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giovedì 17 aprile 2014

La memoria dell'altro (reg. Alberto Degli Abbati - 1913)




Appunti storici
Dal “ Memoria sui luoghi
antichi e moderni del Circondario ”
dell'Ar. Tedesco
da Caraffa
riportati dall'arcipr. Ernesto Gliozzi sen.

Il nostro Circodario formato dalle tre repubbliche greche di Naricia, Butrodo e Samo: Naricia sul Capo Zefiro-oggi Bruzzano e S. M. di Leocade; Samo, oggi Precacore, S. Agata Caraffa; Butrodo o Potamia, oggi S. Luca – Bianco – Casignana.
Calabria: Terra antiqua, potens armis atque ubere glebae. Euclide III vers.164
Esperia = terra occidentale
Enotria = ricca di vino
Ausonia = ubertosa
Conia = dai Coni ( o Chon o Chan) voci ebraiche ( Cananei? )dispersi da Giosué
Italia da Italo , o Vitulo = vitulia = giovenchi

 Naricia
Hic et Naryci; posuerunt moenia Locri (Locri Epizefiria)
Urbs antea erat prope Zephirium promontorium, postea autem traslatu fuit ad montem Esopio sed cum destucta fuit ex eius ruinis crevit Heracium. (Brudrant, Lexicon geog.)

Butroto
Butramo o Potamia, sul Buonamico, contrada Palazzi fondato l'anno del mondo 3951 dalla distruzione della quale anche Panduri.
La valle di Platì si formò dal disastro tellurico 1638
Il Butroto-Novito di Tito Livio è proprio il Buonamico.

Samo
Samii Samum urbem condiderunt (Barrio) de situ Cal contava sino a 80 mila abitanti ed aveva anche il suo naviglio. Diede i natali a Duri samio, storico. Ippone pitagorico, Melisso discepolo di Parmenide e chi sa se non pure di Pitagora.
Nella religione ebbe la nostra Samo il noto San Floro il quale si ritiròin un bosco contrada Faccioli in una grotta che ancora esiste, passando i giorni in vita contemplatva. Di lui parla l'Abb. Nicolai nell'inno a S. Veneranda
Cominciò la distruzione per opera dei cartaginesi e seguì per le incursioni dei saraceni. Fu allora che abbandonarono le pianure per salire e fondare Polecastro, vecchio castello, oggi Crepacore, munita di tre forti: Pizzo, Papaleo e Castello. Terza fondazione in S. Agata, in seguito al terremoto del 1349. Si ricorda la sprofondamento del monte in cui perirono il Duca e sette suoi figli. La dichessa scampataalla rovina sospirando diceva: Ah crepa-cuore!

S. Agata
Così volle il Duca che si chiamasse la colonia dei samii scampati dalla catastrofe e condotti ad occupare il suo giardino di Campolaco e sotto la tutela della santa la pose. Nacque il Barone Errico Franco.

Caraffa
Dal principe di Roccella Fabrizio Caraffa, il quale aveva dato il nome a Fabrizia. D. Fabio e D. Ottavio Sotira inimicatisi col Barone, passarono nei possedimenti delprincipe Carafa, indi Caraffa.
La chiesa delle Grazie dipende dalla famiglia Ceratti. La torre attuale si chiamava di Aragona dal re Ferdinando.

Bianco
Sopra il ciglione di un monte cretaceo, circondata da forti mura, aveva tre porte che comunicavano coi tre sobboghi di Catanotte, Zopardo e Pardesca, cioè a oriente, occidente e mezzogiorno. Nel 1622 fu fondato il convento dl crocifisso, opera questa di D. Giovanni Evangelista da Reggio, fu detto della vittoria per la vittoria riportata da Bianco sui turchi.
Si ricorda: il poeta, canonista Nicolò di Bianco della fam. Muscolo 1722 e D. Giuseppe Muscolo letterato.

S. Luca
Sorse tra la fine del IX al principio del X secolo dalla distruzione di Potamia ( la fluviale ) il 18 ottobre 1349 per allagamento del Bonamico e si disse San Luca dalla festa del giorno. Ebbe tre monasteri basiliani: S. Nicola di Butrano, del SS. Salvatore e di S. M(aria) di Polsi. Esiste una contrada detta Pirria – chi sa se prende il nome da Pirro.
L'attuale S. Luca è a 3 miglia in basso dalla distrutta Potamia. Nella vendita degli stati del conte Marulli, venne insieme a Bovalino, al duca di Bovalino Sigismondo Loffredo, indi passò al duca di Ardore e da questo a Clemente col titolo di Marchese sino al 1806. D. Alessandro Clementevende l'ex feudo a D. Francesco Stranges. Il monastero del Salvatore era nei giardini che ora sono dei Sigr. Stranges i quali l'avevano ereditato dalla famiglia Oliva di Monasterace e corrispondono il censo alla cappella Sistina. Celebre il medico rinomatissimo D. Francesco Stranges, morto il 18 aprile 1835.

