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giovedì 26 gennaio 2012

Ombre Rosse (reg. John Ford - 1939) pt. 1


( So che è lunga, ma non mi sembra giusto tagliarla, abbiate la pazienza di leggerla tutta magari in più volte, è stato e sarà cosi con altri post.)

11 – 3 – 1948
Carissimo cugino,
                                                                                 Non potete immaginare la sorpresa ed il piacere che ho avuto, 
nel ricevere la vostra gradita lettera. Ma purtroppo non ho potuto avere il piacere di contraccambiare il vostro affetto con una sollecita risposta.
     Abbiamo avuto una cattiva invernata Siberiana che ci ha tenuti in critiche condizioni di salute per due lunghi mesi.
     La scorsa estate abbiamo avuto un caldo tropicale più forte di quello dell’Africa, e per l’inverno ci era riservato il freddo del Polo Nord. Non sappiamo a chi attribuire questo fenomeno, in tutti i modi speriamo che come si avvicina la Primavera, ci porterà qualche sollievo; sebbene altre nuvole offuscano l’orizzonte.
( Dio ce ne liberi di una terza guerra). Ma prima parliamo di noi. Come vi ho detto, mi sento onorata della vostra conoscenza, ed era mio dovere di corrispondere per la prima.
     Abbiate la gentilezza di scusarmi.
Sono rimasta molto contenta nel sentire che era arrivato l pacco. Solo mi dispiace che il cappotto non risponde alla moda attuale. Questo è vero, ma per parecchio tempo non si può andare direttamente con la moda. La guerra ha tutto distrutto.
Confezionano delle stoffe, che dopo poche settimane appaiono tutte scolorite.
     Siamo stati avvisati dai nostri giornali di non correre troppo appresso alla moda fino che le cose ritornano al normale.
Ma quando sarà il tempo, le faremo una bella sorpresa.
     Vi dico che ci stanno altri due pacchi per la via. Furono spediti nel mese di Gennaio con una settimana d’intervallo l’uno dall’altro.  Sono al nome di vostro Papà. L’ultimo fu spedito un giorno avanti di ricevere la vostra lettera. Nel primo pacco ci stanno delle vesti in buonissime condizioni. Si possono usare per la casa. Poi come vi ho detto, se Stallin ci lascerà in pace, non mancheranno quelli più belli. Ci stanno altre cosette utili, ed io avevo incominciato una maglia per una delle ragazze, ma vedendo che mi mancava il tempo, ho preferito meglio di mandarla a vostra sorella. Se la farà per essa col suo tempo, e se vuole farne di altri colori, me lo farà sapere, che le invierò la lana di quale colore desidera. Ci stanno i bottoni di diverso colore. Vanno tutte bene col color di rosa. Può mettere quale preferisce.
 Se non ha mai confezionato una maglia, potrà copiarla su quella verdolina-
Io aveva incominciato dalla manica.
Ci stanno le sigarette, ed un porta sigarette.
Qualche volta ne manderò uno di lusso.
Non mi sorprende che voi fumate pure, anche i Sacerdoti Cattolici di qui, fumano come tutti gli altri. Vorrei sapere se pure voi potete portare un porta-sigarette.
Questa volta le sigarette sono di un'altra marca, fatemi sapere qual è la più gradita. Nel pacco pure dello stesso peso di dieci chili, è tutto zucchero e caffè. Ci sta solo una scatola di cioccolata.
