Gianni alla sinistra della zia Amalia
Prima della sua nascita il nome scelto da papà era stato Rocco. Venendo al mondo il giorno di San Giovanni Battista vinse la mamma col suo solito riservato silenzio: fu battezzato Giovanni Rocco.
Il lato Rocco non fu mai utilizzato se non negli estratti di nascita e nelle registrazioni dei documenti ufficiali dello Stato come della Chiesa.
Nacque quindici mesi dopo di me. Lo anticipai nel marzo dell’anno precedente, born in the 50’s come cantavano i Police di Outlandos D’Amour.
Fino al compimento della maturità fummo inseparabili come due gemelli, in chiesa ed al cinema: lui scese nella piazza San Vincenzo, io presi il viale San Martino che portava al cineforum Don Orione.
Chi ha avuto in sorte un fratello di poco più piccolo mi può capire: Gianni mi seguiva dappertutto. Un fratello di poco minore è sempre accosto, non esiste rivalità se non affiatamento e complicità.
La nostra camera per dormire, a Platì, era affiancata a quella di papà e mamma. Era dipinta in calce con colori pastello.
Lui dormiva nella culla con il materasso di lana, io nel letto con le tavole ed il materasso era riempito di foglie secche di paniculu che poi è il granturco. La mamma ogni mattina lo rimestava introducendo la mano destra nelle fessure poste nella parte superiore.
Nelle mattinate invernali della nostra infanzia, dopo svegli, ancora sotto le calde coperte, ci figuravamo, giocando, che i nostri letti fossero delle navicelle spaziali in viaggio verso la luna.
Il gioco è stato scansato dalla vita, lui è partito per sempre, fatalmente per primo.
Io di Gianni ho dei ricordi brevissimi ma indelebili, ricordo che era un ragazzo fiero , orgoglioso e molto rispettoso.
RispondiEliminaUn forte abbraccio di cuore.
tuo cugino
Rosario Mittiga
Caro Gino,oggi che è già passato un mese da quando Gianni se n'è andato
ho pensato di mandarti, dal PIATTO DELLA MEMORIA,
una cosa che a lui piaceva tanto, mi diceva che la rileggeva spesso.
In quei ricordi ci siamo tutti.
maria
NASCITA
Gianni è nato a giugno Maria aveva 5 anni e Saro 8,Gino 1, Cata troneggiava col
suo pancione sopra di loro e li scostava per il caldo e perché sentiva che era prossima, avevano pranzato leggero: spaghetti al pomodoro, ricotta fresca che avevano portato dalla campagna avvolta nelle foglie di fico che profumavano e la facevano sembrare un fiore di gardenia. Nel pomeriggio all’avvicinarsi del parto,che avveniva rigorosamente in casa, Saro e Maria furono mandati a casa dello zio medico che abitava molto distante.
Il pomeriggio afoso trascorse per i piccoli nell’attesa che il padre andasse a riprenderli,non avevano voglia di niente e il semifreddo che la domestica aveva servito si era sciolto diventando una pozzanghera per mosche e api. Finalmente eccolo il padre arrivare con passo svelto ed espressione felice, riporta i figlia casa: la nonna ha in braccio avvolto in un lenzuolino il bambinello che i fratelli guardano e quasi piangono dalla gioia poi saltano sul letto dove Cata seppur stremata li abbraccia e piange con loro, di gioia ? Ha male? Di depressione post-partum?
Gino che ha poco più di un anno e tenta i primi passi trascinandosi su un fianco
reclama il suo posto, viene accontentato, ora sono tutti intorno alla madre che
odora di borotalco e sapone Palmolive e li abbraccia tutti con amore imparziale
.
E’ pronto…. gridano dalla cucina, alla madre viene portato un brodo di gallina
Gli altri festeggiano in sala da pranzo il nuovo arrivato con melanzane ripiene
passate al pomodoro e insalata di pomidoro succosi con cipolla di tropea conditi con olio d’oliva e origano, per finire i primi fichi grossi e morbidi che chiamavano gotti.