Questa foto è un regalo di Francesco di Raimondo, è il suo battesimo: il padrino e l'officiante il rito sono due persone d'eccezione: Mimmo De Maio e lo zio Ernesto.
Colgo l'occasione per ricordare l'anniversario della nascita dello zio Ernesto il 12 aprile del 1915
Quo non livor abit? sunt qui tibi mensis honorem eripuisse velint invideantque, Venus. nam, quia ver aperit tunc omnia densaque cedit frigoris asperitas fetaque terra patet, Aprilem memorant ab aperto tempore dictum, quem Venus iniecta vindicat alma manu.
Ma dove non giunge il livore? Vi sono coloro, o Venere,
che per invidia vorrebbero ti fosse tolto l’onore del mese.
Infatti poiché la primavera dischiude ogni cosa, e il rigore
e l’asprezza del freddo cedono, e la terra gravida si apre,
dicono che Aprile è detto così dalla stagione che s’apre;
Anzi tutto mi auguro che la presente vi raggiunga a tutti bene di salute e di tutto e che nella famiglia è tornata la tranquillità che come vi ripeto per la situazione che ho lasciato in casa sono tornata senza pace nel cuore, avrei tanto piacere di ricevere una vostra col dirmi che siete come prima prima tutti uniti che mangiate insieme che sono convinta che di questa situazione soffrite una più dell’altro, ma si vede bene che nella nostra famiglia per grande e Santa cé la jettatura, di più dopo mi sono sposata io è stato un pivolo speciale che si nota su tutto perciò miei cari la mia raccomandazione è sempre una di compatire ogni cosa e di essere superiore in tutto in modo che l’uno per bene dell’altro e per se stesso, lascia passare ogni cosa e di pensare che questa vita finisce.
Io e Placido stiamo benone come pure tutti i miei. Cara mamma torniamo al solito discorso della ragazza che deve venire. Parlando in casa con mia cognata mi ha detto perché non me l’ho portata con me che cento lire in più e meno non contano io si ho fatto capire quanto è brava ed educata e loro sono tanti contenti spero che a quest’ora suo padre ha risposto favorevole certo che di venire noi non èperciò ti raccomando di fare voi tutto e di tenerla sempre vicina a voi e quando ce qualche convinzione di venire qualcuno di voiche come siamo rimaste con Ciccillo che lui vieni in questo mese me la portatetu lo dici che mille e cinquecento lire sono molte cerca di aggiustarle tu cara mamma e si ripete che la prima volta si avevamo detto mille e due cento e credo che sarà contenta insomma quando mi risponde mi dice tutto come siete rimaste, io aspettava d’un giorno l’altro Rachelina ed ancora non è venuta speriamo che vieni in questa settimana l’altro giorno è passato suo nipote Peppino da Placido e si diceva che stanno bene.
Cari tutti otto giorni fa eramochi sa ora quando ci vediamo insiemi. Ciccillo lo si che quando sarà sbrigata Catavienie mi sembra che questi giorni non passano mai, miei cari smetto tanto non ho nulla da dirve e poi sono rimasta con Placido che esco e lui mi attende. Se volete cosa non vi resta altro che scrivere che noi siamo a vostra disposizione.
Termino con la solita preghiera cara Mammà che ti ho lasciata molto sciupata e voglio che farai e userai tutti i mezzi di stare bene. Io mi auguro che a questora Ciccillo per come l’ho avuto sempre l’affettoe ce l’ha te lo dimostra perché so che il bene tuo e suo e speciale. E col porgere i più cari saluti da me e Placido per tutti vi saluto tuttii miei bacioni cari per Sarino e a voi cari Papà e mammà ioe Placido nell’abbracciarvi vi chiediamo la S. B. la
Vostra affma figlia Rosa
Mie carissimi
Con l’augurio che questa giunga a voi apportando salute, pace ed armonia duratura, termino inviandovia Rosa ed ai miei i più cari ed affettuosi saluti
E Lazzaro comparve con la rossa testa rosseggiante, fuori.
Il quale incarica te, suo caro Carissimo di ringraziare quei buoni che hanno sofferto e lamentato per la sua provvisoria dipartita. Ora sta a guatare l’onda perigliosa e pensa: come fa a riprendere il lavoro?
Se era assente dall’altare altri lo ha supplito egregiamente tanto che pochi si sono accorti della mancanza di lui. Ma non bisogna abusare della pazienza dei Ciceroni.
Per cui martedì ti aspetto.
Prima di venire mettiti di accordo con Todarello e Alvaro*, l’uno per la messa domenicale, l’altro per amministrare i sacramenti. Puoi anche promettere di ritornare sera del 30 per le messe dei morti.
Ti mando i moduli firmati.
Saluti per tutti massime per la buona Sirocchia che ha tanto pianto.
Voglio che tu attribuisca alla penna i miserabili scarabocchi più che alla malferma mano.
Con la quale ti accarezzo affettuosamente
Tuo zio Ernesto
*ovvero Don Massimo Alvaro fratello minore di Corrado.
Sono spiacentissima perché vi avevo mandato un po’ di fruttaed i porgitori e compaesani si sono serviti a loro piacere. Vi prego di mandare un recipiente per potervi mettere un po’ di vino e col porgitore stesso mandatemi un po’ di farina specificandomi per lettera il numero dei kilogrammi. Vi ringrazio anticipatamente.
Auguri per le S. Feste
Teresina Brancatisano
Vedova
Monteleone
Egregio D. Luigi
Mi auguro che la presente vi trovi in ottima salute assieme ei vostri.
Con l’occasione del porgitore vi mando un po’ di vino. Scusate ché non ho un recipiente più grande. Vi mando pure un po’ di castagne per i bambini, abusando sempre della vostra bontà vi sarei grata se per mezzo vostro potrei mandare un po’ per farli avere a mia figlia Bettina. Vi prego di mandarmi quanto mi avevate scritto e che è in vostro possesso. Fatemi sapere se ciò me lo ha mandato Bettina oppure quanto è l’importo. Vi prego scusare tanto il disturbo e gradite i miei ossequi e gli auguri per il S. Natale.
Vi sarei obbligata se per mezzo vostro potrei avere, pagando s’intende una forma di cacio per mangiare di buona qualità.
Fatemi sapere il prezzo che vi spedirò subito per posta