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giovedì 3 dicembre 2015

Ricorda il mio nome

-Romeo Maria(21.11.1936/91-125)di Rocco jelaseju e Sergi Teresa di Domenico careja.
-Perre Ada Maria(21.11.1936/91-126)di Giuseppe Antonio santallinu e Miceli Rosa di Francesco.
-Mittiga Rosario Maria(21.11.1936/91-127)di Giuseppe Prestìa e Perre Elisabetta di Pasquale santallinu.
-TrimboliDomenico(22.11.1936/92-128)di Giuseppe vajaneja e Perre Elisabetta di Antonio ciucia
-Musitano Bruno(22.11.1936/92-129) di Francesco fascista e Mezzatesta Caterina di Giuseppe.
-Musolino Domenico(23.11.1936/92-130)di Gius.parlaparla e Romeo Maria di Domenico ielasello (ielaseju)
-Ielasi Maria(3.12.1936/93-131)di Antonio picciriju e Cutrì Caterina di Dom.
-Barbaro Antonio(6.12.1936/93-132)di Dom zumpanu e Ielasi Cater.di Pasq.
-Morabito Giuseppa(26.11.1936/94-135)di Giuseppe mastrodatta e Calabria Maria di Antonio piscilongu.
-Miceli Giuseppa(13.12.1936/95-137)di Giuseppe sordateju e Trimboli Francesca di Francesco.
-Zappia Francesca(20.11.1936/95-138)di Sav. cicòra e Carbone Anna di Fr.
-Musolino Francesca(6.1.1937/97-6)di Ant. parlaparla e Barbaro Anna di Giu
-Trimboli Domenico(6.1.1937/97-7)di Domenico vajana e Ielasi Dom. di Gius-
-Barbaro Anna(6.1.1937/99-11)di Antonio micciunarda e Barbaro Cat.di Sav.
-Catanzariti Maria Fr.Luc.(6.1.1937/99-13)di N e Catanz.Rach.di Dom.lìmina.
-Carbone Caterina(6.1.937/100-14)-Dom.lasceri e Portolesi Francesca Teresa nicchiaricu.
-Perre Francesco(4.1.937/100-15)-Gaet.Gius.ràsula e Portol.Marian.di Fr.
-Marando Gius.Ant.(10.1.937/100-16)-Natale pistola e Carbone Cat.di Rocco.
-Romeo Giuseppe(16.1.937/101-17)-Gius.Ant. barisi-Giordano Mar.di Gius.
-Catanzariti Caterina(16.1.937/101-19)-Pasq.mussubeju e Trimb.Dom.di D.
-Garreffa Francesca(17.1.937/102-20)di Gius. e Catanz. Fr.di Sav.mussubeju
-Pangallo Domenico(24.1.1937/102-21)-Vinc.jemiju e Taliano Elis.di Pasq.
-Romeo Maria(1.2.937/102-22)-Br.Arc.mburcanu-Barb.Seraf.di Giuseppe zumpanu
-Trimboli Maria(20.2.937/104-27)-Dom.Ant.foca e Barbaro Filomena di Pasq.
-Sergi Giuseppe(21.2.937/104-28)-Gius,Pasq.tirìji-Trimb.Nic.na di Fr.furnaru
-Carbone Francesco(25.2.937/105-29)-Ant.prunarisi-Trimb.Dom.ca di Gius. 
-Zappia Caterina(28.2.937/106-32)Dom.cirejotu e Virgara Dom.ca di Gius.

