuro la S.V. che proprio oggi ho celebrato una S. Messa
secondo la sua intenzione.
Distinti saluti.
(sac. Ernesto Gliozzi)
martedì 20 settembre 2016
Giglio infranto - FINE
Il sacerdote ERNESTO GLIOZZI, nato a Platì
(RC) da Francesco Gliozzi e Rosa Fera nel 1883, compì gli studi umanistici e
teologici nel Seminario di Gerace al tempo del Vescovo Mangeruva ed ebbe come
insegnante, fra gli altri il celebre latinista Francesco Sofia Alessio da
Taurianova (RC), e come compagno di studi lo scrittore Francesco Perri da
Careri ( RC ); fu ordinato sacerdote nel
1906. Svolse molti anni di attività sacerdotale a Platì, dove fu Padre
Spirituale della Congrega del SS. Rosario e fondò, come appendice della
medesima, il gruppo dei Luigini, per i ragazzi dagli otto ai sedici anni. Fu
nominato arciprete di Casignana (RC) nel 1926 e vi rimase fino alla morte,
avvenuta a Platì nel 1948.
Poeta di stile Carducciano, pubblicò varie composizioni poetiche sul
giornaletto parrocchiale "L' amico dei piccoli", curato dal pio
sacerdote Antonio Toscano di Roccella Jonica ( RC ), sul settimanale della
Domenica "La scintilla" pubblicato a Matera, su "La
discussione" di Napoli; pubblicò inoltre un volumetto di sonetti dal
titolo "LE SACRE VETTE", dove celebra
i più noti avvenimenti religiosi dell'
Antico e del Nuovo
Testamento, svoltisi sulle cime di monti, come l' Ararat, il Moria, l'
Oreb, il Tabor, il Golgota, per finire col Monte Grappa, teatro di sanguinose
battaglie durante la prima guerra mondiale, dove era venerata dai fanti
italiani (per i quali egli tanto si interessò, tenendo la corrispondenza tra
essi e i loro familiari di Platì) una statuetta
della Vergine Maria, con l' Aspromonte
( statua del Redentore sulla cima del Montalto ) e con
un' Ode sulla leggenda di Polsi.
Scrisse altre operette rimaste inedite: "Parole piane - predichette
per i miei Luigini", un' "Ora di adorazione davanti al Sacramento ai
piedi di Maria","Thalita" poemetto sul miracolo operato da Gesù
in favore della figlia di Giairo
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domenica 18 settembre 2016
Giglio infranto - pt. 3
DISCORSO tenuto dal Sig. GIOV. ANDREA
OLIVA
“Bonus pastor animam suam dat pro ovibus suis. (S. Giovanni)
SIGNORI!
E’ con animo affranto dal dolore
e dal pianto che mi serra la gola, che mi accingo a parlare del mio compagno di
studi dell’uomo dotto, del milite di Dio: dell’Arciprete ERNESTO GLIOZZI
La sua vita fu amore: amò Dio soprattutto, amò la famiglia con passione,
il popolo, i suoi filiani, gli amici.
Dal gentiluomo Francesco Gliozzi e dalla Signora Donna Rosa Fera, il
Rev.mo Arciprete D. Ernesto Gliozzi era nato il 1° gennaio 1884.
Memore e riconoscente, il padre, dell’amicizia che aveva contratto,
nella sua gioventù, con un compagno d’armi, nelle guerre del Risorgimento,
impose al bambino il nome dell’amico, Ernesto. Intelligente e proclive allo
studio, fu mandato nel Seminario Vescovile di Gerace Superiore, ove primeggiò
fra i suoi compagni e continuò a studiare, completandosi negli studi classici e
teologici, fino alla sua consacrazione Sacerdotale, avvenuta nel 1905, appena
ventunenne.
Fu scrittore e prosatore facile e perfetto; compose diversi opuscoli e
articoli sui giornali; non privo di estro poetico, scrisse poesie ed anche
molte dialettali in vernacolo; umoristici versi contro i viziosi tipi della
società del tempo, imitando graziosamente il Parini.
