Il Sottoscritto Taliano Domenico fù Saverio e fù Catanzariti Francesca di anni 65 che trovasi così abbandonato senza aver nessun mezzo di sostentamento da molto che soffre con malattia di stomaco e non avendo nessun mezzo mi rivolgo alla S. V. Ill.ma per qualche sostentamento vivere.
Inticipato ringrazio il nob.mo cuore della S. V. e con profonda osservanza mi sottoscrivo
He’s chpped down shppe, planted trees
And helped the countryside to breathe
Ha abbattuto le pecore, piantato alberi
Ed ha aiutato la campagna a respirare
Per molto tempo il cinema è stato la mia vita, e la vita era il tempo dell’attesa della domenica per andare al cinema Loreto, lo spettacolo destinato ai ragazzi aveva inizio alle quattordici, ed il lunedì sera, quando l’unico canale televisivo di quei tempi trasmetteva il film; in quella sera, era l’autorità di papà che ci permetteva la visione, solo se lui riteneva che era un film adatto alla nostra età o se era, per dirla con lui, un film storico.
Erano gli anni in cui per contratto con l’ANICA, la RAI poteva acquistare e trasmettere film vecchi di dieci anni: il motivo era l’enorme quantità di sale sparse lungo la penisola e le isole, non solo di prima visione. I film rimanevano nei listini delle case distributrici per cinque anni prima di essere “sgonfiati”per il 16mmadatto per le programmazioni delle sale parrocchiali e quindi dei cineforum, cineclub.
Capitava che un film di un certo successo ritornasse nelle prime visioni dopo i dieci anni o più a causa della notorietà del film stesso, o di quella, subentrata, di un regista, o di un attore. Ne cito solo tre: La finestra sul cortile di Hitchcock, 2001 di Kubrick, Per un pugno di dollari di Leone, e non erano i soli.
Così per merito di quei lunedì televisivi ho potuto vedere molti film che altrimenti sarebbero stati solo titoli della storia del cinema sadouliana. Quello che ricordo con maggior gradimento è uno di Alessandro Blasetti con Massimo Girotti e Gino Cervi,La corona di ferro. Film di epoca fascista, però in quei tempi Blasetti andava per la maggiore e l’opera era girata e interpretata con maestria, la scena della pioggia di spade che scopre la corona mi è rimasta impressa come Massimo Girotti che rimarrà uno dei più bravi attori italiani.
a 1.28.16 del filmato potrete vedere la scena citata continua...
Domenico Spagnolo per tutti "Micuzzu u scacristianu"
La storia di Platì ruota, principalmente, attorno ad alcuni personaggi simbolo, uno di questi è Micuzzu.
Io lo ricordo come bandista e grande intonatore delle campane della chiesa "du ritu", nonché all'armonium, accompagnatore dei celebranti, con quella sua voce roca che si accordava bene allo strumento che suonava.
Molti platioti li vide per la prima volta al fonte battesimale, dopodiché furono assistiti al matrimonio. Molti, invece, furono condotti dal suo tocco delle campane sulla via del viaggio senza ritorno.
Con questo post lo voglio ringraziare per essere stato accanto allo zio Ciccillo dapprima e allo zio Ernesto dopo, nei loro uffizi sacri.
Caro Francesco, la distanza sarà sempre più incolmabile e ci nutriremo sempre di più di nostalgia e qualcuno di sensi d colpa. A questo punto vorrei dire che pure i medici condotti sono cambiati, divenuti paurosi dei comandanti che stanno in alto, ma chi comanda non si bagna, diceva la zia Amalia. Lo zio Giuseppino per me è stato zio, pediatra e medico di famiglia.
Subito dopo la morte della nonna Lisa, lo zio Ernesto si fece una bella pensata e alla fine decise che la casa doveva essere ammodernata, non più l'esattoria, non più quella suddivisione destra sinistra (della scala), non più quelle mattonelle in cemento, quella carta da parati ecc., ma soprattutto non più quella bellissima scalinata in cemento che non dimenticherò, perché mi affascinava salirla prima a quattro zampe, poi su due piedi e arrivare subito alla macchina da scrivere per battere sui tasti senza capirci niente, andare nella stanza dello zio Ciccillo dove c'erano la cartuccera e i fucili, oppure salendo a destra, la cucina e mangiare qualche leccornia della zia Amalia, o più su , nel terrazzino dove c'era un ripostiglio con cose vecchie e antiche accatastate... Marilisa, l'architetto di famiglia, arriverà più tardi, per cui fece tutto lui, progetto, disegni, la nuova scala, l'impianto elettrico e quant'altro occorreva. Mimmo Addabbo si occupò dell'elettricità e Peppe Rinaldo, come si può vedere, era il capo dei mastri.
Essere nel giusto non è possibile, ciò che è possibile è tentare di essere nel giusto. Il rispetto della verità consiste nel tentare di essere nel giusto in ciò che si crede, e anche nel fare tutto ciò che è possibile affinché anche gli altri lo siano. Bertrand Russell
Tutti siamo ciò che le circostanze hanno fatto di noi. Marcel Proust,op cit