mercoledì 2 dicembre 2015

La città dolente

Se, come sembra, queste baracche improvvisate dovranno essere abitate sine die, potremo aspettarci un interessante fenomeno, e cioè il ritorno al tipo d'uomo corrispondente. La mancanza dei più comuni strumenti della civiltà, come la biancheria, i mastelli per lavare e gli utensili da cucina, lo ridurrà alla condizione del selvaggio, che considera queste cose con indifferenza o semplice curiosità, e dimenticherà di averle mai usate. E la vita in queste baracche, dove esseri umani sono ammassati come bestie (si potrebbe quasi dire «costretti» come pezzi di un mosaico) non può che risultare nociva allo sviluppo dei bambini. Sembra che i calabresi si siano distinti per la loro inumana ferocia: Reggio cadde in mano a una legione di demoni, calati a valle durante la settimana di caos. «Strappavano anelli e spille dai cadaveri» mi disse un giovane funzionario. «Strangolavano i feriti e i moribondi per spogliarli più comodamente. Qui e a Messina, i corpi mutilati furono innumerevoli, ma i calabresi costituirono il flagello peggiore. ››
Vampiri, figli della Notte e del Caos.
Anche Dolomieu, parlando della dépravation incroyable des mceurs che seguì al terremoto del 1783 riferisce il caso di un uomo di Polistena che rimase sotto le macerie della sua casa, con le gambe che sporgevano dalle rovine. Il suo servo accorse, gli tolse le fibbie d'argento dalle scarpe e fuggi, senza tentare di liberarlo. Del resto, abbiamo visto cose del genere più recentemente, a San Francisco.
«Dopo avere spogliato i cadaveri, saccheggiarono le case. Cinquemila letti, signore, cinquemila letti furono portati da Reggio sulle montagne ! ›› «Cinquemila letti! Per Dio! Sembra un numero considerevole. ›› Un giovanetto, uno dei sopravvissuti, mi si appiccicò col pretesto di farmi da guida fra le rovine di Reggio. Aveva lo sguardo caratteristico degli scampati, una espressione intontita e confusa, e parlava con singolare calma e ponderazione.Conoscendo il paese, mi trovai ben presto a volgere i passi verso il cimitero per godere la meravigliosa vista da quell'altura battuta dal vento ed anche per respirare più liberamente dopo la polvere e la desolazione della città bassa. Il cimitero stesso si trova nell’identico stato di quello di Messina, un tempo orgoglio dei suoi cittadini: il folle scherzo della natura non ha rispettato il sonno dei morti e ha con-
torto i solenni monumenti delle tombe in forme ripulsive e irriverenti.
Capricci della pietra e del ferro - come narrare tutti i casi dei miracolosamente scampati? Valga per tutti quello della mia giovane guida. Svegliato nella notte dalla prima scossa, vide alla fioca luce della lampada che arde in tutte le camere che, nel muro accanto al letto, si era aperta una grossa spaccatura. Vi si precipitò per fuggire, ma il muro si richiuse, attanagliandogli il braccio. Gli parve che passassero ore; il dolore era intollerabile. Poi la gentile spaccatura si aprì di nuovo in un lento sbadiglio, permettendogli di saltare nel giardino sottostante. Aveva appena messo piede a terra che le stanze interne della casa crollarono: allora si rifugiò sulle colline umide e tetre e vi rimase per quattro giorni insieme a migliaia di altri scampati.
Gli chiesi che cosa avesse trovato da mangiare.
«Erba, signore. Tutti non mangiavamo che erba. Non potevamo toccare nulla: una sola arancia e ci avrebbero linciati.››

Norman Douglas, Old Calabria

lunedì 30 novembre 2015

L'arma l'ora il movente


Si certifica da me qui sottoscritto che perquisiti i registri penali esistenti nella cancelleria di questa Pretura ho rilevato che Carlo Gliozzi fu Domenico di anni 24 civile da Platì non trovasi noverato tra lo stato delle persone ammonite.
Si certifica inoltre che il suddetto Gliozzi con sentenza di questa Pretura del dì 7 Aprile 1877 è stato condannato alla pena di tre giorni di arresto per imputazione si percosse volontarie fatte con arma impropria guaribili in cinque giorni, e di violazione di domicilio in persona ed in offesa di Domenico Catanzariti di Francesco da Platì avvenute in quell’abitato a 3 Dicembre 1876.
Non ha alcuna imputazione pendente.
In onor del vero si è rilasciato il presente a richiesta del suddetto Gliozzi.
                                                               Ardore lì 21 luglio 1877
                                                                   Il Vice cancelliere
                                                                        GFragomeni

domenica 29 novembre 2015

Contratto di Matrimonio (reg. Krzysztof Zanussi - 1980)