Nei momenti di riposo si dedicava all’agricoltura, tanto da trasformare
la sua proprietà in un ameno giardino.
Era stimato da tutti, e dal Clero era tenuto in gran conto ed
apprezzato, specie dall’Arciprete Saverio Oliva, che l’aveva caro e a lui si
affidava nelle sue mansioni religiose e negli affari privati, che portava a
compimento con precisione.
In famiglia quantunque Sacerdote, era obbediente ed ossequiente ai suoi
genitori, verso i quali mantenne un rispetto ed una devozione filiale non
superata da nessuno. Ammalato il padre d’una infermità incurabile, paralizzato
negli arti, divenne il suo infermiere di notte e di giorno. Adorava la madre “
Donna Rosa “, come egli la chiamava per renderle omaggio familiare ed
amorosità. Era ossequiente ai consigli ed ai pareri dei suoi germani che amava
con passione.
La sua vita, da quando salì all’altare del Nazareno fino a questo
giorno fatale, fu un apostolato che esercitò ininterrottamente con zelo e
abnegazione,, studiando e amando i suoi filiani ed il popolo tutto rispettando.
Quell’amore sacro verso Dio, che tanto in lui ardea come lampada soave che
accende come sole innanzi al Sole, nel sepolcro non si spegne, perché questo è
inaccessibile alla gelida mano della morte, ma si fortifica, si nobilita, si
purifica nei Giusti che si addormentano nel bacio del Signore, e nel cuore dei
suoi familiari cresce e si perfeziona verso di lui, che per essi non è morto,
ma addormentato nell’aureola della Giustizia e della Bontà celeste, che
accoglie nel suo grembo i soli buoni.
L’uomo è creato per amare. Il Vero, il buono, il bello, ne attirano il
cuore, l’animo la volontà. Ed il Buon Pastore fu attratto dall’Essere Infinito,
che amò con tutta la sua mente, con tutto il suo cuore, che a Lui si era
dedicato. E tale amore verso il Creatore, porta ad amare le sue creature, nelle
quali risplende la sua immagine. Ed io infatti lo vidi nella funesta, piovosa e
fredda mattinata del 28 dicembre 1908, quando la terra tremando e sussultando,
sospinta dalle forze telluriche, distrussero il nostro paese e seppellì con le
macerie uomini e cose, accorrere ed aiutare i feriti ed i morenti, dopo aver
posto in salvo i suoi vecchi ed ammalati genitori, prestandosi anche al
trasporto delle vittime dell’immane flagello. Virtù eroica d’altruismo che solo
la religione di Cristo può infondere negli animi dei suoi apostoli;
sacrificando la vita propria per salvare gli infelici colpiti dalla sventura.
Il pio Sacerdote, incominciò ad esercitare il suo Ministero
nell’Oratorio del Rosario, e per ventun’anno tenendo ed immacolata la bianca
stele del Nazareno, contribuì alla elezione del Tempio, al suo abbigliamento,
alla sua decorazione incoraggiando i fedeli e i soci della confraternita a
concorrervi; e ciò senza alcun compenso venale alle sue fatiche e schivando le
lodi. Ma a maggiore e più grave responsabilità era destinato da Dio: il Vescovo
di Gerace, che lo teneva d’occhio per la sua dottrina, pietà e virtù, lo elevò
all’Arcipretura di Casignana, sede difficile, e di buon animo accettò Egli il
peso della nuova missione e partì da noi lasciando un vuoto tra gli amici e
conoscenti e per ben venti due anni esercitò la cura delle anime di quel paese.