Quando arriva il peso, bisogna fermarsi. Fatemi sapere quale marca di caffè sarà la più gradita. Questo zucchero e caffè, ve lo dividete con vostro zio. Non l’ho spedito direttamente a lui, perché non so se i pacchi vanno frequenti, come arrivano a Platì.
Quando sarò informata lo spedirò direttamente a lui. Ma chissà quando. Bisogna aspettare che si farà prima la votazione del 18 Aprile. Speriamo che il popolo Italiano si lasci guidare dalla Religione, e non presteranno fede alle fantonie dei comunisti. Vorrei che questi pacchi arriveranno a destinazione prima di quel tempo. Abbiamo scritto una lettera alla Posta Centrale, per disbrigare il servizio Postale, avanti che succedono questi tumulti.  Speriamo che (poveri noi,) il mondo non si travolgerà di nuovo in un abisso, se veramente il popolo Italiano farà questo sbaglio. Scriverò pure una lettera a vostro zio. La lettera che lui mi ha mandato con quel tale, non me l’ha data. Mi faccio meraviglia che si spacciava per un nostro amico, a tempo che non si e presentato affatto. Caro cugino, la famiglia vostra hanno ricevuto la mia lettera di Natale? Voi mi avete  scritto per loro, ma siccome vostro fratello mi aveva mandato gli auguri per Natale, nello stesso tempo che io aveva mandato i miei, non gli mandai una risposta. Quelle espressioni dei suoi auguri, mi giunsero tanto cari, dato che non ho avuto mai occasione di ricevere l’uguale. Si vede che non l’avranno ricevuto la mia lettera, perché gli avevo chiesto il numero delle scarpe, e nella vostra lettera non avete menzionato nulla.
   Per favore, fatemi sapere qualche cosa, e farete le mie scuse verso vostro fratello. Vi dico che quei due pacchi, li ho fatti in condizioni deplorevoli di salute. Leggendo quelle assurde notizie sui giornali, che se l’elezioni del 18 Aprile andranno a favore dei comunisti, ci sarà Dio non voglia un'altra guerra, a qualunque costo, aveva il piacere di farvi pervenire altri due pacchi. Mi è rimasto fuori, a riguardo il peso, un bel cappotto adatto per la Primavera o l’Autunno per vostro fratello. L’ho chiesto a mio figlio Michele che ne aveva due, e non se l’ha fatto dire due volte. Va per quando si metteranno le cose a posto. Per i cappotti ch’erano dati per vostra sorella, e meglio che aspettiamo per quelli più adatti per essa. Quelli li manderò alle figlie di Michelina che sono pure ragazze civili.
Quando arriverà della stoffa migliore la invierò per vostra madre, e farò il possibile di procurare belli ricordini per Iolanda. Io mi auguro che tutto andrà per il bene dell’Umanità, e non ci troveremo coinvolti in un'altra disastrosa guerra. Pregate pure voi caro cugino nel Santo Sacrificio della Messa, e cercate quanto sta in vostro potere di fare capire al popolo di non deviare dalla Religione.
   Mi auguro che mediante questi incidenti, non verrà sospesa la posta e la spedizione dei pacchi. Vi prego di porgere i saluti da parte mia e di tutti i miei, alla vostra famiglia. A voi, augurandovi un lieto avvenire e florida salute, mi dico
                         Aff.ma cugina,
                         Bettina