Non vi chiedo di leggerlo tutto ma, vedete, una volta le cose si facevano seriamente



Regnando Umberto Primo, per la Grazia di Dio, e per volontà della Nazione Re d’Italia
Copia numero 40del repertorio – Capitoli matrimoniali = REGNO D’ITALIA
Vittorio Emanuele Secondo per la Grazia di Dio, e per volontà della Nazione Re d’Italia
Nel giorno undici Marzo mille ottocento settantasei in Platì, Provincia di Reggio Calabria, nella casa degli eredi Signor Domenico Mittiga, sita nella strada Ariella. Avanti di Noi Notar Rocco Musitano, residente in Bovalino, da essere scritto presso il Consiglio Notarile di Gerace, nel venire istallato e dei qui fatta scrivendi testimoni …. ed aventi tutti i requisiti voluti dalla Legge, si sono personalmente costituiti _ La Signora Maria Antonia Mittiga e fratello Giuseppe fu Domenico, nati e domiciliati in Platì, da una parte = E dall’altra – Il Signor Gaetano Caridi fu Consolato, nato in Oppido Mamertino, e domiciliato in Trisilico. Essi contraenti sono proprietari, da noi e dai testimoni personalmente conosciuti, e conchiusero il presente contratto - Si è contrattato tra la Signora Mittiga e Signor Caridi matrimonio, e la futura sposa per agevolare le condizioni del futuro di lei consorte, in vece di dotare a se stessa il terzo di un orto sito in questo territorio, così d’accordo col costituito di lei germano si progettò la vendita pro del medesimo, rimanendo così il capitale del prezzo in luogo di dote = Postisi essi contraenti d’accordo vengono a stipulare i seguenti patti = La Signora Maria Antonia Mittiga vende al costituito di lei germano Signor Giuseppe il terzo dello orto, sito in questo territorio, Contrada San Pasquale, alla stessa pervenuto per eredità paterna, di natura agrumi, gelsi, fichidindia, ed altri da frutta, e confina coi beni degli eredi Signor Francesco Fera, Giuseppe Mittiga di Giosofatto, vallone e strada riportato nell’articolo quattrocento diciassette del vecchio catasto = Tale vendita si fa per franca e libera per qualunque peso, censo, ipoteca e servitù, per lo prezzo di lire duecento, che alla veduta di Noi notajo e sottoscritti testimoni. Si sborza ad essa venditrice in tanta buona moneta di corso legale, e però rilascia debita quietanza,, dichiarando non aver più altro a conferire = Per effetto di tale vendita la Signora Mittiga da ora e per sempre immette nel pacifico possesso e dominio l’acquirente suo germano, e gli promette la garanzia di fatto e di diritto. = Stante siffatto contratto di compravendita essa futura sposa dota a se stessa lire  duemilacentoventicinque: cioè lire millenovecento venticinque contante di suo proprio peculio, li esborza al futuro sposo Signor Caridi alla nostra presenza e dei testimoni, il quale ne fa quietanza, e lire duecento sono quelle stesse, che come di sopra si sono retratte dalla vendita del terzo dell’orto. = E infine essa ripetuta Signora Maria Antonia Mittiga dota a se stessa una casa palaziata che possiede in questo abitato di Platì, rione o strada Pietrangela, composta di una stanza al primo piano, ed una stanza ed una cucina al secondo. = Limita col basso sottostante di proprietà di  Elisabetta Catanzariti, le case di Anna Grillo e Francesco Trecase, riportata col ruolo dei fabbricati all’articolo duecentosessantuno. = Mittiga Maria Antonia. A questa casa si è posto il valore di lire cinquecento, per regolare i diritti del registro. = E poiché ogni dote dev’essere cauta, così il futuro Sposo in quello che l’accetta nella cifra indicata, nel medesimo tempo la rimeste sui suoi fondi siti e posti nello abitato e territorio di Trisilico: cioè  sulle case site in quel Comune, strada San Giacomo, numero trentasette composte di due bassi, due stanze ed uno stanzino al primo piano, ed una stanza cucina al secondo, riportate nel ruolo di fabbricati di quel Comune, all’articolo cinquantuno, per la rendita di lire trenta, intesta Caridi Gaetano. = Limita con le case del Signor Giacinto Barbaro, eredi Giuseppe Lombardo, eredi  Francesco Penna, eredi Antonio Cananzi, e strada pubblica e sul fondo rustico contrada Rosario o Petrara, di natura agrumi, fichi, olivi, e terra aratoria, riportato all’articolo cinquecentosessantaquattro di quel Catasto, sezione E, limita coi beni degli eredi Francesco Zorbi, strada, fiume, e con la macchina oleosa dei germani Signori Gerardo e Vincenzo Caridi. = Detti immobili rustici ed urbani siti e posti nel territorio ed abitato di Tresilico si dichiarano da esso Signor Caridi franchi e liberi di qualunque peso, censo, ipoteca, meno della servitù