Per una volta la RAI si è degnata di fare qualcosa di politicamente corretto, spuntano, a volte, anche le lacrime. Nelle immagini dell'Istituto Luce, del paese si riconosce ben poco, tranne quelle tre lapidi ancora fissate nel luogo d'origine dentro il cimitero; non riesco a distinguere neanche chi piange ai piedi della bisnonna Caterina Fera. E il dottor Franco Mittiga lamenta quello che ancora lamenteremo in eterno. E' una vera lotta col destino!
mercoledì 28 marzo 2018
lunedì 26 marzo 2018
Il buco (reg. Jacques Becker, 1960)
Giunta Provinciale Amministrativa
Di Reggio Calabria
Per il Comune di Platì
resistenti
Contro il Sig. Oliva Francesco fu Rosario
Ricorrente
Dopo quanto
fu detto nella comparsa principale, la difesa del Comune – al cui timone il
ricorrente aspira con pertinacia e spasimo – potrebbe rinchiudersi nell’aurea
rosea del silenzio e attendere fiduciosa il responso di codesto on. le consesso.
Non insisteremo
nel lumeggiar meglio il passato dell’Oliva ch’è detto un incessante presso che
secolare conflitto col prossimo e coi cinque codici – perché rifuggiamo dai
facili successi e non amiamo incrudelire contro i nostri avversari quando anche
lo meritino come l’attuale.
Ci
limiteremo – e soltanto ad abundantiam – a ricapitolare sintetizzandole le
nostre ragioni.
Assume
l’Oliva che il suo buco – oggetto dell’attuale controversia – preesisteva alla
costruzione del pubblico mercato.
Verissimo. Però esso buco per la sua speciale conformazione, per le sue
dimensioni (un pentagono con il lato della lunghezza di un mattone) e per
l’inferriata che lo muniva, non poteva essere, come in effetti non era, che una
semplice presa di lume.
Presa di
lume imperfetta che mancava di alcuni dei requisiti voluti dal codice (
invetriata fissa, altezza dal pavimento ecc.) e che avrebbe autorizzato il
Comune a costringere l’Oliva a una più esatta osservanza della legge, ma che
non poteva mai autorizzare l’Oliva stesso
a trasformarla in finestra.
Una servitù
di lume non può essere trasformata in servitù di prospetto perché il nostro
codice vieta al proprietario del fondo dominante di aggravare le condizioni del
fondo servente – Né i trattatisti sono ambigui in proposito. Per citarne
qualcuno, dice Le vieil Cocu (Traite de droit. V. III ch. 27) “La luce e l’aria
son due cose distinte (!) e si può aver diritto alla prima senza poter fruire
della seconda. Perciò tra le due servitù, di lume e di prospetto, c’è un
abisso”.
La difesa
dell’Oliva alterando i fatti, si fa forte del capoverso dell’art. 587 C. C. che
sembra fatto apposta per compendiare le ragioni del Comune. Esso prescrive
infatti: “Non si possono aprire sedute dirette o finestre a prospetto né
balconi od altri simili sporti verso il fondo chiuso o non chiuso e neppure
sopra il tetto del vicino se tra il fondo di questo e il muro in cui si fanno
le dette opere non vi è la distanza di un metro e mezzo”. Poiché la striscia di
terreno che intercede tra il tetto del mercato e la finestra dell’Oliva, non è
larga un metro e mezzo non può costui mantenervela. E se anche la striscia di
terreno in parola fosse larga più d’un metro e mezzo, non potrebbe ugualmente
l’Oliva aprir la sua finestra, sopra un fondo chiuso del Comune perché realmente
è chiusa ad ogni transito.
Non esistendo quindi tra le due proprietà,
dell’Oliva e del Comune, una via pubblica il disposto del capoverso dell'art.
