Zia Gemma (nata Serafina Gliozzi) Platì 21/12/1917 - Roma 02/09/1999
E’ un mattino di inizio primavera sebbene ancora dappertutto è l’inverno che la fa da padrone assoluto, nei campi come nei cuori.
Zia Gemma, ancora Serafina, è di fronte al nonno Luigi che in quel momento è preso da alcuni pensieri che non lo lasciano quasi dormire la notte, avendo davanti ai suoi occhi, ancora non ha messo a fuoco la figlia, alcuni problemi che deve risolvere per il bene della sua famiglia.
La zia invece è in ansia, trema, deve comunicare la decisione che ha preso, dopo lunghe riflessioni, convinta di quel che sarà il suo avvenire: comunicare al padre, con voce pacata, la sua irreversibile intenzione di farsi suora e sposa di Cristo.
Il nonno, trasecolato, oppone un netto rifiuto a questa notizia. In quel momento è il dolore che lo afferra: quello di dover pagare un ulteriore tributo a Dio dopo aver sacrificato già i primi due figli maschi al suo servizio.
La donna corre via nella sua stanza dove accorrono le altre sue sorelle a consolarla, tutte educate all’amore del prossimo.
Dopo pochi giorni, e successivamente, affronta di nuovo il nonno che è arrivato perfino a non parlarle. Questi alla fine, convinto dall’amore per la figlia e dopo essersi consultato con la nonna Lisa, dà il suo consenso e la sua benedizione.
A fine estate la zia, a Bovalino, salirà sul treno assieme al padre, ancora commosso per quella irreparabile perdita, alla volta di Roma, per fare la sua professione di fede.
Successivamente, quando sarà consacrata Maria Gemma quel suo istituto di Roma nella via Nomentana, sarà come un faro o un porto, dapprima per i suoi fratelli e sorelle con i loro mariti e dopo per tutti i nipoti, al passaggio nella capitale della sua fede, accogliendo tutti con il suo sorriso e la sua bontà, del resto il legame lo teneva stretto con tutti i parenti scrivendo fiumi di lettere, cartoline e bigliettini e si cimentò,quando ancora era giovane, pure con la poesia mistica o componendo rime sui suoi ricordi .
Per finire: ha vinto il nonno, ora è contento per averla riavuta accanto a sé, definitivamente.