S. Nicola
a Gerace Superiore
La vita cittadina in questa località sarebbe
annullata, anzi addirittura morta, se di quando in quando non succedessero
delle feste che richiamano tanti cattolici ad ascoltare la parola divina.
Quando poi, di queste solenni celebrazioni si
fa promotore il Reverendo Canonico Parroco Signor Francesco Febbo, si può star
sicuro che l’è un avvenimento che la popolazione si ricorderà per lungo tempo.
E per lungo tempo ci ricorderemo del S. Nicola di quest’anno.
In una chiesetta linda e pulita che arredata
con gusto, con semplicità e con quel candore che ci richiama ai primi tempi
della fede, il sullodato Don Francesco Febbo, riuniva molti prelati suoi
confratelli per rendere più solenne la festività del Vescovo di Mira onorato da tutta
la cristianità , dalla vasta Russia alla piccola Gerace.
Teneva l’organo, il Febbo un musicista di
primo rango, e dopo che si clebrò la messa cantata, cominciò l’ode panegirica,
in onore del santo, il giovine chierico Sig. Ernesto Gliozzi. Era, per dir
così, il suo debutto, per cui un grande interesse vi prendevano non solo i
fedeli, ma anche il pubblico, perché in simili circostanze, la chiesa, non ha
solo dei devoti, ma anche del pubblico che vuol curiosare e dir la sua sul
panegirista.
Che dir del successo? fu un avvenimento,
perché il giovine chierico superò ogni aspettativa. I devoti cristiani vi
trovarono la calda ed affascinante parola del sacro oratore, i non cattolici vi
trovarono il conferenziere dalla smagliante frase che scolpì un epoca storica,
quella dei tempi del celebre concilio di Nicca in cui fiorì la virtù e la
carità del santo, perché certe individualità fra cui S. Nicola appartenevano
ugualmente alla fede ed alla storia, il che può interessare anche, se e ce
sono, i non cattolici.
Il pensiero odierno ha invaso di sua
modernità anche la classe ecclesiastica, sicché il panegirista di oggidì se
indistintamente vuole carpire il plauso di ogni classe di persone di ogni
opinione, deve lasciare le nebulosità di certi antichi predicatori,
non deve fare intronare le volte del tempio di sua parola, più o meno ..., ma
deve dire e dirà ....
9 Dicembre 1902
Cataldo e Ascioti
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