L’alluvione
del 1951
Il 18 ottobre del
1951 a Platì ci fu una grande alluvione. Tre giorni prima iniziò a piovere ma
il 18 fece un gran casino. La fiumara di “Porteia” attraversò le strade fino ad
arrivare in contrada Lacchi; portò via moltissime cose come il mulino che stava
“fora o ponti” lo portò fino a Lacchi, tutti i porcili, le stalle le portò via.
Perfino la fiumara di “Raconi” portò via due buoi mentre stavano tranquilli
nella sua stalla, legati alla mangiatoia. Anche il fiume di “Saneju” portò via
una mandria di 200 capre mentre erano in pascolo con il suo padrone, e queste
capre scomparvero nella acque. Molta gente andò a rifugiarsi nelle scuole
elementari; quelli che stavano in montagna corsero subito in paese da parenti e
amici per ripararsi da quel terribile maltempo.
La gente che stava vicino alla fiumara purtroppo è morta, ma altri si
sono salvati. Raccontano che una volta una donna era incinta e doveva
partorire, ma quel giorno che doveva partorire la fiumara fece un gran casino,
però suo marito l’ha salvata.
Il 19 ottobre la
gente iniziò a lavorare e togliere tutto quel materiale che aveva trasportato
il tempo e a riparare tutti i danni causati dall’alluvione. Degli uomini mentre
stavano scavando si accorsero che c’era una donna sotterrata fino alla pancia
però ancora riusciva a respirare. Questa donna si salvò però il resto della sua
vita lo passò con le gambe storte. Molta gente a causa di questa alluvione
abbandonò il paese, per non avere case e terreno, molte di queste persone emigrarono
per L’Australia, America e altre città
Barbaro Giuseppe
5A
Il componimento di Giuseppe Barbaro è stato premiato alla Seconda Sdizione - 2018 - del Premio Letterario "E. Gliozzi".
E' altresì bello legare il nome di Luis Buñuel a quello di Platì.
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