In segno di stima ai cari cugini
Sergi Rosario
New York 20 . 5 . 924
Questa è una nota che scrivo e pubblico per me stesso. Sono riflessioni scaturite dalla visione di film abbastanza recenti, tranne Il caso Katharina Blum che è del 1975. Tutti, con le loro storie, i fatti narrati, le situazioni sempre dolorose, mi hanno dato la possibilità di specchiare la storia recente e meno recente del paese, per via del tema di base: Il caso Katharina Blum di Volker Schlöndorff e Margarethe von Trotta è un atto di accusa contro la manipolazione da parte della stampa che contamina i lettori in direzioni sbagliate; per altro, The Walker di Paul Schrader del 2007 tratta delle manipolazioni da parte del potere giudiziario; Play, un film svedese di Ruben Östlund del 2011, ci mostra in modo abbastanza scarno a cosa va incontro chi proviene da zone di sottosviluppo, al contatto con una città, una nazione dove si è altro e si può comprare di tutto; The Square sempre di Ruben Östlund, del 2017 espone le strategie usate attraverso i canali social conduttori di devianza; infine Arrival, 2016, di Denis Villeneuve - sua, da oggi, la citazione in apertura- tratta, sebbene in maniera futuribile, della relatività linguistica … dove lo Stato caratterizzato dal complesso di segni da cui riconosciamo di solito che siamo solo codice fiscale, traslittera gift (dono) in weapon (arma) – la citazione in corsivo è di Marcel Proust il quale di relatività linguistica ne sapeva più di tutti.
Seppur tenacemente mi servo di un titolo cinematografico, qualche tempo fa avevo già comparato la recente storia di Platì con un film da Oscar, al momento mi son voluto spingere oltre, suggerendo una rivisitazione della Storia Ufficiale Platiota, per questo la visione dei film menzionati sopra è quasi fondamentale per chi vi si voglia accostare.
Quando, per i miei motivi, abbandonai il cinema, cercavo di spiegarmi il paese attraverso i libri e mi furono d’aiuto tanto Salvatore Satta quanto Dashiell Hammett. Ritornato ai film devo ammettere l’odierno stato di minoranza della letteratura rispetto al cinema e, chi vuol ben scrivere deve prima saper vedere.
Questo basta! In un prossimo futuro, dovrò scrivere della relazione tra Platì ed il cinema giapponese, che sebbene lontani, appaiono strettamente vicini!