Mittiga Francesco - papà
Platì 19/08/1908 - Messina 24/12/1986
Era mio padre, reg. Sam Mendes - 2000
Scrivere di mio padre è molto difficile, mi è più facile scrivere sulla mamma. Se devo parlare di papà non ho nessun problema, ma stare lì e cercare di descrivere una figura sempre presente, in vita o dopo la vita, mi fa soffrire, come induce tenerezza per non averlo capito e aiutato nei momenti della mia crescita.
Ho sempre presente il giorno in cui, domenica, il prefetto mi buttò fuori dal collegio. Dopo la messa, a colazione, senza alcun sospetto, l’assistente del suddetto mi si avvicina e cerca di sussurrarmi qualcosa.Io non lo faccio parlare e dico: lo so, c’è mio padre. Gli avevano fatto percorrere 500 km su una linea ferroviaria ad un solo binario per prendermi e riportarmi a casa.
Non era la stessa cosa che faceva John Wayne in Sentieri selvaggi quando si riprendeva Natalie Wood, ostaggio degli indiani, per riportarla in seno alla “civiltà”.
Avrebbe dovuto essere arrabbiato con me, invece risulto molto comprensivo e per rompere il mio dramma addirittura mi portò al cinema nell’attesa del treno di ritorno. Il titolo di quel film e quello del post di oggi.
Pur essendo la sua natura molto impetuosa ha sacrificato parte della sua vita, prima del suo matrimonio, al volere del nonno, facendo sposare due sue sorelle e cessare a poco a poco altre attività dopo, arrivato tardi, per sposare la sorella più piccola. Non ultimo, intuendo per tempo la piega che stava prendendo la vita del paese e la crescita dei figli, tra i primi, decise di allontanare tutti nella prospettiva di un diverso avvenire; parafrasando Robert De Niro in C’era una volta in America: “andò bene ai figli ma non a lui”. Tra l’altro il trucco da vecchio dell’attore americano mi ricorda sempre la fisionomia di papà.
La realtà della città ed i cittadini non erano fatti per lui, le delusioni si assommavano quotidianamente e con un'altra parafrasi tratta questa volta da C’era una volta il west concludo: “il futuro non apparteneva più a lui”. Stava ancora cambiando tutto: i figli, la politica del partito comunista, e più difficile per lui, trovare un dialogo e dire quello che sentiva dentro.
SDG
Anch'io lo rivedo nel volto di De Niro. Rispetto agli anni in cui gli ho addossato la colpa della mia emigrazione, ho cominciato nel tempo a capirlo e rimpiangere di non essere stata più diplomatica.
RispondiEliminaNei miei confronti ha vissuto le sue contraddizioni di cattocomunista, gli piaceva la mia crescita ma non la mia emancipazione e ancora oggi mi dico se.....forse non sarei partita, non mi sarei sradicata non mi sarei privata della rete familiare, non ma ormai è inutile rimpiangere, penso a Ciccio e ai suoi occhi quelle due volte che mi hanno detto addio:sul treno nell'agosto dell''83, e dal suo letto al Margherita il 10 dicembre dell'86, l'ultima volta quando forse ambedue avevamo capito il tempo perso a scontrarci.