587 C. C. non può aver efficacia perché nel nostro caso si verifica la
condizione da esso richiesta. P. q. m.
la difesa del Comune chiede che l’on. G. P. A. neghi il ricorso dell’Oliva,
ordini la riduzione in pristinum della finestra abusivamente aperta dall’Oliva
sul tetto del pubblico mercato e lo condanni alle spese.
Con riserva
di chiedere ulteriormente al giudice civile la chiusura definitiva del buco
dell’Oliva.
Nota - Purtroppo è impossibile datare questo documento, probabilmente la disputa risale agli anni del Regime Fascista anni in cui gli Oliva entravano e uscivano dalla sede comunale.
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Once upon a time in Platì
domenica 25 marzo 2018
Missione sublime (reg. Reginald Barker - 1935)
In contemporanea con Novo Cinema Loreto di Platì
In una cornice poco dignitosa, senza alcuna gratitudine, da oscuro Medio Oriente, chiamato a Reggio in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna della Consolazione sul finire degli anni novanta del secolo passato, tra suoni assordanti di clacson e venditori di calia il Maestro è riuscito a trascendere in paradiso con questa esecuzione della Roma Sinfonietta da lui stessa diretta di The Mission. Unici attenti spettatori noi venuti direttamente da oltre Stretto con un Nigel (mai abbastanza compianto) commosso fino alle lacrime e Valerio che registrava l'evento. Interrogato anni dopo su quella serata il Maestro si dimostrava ancora turbato per non dire irritato dell'ingratitudine reg(g)ina.
giovedì 22 marzo 2018
High Easter (reg. Irving Pichel-1943)
Catanzariti Samuele
La Pasqua è una festività cristiana.
Celebra la resurrezione di Gesù che secondo le scritture, sarebbe
avvenuto il terzo giorno successivo alla sua morte.
La Pasqua è preceduta da un periodo di digiuno della durata di quaranta
giorni chiamato Quaresima che ha inizio il mercoledì delle ceneri.
L’ultima settimana di Quaresima viene chiamata settimana Santa,
comincia con la Domenica delle Palme, che ricordo l’arrivo di Gesù in
Gerusalemme, dove fu accolto dalla folla che agitava foglie di palme.
La festa è legata al risveglio della natura, ovvero con l’arrivo della
primavera.
La mattina di Pasqua si va a messa per annunciare che il Signore è
risorto però c’è un’altra cosa, la domenica siamo tutti riuniti per festeggiare
Santa Pasqua.
A Pasqua la gioia è aprire le uova di pasqua e i bambini sono ansiosi
di vedere le sorprese che li rende più felici.
Siccome l’uovo è di cioccolato ce lo mangiamo tutti insieme e poi
andiamo a giocare.
Dopo si va da amici e parenti a dare gli auguri.
Your life is an inspiration to all who know you.
Michelina Gliozzi - Giuseppe Gliozzi -Franco Gliozzi - Joey Gliozzi
Maria Teresa Gliozzi - Mario Gliozzi
- Pittsburgh PA 12 APR 1976-
Nota - Il testo di Samuele Catanzariti è compreso nel corpus di opere in concorso per il Premio Letterario "Ernesto Gliozzi"
mercoledì 21 marzo 2018
Pensiero d'amore (reg. Mario Amendola - 1969)
PENSIERO D’AMORE
Pensieri volati via …
come farfalle dorate e spensierate
si posarono sul mio cuore
quando incominciai
a scoprire l’amore.
E come il vento anela
fra le onde del mare
così il mio cuore
m’insegna ad amare!
Regalando …
il tuo dolce sorriso alla luna,
perché …
ogni volta che mi volterò a guardare
lo so …
non ti potrò mai dimenticare.