mercoledì 25 gennaio 2012

Save me - Ryan Adams

u ccinnaru

In questo mondo la bontà è destinata ad essere sconfitta. Ma un uomo deve continuare a combattere. Quella è la vera vittoria. Fare di meno significa essere meno di un uomo.
Walker Percy, L'uomo che andava al cinema



lunedì 23 gennaio 2012

L'assedio dell'Alcazar (reg. Augusto Genina - 1940)





Valladolid  9 – 5 – 38  XVI
 Caro cugino
Più volte vi ho spediti dei giornali che trattavano della Guerra Spagnuola e non so se li avete ricevuti.
Mi giunse giorni orsono la vostra cartolina e nel mentre vi ringrazio per le preghiere fatte per me, vi esorto a continuare a pregare sempre perché il Signore non solo mi liberi dal male, ma mi conceda la grazia di poter fare sempre il mio dovere.
A causa del cattivo tempo le operazioni belliche hanno avuto una sosta. Quando esse principieranno vi manderò come prima i giornali. Non si sa quale sarà il settore prescelto per la futura offensiva.
Vi abbraccio e saluto tutti i parenti
Vostro cugino Ciccillo

Valladolid, 20 – 6 – 38
Caro cugino
Ho ricevuto la vostra cartolina e con piacere rilevo che non vi dimenticate di me nelle vostre preghiere, lo stesso posso fare io per voi, perché è necessario che i cristiani preghino gli uni per i bisogni degli altri.
Come rilevate dai giornali, nei giorni scorsi, le truppe nazionali hanno spiegato intense attività conquistando Castellon e molti altri paesi di quella provincia, avanzando di alcuni chilometri nel settore di Cordova e raggiungendo in diversi altri punti la frontiera francese.
Grande poi è stata l’attività dalla aviazione che ha intensamente bombardato i porti di Barcellona, Valenza e Terragona.
Per un etempo abbastanza prossimo si annuncia una nuova offensiva in grande stile, però si ignora il luogo dove verrà sforzata.
Baciandovi la mano vi saluto con tutti i vostri. Cugino Ciccillo


Spagna 6 . 8 – 38
Gentilissimo Signor Arciprete
Da un fitto bosco dopo i duri combattimenti del fronte di  Cernel al fronte di Valencia abbiamo avuto prima due giorni di riposo in un fresco bosco di alberi di pini, in cui vi do notizia della mia buona salute. Come meglio augurio questa mia raggiunge avoi tutti e alli miei di famiglia.
Dunque dopo  
Un lungo tempo ho potuto dare il mio misero regalo a favore del nostro miracoloso San Rocco lo quale il vaglia è fatto di L. 77 ma su di questi daranno L. 20 alla Madonna del Santo Rosario che le passerete alle mani della Signorina Gioconda perche mi hanno detto che debbono comprare l’abito festivo della Madonna.
La somma è molto poca, però vi faccio sapere che le figurini che voi mi avete mandato ci no ancora 60 che le porto dentro la maschera anti gassi dato che quando mi sono giunti eravamo al fronte, e questi se lui mi da la vita  e saluti verranno comé di nuovo accasa,. Il motivo vi lo dirò al mio ritorno siò fortuna..,
Ho un dispiacere
Dato che questi soldi non vengono atempo per poterle portare quel giorno della festa ingiro sul bastone colla pubblicazione di Legionari di Spagna
Nulla altro mi rivolgo ai più cari e sinceri saluti
Saluto ai giovani del circolo con particolare a mio compare Nicchia Giuseppe
Saluto vostra sorella
A Voi vi saluto e mi perdonate del mio malo scritto
Stipo Rocco
Mi scrivete un rigo mi fate sapere come si è fatta la festa di San Rocco

venerdì 20 gennaio 2012

Harvest



A rivedere oggi i programmi di quel circolo dal 1978 ad aprile del 1980, dimostrano un tentativo d impiantare a Messina un tipo di programmazione più da cineclub parigino che da cineforum o circolo del cinema come era strutturato il “Barbaro” del professor Guerrera, che l’aveva diretto fino al 1975. La realtà messinese era ben diversa, per fare quel tipo di attività bisognava disporre di una sala propria e non di affittarla per un ciclo di film. Cosa che farà il circolo “Milani” di Ninni Panzera da li a poco e con poco sostegno.
Presidente del “Barbaro” fu  per tutto quel tempo il professor Emanuele Conti, molto conosciuto in città per la sua attività politica come per la sua preparazione culturale. Presero pure parte Orazio, Renato, Dino e Salvatore. In questo breve arco di tempo riuscimmo a far arrivare a Messina film che nessuno voleva proiettare, opere di Cassavetes, Littin, Arrabal, Wenders,Oshima, Bogdanovich, Mazursky, accanto a quelle di autori storici: Ford, Siegel Corman, Godard, Allen, Peckinpah ed altri. Fallì, invece, un incontro con Sergio Citti, mi rimangono nel cuore le conversazioni telefoniche che ebbi con lui, quando lo chiamavo per accordarci circa la sua venuta a Messina.
Ad aprile del millenovecentottanta con l’accostamento al circolo di Ida Fazio, Francesco Calogero, Sergio Chimenz, Angelo Federico si organizzò per mano loro, una retrospettiva sul cinema espressionista tedesco, riuscitissima per l’accoglienza dimostrata dal pubblico molto eterogeneo, soprattutto di giovani. Per l’occasione si approntò pure un libretto ben fatto che andò a ruba.
Da quel catalogo fummo esclusi il professore Conti ed io, ritenuto uno stakanovista delle attività cinematografiche. Ebbi pure l’onore di una lettera di dimissioni di cui ancora, rileggendola, non capisco il senso, tortuosa per come è scritta. Forse il mio difetto, il mio stakanovismo, era lo stare sempre alzato dalla sedia, mentre il dimissionario riteneva opportuno stare sempre seduto.
A lui dopo tanti anni ed immutata amicizia dedico questa bella frase del buono al brutto: “vedi amico,la vita si divide in due, chi ha la pistola carica e chi scava, tu scavi!”, io scavavo.
A seguito di questa retrospettiva, defiance e lotte intestine decapitarono il “Barbaro”, ma io ero già un lavoratore dell’E.