Casignana
Dal disastro del 18 ottobre 1349 venne pure Casignana. Il nome Caseghiano (segmento della sua patria) indi Casignano, poi Casignana.
Ha tre chiese: S. Giovanni Battista, l'Annunziata e S. Rocco, quest'ultima destinata a Matrice sin dal 1852, quando in occasione della visita dell'Intendente, e a tal uopo, si sono raccolti in sottoscrizione 618 ducati. Altre chiesette rurali: S. Nicola. Santa Marina, S. Elia, S. Placido a Marino, S. Pietro, S. Antonio Abate, S. Lucia.
A qualche miglio distante, in contrada Favate, la sorgente di acque minerali, le quali, esaminate dai farmacisti D. Biagio e D. Giuseppe Ielasi, risulta contengono:
- acqua pura 20 once
- gas, aciso carbonico, tre volte il volume
- gas idrogeno solforato un quarto
- silice, argilla, muriato di calce
Utile in varie malattie
Onorano Casignana D. Pietro, zio e nipote Arciprete, il Padre Bonaventura e il nipote Dott. Giuseppe Nicita, il Teol. Papandrea, Vicario Capitolare della diocesi
 ed          io


mercoledì 16 aprile 2014

Papà, ma che cosa hai fatto in guerra Pt.4


Platì 23 – 1 – 1917
Caro Luigi,
 Stasera ho ricevuto la tua lettera in due foglietti in cui mi dicevi tutto. Bravo! Così desidero e mi auguro che avrai tempo per scrivermi sempre in questa maniera. Ho ricevuto pure una lettera di Peppino che ti accludo e sono addolorato perché no ha potuto fare ciò che aveva promesso. Del resto, speriamo in Dio e Lui solo ci può dare aiuto e conforto in questi  tristissimi tempi. Cerca di essere buono e religioso, ché Dio converterà in gaudio la nostra tristezza. Quando tu stai bene, noi stiamo anche bene, ed il resto è nulla, perché con la salute e l’aiuto di Dio, tutto si aggiusterà. Rispondo ora alla tua lettera per assicurarti che farò quanto possibile per la licenza agricola, se siamo ancora a tempo. Per gli ulivi, il vivaio, il garzone, i maiali, ecc, penseremo noi e non ti impensierire per tanto. Parlerò pure con mastro Rosario per le porte e per le tavole, ma ti ricordo che quella casa serve per la notricata e c’è tempo. Per i colletti Bettina li aveva già consegnati a Peppino, il quale la sconsigliò a mandarli dicendo che ne avete migliori, di lana. Ella desidera inviarti un pacco con biscotti e così te li spediremo anche i colletti. Domenica abbiamo mandato il garzone a Benestare e col tuo amico Rosario Caminiti ti spedimmo un pacco di oggetti e una bottiglia di olio. Rispondimi quando li avrai ricevuto. Per la scortesia degli amici che non ti risposero, io non so nulla; non scrivere più. Dei richiamati del 74 e 75 alcuni furono dispensati perché padri di 4 figli – tali Demarco, Virgara Giuseppe, Timpani, Cianciana e gli altri furono mandati in attesa di richiamo. E sono il massaro dell’Arc: D Filippo Francesco du Marte ed altri che non conosco. All’Arcip. Nulla è capitato di nuovo e ti ossequia. Il grano dal Commissario l’abbiamo avuto, cioè otto tomoli già ed il resto con la prossima tornata. Ciccillo ti scrisse il suo biglietto. E la chiave della valigia?
Finisco perché è tardi, piove e Antonicello aspetta per imbucare la presente. Dimani ti dirò altro. Pensa a stare allegro e benedici i bambini. I quali con me, con Bettina, Serafina ed Antonio ti abbracciamo.
Ossequi da tutti.
Tuo aff.
    Ernesto



lunedì 14 aprile 2014

La Valle dell'Eden (reg. Elia Kazan - 1955)



Ne l'Eden

Ella, slanciata sotto il pomo verde,
Dolcemente sogguarda il ciel turchino,
E, da, le labbra, rosee, un divino
Manda sorriso che pel ciel si perde.
Striscia frattanto, su le molli erbe,
Misterioso serpente:  a capo chino
Ella lo guarda, . . al suo parlar meschino
Attenta ascolta, e sillaba non perde.
La bianca mano alfin stende sul ramo,
ll pomo coglie, il gusta, e via,leggera,
Per l'Eden chiamando: Adamo, Adamo.
E lo gustaro entrambi. - Una severa
Voce s'udì daIl’ alto ed al richiam
Nessun rispose. -- Adamo mai dov’era?

