Vi lagnate che non
vi scrivo ma vi ho scritto quella cartolina non tanto per il sapone come crede
Iola, quanto per un poco di grano che poteva bisognarvi, ma voi non avete
risposto su questo. Ho tolto un poco di miele da un’arnia che poi vi farò
avere; è poco perché il tempo sempre piovoso è andato contrario anche alle api;
anche gli altri apicoltori hanno fatto poco.
In
salute tutti bene. Farò presto il disegno per Iola
Vi
mandiamo tanti cari abbracci per tutti
Aff.mo
Ernesto
P. S.
Lo zio Ernesto è stato parroco presso Samo dal 1946 al 1952.
anzitutto vi chiedo notizie della vostra
salute che spero migliorata. L’altro giorno vi hanno visto a Bovalino persone di
qui; non sò se è vero. Anche Peppe ieri è arrivato a Bianco, ma non è venuto a
vederci. Speriamo bene anche degli altri in famiglia. Noi stiamo bene. La
capra nei giorni scorsi si è ammalata e temevamo che morisse; ma poi si è
ristabilita; ma ha diminuito il latte. La persona che ora la tiene ci ha detto
che forse non le tornerà tutto il latte; in questo caso per noi è più una
seccatura perché non abbiamo chi ce la tenga: Perciò se non tornerà col latte
come prima ve lo farò sapere con una cartolina e quando la riceverete mandate
subito Ciccio a prenderla e voi farete quello che volete; o la tenete o l vendete.
Se volete potete mandare per un altro poco di grano. Mando un pò di veccia e
lenticchia per Ciccillo; è poca perché Amalia l’ha data alle galline.
Sto
preparando anche qui la Passione che hanno fatto a Platì. A Casignana il nuovo
arciprete è andato il Giorno di San Giuseppe.
Salutateci
le sorelle e gli zii colle loro famiglie; saluti ed abbracci per voi tutti e
per la zia Serafina. Vi chiediamo la S. Benedizione, insieme alla mamma
Io
sottoscritto Celentano Giovanni fu Domenico chiedo alla S. V. di voler prendermi
in considerazione questa mia domanda
essendo
povero avendo a carico una figlia e la moglie non avendo altro che casa e la
detta cuota datami dal comune,
prego
alla V. S. I. di voler assicurarmi un pezzettino di terra della Parrocchia di
Samo, obbligandomi di pagari i diritti che aspettano alla S. Chiesa
Asili e giardini d'infanzia. Tra le
istituzioni di cui più fortemente si lamenta la mancanza sono gli asili e i
giardini d'infanzia. Ogni comune li implora per provvedere in qualche modo ai
bambini che fino dai 2 o 3 anni cominciano a razzolare per la strada tra il
fango ed i maiali. Dalle statistiche ufficiali si ricava che nel 1901-02 nei
413 comuni delle Calabrìe esistevano solo 20 asili di cui 15 in provincia di
Catanzaro, 3 in quella di Cosenza e 2 in quella di Reggio. Prima del 28 dic.
1908 nei 107 comuni della provincia di Reggio non c'erano che sei asili,due a
Reggio, uno a Radicena, uno a Bruzzano Ziffirio donato dopo il terremoto del
1907 dal Comitato Veneto Trentino, uno ad Oppido Mamertino sussidiato dalla
Congregazione di Carità e dal Comune, ed uno infine a Bagnara eretto e mantenuto dal
Comm. Antonio De Leo. Il 28 dicembre gli asili di Reggio, Oppido e Radicena
furono distrutti; quello di Bagnara fu gravemente danneggiato, ma tra breve,
pare, risorgerà. a spese del fondatore. A Melicuccà il Comitato fiorentino ha
fabbricato ultimamente un bel locale per asilo, e per il suo funzionamento sono
state riservate le 2o.ooo lire date dallo stesso comitato per il mantenimento
delle baracche. Il cav. Spina del paese ha inoltre promesso la somma annua
necessaria per le suore: con tutto ciò l'asilo non è ancora aperto. Speriamo
che l'operosità dell'Ispettore di Palmi, Salvatìci, riesca a vincere l'inerzia
del comune. Un asilo avrà pure Oppido Mamertina, donato dal Comitato di Reggio
Emilia. Il Papa ha fatto costruire due asili a Reggio e uno a Catona .
