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giovedì 17 settembre 2015

La porta del cielo (reg. Vittorio De Sica - 1945)



Carissimo Don Ernesto
Grande commozione ha suscitato la notizia della vostra morte, grande è il dovere di ricordarvi perché con voi Platì perde uno dei suoi figli migliori.
Sacerdote vigile e attento vi siete prodigato senza posa ad istruire al cristianesimo la gioventù platiese; profondo conoscitore dell’arte e dei classici siete stato un esempio di POSITIVITA’ per la nostra terra. La missione che Dio vi ha affidato l’avete espletato al meglio con saggezza e prudenza e servendo Gesù nelle persone più semplici e più umili. Vi debbo ringraziare immensamente per avermi donato la vostra amicizia, i vostri ammaestramenti li custodirò nel cuore tra le cose più belle
In questi ultimi anni quando gli acciacchi dell’età si sono fatti sentire, siete stato accudito amorevolmente dalla dolcissima sorella Amalia, dai nipoti e dai parenti e voglio ringraziare chiunque si sia prodigato per voi
Ora che l’Inverno triste e uggioso lancia i suoi ultimi sprazzi “ con discrezione “ e “ compostezza “ siete partito verso lidi migliori, siete partito così come avete sempre vissuto. Ed io caro DON ERNESTO con rimpianto ricorderò le nostre lunghe chiacchierate, i vostri sorrisi, e soprattutto come una di quelle persone che hanno desiderato sempre il “ mio bene “. E quando sentirò troppo la mancanza rovisterò nel cassetto dei ricordi, perché i ricordi vincono anche la morte.
CON GRANDE AFFETTO ED INFINITA RICONOSCENZA
                                                                                                              “Annamaria 
                                                                                                                          Sergi”



Nota: era il giorno della Candelora dell'anno 2008.

mercoledì 16 settembre 2015

Piccolo mondo antico (pt. seconda)




Il mio paese
a cura di Trimboli Maurizio 5a B

Il paese dove sono nato e dove abito si chiama Platì.
I suoi abitanti sono circa 4.000 e diminuiscono continuamente a causa dell’emigrazione.
Molti abitanti si trasferiscono con le famiglie a Milano e Torino; altri in America e in Australia, dove possono trovare un posto sicuro di lavoro.
A Platì non ci sono industrie e gli abitanti si dedicano alla pastorizia ed all’agricoltura. Altri cittadini esercitano svariati mestieri: muratore, falegname, meccanico, barbiere, calzolaio, negoziante.
I principali prodotti della terra sono: ulive, castagne, fichi, fichi d’india, mele, pere e agrumi.
A Platì c’è la chiesa Matrice e quella del Rosario. Ci sono le scuole materne, elementari e medie.
Un tempo i Platiesi si spostavano a piedi o con l’asino; oggi vanno in macchina o con i pullman
Si racconta che Platì sia stato fondato dai ladroni.
Questi, dopo aver rubato l’oro di una chiesa di Reggio Calabria, si sono rifugiati in questa valle ai piedi dell’Aspromonte con tutto l’oro rubato.
Qui hanno costruito il paese.


Antichi costumi dei Platiesi

  Una volta le donne indossavano una gonna arricciata alla vita e lunga quasi fino ai piedi ( la saia ) e una camicetta chiamata Cuppuni, quasi tutte andavano scalze.
I “ massari “ portavano pantaloni stretti fino alle ginocchia, calzettoni di lana nera che coprivano le gambe; ai piedi portavano una specie di sandali fatti con un pezzo di gomma e alcune strisce di cuoio ( calandreii).
( Da ricerche ambientali degli alunni di 4a classe)


LA NONNA RACCONTA

Una volta, racconta mia nonna, la vita in paese era più bella.
La gente era più buona, c’era più amicizia, più affetto e amore per il prossimo anche se c’era tanta miseria.
Nelle serate d’inverno la famiglia si riuniva intorno al focolare dove si narravano antiche leggende.
Nelle giornate fredde e piovose, i ragazzi andavano scalzi e mal vestiti; molte vecchiette chiedevano l’elemosina e in alcune famiglie mancava persino il pane.
Eppure allora si viveva più felici di adesso che tanta miseria non c’è.
Campiti Giuliana
Classe Va A

A pizzata

Le nostre mamme ci raccontano che quando erano bambine al posto del pane mangiavano la “ pizzata “ fatta con farina di granoturco.
La “ pizzata “ aveva una crosta dura, all’interno era morbidissima e gialla.
Marando Patrizia
Classe Va A