Questo testo,composto per il Premio letterario "don Ernesto Gliozzi", di Lucia Giuseppina, come il precedente dello zio Michele, ci consegnano sentimenti ancora poco conosciuti, o sottaciuti, del paese, vuoi per pudore, vuoi per mancanza di occasioni per esprimerli apertamente se non divulgarli. Di Platì, non mi stancherò di ripeterlo, viene divulgato solo un aspetto che ormai è un colabrodo, talmente è trito, quindi è forse l'ora di svelare un sottosuolo inedito, anche solo per chi in paese sceglie, con coraggio, di rimanervi. E questo coraggio è nelle mani di ragazze e ragazzi che saranno gli autori del proprio futuro, come del paese.
martedì 20 marzo 2018
Amore e desiderio (reg. Richard Rush - 1963)
Credetemi che vi voglio bene e vi adoro come voi non credete lo so: vi
vorrei vedere ogni momento vorrei parlare mattina e sera tutta la giornata con
voi, le vostre parole mi sollevano mi danno animo mi sento felice.
Mi allontano da voi e incomincia la tristezza la malinconia
Su di me potete contarci che vi voglio bene vi amo sinceramente
Non posso fare quanto il cuore vuole e poi sono visto da tutti - non
posso parlare con nessuno. Che tutti vogliono a me, il vostro bene è grande
come il mare è immenso non finisce mai, mio tesoro mio bene mio tutto – Vorrei
dirvi tante cose ma non mi so esprimere
Scusatemi e vogliatemi bene
Abbracci e baci
Vostro
Nota- Questo testo di Michele Mittiga (nella foto), figlio di Rocco e Fera Caterina, fratello della nonna Lisa, ci svela una personalità del tutto sconosciuta a noi nipoti che gli sopravviviamo,non lo avremmo mai associato alla tristezza ed alla malinconia riportate nello scritto. Per questo, ed altro, lo si vedrà ritornare alla vita per mezzo di queste pagine, rendendo così un doveroso tributo postumo, a lui che fu anche un personaggio molto conosciuto ai suoi tempi.
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Once upon a time in Platì
lunedì 19 marzo 2018
È primavera... (reg. Renato Castellani - 1949)
LA PRIMAVERA A PLATI’
La primavera a Platì è molto bella
Arrivano le rondini
Sui prati sbocciano i fiori
Gli alberi si riempiono di foglie
Il cielo non è ingrigito ma azzurro
L’aria è fresca e pulita
Noi bambini a Platì
Tutti fuori a giocare
Le farfalle volano attorno ai fiori
Le api raccolgono il nettare
Per fare il miele
A Platì in primavera
È tutto così bello
Da non immaginare
Barbaro Fatima Antonella, 5A elem.
Il testo è compreso nella raccolta"Premio Letterario don Ernesto Gliozzi" 2017
domenica 18 marzo 2018
Torneranno i prati (reg. Ermanno Olmi - 2014)
Francesco "Ciccillo" Gliozzi
06/03/1908 - 27/03/1974
Gerace 22 – X – 34
Carissimo papà
L’ora dell’ordinazione è stata fissata per le 7/30 della mattina. Fate
di trovarvi a tempo qui a Gerace e venite direttamente al seminario perché la
funzione avverrà nella cappella del seminario. Riguardo allo zio Ernesto,
mettetevi d’accordo con lui su come deve fare per unirsi a voi. Parlate se
dovete andare a Casignana voi per prenderlo o se si troverà lui a Bovalino.
Sarebbe meglio che se ne venisse a Platì sera di sabato, dato che dovete
partire quasi di notte per poter arrivare a tempo.
Da Locri ho mandato a Peppe un paio di scarpe e un paio di pantaloni
con Rocco Sergi venutovi con la macchina di D. Achille. Se le scarpe non gli
vanno bene, non le metta e portateli Domenica e al ritorno, passando da Locri
le cambieremo con un paio più grande.
Baci per tutti.
Aff.mo Ciccillo
Vi spedirò domani le partecipazioni, perché le distribuiate.
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giovedì 8 marzo 2018
mercoledì 7 marzo 2018
Il prezzo della giustizia 2
L’anno milleottocento settanta
nove del giorno ventitre Aprile in Platì.