= E si disse, e si propagò nel raggio della Diocesi e fuori, quante lacrime di
derelitti asciugò, quanta pace apportò nelle famiglie ove regnava la discordia
e la lotta, quanta beneficienza elargì ai poveri, quante donne traviate dal
vizio ritornarono alle virtù domestiche e religiose, quanta gioventù cattolica
raccolta e inquadrata lanciò nella lotta in difesa della religione del Papa. Fu
ammirabile la sua opera, illustre il suo apostolato, che la dolce e mite sua
figura rendeva accessibile a tutti.
Fu suo merito ancora maggiore avere educato per la Chiesa nel domestico
giardino due elette pianticelle, che ora sono alberi vigorosi, belli di fiori e
di frutti, intendo dire dei suoi due nepoti Sac. Francesco e Arc. Prof.
Ernesto; ed ha avuto nelle ore estreme la consolazione di vedere proni al suo
origliere, di sentirli mormorare parole di pietoso conforto, di soavità quasi
filiale; poteva nell’aspetto dei suoi cari nipoti rispecchiare se stesso e
trovare oggetto di soddisfazione e di merito per le premure spese e le fatiche
durate nel renderli leviti del Signore. Partì confortato e assicurato di
lasciare il suo amato fratello Luigi e la sua sorelle alle cure affettuose dei
suoi tre nipoti, educati ad alte idealità religiose e sociali. Ed io vidi
all’ultimo mio incontro con l’affettuoso amico e compare la sua bianca faccia
alla vigilia della sua dipartita, sul letto fra i candidi lini, circondato dai
suoi familiari, dal suo fratello mesto e triste, con gli occhi arrossati dal
pianto, dai suoi amati nipoti, aventi a lato le due donne, l’addolorata sorella
e l’affettuosa cognata, che gli largiva le cure; e silente, con gli occhi
ancora vispi e intelligenti e neri, l’incoraggiava a sopportare il dolore, che
nei loro petti reprimevano e trattenevano negli occhi infuocate lacrime.
Oh! Celeste corrispondenza di umani ed amorosi sensi che Iddio ha
creato nei mortali e che sta a dimostrare ancora, o mio Dio, la Tua esistenza.
Ma all’alba, l’angelo della morte l’asportò in più mirabili aeri, inclinò il
capo sul fragile corpo, come il Cristo sulla Croce,e spirò, trionfando ancora
sulla morte che, saggio, aspettava tranquillo. La sua salma amorosamente
composta, fu deposta nel sepolcro della casa; na gran Croce la sormontava e fra
le mani stringeva il calice amaro della passione ed era rivestita dalla sacra
pianeta sacerdotale come in atto di offrire ancora una volta all’Eterno
l’ultimo sacrificio che ora per Lui non è più mistico rito ma celeste realtà
fra i beati. Così passò da questo esilio provvisorio mondano alla pace celeste,
eterna alla quale anelava.
Accostatevi, o compaesano, a questa tomba apertasi immaturamente, che
racchiude la salma del pio e buon Arciprete Gliozzi, che rappresenta il
vestibolo del Purgatorio,
“ ove l’umano spirito di purga
e di sali al Ciel diventa degno … “
(Dante – Purgatorio)
E sotto i cipressi ed i salici, agitati dai primi soffi boreali
curviamo il ginocchio e preghiamo …. Ed alle preci, aggiungiamo lacrime,
riponendo il fiore della riconoscenza e dell’affetto e sentiremo la Sua voce
ammonitrice che dirà: “ O mio caro, che piangi sul freddo mio avello, rasciuga
le lacrime … L’uomo non può morire. Io vivo e per me, negli spazi celesti,
raggiò l’eterno Sole. Io son salito, son salito con Lui nella casa della Luce,
sono abitatore di un mondo dove niente passa, io sono immortale! “
O Ernesto, attendici nella gloria di Dio che godi e prega per noi.
Platì, lì 25 sett. 1948
Giov. Andrea Oliva
Nota: nella foto Giovanni Andrea Oliva che legge il testo riportato. Egli era nato da Raffaele e Pasqualina Brancatisano il 10 novembre del 1884.