Proverbio paesano

Cu si arza prestu
Lu mattinu
Busca u piattu
E lu carrinu.


lunedì 14 settembre 2015

Piccolo mondo antico ( reg. Mario Soldati - 1941)





PRESENTAZIONE
Perché “ IL CIANCIO “
Il nostro giornalino prende il nome del fiume “ Ciancio” che tanta parte ha avuto e continua ad avere nella storia del nostro paese.
La portata di questo fiume che nasce dal cuore dell’Aspromonte e, dopo aver attraversato una ripida discesa, scorre accanto all’abitato, è minima, quasi insignificante nei periodi estivi, ma diventa notevole, fino a raggiungere livelli di guardia, nelle stagioni piovose; ed è allora che il “ Ciancio “ costituisce una minaccia ed un serio pericolo per l’intero paese la cui sopravvivenza sembra legata al capriccio delle sue acque.
Con questo giornalino la scuola elementare di Platì si appresta ad iniziare una nuova esperienza destinata a continuare nel tempo per contribuire a quel processo di rinnovamento che la scuola italiana persegue ormai da tanti anni e che la nostra direttrice ha già avviato in maniera intelligente ed esemplare.
Tale iniziativa non costituisce, quindi, un fatto episodico ma rientra nel quadro delle attività integrative svolte dalla scuola a tempo pieno al fine di favorire il dialogo e la collaborazione fra i ragazzi delle varie classi, tra i colleghi e soprattutto per stabilire nuovi rapporti tra la scuola e le famiglie.
Naturalmente i protagonisti di questo giornale sono gli scolari, i quali, attraverso ricerche, esperienze e scoperte danno vita a questo modesto lavoro che certamente li abituerà ad esprimere con naturalezza e vivacità il loro pensiero, le loro idee, il loro mondo.
Pertanto chiediamo a tutti i colleghi la collaborazione affinché siano di guida agli alunni che si esprimono e si confrontano tra loro, in un discorso franco e leale che supera le pareti dell’aula scolastica per raggiungere la realtà che li circonda.
Con questi intenti e senza grandi pretese ci accingiamo alla stesura del prossimo numero sicuri di essere assecondati per migliorar, arricchire e consolidare questa nostra iniziativa.
...
Dicembre 1980 – Platì
Gli insegnanti del tempo pieno

LA NOSTRA SCUOLA NOTIZIE

La nostra scuola prende il nome di un grande scrittore dell’ 800: Edmondo De Amicis la cui fama resta legata al popolare libro “ Cuore “ che ha commosso intere generazioni.
L’edificio scolastico, sito in via Roma, è stato costruito nel 1953. E’ formato da 17 aule, la direzione, la segreteria, la cucina, il refettorio, i bagni, l’ingresso, i corridoi, l’alloggio per il custode ed un ampio cortile.
Nell’anno 1958 è stata istituita per la prima volta a Platì la Direzione Didattica dalla quale dipendono anche le scuole elementari del vicino Comune di Careri-
Il primo direttore didattico di Platì è stato il dott. Salmena -  Da un anno dirige il circolo la dott.ssa Anna Staiano.
Nel plesso di Platì . Capoluogo frequentano 255 alunni di cui 144 maschi e 111 femmine. Nel pomeriggio funzionano n. 4 sezioni di scuola a T. Pieno . ( Ricerche)

PLATI’
SIGNIFICATO DEL TERMINE
POSIZIONE – CONFINI
La parola Platì secondo la tradizione locale deriva dalla parola “ Prati “, secondo alcuni storici deriva dalla parola “ platus “ che starebbe a significare luogo largo, ampio, esteso da cui sarebbe spigata anche la topografia della valle.
Secondo il prof. Zangari la parola pratus “ venduto “ starebbe a significare il passaggio del feudo da un feudatario a un altro.
Lungo i fianchi dell’Aspromonte orientale si diparte da Monte Scorda verso il Mare Ionio una dorsale con pendio prima lieve e poi più ripida che raggiunge la valle dove sorge l’abitato di Platì la cui origine risale al secolo sedicesimo.
Il comune di Platì fa parte della provincia di Reggio Calabria, conta 3720 abitanti ed è formato dalle frazioni: Cirella, Lauro, Gioppo, Senoli e Lacchi. Confina con i comuni di Ciminà, Ardore, Careri, Oppido Mamertina e S. Cristina d’Aspromonte.
L’abitato è sito sulla sponda sinistra del fiume Ciancio, a 300 metri sul livello del mare dal quale dista  Km 16.
Un’ importante strada ( SS.112 ) attraversa il paese e collega il mare Ionio con il mare Tirreno.
                                                                                                                            (continua)
                                                         ( da ricerche effettuate dagli alunni di V classe )



domenica 13 settembre 2015

La stagione dei sensi ( reg. Massimo Franciosa - 1969)