 Ernesto Gliozzi sen


domenica 13 aprile 2014

Country Down - Beck





Felicità sarebbe là ove, lavorando mente, cuore e  braccia in bell'accordo sotto l’occhio della Provvidenza, esistesse un'armonia santa fra la munificenza di  Dio ed i rapimenti dell'anima umana.       
George Sand, op. cit.



Oggi 13 aprile 2014, domenica delle palme, è venuto al mondo Raimondo Violi di Francesco di Raimondo di Francesco di Pasquale di Francesco di Antonio di Francesco di Rocco di Assunto di Francesco

quando Beck frulla Neil Young e Elton John

giovedì 10 aprile 2014

Avanti c'è posto! (reg. Mario Bonnanrd - 1942)



Con la presente scrittura privata, i sottoscritti, volendo adibire il locale di proprietà del Sig. Gliozzi Luigi ad uso di circolo di riunione, si impegnano verso il suddetto Gliozzi di pagargli per  la durata di un anno a decorrere dal giorno dell'apertura del Circolo la quota mensile anticipata di L. 7,90 per ogni socio.
Lo Gliozzi si obbliga da parte sua di consegnare ai sottoscritti convenientemente arredato detto locale, di fornire la luce necessaria e di provvedere alla pulizia.
Ogni socio s'impegna di pagare la suddetta quota mensile per la durata di un anno, anche se per sua ragione non vorrà frequentare il circolo.
  Platì 6 – Luglio 1922
Dr Giuseppe Mittiga – Mittiga Michele
Marando Domenico
Zappia Amasi
Nicola Spadaro
Dott Filippo Zappia
CavGiosofattinoFuore
Zappia Giuseppe di Filippo
Riganò Giosofatto
Morabito Domenico
Zappia Giuseppe di Carlo
Mittiga Agostino

mercoledì 9 aprile 2014

L'ultimo volo (reg. Folco Quilici - 2010)

Canonico Ernesto Gliozzi jun 12/04/1915 - 02/02/2008


sac. Ernesto Gliozzi
89039  Platì  (RC)


                                                                        Platì, 29.11.2001

                 Eccellenza Rev.ma,

                                                        sono il sacerdote Ernesto Gliozzi, e nel
chiederLe notizie sulla Sua salute, che di tutto cuore mi auguro sempre ottime,
vorrei tornare su un problema che da tanto tempo mi assilla e che altre volte in
precedenza ho esposto a V. E. Rev.ma; e cioè sulla mia posizione giuridica in
questa Parrocchia di S. Maria di Loreto in Platì.

     Quando la Parrocchia era affidata a p. Alessandro Di Tullio, come
Amministratore Parrocchiale, ed  io  avevo il titolo di Vicario Parrocchiale,  ho
pregato il cennato p. Di Tullio di domandare, in un incontro con V.E., un
chiarimento su tale questione, e la risposta orale che ho avuto è stata che le cose
stavano bene così come erano.

     Ora, con la venuta dei due Padri Missionari della Consolata, p.Luigi Manco e
p.Enrico Redaelli, mi trovo nelle medesime difficoltà di prima.

       A me, data la mia anzianità e le mie condizioni di salute, non dispiacerebbe
di essere annoverato fra gli inabili, con il conseguente disimpegno dal lavoro che
sto svolgendo nella Parrocchia, specie le confessioni, per cui mi son dato sempre
da fare, e col relativo trattamento economico da parte dell' I.D.S.C.

     La prego, pertanto, di volermi dare una risposta che mi possa liberare da ogni
preoccupazione.

     Sempre a disposizione di V.E. Rev.ma e con devozione La ossequio.

                                                                 (sac. Ernesto Gliozzi)