Ad istanza di Mastro Francesco Mittiga di Rocco di condizione calzolaio
domiciliato e residente in Platì, Mandamento di Ardore, e per gli effetti della
presenta procedura eligge la sua dimora nella propria casa di abitazione in
Contrada Capicanali.
Io Zappia Filippo usciere comunale addetto all’ufficio della
Conciliazione del Comune di Platì ove domicilio e dimoro. In virtù di sentenza
contumaciale emessa dal Signor Conciliatore di Platì in data sette Settembre
mille ottocento settantasei estratta in forma esecutiva il giorno quattordici
Settembre mille ottocento settantasette. Contro.
Antonio Ciampa fu Vincenzo di condizione muratore domiciliato e residente in
Platì. Detta sentenza venne debitamente notificata e precettata pel ministero
di me medesimo in data otto Novembre Settembre mille ottocento settantasette
colla spesa di centesimi sessantacinque. Con detta sentenza esso ripetuto
Ciampa venne condannato a pagare prontamente allo attore Mittiga la somma di
lire venti, e le spese del giudizio = In virtù del sopra cennato titolo, e per
la somma di lire venti più lire due, e centesimi sessanta cinque per spese
giudiziarie, più centesimi sessantacinque per notifica e precetto del otto
Novembre Settembre mille ottocento settantasette, più centesimi settantacinque
del precetto di pari data che in una sono lire venti quattro e centesimi cinque;
per quale somma io sopradetto usciere ho pignorato e messo nelle mani della
giustizia le robe tutte che si trovano nelle mani del sarto Francesco Miceli fu
Domenico domiciliato e residente in Platì, di pertinenza di Antonio Ciampa fu
Vincenzo debitore pignorato consistente in pantalone o calze, giube o gilé,
nonché roba per fodera di essi abiti, ingiungendo ad esso Miceli che qualora annovera nelle sue
mane gli oggetti pignorati sopra accennate senza ordine della giustizia pagherà
di proprio le somme tutte che lo spettante Mittiga avanza dallo Ciampa = Detta
sentenza venne oggi medesimo e pria di questo atto ripetuto il precetto di
pagamento ad esso Antonio Ciampa colla diffida di pagare immediatamente alla
consegna di esso le somme tutte contenute nel titolo sopradetto le spese fatte;
e che contro venendo si procedeva al pignoramento; e ciò in virtù di Decreto
emesso dal Signor Conciliatore del Comune di Platì in data di oggi stesso
dietro ricorso avanzato dal creditore istante in data di oggi = Nel contempo e sulla medesima istanza di
esso Francesco Mittiga di Rocco di condizione e domicilio come sopra io Zappia
Filippo usciere comunale domiciliato come sopra ho citato il debitore pignorato
Antonio Ciampa fu Vincenzo di condizione e domiciliato come sopra; nonché
Francesco Miceli fu Domenico domiciliato anche come sopra, possessore dei
mobili di pertinenza dello Ciampa; affinché il giorno due Maggio alle ore otto
a. m. con continuazione al bisogno comparissero innanzi al Signor Pretore Mandamentale di Ardore nel solito
locale delle sue ordinarie udienze onde esso Ciampa credendolo di suo interesse assistesse alla
dichiarazione che farà il Miceli; e questi dichiari i mobili che si trovano
nelle sue mani di pertinenza dello Ciampa = Avvertendo esso Miceli che non
comparendo nel luogo, giorno ed ora sopra stabilite a far la dichiarazione sarà
condannato a pagare al Mittiga quanto avanza dallo Ciampa.
Copie separate del presente atto da me fatte scritte ho portato e
lasciato nel domicilio di esso Ciampa e Miceli e questa per esso Ciampa
consegnandola in mano di lui stesso
L’Usciere Comunale
Zappia Filippo
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