G. Malvezzi e U.
Zanotti Bianco, L’Aspromonte occidentale, 1910
La foto è catturata dall’Archivio dell’ANIMI
Ancora oggi quel dito puntatomi contro lo vedo perseguitarmi
e additarmi all' angioletto, se non al diavoletto!
L'argomento
che qui viene alla luce è stato per lungo tempo covato non volendo trattarlo
con banalità di rito e ricordi nostalgici. Oggi è la volta dell'Asilo infantile
di Platì . L'occasione definitiva arriva dalla scoperta del breve documentario
- andando avanti e indietro, randagio, per le vie del web - Bambini
del sud di Michele Gandin. Fu girato sul finire degli anni cinquanta in
varie zone rurali a Monasterace e buona parte a Platì *. Con l’occasione e in
contemporanea fu realizzata una serie di scatti fotografici oggi reperibili sul
sito dell’Associazione. Quest’episodio è stato da subito dimenticato dai
platioti anche perché nel paese non venne mai ad essere presentato, come oggi
accade con opere letterarie a ridosso della festa da madonna du ritu, per intrattenere le famiglie oriunde che per
giunta dimorano a Bovalino. Platì ora è in provincia di Bovalino mentre fino
alla metà degli anni settanta del secolo passato era tutto il contrario. E
accade anche per chi scrive!
Il soggetto del documentario è di Umberto Zanotti Bianco a cui va
riconosciuto il merito. Egli ha stretto un legame particolare con le zone
interne della Calabria Ulteriore Prima, senza trascurare la Basilicata ed il
resto della terra calabra. Il suo interesse per quelle terre risale agli anni
che seguirono il disastroso terremoto del 1908 ed è andato avanti fino alla sua
scomparsa avvenuta poco dopo la presentazione del film.
Generalmente
si data l'inaugurazione dell'Asilo Comunale di Platì con l'arrivo in paese
delle Figlie della Divina Provvidenza e noi a questo ci conformiamo visto e
considerato il magistrale lavoro portato avanti dalle suore. Realmente però
l'asilo fu fondato nel 1956
dall'Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d'Italia. I
governanti in paese si avvicendavano, sia essi democristiani, commissari
prefettizi o comunisti. Il lavoro delle suore era per conto di Cristo, della
Madonna, dell'arcipreviti Minniti e
infine dello zio Ciccillo che lo passò allo zio Ernesto. Esse educavano i
bambini sino a prepararli alla prima comunione. Il ragazzo così formato poteva
continuare gli studi o prendere il treno alla stazione di Bovalino ed emigrare.
*
Nella scheda degli Archivi del Novecento è riportato solo Monasterace.
Massaro
Michele Marando, ha dichiarato in presenza di noi qui sotto scritti testimoni
d’aver venduto al Signor Don Giuseppe Gliozzi la sua pianta in contrada
Pagliarello limite Sig. Pasquale Zappia, e Massaro Rosario Marando per lo
prezzo fissato da due periti Massaro Pasquale Treccasi e Francesco Terminello
per docati trenta, di questi esso Marando si ha dichiarato pagato e soddisfatto
e si è obbligato ancora di passare l’istrumento ad ogni richiesta del
compratore.
Da queste brune rocce che punteggiano il quieto Ionio,
da questa benefica solitudine, l'uomo saggio, questo perfetto selvaggio, può trarre, e portare con sé nel movimentato
fragore delle città, i principi di una sapienza nitida e autentica e
assolutamente terrena una incoraggiante
filosofia, che favorirà solari cattiverie, insieme ai rimpianti dell’addio.