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venerdì 11 giugno 2021

Aspromonte la terra degli ultimi [di Mimmo Calopresti - 2019 ]

È tempo di demitizzare un’era e un luogo onde costruire un nuovo mito. James Ellroy

Signore oppure brigante?

Caci e il suo Aspromonte

 

Rachele Gerace

Non c'è ricchezza più grande dell’appartenenza e non c'è storia di platiese che possa essere descritta da altro sangue». Raccontare la storia di una terra - al di là dei luoghi comuni e di quei “pregiudizi” che rischiano di distogliere l’attenzione da una realtà fatta di tradizioni e suggestioni, fra colori, sapori e suoni – non è cosa semplice; ci vogliono passione e tanto coraggio. “Sull'onore nostro. Saluti da Platì Aspromonte" (Città del Sole Edizioni) è la seconda prova narrativa di Michele Papalia, avvocato 35enne di Platì con la passione smisurata per la lettura e la scrittura.
Quattro anni dopo la pubblicazione di “Caci il Brigante”, l'autore torna a 'raccontare del suo paese, Platì, nel cuore dell'Aspromonte, attraverso le vicende di Ferdinando Mittica detto “Caci” ricostruite grazie a una capillare ricognizione di documenti, saggi e poche testimonianze degli anziani del posto.
Protagonista di storie inverosimili, pronto a essere tutto e il contrario di tutto - signore o brigante, filoborbone o liberale, galantuomo o malandrino - Caci simboleggia la Calabria de- gli anni 20, del secolo scorso, un “topos” storiografico, sociale e letterario che l'autore tenta di trasfigurare. E sembra esserci riuscito attraverso un'attenta e rispettosa analisi, grazie alla quale riscopre luoghi e leggende, muovendosi abilmente tra i palazzi e le vie del paese, i passi e le rocche fra i boschi dello Zillastro.
Amante appassionato della letteratura, Papalia non fa mistero della sua devozione ad autori come William Faulkner e Roberto Bolaño, a cui cerca di ispirarsi per uno stile narrativo (soprattutto nei dialoghi) asciutto e senza orpelli. Come afferma l'amico e cultore Luigi Mittiga, “Sull'onore nostro” è «anche il diario del processo di emancipazione di un popolo che lascia il passato per affrontare l’integrazione nell'età contemporanea». Il sottotitolo, “Saluti da Platì Aspromonte”, incastonato in una cartolina, è il riscatto “in termini" di un paese simbolo della frugalità dell'epoca, con le classi sociali racchiuse nell'immagine dei signori “dal ventre grasso”, dai loro vizi privati e dalle virtù pubbliche, alla quale si antepone un popolo che sopravvive tra gli stenti. Eppure quell' “onore”, declinato in tutte le forme, onnipresente, faceva apparire ogni cosa straordinariamente normale.
GAZZETTA DEL SUD, 1 dicembre 2020

 

 

SULL'ONORE NOSTRO from gino on Vimeo.

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