gravitante sul fondo Rosarico o Petrara di un acquedotto che serve ad animare la macchina oleosa ed il mulino di proprietà dei figli di esso Caridi a nome Signori Gerardo e Vincenzo, i quali restano facultati far tutte quelle migliorie che crederanno di loro interesse pel mantenimento di tale acquedotto. Restano perciò sino alla concorrenza delle doti sorrogati detti due predi da prelevarsi a preferenza prima nel fondo rustico, e dove occorra sul fondo urbano. = E poiché si calcola che la valuta di detti immobili rustici e urbani, paregiato il credito Postale, ha una plus valenza, così questo avanzo esso futuro sposo lo dona col presente atto irrevocabilmente tra vivi in ante parte ad essa futura sposa, in proprietà ed usufrutto, potendo disporre di tutte due predi, testé descritti della loro intera totalità e come cosa propria, meno di quanto rappresenta la dote, che per patto resta inalienabile. = Tale plus valenza, per regolare i diritti dovuti all’erario, si assegna il valore approssimativo di circa lire quattrocento.[a ] E perché il tutto costì si è scritto da Noi Notajo il presente rogito, che letto alle parti in presenza dei testimoni,ed istruite le stesse da Noi del suo tenore e di quello della legge, hanno dichiarato di avere tutto ben capito, e di persistervi. = Fatto, letto, e pubblicato oggi suddetto giorno, luogo, mese ed anno, in presenza di tutte le parti costituite, e dei testimoni Signori Girolamo Giovinazzo fu Domenico, di condizione Arciprete di Tresilico, ove domicilia, nato in Cittanova, e Filippo Zappia fu Rosario, di condizione Proprietario, nato e domiciliato in questo Comune di Platì, i quali con Noi Notajo, ed il Signor Gaetano Caridi sottoscrivono il presente istrumento in piede ed in margine, avendo dichiarato i germani Signori Mittiga non saperlo fare per non aver appreso. = Il presente venne scritto sopra questi due fogli  di carta di proprio Nostro carattere, e comprende pagine scritte sei = Gaetano Caridi = Arciprete Girolamo Giovinazzo testimone = Filippo Zappia testimone = Notar Rocco Musitano di Giovanni residente in Bovalino ho stipolato. =
Specifica = Registro col doppio decimo L. 28,80=Archivio L. 2,00=Repertorio L. 0,50=Carta fogli due L. 2,40= Redazione L. 2,00=Totale L. 38,90=Sono in tutto lire trentotto e centesimi novanta = Soddisfatto Notar Rocco Musitano= N° 98 = Registrato in Ardore      a sedici Marzo 1876 = Registro 1° = Vol. II. Fol 92 = Dritto Esatto lire ventotto e centesimi ottanta L. 28,80 = Il Ricevitore Domenico Crimi. In margine legge quanto segue. A ventiquattro Marzo mille ottocento settantasei presa la debita iscrizione all’ Uffizio delle ipoteche di Reggio Calabria, al numero mille trecento settantuno del Registro d’ordine, volume cento quattro = Notar Rocco Musitano. Nota d’ipoteca legale nascente da un atto rogato da Notar Rocco Musitano di Bovalino del dì undici Marzo mille ottocento settantasei, registrato in ardore a sedici Marzo detto anno, al numero novantotto per lire ventotto e centesimi ottanta, Crimi = A favore della Signora Maria Antonia Mittiga domiciliata in Platì = Contro il Signor Gaetano Caridi fu Consolato, nato in Oppido, domiciliato in Tresilico = Per sicurezza della somma di lire duemilacentoventicinque che essa Mittiga si ha costituito in dote in tanto contante libero L. 2125,00 = Sopra i seguenti beni siti nel territorio ed abitato di Trisilico: case, strada S.Giacomo, numero trentasette,, composta di due bassi, due stanze ed uno stanzino al primo piano, ed una stanza e cucina al secondo, riportate nel ruolo dei fabbricati all’articolo cinquantuno = Limitano con le case del Signor Giacinto Barbaro, eredi Giuseppe Lombardo, eredi Francesco Penna, eredi Antonio Cananzi e strada pubblica = E fondo rustico contrada Rosario o Petrara, di natura agrumi, fichi,olivi, e terra aratoria, riportato all’articolo cinquecentosessantaquattro di quel Catasto Sezione E, limitato coi beni degli eredi Signor Francesco Zorbi, strada, fiume e con la macchina oleosa dei germani Signori Gerardo e Vincenzo Caridi = Reggio ventiquattro Marzo mille ottocentosettantasei=Volume centoquattro, Numero 1371 del registrod’ordine= Iscritto all’Ufficio della Conservazione delle Ipoteche della Provincia di Reggio Calabria oggi lì ventiquattro Marzo mille ottocentosettantasei 1876 = Esatto per tassa l. 10,70 = Doppio decimo L, 2,14 = Bollo L, 0,26 = Emolumenti L. 1,29 = Lire quattordici e centesimi  39 Totale = Il Conervatore A. De Blasio = Specifica = Per la iscrizione L. 14,39. Carta e redazione L. 5,40 = Totale L. 19,75.