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Ernesto Gliozzi Sen,
u satturi
sabato 17 settembre 2016
Giglio infranto - pt.2
Salutando la Salma del Rev.mo D. Ernesto
Gliozzi
Confratelli, Compaesani,
…
D. Ernesto Gliozzi non è più!!
… a me non riesce, in quest’ora, intessere, un necrologio degno di Lui.
E’ troppa la commozione del mio animo, vive e dolorose sono le
impressioni che erompono, tumultuando, dal mio trepido cuore!
Il mondo seguendo la sua abitudine di tutto corrompere non ha
risparmiato l’idea della grandezza umana.
… è un raggio di … gloria tutta cristiana ch’io veggo riflettersi sulla
fronte intemerata dell’uomo a cui rivolgiamo l’estremo VALE.
Don Ernesto Giozzi oggi Arciprete di Casignana e prima P. Spirituale
del locale Oratorio del SS. Rosario.
Sessantacinque anni or sono D. Ernesto Gliozzi apriva gli occhi alla
luce sotto l’incanto di questo cielo, in mezzo al verde pallido di questi ulivi
e fin da fanciullo aveva impara rato ad abbandonarsi con perfetta confidenza a
quelle che gli sembrassero manifestazioni della volontà divina.
E al mondo, che offrivagli un serto di rose, fiammeggianti di tutte le
lusinghe che possono allettare un’anima giovanile, rispose col gesto della
suprema dedizione a Dio.
Una mano pontificale si posò sulla sua testa di adolescente e – qualche
fiocco di capelli recisi annunziò alla famiglia e agli amici che Ernesto era
morto ormai al mondo e aveva scelto Iddio per sua eredità!
Sublime istituzione questa, per la quale il sacerdote cattolico
rinunzia al diritto di vivere per sé; e i suoi pensieri, i suoi sentimenti, le
sue preoccupazioni, le sue gioie e i suoi dolori cominciano ad appartenere a
Dio e al popolo cristiano.
…
Con questi sentimenti Don Ernesto Gliozzi ascendeva l’altare di quel
Dio che allietava la sua giovinezza e a questi sentimenti si mantenne fedele
per tutta la sua vita.
Il ministero pastorale è la sintesi più completa della vita
sacerdotale; trovarsi a contatto diretto con le anime, studiarne i bisogni,
alleviarne i dolori, dissipare i dubbi, sollevarle nel momento dello sconforto,
illuminarle, sorreggerle, dirigerle nel difficile cammino della vita …
Tale è stato il nostro buono e Grande Arciprete Don Ernesto Gliozzi.
Chi di noi non lo ricorda in mezzo ai suoi diletti Luigini?
Sono i virgulti della Confraternita, diceva, e passava perciò in mezzo
a loro le intere giornate giocando con loro.
Chi non ricorda le quotidiane funzioni che soleva officiare
all’Oratorio sempre gremito di fedeli ed in mezzo sempre ai suoi beneamati
Luigini?
Vivo è in noi il ricordo del giorno in cui, per volontà del Presule, ha
dovuto abbandonare la sua Chiesetta e i suoi piccoli virgulti della confraternita
per andare quale Arciprete di Casignana.
Ricordo molto bene il giorno in cui si è allontanato, e ricordo di
averlo visto piangere accoratamente perché abbandonava i suoi giovani i quali
avevano bisogno di aiuto e di consiglio, e un forte dubbio gli rodeva la mente
che per mancanza di P. Spirituale sarebbe perita la Confraternita, unica
istituzione a Platì che aveva saputo resistere a tutte le tempeste.
E da lontano vigilava; si teneva informato di tutto e quando ha visto
ascendere alla dignità sacerdotale il nipote Francesco figlio del fratello
Luigi ha respirato a pieni polmoni e maggiormente ne gioì quando questi fu
chiamato a continuare l’opera da lui iniziata.
