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venerdì 20 febbraio 2015

Questa terra è la mia terra (reg.Hal Ashby - 1976)




L'Aspromonte merita il nome che porta. È un'agglomerazione incredibilmente aspra di colli e valloni, e la geologia del distretto, come ho saputo molti anni fa dall'amico professor Cortese, rivela un caos assoluto di rocce di ogni età, contorte e aggrovigliate da terremoti ed altri cataclismi del passato; in un punto nelle vicinanze di Scido, si trova un antico torrente di lava. Lasciatosi alle spalle il nucleo più alto del gruppo montagnoso, il viandante si trova sperduto in un dedalo di gole intricate, serpeggianti qua e là senza che si distingua un ben definito sistema di spartiacque. Ruscelli e torrenti scendono a nord o a sud? Chi può dirlo? Il sentiero si snoda entro e fuori valli e burroni, si arrampica sulle alture punteggiate di felci e cisti riarsi dal sole, ridiscende in radure rugiadose orlate di precipizi e sormontate da felceti scoscesi, attraversa torrenti di una limpidezza cristallina, serpeggia di nuovo sotto i pini inerpicandosi in zigzag interminabili solo per svanire ancora una volta nella penombra di abissi più profondi, fiancheggia un ruscello dai bordi precari, finché qualche nuovo ostacolo blocca la via - e così per lunghe, lunghe ore . . .

Norman Douglas, Old Calabria


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