.[a ]La futura sposa  alla sua volta accetta a ridondanza l’assegno dotale, e la liberalità in supplemento.
La presente copia vera al suo originale fusa sopra due fogli di carta, di carattere in parte di Noi Notaio, ed in parte di persona di nostra fiducia, costa di pagine scritte otto e viene rilasciata a richiesta della Signora Maria Antonia Mittiga fu Domenico, residente in Trisilico – Dal Nostro studio lì diciassette Marzo mille ottocento settantanove - Notar Rocco Musitano di Giovanni residente in Bovalino attesto quanto sopra.

                                                                                                                                                             Specifi
Carta e marca di registraz.    L.  3,60
Repertorio                             L.  0,50
Redazione                             L.  2,00
Totale                                    L.  6,10
                                                                                                      Onorario     gratis
Sono lire sei centesimi dieci – Notar Rocco Musitano

giovedì 26 novembre 2015

Il segretario privato (reg. Charles Klein - 1940)

Bruno bar(a) ... ometro

E’ arrivato il Segretario
finalmente ci è arrivato.
che non abbia tafanario,
che sia magro ed emaciato,
non importa, l’aure buone
di Platì le rifaranno
con cervello * e con montoni
e ricotte fra qualche anno
questa stecca di biliardo
sarà un corpo già gagliardo.

Perciò pregasi il prefetto
anche sotto questo aspetto
di lasciarlo or che qui venne
per lunghi anni ed anni AMENNE. !!!