mercoledì 2 aprile 2014

Storia immortale Pt. 5


Platì, comune della provincia di Reggio Calabria - Italia - pone la sua origine nell' anno 1505, quando il Principe di Cariati (Cosenza)  D.Carlo Spinelli, avendo avuto in feudo dal re Ferdinando II° d'Aragona, detto il Cattolico alcune estensioni di terreni di questo territorio denominati Prati e Santa Varvàra, chiamò a coltivarli gli abitanti dei luoghi vicini, accordando loro in proprietà dei pezzetti di terra  dove potessero fabbricarsi una casa  e farsi un orticello. (memoria scritta dall' arciprete Francesco Oliva nel volume IV° del Libro dei Battezzati di questa Parrocchia).
      In origine il primo nucleo di case edificate ebbe la denominazione di "casale del fondaco";  ma quando le costruzioni si fecero più numerose (nei primi anni del 1700) esso fu chiamato Platì, nome che alcuni dicono derivato da Prati (in dialetto diciamo Pratì), ma che io preferisco derivare dal greco "Platiùs", ossia "luogo ampio, vasto ed aperto", data l' ampiezza della vallata in cui sorge il paese: infatti, in tutti i libri parrocchiali esistenti in questo archivio si legge sempre il  nome Platì.
      Col crescere del numero degli abitanti, verso il 1550, fu costruita una chiesa, che fu dedicata alla Madonna di Loreto, poiché in quei tempi si era molto diffusa in Italia la devozione alla Madonna, la cui immagine è venerata nella città di Loreto (regione Marche), nella cappella della Basilica dove si trovano due pareti costruite coi mattoni che si credono portati da quella casa di Nazareth dove dimorava la Madonna con Gesù e san Giuseppe.
      In questa Chiesa Matrice vi sono due immagini della Madonna di Loreto, scolpite in legno:
      una riposta nella nicchia dell' altare maggiore, donde, per antica tradizione, non viene mai rimossa, in occasione di feste o altro; essa risale agli anni tra il 1500 e il 1600. E' molto simile alla sopraddetta immagine venerata in Loreto; fu restaurata da valenti artisti a Firenze e fu incoronata solennemente con nuove corone offerte dalla pietà di tutti i fedeli, nell'anno 1992;
      l' altra costruita in tempi più recenti, usata nelle feste e processioni, rappresentante la Madonna che vola, portata sulle ali degli angeli, recando con sé la casa di Nazareth.                                                               
   La festa della Madonna di Loreto ricorre, liturgicamente, il 10 dicembre, ma per ovvie ragioni, essendo il 10 dicembre, qui da noi, tempo d' inverno, i festeggiamenti esterni si celebrano la seconda domenica di agosto.
    
Questa è una memoria scritta da dallo zio Ernesto jr, si trova nell’hard-disk del pc sul quale ha lavorato e ricordato fino a che le sue forze fisiche l’hanno acconsentito.
A lui è dedicato il post di oggi,ricordando il suo novantanovesimo compleanno.                                               

domenica 30 marzo 2014

Pastorale (reg. Otar Iosseliani - 1975





L'uomo agiato non ama in generale per se stessi né campi né praterie né lo spettacolo della natura né gli animali superbi che debbono  convertirsi in denaro sonante. L'uomo agiato viene a  cercare un po' d'aria e di salute nel soggiorno campestre, poi ritorna nella grande città.

George SandLa Mare au Diable, trad. Maria Barbano, UTET, 1981

giovedì 27 marzo 2014

Papà, ma che cosa hai fatto in guerra Pt.3


Caro Luigi Ho letto la tua lettera stasera e mi sembra che cominci a prepararci qualche triste notizia. Io ho fede ferma che il Signore ti protegga sempre anche se per nostro dispiacere sarai destinato al fronte. In tutti i modi, ciò che ho letto fra le linee della tua lettera non l’ho manifestato alla famiglia per non allarmarli ma ho pianto segretamente in cuore mio. Notizie non sono arrivate più di morti né di feriti e speriamo che non c’è ne saranno più. Tu abbi coraggio e speriamo sempre. Dimmi se hai avuto le febbri per le iniezioni che ti hanno praticato e se veramente stai benone. Questo è l’unico pensiero che oggi ci preoccupa e il resto non ci riguarda. Qui tutto procede al solito e noi tutti stiamo bene. Baci ed abbracci da Ciccillo, Rosina, Caterinuzza ed Ernestino, mentre con me ti stringono al petto Bettina e Serafina. Ti saluta lo zio D. Peppe, la zia Betta, Mussobello il Garzone m. Natale ecc. Arrivederci

mercoledì 26 marzo 2014

Storia immortale Pt. 4


Da:"Francesco Russo=Regesto Vaticano per la Calabria" vol. 2°-pag.132
 22.marzo 1415-(9118) Instrumentum oboedientiae praestitae ab universiitate terrae Placiae.

questa notizia risalirebbe al 1415 mentre si cita Platì come villaggio riconosciuto a partire dal 1505, anno di concessione alla famiglia Spinelli. non è detto che "terrae Placiae" sia stato tradotto correttamente e che si riferisca a Platì. dubbio condiviso anche dal prof. D'Agostino di Siderno.

Questo è un contributo di Francesco di Raimondo di cui suo papà ed io aspettiamo l'opera definitiva sulla storia di Platì. Fai presto, prima chi mi veninu i catarratti e non pozzu cchiu lejiri.