L'Aspromonte
merita il nome che porta. È un'agglomerazione incredibilmente aspra di colli e
valloni, e la geologia del distretto, come ho saputo molti anni
fa dall'amico professor Cortese, rivela un caos assoluto di rocce di ogni età,
contorte e aggrovigliate da terremoti ed altri cataclismi del passato; in un
punto nelle vicinanze di Scido, si trova un antico torrente di lava. Lasciatosi
alle spalle il nucleo più alto del gruppo montagnoso, il viandante si trova
sperduto in un dedalo di gole intricate, serpeggianti qua e là senza che si
distingua un ben definito sistema di spartiacque. Ruscelli e torrenti scendono
a nord o a sud? Chi può dirlo? Il sentiero si snoda entro e fuori valli e
burroni, si arrampica sulle alture punteggiate di felci e cisti riarsi dal
sole, ridiscende in radure rugiadose orlate di precipizi e sormontate da felceti
scoscesi, attraversa torrenti di una limpidezza cristallina, serpeggia di nuovo
sotto i pini inerpicandosi in zigzag interminabili solo per svanire ancora una
volta nella penombra di abissi più profondi, fiancheggia un ruscello dai bordi
precari, finché qualche nuovo ostacolo blocca la via - e così per lunghe,
lunghe ore . . .
Norman Douglas, Old Calabria
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