Giacomo Tassone Oliva, Municipalia

* capretto, in dialetto cerveiu


mercoledì 25 novembre 2015

Il grande attacco (reg. Umberto Lenzi - 1978)



Historicus racconta
Il bombardamento di Platì

Sabato 23 Agosto 1943, giorno precedente la festa della nostra Patrona Santa Maria di Loreto, gli anglo-americani, durante la 2° guerra mondiale, sferrarono un attacco aereo su Platì.
La gente cercò scampo nella fuga sulle nostre montagne, nelle case dei ricchi restarono gli uomini perché non andassero a rubare i ladri.
Fu esposta la statua della Madonna di Loreto sul sagrato della Chiesa Matrice e si racconta che, passando di là, un ufficiale del nostro esercito depose le sue medaglie sul braccio della Madonna.
I vecchi del paese, quando lo ricordano, dicono che fu un miracolo perché le bombe caddero vicinissime all’abitato e rimasero inesplose, altre, pur esplodendo vicino alle persone le lasciarono illese.
                                                                                                                                                                                                                                                                       Crea F.  3 C

Tratto da Il Giornalino
numero unico degli alunni della SC MD ST “ D.PERRI “ Platì Cirella a. s. 1997/98

lunedì 23 novembre 2015

Sono nato, ma ... (reg.Yasujiro Ozu - 1932) pt 2




                                                                           Fairfield 12 - 2 - 86

                                  Carissimo reverendo Don Ernesto
Rispondo alla vostra ed me tanta gradita notizia. Sono lieto saperve bene.
Io non dico bene però vado pian pian ...
Dunque apprendo con gioia la vostra scoverta verso la mia discendenza da i Trimboli
Sento come dite quanto faticoso fu il vostro lavoro spogliare tutte i libri parrochiale..
Reverendo. Io non trovo mode e parole per poterve ringraziare della vostra bontà verso di me per impegnarve con tanta pacenza.
Queste ricerche che voi havete fatto sono miei ricordi. Come pure vostre, che io lasciarò ai miei discendente, dato chè portano vostro nome e cognome cioé la vostra firma.
Dunque visto come dite che il primo Trimboli di cui si trova menzione è NUNZIATO, nato da Francesco Trimboli e da Mittica Rosaria il 30 marzo 1761; questo nome sconosciuto nella nostra parentere, come pure la moglie Mavrelli, come è scritto o credo forse Marvelli, qui io penso derivava da Ardore; ossia Panduri che fu terremotato nel 1783.
Francesco Trimboli sposo a Rosaria Mittica.
Non si sa se di prima fu a Platì e poi a Panduri o prima a Panduri e dopo a Platì
Secondo quanto io penso fu un coloni. O’ un brigante affavore della Famiglia del Marchese: Vito Nunziante di Gioia Tauro perché io mi credo questo. Dato ché esistono i muri  della chiesetta di S. Vito secondo il detto famigliare.
I terreni furono coltivate del nonno di mio padre Giuseppe.
Giuseppe ebbe più di 6 maschi e 2 femmene.
Tutti furono chiamati i Gaetanare dai platiesi (detto per Gaitano) un figlio della grande famiglia
Questo nome nessuno delle Trimboli l’ha portato avanti. fu saurito come quello di Nunziato,
però il nome Senoli, deriva dopo di questa famiglia o famiglie, prima il locale era forze S. Vito, unito forze a Panduri.
Ora sono un po imbarazzato, perché secondo i vostri dati trovati nei libri? Io prima cercavo la mia discendensa; adesso devo fare ricerche sulla mia nascita, perché voi mi trovate nato nel 1912. Io ho scritto e creduto della classe 1913; nato, registrato allo municipio Trimboli Bruno Antonio 24 Febraio 1913
Comunque capisco quanto difficile furono per voi queste  scutrine personale;  e si può scambiare una persona per un altra. Come pure sono in dibbio? Che alla chiesa i bambini venivano registrate subbito alla nascita; però al comune andavano quando volevano
Finisco credo che potete capire il mio maloscritto. Grazie infinite per vostro grande lavoro. Accettate il mio piccolo dono, mai per paga,ossia che voi avete bisogno della mia moneta; lo faccio di mia spontania volontà. Sono 150 dollare fatte a lere italiane
Augurandovi di trovarvi bene. mi dico vostro aff.mo
Bruno Trimboli

Mr Bruno Trimboli
1 stella st
Fairfield west
Sidney 2165
N S W Australia

Sarebbe stato più divertente e avvincente ricostruire la storia del paese con la competenza del signor Bruno Trimboli e le conoscenze zio Ernesto. E nella risposta del signor Trimboli si va dalla Storia Patria alle origini dei nuclei familiari.

