Powered By Blogger

lunedì 30 aprile 2018

The Gift [di Sam Raimi, 2000 ]





Griffith 30. 5 – 1949
Caterina Musolino
Posta office

Cara Donna Bettina
Vi scrivo queste due righe per darvi notizie della nostra buona salute. Così spero che questa mia presente trova anche a voi e famiglia in ottima salute.
Cara Donna Bettina
Vi comunico che giorno 26 di questo mese vi sono spedito un pacco. A nome di Iolandina e li dentro ci sono un poco di lana due paia di calze uno di colore e uno nero, due singuletti, 4 pacchetti di sigaretti e un poco di zucchero e caffè. Ora il poco della lana nera si fate qualche cosa di Don Ernestino e di Don Ciccillo. Dopo ci sono due matasse di lana verde e si date una di Donna Caterinuzza e una di Donna Rosina, l’altra si la tiene Iolandina e sua sorella Malia, le quattro pacchetti di sigaretti si li date a Don Peppino e a Don Ciccillo. Ora voglio che mi scusate che non vi ho potuto mandare di più tanto a voi come pure ai vostri figli perché presentamente Non ho potuto fare il mio dovere come si voleva. Ora si dite di vostro figlio Don Ciccillo che scusa che non si sono mandato l’organdi perché non ho potuto trovare a nessuna parte e dopo io non so questa parla di qui e sono come i muti. Ma in appena lo ricapito si dite che se li mando subito. Non mi allungo più vi ricevete i più aff. saluti mi salutate ai vostre figlie e famiglia. Ora saluto a Don Ernestino e a Donna Malia. Ora saluto a Don Peppino. E a Don Ciccillo. Ora vi saluta mia cognata e famiglia. Ora in ultimo vi saluto io insieme a mio sposo e famiglia e saluto a voi e a Don Luigi. Ora ci salutate ai vostri fratelli a Don Micheluzzo, e il Dottore e famiglia. Ora mi salutate a vostra commare a gnura Mariuzza e famiglia, ora di salutate a Donna Peppina ora vi ricambio i più aff. Saluti e a vostra aff. Amica
Caterina Musolino
Scusate l’errori

Alla Signorina
Iolandina Gliozzi                                                                                                 
Via fratelli Sergi
Platì Provincia Regg. Calab. Italia

Miss Caterina Musolino
Via Griffith
N. S. A.

mercoledì 25 aprile 2018

Father and Son [di Hirokazu Koreeda, 2013 ]


Giuseppe Catanzariti
1937 -2015


Marzo 2015
Mio padre, Pepé Catanzariti, era un uomo libero.
Un uomo che ha vissuto sempre e comunque seguendo le sue regole, con coerenza, fino alla fine.
Era un uomo vero, uno che la verità la diceva sempre in faccia, anche a costo di essere brusco.
Non le mandava certo a dire, Don Pepé.
Si arrabbiava spesso ultimamente, per lo più contro il mondo intero, che vedeva andare al contrario di come avrebbe dovuto.
E aveva ragione lui, era sempre un passo oltre.
E Dio solo sa, di quanta gente come lui ci sarebbe bisogno in giro.
Mio padre era un romantico, un sognatore, un narratore.
Quanto gli piaceva raccontare le sue storie, le storie di una terra che amava nei suoi aspetti più profondi e misteriosi.
Mio padre era un conquistatore, ha vissuto una vita meravigliosa e tutta a modo suo, senza paura, fino all’ultimo inaspettato colpo di scena.
Mio padre era un ribelle.
Ed era bello come il sole.
In queste ultime settimane, ho capito tante cose.
Forse lui ha resistito in maniera così incredibile, proprio per darci il tempo di comprendere, di accettare. Di sussurragli all'orecchio le cose che non gli avevamo ancora detto.
E mentre lui moriva piano, noi sentivamo che ricominciava a vivere dentro di noi, più forte di prima.
Perché, in verità, lui non è morto, la morte non esiste.
Lui è ancora qui.
è dentro queste parole, dentro queste lacrime.
è nei boschi d'Aspromonte.
è dentro il cuore di mia madre, dentro gli occhi dei miei fratelli.
è nel nostro sangue. Lui è in noi.
In Antonio c'è la sua libertà, in Domenico il suo onore. In Orsola c'è la sua forza, in Francesca la sua sincerità. In me spero almeno un grammo della sua poesia e nel suo piccolo adorato Salvatore c`è di sicuro
tutta la sua gioia.
Perché noi siamo i figli di Pepé Catanzariti, un uomo libero, un grande uomo.
E non vorremmo mai essere stati i figli di nessun’altro.
Ciao Papà, vai sciarriati puru cu patreternu.