giovedì 19 gennaio 2012

Quando il mandorlo fiorisce (reg. Ali Khamraev - 1982)


Fiori e neve

Io ti saluto, mandorlo,
che precoce, sbocciasti e su la morta,
fredda natura, gelida,
de la speme, tu sol, schiudi le porte.
Passa l’algente raffica,
-Seco portando fiocchi di neve,-
E sopra i bianchi petali
Si posano farfalle, lieve lieve.
Addio, fugaci petali,
Che cosa sia la vita, oh non mi dite.
Verrà l’algente raffica
E col vento e la neve vi partite
Sac. Ernesto Gliozzi Sen.

martedì 17 gennaio 2012

Caro papà (reg. Dino Risi - 1979)





18. 8. 40

Papà carissimo
Non c’è momento più sublime quando persone che son cari, e stanno lontani ricevono posta, o pure scrivono a casa specie quando uno e soldato, e questo voi Papà lo sapete per esperienza
Da quanto mi scrisse Rosina oggi ricorre la festa della nostra patrona ma basta solo per pregarla in questo momento che tutta l’ Italia aspettiamo pregando con la sicurezza che questa Vergine ci fa riabbracciare a tutti le nostri cari dopo aver vittoriosamente ristabilita la pace con giustizia per tutto il mondo.
E  inutile dirvi che io la passo alquanto bene ringraziando sempre Dio, malgrado che si vive come non si vivrebbe nella propria casa, ma se si pensa ai nostri fratelli dislocati in Africa sia Orientale e sia Settentrionale noi siamo i fortunati perciò state tranquilli.
Nel leggere le vostre lettere mi consolo a sapervi a tutti bene. E per  questo prego il Signore affinché se non altro vi dia la salute.
Caro papà vi faccio sapere che in questi giorni ci spostiamo di qui per far delle manovre che dureranno circa 10 giorni. E forse andiamo a stabilirci ad Altamura. Sempre provincia di Bari.
Mi dite che avete avuto 50 kg di suola da Scopelliti però questi non debbono servire a voi … pensate che a voi fa male e sapete con che cuore son partito lasciandovi come eravate.
Mi dite che stanno congedando i servizi sedentari lo so anche io. Speriamo che in appresso verrò io. Smetto che sto scrivendo da un caffè e a momento ce la ritirata saluto a tutti gli uomini saluto la Nonna  Rachelina Rosina  Peppino e Peppina e a voi genitori abbracciandovi e chiedendovi la S. B. mi dico vostro aff. Ciccillo

Fatemi sapere se i miei cugini dell’Africa scrivono
Tanti saluti dal Sig. Leo
Fatemi sapere pure se Mimi Perri e a Platì

lunedì 16 gennaio 2012

Il capo famiglia ( reg. Charles Lamont - 1943)



Due famiglie Mittiga al loro nascere e sebbene la mia famiglia non avesse rapporti di parentela con la prima, quella del celebre don Gustinu che darà i natali all'altrettanto celebre Saro Mittiga, con la seconda attraverso nonno Rosario eravamo primi cugini, e questa è quella di Rosi, fratello tra l'altro di Cicciu u carrarmatu e di Nino. E sebbene Rosi per me è legato al suo bar dove al piano di sopra c'erano i biliardi, gli altri due fratelli con le rispettive mogli e Rosina della partecipazione riportata sopra, sono legati al panificio da dove uscivano quei profumati panini che arrivavano pure nelle marine.

