lunedì 12 ottobre 2015
domenica 11 ottobre 2015
La resa dei conti (reg. Sergio Sollima - 1966)
A 22 Marzo 1881 fatti tutti i conti con mio cugino D. Francesco
Gliozzi, cioè delle donne che fanno la raccolta delle olive, non che del danaro
che mi a somministrato fin oggi in tutto gli restai dare
lire treccentotrentacinque e centesimi settantuno che darò con tanto olio ovvero
con tanta moneta in tutto il mese di Aprile dico £ 385.71
Antonio Violi il ricevo per memoria resta a mio favore l’avanzo della
coltura da me fatta in £ 16 salvo errore Più devo dare lire ventisette e centesimi settantacinque per tanti
lavori della donna della ….
Antonio Violi
giovedì 1 ottobre 2015
La migliore offerta (reg. Giuseppe Tornatore - 2012)
Distinti
saluti aguro che vi trovo bene, io sto bene grazie a Dio.
accettati
questa piccola offerta, per i bisogni della chiesa, e specialmente per i
banchi, perché non si pò stare inginocchiati per il tempo necessario durante la
celebrazione della S. Messa
Vi
saluto del profondo del cuore avvoi e a quanto voleti bene e che Iddio voglia
darvi una lunga vita col premio di Santità
ciao
non
rispondete
grazie
mercoledì 30 settembre 2015
Il cervello da un miliardo di dollari (reg. Ken Russell - 1967)
Chiese
il BUON SENSO
a
un certo ... Podestà:
mi
sai dire il perché
nel
tuo cervello
di
matura età
posto
per me non v’è?
e
trepido rispose il Podestà.
embé che t’aggio a fa’? ...
lunedì 28 settembre 2015
domenica 27 settembre 2015
Ricorda il mio nome
-Portolesi Giuseppa(13.2.1936/55-20)di Pasq. lucìu e
Callipari Marianna di Vincenzo.
-Violi Maria Giuseppa(18.2.1936/56-21)di Vinc. meccanico e
Zappia Grazia.
-Tropeano Elisabetta(16.2.1936/56-22)di Gius.Ant. nasuni e
Romeo Mar. di Fr.
-Taliano Elisabetta(16.2.1936/56-23)di Francesco caravanu e
Marando Francesca di Giuseppe Antonio.
-Agresta Antonio(23.2.1936/57-24)di Giuseppe e Sergi
Nicolina di Antonio perciasipali.
-Perre Pasquale(1.3.1936/59-30)di Francesco santallino e
Papalia Francesca di Domenico.
-Portolesi Rosario(1.3.1936/59-31)di Francesco strascinatu e
Cusenza Maria di Saverio.
.-Lentini Elisabetta(8.3.1936/59-32)di Nicola lissandru e
Crea Maria Carmela di Michele.
-Trimboli Giuseppe(19.3.1936/61-37)di Nicola vajaneja e
Perre Mariantonia di Antonio ciucia.
-Calabria Antonio(22.3.1936/61-38)di Rocco tizzuni e
Catanz.Dom.di Rosario
-Lentini Maria RTosa(22.3.1936/62-39)di Rosario
strascinapedi e Pascale Teresa di Domenico.
-Perre Vincenzo(22.3.1936/62-40)di Domenico jhumentaru e Scarfò Mariantonia
di Giorgio.
(jhu:come jhuri=fiore)
-Catanzariti ASntonio(29.3.1936/62-41)di Rosario 'mpastagria
e Barbaro Maria di Nicola.
-Marando Domenico(5.1.1936/63-42)di Francesco burraschjja e
Catanzariti Teresa di Francesco.
-Sergi Elisabetta(12.4.1936/63-44)di Dom. careja e Baarbaro
Maria di Antonio
-Spagnolo Rocco(5.3.1936/64-45)di Francesco mattulinu e
Zappia Elisabetta di Domenico cagnolaru.
-Catanzariti Rocco(18.5.1936/65-50)di Antonio carrau e Sergi
Francesca di Giuseppe 'mbilli.
-Stalteri Elisabetta(21.5.1936/66-51)di Domenico venga e
Sergi Caterina di Domenico tri.
-Carbone Antonia(10.1.1936/66-53)di N e Carbone Maria di
Saverio lasceri.
-Barbaro Giuseppe(7.6.1936/67-55)di Giuseppe pìllari e Sergi
Elisabetta di Domenico perciasipali.