L’Autunno
L’autunno è la stagione dei colori e per questo rassomiglia alla primavera. In autunno, nei campi ondeggiano le bianche spighe di granoturco.
Gli alberi sono carichi di frutti e nelle vigne i grappoli dorati luccicano al sole.  Le foglie degli alberi sono rosse e gialle e al primo soffio di vento si staccano dall’albero e, come tante farfalle, volteggiano nell’aria e poi si posano, stanche sul terreno.
Gli alberi piano, piano restano spogli. Nelle campagne i contadini preparano la terra per la semina.
I frutti dell’autunno: noci,, pere, mele, castagne uva e ulive. In questa stagione si raccolgono le lumache e i funghi.
Tratto dal periodico della scuola a tempo pieno IL CIANCIO . Platì – Anno I – n. 1 – Ottobre-Dicembre 1980

giovedì 10 settembre 2015

Il sogno (reg. Jean De Baroncelli - 1931)

L'avevo dimenticato. Nei primi tempi del mio ritorno in Platì con lo zio Ernesto avevamo sognato questa associazione dove posso riconoscere pure i germogli di questo Blog.

Per Francesco, Michele e Pasquale
grazie di tutto


Costituenda
Associazione Culturale “ Ernesto Gliozzi “
PLATI’

Atto notarile

statuto:
è un’associazione culturale non a scopo di lucro, apolitica, apartitica, non confessionale, di ispirazione cristiana.
Scopo: valorizzare il territorio, il patrimonio culturale, scientifico e ambientale del Comune di Platì e incentivare il turismo verso i luoghi in esso compresi.
Promuove ricerche, studi e diffonde il patrimonio storico, artistico, religioso e folkloristico della zona compresa nel territorio del Comune.
Raccogliere in un ideale  comune tutti gli emigrati e i residenti perché tutti si sentano figli del luogo in cui sono nati, vissuti o provengono i loro avi.
Si avvale del contributo di tutti i cittadini residenti e non
Convegni
Mostre fotografiche, artistiche e dell’artigianato locale
Bollettino periodico sulle attività svolte
Organizza gite, escursioni guidate nel territorio e fuori
Cataloga e conserva i beni prodotti e quelli che giungono in donazione che riguardano la storia e le tradizioni locali

Ho pure dimenticato dove e quando ho scattato questa foto, con una Nikon, allo zio, che è una delle prime che gli feci


mercoledì 9 settembre 2015

lunedì 22 giugno 2015

Badlands (reg. Terence Malick - 1973)

Workin’ in the fields                                                    Lavorare nei campi
till you get your back burned                                      fino ad avere la schiena bruciata

Bruce Springsteen, Badlands









domenica 21 giugno 2015

Badlands - Bruce Springsteen









Inutile dirvi cosa suona Roy Bittan nell'intro e prima che il Boss esploda

mercoledì 17 giugno 2015

Lo scherzo (reg. Jaromil Jires - 1969)

LA ROSA E IL PITALE
           (Scherzo)

Vi ringrazio, Capitano,
pel regalo originale,
che mandaste da lontano:
una Rosa ed un Pitale ...
... proprio! l’una e l’altra cosa:
“ poesia legata a prosa “.

Da filosofo qual siete,
ben ... pensato avete il doto:
son due simboli, due mete,
due significati sono:
quella, invero, è il dilettevole,
questo, invece, ... il servizievole.

Quante cose fan pensare
una rosa ed un pitale! ...
prima, l’una fa sognare,
ma poi ai sogni tarpa l’ale
l’altro, che a contatto sta
con la ... cruda realtà! ...

E’ del fior l’atto gentile;
del pitale e l’atto ... grande;
mentre il fiore qual sottile
suo profumo intorno spande,
un odore speciale
pure emana dal pitale ...

Ma la rosa vita breve:
sol lo spazio d’un mattino;
ma il pitale, ch’è di greve
ferro, pinto cilestrino,
dura eterno ... ed anche in questo
c’è un significato onesto.

Poiché, quando il fiore muore,
il ricordo se ne va
del gentile donatore;
ma il pitale è sempre là! ...
a racchiuderlo nel seno
una volta al giorno ... almeno! ...

Giacomo Tassoni Oliva