                                                                                                                   Margherita


giovedì 19 aprile 2018

Il successo [di Mauro Morassi, 1963 ]




S.  Nicola a Gerace Superiore

  La vita cittadina in questa località sarebbe annullata, anzi addirittura morta, se di quando in quando non succedessero delle feste che richiamano tanti cattolici ad ascoltare la parola divina.
  Quando poi, di queste solenni celebrazioni si fa promotore il Reverendo Canonico Parroco Signor Francesco Febbo, si può star sicuro che l’è un avvenimento che la popolazione si ricorderà per lungo tempo. E per lungo tempo ci ricorderemo del S. Nicola di quest’anno.
  In una chiesetta linda e pulita che arredata con gusto, con semplicità e con quel candore che ci richiama ai primi tempi della fede, il sullodato Don Francesco Febbo, riuniva molti prelati suoi confratelli per rendere più solenne la festività del Vescovo di Mira onorato da tutta la cristianità , dalla vasta Russia alla piccola Gerace.
  Teneva l’organo, il Febbo un musicista di primo rango, e dopo che si clebrò la messa cantata, cominciò l’ode panegirica, in onore del santo, il giovine chierico Sig. Ernesto Gliozzi. Era, per dir così, il suo debutto, per cui un grande interesse vi prendevano non solo i fedeli, ma anche il pubblico, perché in simili circostanze, la chiesa, non ha solo dei devoti, ma anche del pubblico che vuol curiosare e dir la sua sul panegirista.
  Che dir del successo? fu un avvenimento, perché il giovine chierico superò ogni aspettativa. I devoti cristiani vi trovarono la calda ed affascinante parola del sacro oratore, i non cattolici vi trovarono il conferenziere dalla smagliante frase che scolpì un epoca storica, quella dei tempi del celebre concilio di Nicca in cui fiorì la virtù e la carità del santo, perché certe individualità fra cui S. Nicola appartenevano ugualmente alla fede ed alla storia, il che può interessare anche, se e ce sono, i non cattolici.
  Il pensiero odierno ha invaso di sua modernità anche la classe ecclesiastica, sicché il panegirista di oggidì se indistintamente vuole carpire il plauso di ogni classe di persone di ogni opinione, deve lasciare le nebulosità di certi antichi predicatori, non deve fare intronare le volte del tempio di sua parola, più o meno ..., ma deve dire e dirà ....

                                                                    9 Dicembre 1902
                                                                     Cataldo e Ascioti

mercoledì 18 aprile 2018

Be Sure To Share [di Sion Sono,2009]



Toronto 17-7-82
Gentilissimo Signore o ricevuto il certificato da voi sollecitato e vi ringrazio di vero cuore, siamo stati contenti nel sapere che godete buona salute, Iddio vi rinnoverà; che la gente à grande bisogno della vostra presenza e spero che si converta ai sentire il Vangelo da voi letto vi aguro una lunga vita, ora vi ringrazio per le agurie che si avete fatto a mia figlia, allora Patre Spirituale vi dico che ancora ò un figlio da sposare a 21 anni, e quando sarà tempo vi chiedo un altro certificato di Battesimo; io non mi stanco à parlare con voi, ma non è giusto di rubarvi il tempo; ad ascoltarmi; ca il tempo è prezioso per voi in particolare;
tanti saluti a voi caro Don Annestino e a tutta  la vostra parentera da parte mia e di mio sposo e di mia madre Rosa a vestiana e Michele Velardi e Anna Sergi

Brief life story for Michele Velardi

Michele Velardi passed away November 16, 2017 at the age of 94. Devoted husband of Anna (deceased). Loving father of Maria (Domenic) Petti, Rosa (Vincenzo-deceased) Fortura, Antonette (Tony) Nardone, and Bruno (Sandra) Velardi. Nonno to Theodore (Cristina), Annamaria (Mathew), Isabella, Tony (Sandy), Anna (Joe), Michael (Nancy), Mario (Rosalyne), Diana, Michael, and Matthew. Bisnonno to Daniel, Sara, Olivia, Nicolas, Julian, Miles, Mia, Loretta, Domenic, Maria, Michael, Mason, Layla, and Vanna.(http://www.wardfuneralhome.com/book-of-memories/3328140/Velardi-Michele/obituary.php)