domenica 22 novembre 2015

Sono nato, ma ... (reg.Yasujiro Ozu - 1932) pt 1


                                                                                          Platì, 21.1.1986
Gent.mo Sig. Trimboli,
giusta vostra richiesta con lettera
del 19.9.1985, ho fatto ricerche sulla Vostra discendenza, e dopo lunghe e faticose ricerche, perché ho dovuto scorrere quasi tutti i libri parrocchiali, sono arrivato ai seguenti risultati, che credo siano esatti.
Il primo TRIMBOLI di cui si trova menzione è NUNZIATO, nato da Francesco Trimboli e da Mittica Rosaria il 30 marzo 1761; non si dice da dove provenga. Nunziato sposò, in data imprecisata, Mavrelli Caterina (neanche questa si sa da quale paese proveniva) ed ebbe, fra gli altri figli FRANCESCO, nato il 24 luglio1790, e GIUSEPPE, di cui non si trova la data di nascita (forse tra il 1790 e il 1800). GIUSEPPE sposò il 24 novembre 1823 Stalteri Domenica di Domenico, ed ebbe, fra gli altri, ANTONIO (nato verso il 1848) che sposò Fera Francesca, e FRANCESCO (o FRANCESCO BRUNO). FRANCESCO (o Francesco BRUNO) sposò il 20 settembre 1852 Trimboli Maria ed ebbe, fra gli altri, il figlio DOMENICO, nato l'8 aprile 1868, il quale sposò Parisi Rosa ed ebbe i figli: Francesco, Michele,Rosario, Antonio, Giuseppe, Maria e BRUNO (che siete Voi). Voi avete sposato il 30 dicembre 1937 Sergi Caterina di Domenico e di Catanzariti Caterina (chiamata invece Santa).
Quindi la Vostra discendenza si può cosi ricostruire:
nato ? TRIMBOLI FRANCESCO sposa Mittica Rosaria
nato             1761: NUNZIATO = sposa Mavrelli Caterina
nato             1790: GIUSEPPE   =  sposa Stalteri Caterina
nato             1825: FRANCESCO sposa Trimboli Maria
nato             1868: DOMENICO  = sposa Parisi Rosa
nato             1912: BRUNO = sposa Sergi Caterina
Se in seguito potrò fare altre ricerche e trovare altre notizie, sarò lieto di comunicarvele.
Lieto di corrispondere con Voi e con l'augurio di ottima salute, Vi porgo ì più distinti saluti.
Vostro

(sac. Ernesto Gliozzì)


giovedì 19 novembre 2015

La tavola dei poveri (reg. Alessandro Blasetti - 1932)






Ah, come tagliava a mezzo i pomodori, come li annusava per saziarsene all’odore, come li affettava delicatamente e li disponeva nel piatto, rossi e verdi come smalti coi semi rugiadosi e dorati, e poi versava l’olio a filino dalla bottiglia, sminuzzava un rametto di basilico quasi bruno, li incipriava d’origano, li abbelliva con frammenti di aglio, li salava con parsimonia, e poi mescolava, faceva una montagnola d’essenze che stecchiva all’odore, mentre noi inghiottivamo a vuoto, avendo davanti i piatti nei quali egli versava i pomodori prendendoli con un cucchiaio, li umettava dell’olio rimasto e infine ci diceva di mangiare. “ Mangiate, figli, e divertitevi, perché l’estate è tra noi ... “ D. Zappone, Il mio amico Hemingway e altri racconti citato da Vito Teti ne Il colore del cibo, 1999, Meltemi.

Nota: l'antipasto, la base è con i biscotti di Platì, è mio; il primo, tagliatelle, è di Antonella che sta a Barcelona; il secondo, baccalà fritto con peperoni ciurrameschi, mio; i cannoli, di vera ricotta a chilometro sotto zero, de Il Fienile che sta a Floresta nel cuore dei Nebrodi. buonappetitoegraziedell'invito 

mercoledì 18 novembre 2015