venerdì 13 gennaio 2012

Confusione - Lucio Battisti

Ninu u ccinnaru l'ultimo vero pastore

Qual'è il Leitbild, come lo chiamano i tedeschi, l'immagine guida, in accordo con la quale i giovani potrebbero cercare di formarsi e di istruirsi? Non esiste: o meglio, la confusione e il pasticcio di immagini sono tali che non emerge alcuna guida saggia. Gli intellettuali, la cui funzione sarebbe proprio quella di risolvere qualcosa, trascorrono il loro tempo a proclamare che tutto è relativo, o qualcosa di questo tipo.Oppure si occupano di questioni etiche con spudorato cinismo.
Ernst F. Shumacher, op cit.

giovedì 12 gennaio 2012

Correva l'anno di grazia 1870... (reg. Alfredo Giannetti - 1971)

Francesco Gliozzi  fu Domenico 
28/09/1844 - 14/05/1909

queste note le ha scritte lui medesimo in un quaderno dove appuntava i crediti dei paesani ed altre note di carattere personale

Gliozzi Franciesco fu Dominico nato 1844 a 28 Settembre partito per soldato 1865 congiedato 1870
Richiamato per la Prese di Roma 1870 ritornò in congiedo dopo 6 mese

Gliozzi Francesco fu Dominico nato 28 Settembre 1844  partito per soldato 1865  partito per la Guerra contro gli Agusterece 1866  congiedato 1870 partito per la presa di Roma 1870 congiedato dopo 7 mese dopo si prese Roma  Avuto la Medaglia d’Argiente per la campagna 1866 e la Fasciette corrispondente al canpagna suddetta e la Fasciette del canpagna di Roma 1870.


Queste ultime sono analogie fatte dal nonno Luigi

Gliozzi Francesco era il nonno della mamma ed a Platì, quando non aiutava Garibaldi in giro per l'Italia da fare, gestiva una specie di emporio dove vendeva tabacco, sali, stoffe, alimentari e un farmaco molto utilizzato all'epoca: il chinino.

Ricapitolando: Gliozzi Domenico, Francesco, Luigi, Giuseppe, Luigi, Giuseppe...

Francesco Violi di Raimondo eccoti accontentato

 eccovi un'estratto dal film citato del Maestro

mercoledì 11 gennaio 2012

Mamma (reg. Guido Brignone - 1940)

La Mamma, Platì 01/03/1913 - Messina 11/01/191



Caro Ciccillo
Prima di tutto ti dono l’incarico formale di rappresentarmi nella cerimonia dell’imminente festa di famiglia. Tu esprimi con quanto dolore io debba stare lontano e gli auguri che nel mio cuore formulo per i novelli sposi. A Cata ho parlato lunedì, ma a Ciccillo non ancora. Ebbene, digli che l’accolgo con grande gioia nel numero dei miei più cari e che il fiore che gli affidiamo desidero che sia sempre all’altezza dei suoi pensieri. Che spero di vederli presto qui ad abbracciarli.
Ho ricevuto le medicine.
Vi mando lo scatolo dimenticato
Abbracci e carezze per tutti.
                                               Tuo aff  zio
                                                  Ernesto