E Don Francesco Gliozzi conoscendo ed intuendo i pensieri dell’amato
zio Ernesto ha saputo meritarsi le parole di elogio in quanto ha proseguito sul
cammino tracciato restaurando l’oratorio e incrementando la falange dei
Luigini.
Confratelli, Compaesani,
Don Ernesto Gliozzi ci ha amati, non come sa amare il mondo ma come sa
amare il sacerdote cristiano. Egli ci ha amati, e forse il suo ultimo pensiero
fu per noi, per i suoi filiali.
Orbene: “ Amor che nulla amato amar perdona “ stringiamoci a questa bara in un plebiscito
di affetto e di filiale pietà e la voce possente di tutto un popolo echeggi.
La luce eterna fra gli splendori dei Santi, brilli o Signore, a questa
anima Pia – in eterno – in eterno!
Platì 25/9/948
Domenico Marando
Priore
confraternita SS. Rosario
Nella foto lo stesso Priore, all'ingresso del cimitero, che legge il testo riportato.
venerdì 16 settembre 2016
Giglio infranto (reg. David Wark Griffith -1919)
Platì in lutto per la morte
di don Ernesto Gliozzi
Platì 1
Sabato 25 scorso serenamente ha chiuso la sua lunga e laboriosa
giornata terrena il rev.mo arc.
don Ernesto Gliozzi.
Quale e quanto dolore abbia causato la sua dipartita, si è potuto
facilmente scorgere sui volti tristi di tutti i platiesi, che chiusi in una
profonda mestizia hanno visto passare a nuova vita uno dei più zelanti soldati
della Chiesa di Cristo.
La bontà, la gentilezza, la carità, l’amore, la fede furono il viatico
costante della sua esistenza, per cui è vivo il ricordo nel cuore di chi ebbe la
gioia di vivergli accanto. Le campane di Platì hanno suonato i tocchi mesti!
Tutti hanno pianto, tutti hanno sentito una stretta al cuore. Sul volto di
tutti si notava un dolore che non si poteva celare, quello stesso che ha
chiamato gente di tutti i paesi vicini a venire a Platì e rendere l’ultimo
omaggio al più caro degli amici, dei sacerdoti.
Imponente è stata la manifestazione di cordoglio tributatagli: il
corteo preceduto da numerose e belle corone e dal Clero e seguito dalle
autorità civili e militari, arrivato nella Chiesa di Maria SS. Di Loreto, ha
sostato per ascoltare, dopo la benedizione della bara, la parola di Giovanni
Andrea Oliva e del priore Domenico Marando che a nome di tutti i cittadini
hanno voluto rivolgere il loro estremo saluto alla salma. Da qui il feretro ha
raggiunto l’ultima dimora. Reggevano i cordoni il cav. Fortunato Furore,
Pasqualino dei Conti Oliva, sig. Giuseppe Zappia e Giovanni Andrea Oliva.
Al popolo, che nel seguire la salma, ha dimostrato il profondo dolore
che ha pervaso ogni cuore e al dolore che rende inconsolabili i parenti
dell’Estinto anche la famiglia de “Il Messaggero “ si associa.
IL MESSAGGERO di Roma – Sabato 2 ottobre 1948
giovedì 15 settembre 2016
Sai cosa faceva Stalin alle donne? (reg. Maurizio Liverani - 1969)
A causa delle Elezioni Politiche del 18 Aprile 1948 e per causa del
Comunismo in Italia, pel trionfo della fede è uscita per la prima volta in giro
Mariano la Madonna di Polsi.
Il giorno 3 Aprile 1948 sabato ore 16, la Vergine è arrivata a Platì,
il giorno seguente è ripartita per Bovalino girando la diocesi di Gerace e
diversi paesi della Piana.
Il giorno di venerdì 9 Luglio è arrivata nuovamente a Platì da Natile,
ore 18. La domenica è stata festeggiata a Platì e lunedì 12, ore 9 è ripartita
per Polsi.
Platì 12 / 7 / 948
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