Michele Velardi era nato a Platì il 7 maggio 1923 da Francesco e Grillo Maria; Sergi Anna di Michele e Schimizzi Rosa (a vestiana) era nata 16 giugno 1926.

lunedì 16 aprile 2018

La sera della prima (di John Cassavetes, 1977)


Tra tutti, i volti noti di don Giosofatto Trimboli, Totò Delfino e la voce di Madre Paola che solleva coro e fedeli.
Il video è di Silvio Gelsomino Barbaro.


domenica 15 aprile 2018

L'ospite (di Liliana Cavani,1971)


London
11 – 9 -75

Caro Padre
Di cuore voglio ringraziarvi e il fratello e la sorella per la gentilezza che mi avete mostrato durante la mia breve venuta a Platì, per la fatica di fare quel lungo viaggio a R. C. , per l’accoglienza nella vostra casa e per avermi portato in giro nei dintorni del paese.
Sono contentissimo di aver fatto questo viaggio in mezzo a voi – per ragioni personali e pastorali e voi l’averte fatto tanto più facile per me.
Tra tre mesi parto per l’Australia e tornato a casa racconterò agli emigranti i miei ricordi della visita –che Dio vi benedica
T. E. Horgan (HORGAN)



giovedì 12 aprile 2018

Play (Gioco,di Ruben Östlund, 2011)

 

In segno di stima ai cari cugini
Sergi Rosario
New York 20 . 5 . 924


Questa è una nota che scrivo e pubblico per me stesso. Sono riflessioni scaturite dalla visione di film abbastanza recenti, tranne Il caso Katharina Blum che è del 1975. Tutti, con le loro storie, i fatti narrati, le situazioni sempre dolorose, mi hanno dato la possibilità di specchiare la storia recente e meno recente del paese, per via del tema di base: Il caso Katharina Blum di Volker Schlöndorff e Margarethe von Trotta è un atto di accusa contro la manipolazione da parte della stampa che contamina i lettori in direzioni sbagliate; per altro, The Walker di Paul Schrader del 2007 tratta delle manipolazioni da parte del potere giudiziario; Play, un film svedese di Ruben Östlund del 2011, ci mostra in modo abbastanza scarno a cosa va incontro chi proviene da zone di sottosviluppo, al contatto con una città, una nazione dove si è altro e si può comprare di tutto; The Square sempre di Ruben Östlund, del 2017 espone le strategie usate attraverso i canali social conduttori di devianza; infine Arrival, 2016, di Denis Villeneuve - sua, da oggi, la citazione in apertura- tratta, sebbene in maniera futuribile, della relatività linguistica … dove lo Stato caratterizzato dal complesso di segni da cui riconosciamo di solito che siamo solo codice fiscale, traslittera gift (dono) in weapon (arma) – la citazione in corsivo è di Marcel Proust il quale di relatività linguistica ne sapeva più di tutti.
Seppur tenacemente mi servo di un titolo cinematografico, qualche tempo fa avevo già comparato la recente storia di Platì con un film da Oscar, al momento mi son voluto spingere oltre, suggerendo una rivisitazione della Storia Ufficiale Platiota, per questo la visione dei film menzionati sopra è quasi fondamentale per chi vi si voglia accostare.
Quando, per i miei motivi, abbandonai il cinema, cercavo di spiegarmi il paese attraverso i libri e mi furono d’aiuto tanto Salvatore Satta quanto Dashiell Hammett. Ritornato ai film devo ammettere l’odierno stato di minoranza della letteratura rispetto al cinema e, chi vuol ben scrivere deve prima saper vedere.
Questo basta! In un prossimo futuro, dovrò scrivere della relazione tra Platì ed il cinema giapponese, che sebbene lontani, appaiono strettamente vicini!

mercoledì 11 aprile 2018

Post Tenebras Lux - Franco


Ho riconosciuto tra queste foto un amico di famiglia Franco Violi ma non credevo fosse morto, come posso contattarla per avere informazioni? grazie

