Il
primo post dell’anno appena dischiuso è per lo zio Ernesto, il giovane.
Quest’anno ricorrono i cento anni dalla sua nascita. Non aspetterò il giorno
nel quale egli venne sulla terra, il 12 aprile, come ho fatto con la mamma,
perché egli è parte, ma anche autore di queste pagine. Dirò di più, è
l’artefice principale e avete avuto modo di scoprirlo dalla prime
pubblicazioni. Non tesserò lodi, non aggiungo niente a quanto precedentemente
scritto. Dico solo che ognuno dei platioti residenti o emigrati per varie
ragioni deve additare un personaggio, che sia anche un parente, da ricordare a
quanti vivono oggi o verranno domani, che in pubblico, come nel privato, hanno
arricchito Platì. Non servono gesta o atti di eroismo, come non bastano le
dediche di una via. Peggio, non lo farà mai chi viene da fuori ed ha in testa
solo lo stipendio canalizzato sul conto corrente. Sindaci, assessori o membri
della giunta avranno sempre, vi risponderanno, problemi più urgenti da
risolvere. E tra questi, perdonate la polemica, quelli che fanno parte del
consiglio parrocchiale. Ormai anche il parroco e uno inviato da fuori, da una
burocrazia parallela. L’ultimo parroco nato in paese è stato proprio lo zio
Ernesto, che per le ragioni già diffuse in questo blog, ha sempre rifiutato
quella carica, seppure svolgendo diligentemente, e a volte puntigliosamente,
per conto di quella burocrazia, la missione a lui affidata. Da lui, molti di quanti
oggi vivono, dentro e fuori il paese, hanno avuta versata sul capo l’acqua del
battesimo, a loro è dedicato questo post.
La seconda foto, che inaugurava questo blog, il 4 febbraio 2011, e qui photoshoppizzata, è di Luigi Gliozzi mio cugino.
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