-Catanzariti Maria(7.6.1936/67-56)di Mich.Arc.e Cutrì Dom.a
di Dom.pizzicata
-Sergi Romano(7.6.1936/68-58)di Rosario lignuduru e Mittiga
M.di Rocco Nic.
-Sergi Giuseppe(11.6.1936/69-60)di Francesco scoja e Cusenza
Fr.a di Gius.
-Violi Caterina(14.6.1936/69-62)di Gius. francuni e Carbone
Giuseppa di Dom
-Romeo Antonio(17.6.1936/70-64)di Paolo grugna e Perre
Caterina di Gius.
-Carbone Pasquale(21.6.1936/71-68)di Fr. tridicinu e
Catanz.Elisab.di Pasq.
-Virgara Antonio(20.6.1936/72-69)di Saverio zoccula e
Campiti Fr.sca di Ant.
giovedì 24 settembre 2015
Terra in trance (reg. Glauber Rocha - 1967)
Che cosa resta più delle famose città che i Greci
fondarono su questi due mari e che ebbero una fioritura così vivida e intensa,
oltre l’alone di poesia e di gloria che circonda i loro nomi? Faticosamente
l’archeologo tra dense macchie e acquitrini disseppellisce fondamenta solitarie
di templi, rocchi di colonie, frammenti di terrecotte ... ma non un’anima è
tornata a dire il perché di tanta desolazione.
Roma che dovunque è passata ha lasciato tracce
grandiose della sua potenza, qui dove, per affrontare i Bruzi e più ancora i
Cartaginesi, ha fatto il deserto, è quasi del tutto muta e assente.
Bisanzio, che in queste sue estreme marche
occidentali tante volte difese contro ondate di Arabi e di Longobardi, vide
affluire dall’Oriente torme di monaci migranti e fiorire una santa tebaide, a
null’altro ha legato il suo nome che a qualche umile chiesetta, a qualche lembo
d’affresco.
Normanni, Angioini, Aragonesi, stranieri che hanno
riempito questa terra, tra clangore d’armi di guerre devastatrici, ed una
intensa e rapace vita amministrativa, di tante grandi costruzioni, di tanti
imponenti castelli e che hanno scatenato passioni così feroci che ancora oggi
leggendo le loro cronache non è possibile non parteggiare per gli uni o per gli
altri, qual testimonianza della lor storia ci hanno tramandato in questo
giustizierato se non la taciturna solennità delle dirute rocche feudali?
Tutto ciò che altrove forma la vivente tradizione
d’una terra, il retaggio d’arte e di bellezza dei padri, la silenziosa
educatrice della sensibilità nazionale, qui è stato distrutto se non dalla
violenza degli uomini,dalla furia apocalittica degli elementi che con persistenti
attacchi hanno di secolo in secolo raso al suolo quanto nelle epoche precedenti
s’era salvato. Tutto ciò che non è stato affidato esclusivamente alla vita
dello spirito, penetrando nel profondo delle esperienze umane, qui è naufragato
nel silenzio e nell’oblio.
Qual meraviglia, se nella perpetua vedovanza del
patrimonio che crea alle collettività la poesia dell’esistenza, se davanti a
quest’eterno richiamo alla morte, gli spiriti siano andati in cerca delle città
del sole per evadere dalla loro città terrena impastata di lacrime e di sangue
e che da queste montagne sia sorto il canto più poetico, l’aspettazione più
trepida della terza epoca della pace e dell’amore?
Le foto (mie) ritraggono per chi non lo sa il Capo Zephyrium tra Bruzzano e Africo.
mercoledì 23 settembre 2015
A Song For You - Whiskeytown/Ryan Adams
Ancora doni estivi. I ringraziamenti vanno a (in stretto ordine
anagrafico se no rischio embarghi) Pina, Bettina e Pasquale. Il piatto era
della zia Rosina, i tovaglioli della nonna Lisa, a pezzotteia i casu di Pasquale.
La G in origine era Gliozzi, oggi anche Gino va bene.
lunedì 21 settembre 2015
I dimenticati (reg. Vittorio De Seta - 1959)
Mesi or sono
avevo accompagnato da queste parti due signore svedesi che s’interessavano ai
tessuti popolari calabresi: (quando) … m’accorsi che la più giovane s’era
fermata a mezza costa.
Tornato
indietro la vidi immobile dinnanzi all’ immensa distesa azzurra del mare.