Buonasera Sig. Luigi,
Sono la ragazza che l’ha contattata chiedendole informazioni in merito al defunto Franco Violi. Le racconto in breve come conosco il signor Violi: mio nonno originario di Oppido era amico intimo del padre di Franco e anche mio padre era suo amico poiché coetanei con quest’ultimo. A distanza di anni sia mio nonno che di conseguenza mio padre si sono trasferiti a Genova per lavoro e hanno perso tutti i contatti con la famiglia Violi. Da anni mio nonno che attualmente non c è più ha provato ad avere informazioni per cercarli ma non vi è riuscito, idem mio padre che attualmente è ammalato, volevo solo chiederle se sa come stanno e come mai Franco non c è più e se sa dove vivono attualmente in modo da poter fare un regalo carino a mio padre.
La ringrazio attendo sue notizie

Franco Violi era il quinto di sette figli di Vincenzo Violi e Zappia Grazia. Nella foto Mastro Vincenzo Violi che fu un abile lavoratore del ferro, era riconosciuto come u meccanicu nella Platì del dopoguerra. Il suo primo figlio, Saverio nacque nel 1933, l’ultimo, Aurelio, nel 1952.Purtroppo Franco Violi ebbe una tragica fine lasciando la vita all’ età di ventisette anni. Nella foto, un anno dopo la tragica morte, il padre porta ancora il lutto.

Buonasera Sig.Luigi
La ringrazio della risposta e mi scuso del ritardo, in merito a quanto mi ha chiesto mio nonno ed il padre di Franco erano amici poiché si erano conosciuti nell’armeria del signor Violi era infatti suo cliente abituale ed è proprio lì che anche mio padre conobbe Franco dato il loro essere coetanei e da lì nacque poi l'amicizia, inoltre da ambedue le parti c'era la forte passione per i motori quindi spesso mio nonno chiedeva consigli al padre di Franco. Da quel po che mi raccontava mio padre da piccola so che erano delle persone buone e sapere che Franco sia venuto a mancare mi lascia un po' perplessa io pensavo di riuscire a trovarlo per far riallacciare i rapporti con mio padre data l’amicizia di tanti anni è scomparsa per un po' causa il trasferimento della mia famiglia.
Ad ogni modo la ringrazio per la disponibilità e le auguro una buona serata.


lunedì 9 aprile 2018

Fatti corsari - ancora Lentini (e Zappia)



Qualche post indietro la signora Caterina Lentini era accanto al marito Pasquale Zappia fu Carlo, oggi è insieme alla figlia Annina, mia zia.

domenica 8 aprile 2018

Fatti corsari - Olimpiade



-Gliozzi Maria Rosa(9.2.1892/7) di Giuseppe e Annunziata Rondello, di 5 giorni.
-Zappia d. Filippo(10.3.1892/13) di d. Rosario e d. Rosa Lenzi, vir di Beatrice Lenzi.
-Oliva Ferdinando (10.11.1892/62) di d. Michele e d. Gaetana Empoli.
-Oliva d. Elisabetta (11.11.1892/63) di d. Nicola e d. Oliveria Bagalà, ux. d. Giosofatto Furore.
-Minniti Antonino (26.4.1893/21) di Gius. e Faustina Zappia, da Siderno.
-Sgrò Andrea (26.4.1893/22) di Gius. e Russo Natalizia, da Iatrinoli.
-Delorenzo  Domenico (6.6.1893/34) di Pietro e Califiori Caterina, da S. Stefano.
-Fera d. Saverio (7.11.1893/65) di Francesco e Anna Lentini, sacerdote.
-Zappia d. Domenico (5.3.1894/12) del dott. Rosario e d. Rosa Lenzi, vir Giovanna Fasano.
-Fera d. Francesca (15.4.1894/27) di d. Franc. e d. Giuseppa Italiano.
-Mediati Caterina (28.5.1893/37) di Natale e Gelonese Elisab., suburbii Cirella.
-Gliozzi Maria (3.7.1894/51) di Michele e Laria Caterina, di 15 mesi.
-Papalia Candida (4.10.1894/75) del dott.Vincenzo e Lescane Teresa.
-Fera d. Domencio (26.1.1895/3) di Giuseppe e Michelina Papalia, sacerdote.
-Gliozzi Domenico (1.9.1985/71) di Luigi e Assunta Lopez, di 13 mesi.
-Oliva d. Raffaele (15.9.1895/94) di d. Filippo e d. Rosa Sculli, vir Pasqualina Brancatisano.
-Lentini mf. d. Raffaele (13.12.1895/125) di Muzio e Ruy Dorotea, vir mf Rachele Murabito.