Li  13 - 2 - 1947




martedì 10 gennaio 2012

Harvest




Come Neil Young che pronto per una carriera da solista lascia i Buffalo Springfield e crea un nuovo gruppo che lo accompagnerà fino e dopo la maturità, i Crazy Horse, con capolavori come Zuma o Rust Never Sleep o quel sodalizio con il supergruppo dei supergruppi che pubblicheranno da subito il disco più bello degli anni settanta, Deja vù, chi ha dimenticato quella foto sulla busta dell’lp? O l’attacco di Carry On? Sentendomi represso e voglioso di fare cose diverse lasciai il cineforum e Ubaldo e me ne andai con suo cognato Totò Caratozzolo per riprendere il Circolo di Cultura Cinematografica “U. Barbaro”. Nel mio entusiasmo di allora non mi accorgevo che stavo cambiando un oratorio con una sede di partito. Ma non per questo ho sentito, mai, venir meno l’affetto per Ubaldo che a tutt’oggi  considero il mio vero maesto. E’ che lui sbandava sempre più verso la parrocchia e i gesuiti, mentre io sbandavo sempre di più per il cinema e le novità.
Per due anni la sede delle proiezioni del “Barbaro” divenne il cinema Orientale di Parlagreco a Camaro, e fu un’impresa portare gli associati in un quartiere ritenuto, oltre che fuori mano, poco sicuro. Il terzo ed ultimo anno fu al cinema Royal ex Garibaldi in via Palermo del signor Gianni Previti che già conoscevo per essere stato datore di lavoro di papà nei primi anni settanta.
Durante questo periodo, essendo il “Barbaro” aderente all’Unione Circoli Cinematografici dell’ARCI, con Totò fummo designati a partecipare al congresso che si teneva  a Mantova. Alla stazione di Messina salendo sul treno, in manovra per traghettare, Totò avvicina una persona, in viaggio verso Mantova anch’egli, della stessa mia età, che conosceva per averla frequentata all’ARCI regionale di Palermo: “piacere Peppuccio Tornatore” ed io “piacere Mittiga”. L’unico argomento per l’intera notte fu C’era una volta il West e Sergio Leone con meraviglia e incredulità di Totò che si rivoltava in cuccetta. Mi parlò pure delle sue attività a Bagheria dove gestiva un cinema e dei suoi primi tentativi in super 8. A Mantova insieme avvicinammo Bruno Ventavoli che allora era uno che contava nell’Agis, invitato in quel congresso.  Raccontammo del malcostume dei presidenti Agis isolani e di quel loro gestire da padroni con chi intendesse intraprendere un’attività col cinema. Qualche tempo dopo seppi che il  buddace presidente  di quella nobile congrega mi andava cercando con l’intenzione di tirarmi le orecchie, dopo che le avevano tirate a lui.



lunedì 9 gennaio 2012

Frate Sole (reg. Ugo Falena, Mario Corsi - 1918)


Frate Barlaamo*

Con ne l’anima il cuore di Basilio
E su l’omeri il saio, fra Barlaamo
Risalpa dal suo dolce e lungo esilio
Delle bellezze italiche al richiamo.
Reca soave idioma di Virgilio
Dall’Ellade superba, un verde ramo
Tolto ai sacri laureti, presso Samo,
usi ai Grandi d’ornar la fronte e l’ilio.
Di Fiammetta e di Laura agli amanti
Reca il tesor d’Euripide e d’Omero
E della dolce Saffo i freschi canti…
Poi,  lasciando Avignone, il frate austero
L’infula di Suera – al greco colle –
cinge e per Locri il nome suo s’estolle.