- E’ stanca?
– le gridai – vuole che ci fermiamo?
- Oh no! – mi
rispose alzando come a respingermi, la mano aperta – lasciatemi qui, signore.
Voglio respirare l’aria che hanno respirato li Greci Magni!
Umberto Zanotti Bianco 1921
Atre
volte si è solo citata la figura del personaggio che oggi vogliamo celebrare.
Altari e devozioni non servono, pur servendo non bastano, e i ministri
nell’atto celebrativo ricorrerebbero a vuote frasi di circostanza per
concludere riconoscendo ad altri il progresso raggiunto nei nostri luoghi.
Parliamo di Umberto Zanotti Bianco. Il paese di Platì per la sua crescita, che
voleva cominciasse dall’infanzia, ha beneficiato del suo contributo con gli
aiuti per la fondazione dell’asilo d’infanzia.
La
prima Calabria Ultra Umberto Zanotti Bianco la percorse in lungo e in largo, a
piedi molto sovente, a dorso di mulo quando le autorità mettevano a
disposizione i mulattieri. Oggi sono in molti a riconoscergli virtù che lui
forse no sapeva di possedere. Col senno di poi gli sono intitolate vie, piazze,
edifici. Ma gli ostacoli dei dirigenti locali e le difficoltà giornaliere che
doveva affrontare sono taciute. Erano anni in camicia nera. La volontà di
riscatto per le nostre terre in lui era ben salda e correva veloce anche per
merito della sua intelligenza che talvolta avvolgeva di salubre scaltrezza.
Basta! Attraverso la Rete potete approfondire meglio la sua figura e le sue
strategie.
Quello
che interessa è porre l’accento su un’ulteriore dote del nostro: la scrittura,
grazie ad un libro, dono di Francesco di Raimondo, Tra la perduta gente del 1959. Attraverso le sue pagine sono giunto
alla conclusione che con l’imitare i sentimenti e la sensibilità, ben salde con
l’azione, che conduceva Zanotti Bianco si può portare avanti la volontà di
riscatto che tutti sogniamo. Se la sua opera meritevole è descritta nei brani
relativi ai soggiorni in Calabria, nei restanti racconti egli ci svela il suo
carattere umanitario: nella Grande Guerra, nella Russia all’alba della rivoluzione,
col soccorso ai profughi armeni fuggiti dalle orde turche di Kemal. E’ una prosa
che va da Guerra e pace a I Malavoglia come usciti dalla penna di
Antonio Fogazzaro. Solitario sotto le stelle, operoso e meditativo come il
principe Bolkonskij, nel suo trascorrere il tempo ai piedi dell’Aspromonte
egli ci descrive le vere anime nere,
che potevano essere i poveri o quelli che gestivano il potere per conto di chi
stava a Roma. Soprattutto ci consegna un territorio e un popolo arcaici,
indietro nel tempo prima che la Cassa per il Mezzogiorno e successivamente la
Comunità Economica Europea iniettassero somme di denaro i cui fini erano solo
elettorali, a beneficio di pochi e a danno del territorio inteso come suolo da
proteggere e curare con opere di tutt’altro genere, per il benessere di chi vi
abita.
domenica 20 settembre 2015
La forza e la ragione (reg. Roberto Rossellini . 1971)
Io
qui sottoscritto Francesco Fera fu Michele colla presente scrittura cedo a
favore di Don Filippo Gliozzi tutti i miei dritti, azioni e ragioni, che avrà
acquistato e mi competevano sopra cinquanta piedi di ulivo vendutomi da Don
Francesco Gliozzi nei fondi Petto ed Arcavallo, e sopra un credito di D. 35.00
dico ducati trentacinque, dritti e ragioni a me attribuite coll’istrumento del
di 11 Luglio 1853 per Notaro Palumbo di Oppido, registrato ivi il a 12 detto
mese ed anno al N. 1247 ... , e che tutti cedo per lo prezzo di D. 257.37.0
ducati duecento cinquantasette e grana trentasette, incluso col prezzo dei
fondi di interesse del mutuo e le spese per la regolarizzazione del Istromento,
e nel fare la quietanza ho consegnato la copia trascritta sopra detto titolo,
avendomi ricevuto la suddetta somma dal Don Signor Gliozzi
Platì
7 Luglio 1858
Francesco Fera
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Don Filippo Gliozzi,
Once upon a time in Platì
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