Libro dei Morti Vol. VI
Sulla lapide Elisabetta Lentini (1887 - 1971) nipote, con Maria Loreta e Caterina, di Raffaele avv. Lentini, pulinaroti doc.
Come potete notare l'Olimpo platiota scorre in rassegna, sebbene alla fine dei loro giorni.

mercoledì 4 aprile 2018

Balla coi lupi (re. Kevin Kostner, 1990)


A ccòla!  A ccòla! …

Vidisti mai lu lupu pecuraru,
la gurpi pemmu guarda li gaijni,
vidisti mai lu meli m’esti amaru
e lu ruvettu mu cangia li spini?

Cu voli u didi chisti meravigghi
m’accattiia pe avanti a cresiola,
sempi china di lupi e di gurpigghi
chi a pecura e gaìini fannu scola.

Parla nu lupu: “ Frati meu pe ttia
sempi si spinnacchiau lu cori meu
pe lu to beni dammi u votu a mmia
e po vidi chi sacciu mu fazz’eu”.

Oji li chiama frati, ma domani
li tratta comu fici finu a ieri;
“Pezzi di merda, pigghianculu, cani
cornutazzi di soru e di mugghieri!”

E dici n’atru lupu scondricatu
chinu d’anni e di caij: “ Eu ti trattai
sempi e po beni toi mi svindignai …
se non mi duni u votu fai peccatu”.

Ma se nta soi putigha pe sventura
ndai mu scansi pe forza poverettu,
paghi a pisu di sangu l’acqua pura
ti scorcia vivu comu nu crapettu!

Unu prometti terreni e livari
natru girija cantini cantini:
“Bonu stu vinu! – Mbivimu cumpari!
ca li me buggi sunnu sempi chini!”

Ndannu pe tutti: terri a li voari
erba e crapari, siia e mullatteri
vinu e mbriachi, biava a li sumeri
p’ogni denti sorta di mangiari.

Pe chiji chi non su nimali i panza
“ricatt” vastunati, carci e schiaffi;
se nesci fora tutta la paranza …
e va cchiappali va puru a li zaffi!

Fin’ a lu jornu dill’elezioni
li vucchi sunnu chini di promisi;
dopu finitui li festi e le soni,
lu fessa a carci nculu paga li spisi.
  
Populu di Pratì sentimi a mmia:
lu lupu cangia pilu ma non vizziu.
Non ti ricordi ca chissa hanìa
portaru lu Cumuni a precipizziu?

Tu pagasti lu ranu a pisu d’oru
e lu to sangu i latri si mbiviru,
ssi latri chi ti vannu ngiru ngiru
pemmu tu fannu pagari da novu.

Non ti stancasti m’appari lu cozzu?
Non ti ricordi ca mammi e mugghieri
t’i trattaru i puttani fin’ a ieri
cu ngiurii, pizzicati e te viozzu?

Dintra ‘e vini ndai forsi camumija?
Non ti risenti pe nissuna uffisa?
Ti nsurtaru, ti ficiru mmerdija
chissi latruni e tu si fai la spisa?

Pigghia na scupa pe mu scupa para,
bisogna rinovari u municipiu
chi nvece m’esti nu pubbricu ufficiu
pari lu passu di la Cerasara!

Platì 22 settembre 1924

Pasquale Zappia di Carlo




Questo testo ha rivisto la luce, in un primo tempo, sulla rivista di Mimmo Marando "PLATI’", novembre 1996 privo di note.
Nella foto, con la copia originale del testo, l’autore (1900? - 1932) con la moglie Caterina Lentini

martedì 3 aprile 2018

La famiglia (reg. Ettore Scola, 1987)


(dalla vostra destra) seduti: Mittiga Rosario, Trimboli Maria, Mittiga Rachelina
in piedi: Mittiga Giuseppina (Pina), Mittiga Giuseppe, Mittiga Francesco, Mittiga Rosina
li chiamavano barva