                                 *Barlaamo, greco, maestro di Petrarca, Vescovo di Gerace.
Sac. Ernesto Gliozzi sen
..............
questa disgressione è dedicata a Francesco Violi di Raimondo che cerca soggetti per la sua tesi di laurea:
    Abbiamo già fatto menzione di quel Barlaamo dal quale il Petrarca cominciò ad apprendere il greco. Greco di nascita egli non era, anzi era oriundo di Seminara, non lungi da Reggio Calabria e si chiamava in origine Bernardo, non avendo mutato il nome che quando entrò nell'ordine di San Basilio. Ma poscia era andato assai presto in oriente, non tanto per imparare il greco e poter leggere Aristotele nel testo originale, quanto per mettere in evidenza, divorato com'era dall'ambizione, la sua dottrina e farsi scala e salire alle maggiori dignità ecclesiastiche. Egli si recò nell'Etolia e poi a Salonicco, allora sede principale degli studi, e da ultimo a Costantinopoli, dove nel 1331 divenne abate di un monastero. Quivi iniziò una contesa durata molti anni coi monaci del monte Athos intorno alla grande questione di tutti i teologi greci sulla luce del Tabor, se fosse divina o mandata da Dio, e si tirò addosso tanto odio che dovette abbandonare Costantinopoli e tornare a Salonicco. Sino dal 1333 poi egli ebbe parte nelle trattative che furono condotte per la riunione della chiesa greca colla latina, e appunto in tale missione il Petrarca lo imparò a conoscere ad Avignone nel 1339 e si adoperò affinché Barlaamo venisse nominato vescovo di Gerace.
    Barlaamo passava innanzi tutto per teologo. Non è facile determinare le sue conversioni e il loro tempo, specialmente perché i suoi scritti polemici non sono stati stampati che in parte. Sembra però che egli dapprima appartenesse alla confessione latina e che abbia anche scritto in difesa di questa contro le dottrine greche, che poi in Grecia abbia abbracciato queste ultime e scritto contro i latini, per poscia tornare, dopoché si trovò a contatto coi papi, a difendere con tutto l'ardore di un neofita la dottrina ortodossa di Roma intorno al primato della chiesa romana e alla processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figliolo. Ma oltre a ciò egli ha scritto anche parecchi libri di filosofia morale, di aritmetica, di geometria e di musica. Per tal modo egli era un vero dotto alla maniera orientale e le sue opere scritte in lingua latina o tradotte erano lette non poco, come appare dai manoscritti che si sono conservati.
    Che un tal uomo e una tale dottrina ispirassero poca simpatia al Petrarca si capisce assai facilmente. Egli non si cura di far menzione veruna de' suoi scritti, e con indifferenza assoluta nota la circostanza che a questo mezzo greco non riusciva affatto di potersi appropriare qualche cosa dell'eloquenza latina e della rettorica. Dovette però confessare che egli pure fece ben pochi progressi nella lingua greca, tanto pochi che nelle sue opere non si scorge ombra di profitto delle lezioni di Barlaamo. Egli adunque non si cercò più alcun maestro dopo che questi lasciò Avignone e andò ad assumere il suo vescovato in Calabria. Non v'ha dubbio che egli avrebbe potuto apprendere a fondo la lingua da lui.. Ma si può dubitare con ragione che il famoso monaco fosse l'uomo più adatto per introdurlo nello studio della letteratura classica. Comunque sia, il Boccaccio apprese da lui qualche cosa, sia che l'abbia veduto a Napoli, o si sia valso delle notizie che Barlaamo comunicò all'accurato compilatore Paolo da Perugia. Più che per mezzo de' suoi scritti questo basiliano lasciò una traccia per questa influenza che esercitò sul Petrarca e sul Boccaccio.

Tratto da GEORG VOIGTLA LINGUA E LA LETTERATURA GRECA NEI SECOLI XIV E XV

giovedì 5 gennaio 2012

Un medico, un uomo (reg. Randa Haines - 1991)

Zio Giuseppino Mittiga, il primo alla vostra destra,
Platì 03/01/1897 -  Palmi 18/01/1982
bé almeno mio fratello Saro ha preso da qualcuno la sua fisionomia!
alle spalle dei fotografati il più bel Monte Calvario della terra

Non si scorgono forse abbastanza "segni dei tempi" che indicano la necessità di una nuova partenza?
Ernst F. Schumacher, op. cit.

martedì 3 gennaio 2012

Due pistole per due fratelli (reg Sidney Salkow - 1955)



Carissima M. Gemma
Effettivamente non ti ho scritto mai a macchina, perché scrivere a macchina ai parenti è cosa non consentita dalle regole di buona educazione:  e questo il Rev. D. Ernesto dovrebbe non solo saperlo,ma insegnarmelo. Se stavo al suo fianco mentre lui scriveva, lo facevo appunto perché lui di macchine non ha mai viste e quindi dovevo guidarlo…

lunedì 2 gennaio 2012

Someone Saved My Lfe Tonight - Elton John


Per condurre una vita retta nel senso più ampio, un uomo deve possedere una buona educazione, amici, amore, figli
( se li desidera), mezzi sufficienti che lo tengano lontano dal bisogno e dalle preoccupazioni, buona salute e un lavoro soddisfacente. Tutte queste cose in gradi diversi, dipendono dalla comunità e sono ostacolate o favorite da fattori politici. La via retta deve essere vissuta in una buona società altrimenti non è pienamente realizzabile.
Bertrand Russell