Questo filmato, molto rimaneggiato per l’occasione e tinteggiato da una musichetta che segue quella folla festante attorno al simulacro della Vergine, è dedicato alla memoria di don Giosofatto Trimboli di Platì, Superiore al santuario di Polsi, morto un po’ di anni addietro. Altri sacerdoti platioti ricoprirono quella carica tra cui don Giosofatto Mittiga ai primi del novecento. Presso il santuario prestò servizio nei primi anni ‘50 anche lo zio Ciccillo, che coadiuvava mons. Pelle allora Superiore, e in vario modo anche gli zii Ernesto senior e junior.
Qualcuno vide in quelle espressioni di giubilo forme di idolatria e paganesimo e cercò di censurare tanto ardore con bolle e privazioni, non conoscendo, per non essere figlio della nostra terra, il dramma interiore di quanti vi accorrono per cercarvi soccorso.
Prima della sua scomparsa don Gesufattinu aveva cercato, con studi, convegni e mostre fotografiche, di far uscire il santuario dal suo circoscritto territorio aspromontano e ricollocarlo in un ampio contesto che abbracciava tutti i luoghi dove avvenivano tali manifestazioni di fede.
Certamente il suo maggiore obiettivo era quello di rispondere a quanti continuano a bollare quel luogo come il santuario del crimine e dei criminali.
Malauguratamente questa reputazione negativa la fece sorgere Mario Camerini quando alla fine de Il brigante Musolino, Amedeo Nazzari fa la festa ai suoi nemici proprio in un improbabile Polsi che aveva le fattezze, invece, di quelle del santuario di Paola.
A nord di Ciurrame, e precisamente nella chiesa di san Nicola di Bari, di fronte il lago grande di Ganzirri, si trova una copia della statua della Madonna di Polsi e da lì ogni anno un nutrito numero di pellegrini partono in barca fino a Scilla per recarsi a Polsi, valicando a monte di Bagnara.
Termino consigliando alcuni testi per capire quanto accade o è accaduto a Polsi : innanzi tutti Il ramo d’oro di John G. Frazer e Totem e tabù di Sigmund Freud, quindi, Emigranti del carerotu ( di Careri) Francesco Perri ed i racconti del cosentino Nicola Misasi. Il libretto di Corrado Alvaro, Polsi nell’arte, nella leggenda, nella storia del 1921, mia impressione questa, è troppo infarcito di misticismo adolescenziale e per niente assimilabile alle opere della maturità del santulucotu ( di San Luca), tutte piene di sfrenati ardimenti giovanili e senili.