giovedì 15 marzo 2012
mercoledì 14 marzo 2012
Destini di morte (reg. George Kennedy - 1966)
Una volta nati vogliono vivere e incontrare destini di morte, ma ancor più vogliono riposare, e lasciano dietro di sé figli, perché nascano destini di morte
Eraclito
E' ancora un contributo di Layla
e le foto si riferiscono a margine di un discorso con lei.
martedì 13 marzo 2012
Silenzio, parla Platì (reg. Cesare Zavattini - 1952)
Buon appetito e grazie dell'invito
LA DOMENICA
La domenica era particolare: Cata faceva il bagno ai suoi figli li imborotalcava e quella nuvola di fumo profumata è ancora lì nei ricordi indelebili ed edulcorati dell’infanzia, estate e inverno lo stesso rito, acqua saponata, caldo e avvolgente asciugamano, borotalco Roberts a pioggia, un po’ nel lettone e poi vestiti per la messa passando dal profumo del bagno appena fatto a quello del ragù di carne e polpette che cuoceva in cucina.
Di solito c’era il sole, zia Pina giovane e senza marito intorno alle nove del mattino iniziava la preparazione e vestizione per la messa delle undici; metteva il busto e Betta la domestica mezza muta l’aiutava……….tignolina tieni il respiro, la zia ispirava-tratteneva e Betta stringeva….ancora più stretto altrimenti la gonna non m’entra, Metteva, in apnea il tailleur poi le scarpe un numero sempre meno del suo così mostrava un piedino, quel piede sembrava una ricottina. A messa la nonna, la mamma, la zia nella borsetta avevano la bottiglietta di Violetta di Parma che annusavano durante la predica nel caldo quando si sentivano venir meno
Al ritorno nell’attesa del pranzo si udiva un mollooooooooo, ahhhhhhh zia Pina liberata dal cilicio respirava libera, il sangue riaffluiva nel suo piede, tornava allegra, finalmente quando il nonno aveva preso posto a capotavola il pranzo iniziava tutti mangiavamo di gusto, anche il brodo in estate, anche la giovane Pina tanto il busto comunque l’avrebbe fatta sembrare Sofia Loren.(31 03 1995)
Il testo è di mia sorella Maria , la foto di mio cognato Paolo, a Valentina loro figlia buon compleanno
per chi vuole saperne di pù vi dico che il pastificio Sapori e Tradizioni di Platì è in C.da Lacchi
lunedì 12 marzo 2012
Harvest
Tra i libri che portai con me quell’anno, c’era La linea d’ombra di Joseph Conrad. Rientrare a casa fu come superare quella linea, qualcosa era cambiata e sebbene stavo riprendendo la solita vita niente era più come prima.
Un fatto grave accadde quasi subito il mio rientro. La morte per cause accidentali di C. S., turbò tutti quelli che la conoscevano. Una volta, quasi come facendomi una radiografia, mi disse. “io ti vedo bene da solo”, non mi spiegò cosa pensasse ne io mi curai di chiederlo, ma quella frase mi accompagna ancora, e sono sempre da solo.
Dopo un anno di vita regolata dalla disciplina e dalla gerarchia, da un illusorio senso del dovere, come da fantomatiche aggressioni esterne, ancora per molto, e nei sogni notturni, continuerà l’ansia di non poter tornare liberi a casa o dal richiamo forzato a svolgere compiti inutili con gente sempre più giovane.
Per fortuna l’anno è trascorso, si è vivi e si è felicemente costretti a riprendere da dove si era interrotta la sequenza quotidiana della vita.
A fatica ripresi il lavoro all’E. dopo il rischio di una possibile estromissione per non dire licenziamento. Il mio direttore S. M. da amministrativo pensava di inquadrarmi come docente. La materia la conosceva soltanto lui, io da perenne autodidatta non sapevo cosa poter insegnare e quale era la disciplina a me più congeniale: ho vissuto e vivo in una continua condizione di stare sbagliando qualcosa nel meccanismo del compito a me affidato. Del resto, non sono un pensatore, non ho la pistola carica come il buono, io sono come il brutto, scavo.
venerdì 9 marzo 2012
giovedì 8 marzo 2012
Francesco Giullare di Dio (reg. Roberto Rossellini - 1950
Giullare
Che bella cosa nascere poeta,
Prete, per giunta, e soprapiù
Cantare le romanze ne la quieta
Ora, di notte, sotto d’un balcone.
Ricordare, d’altronde, a me non vieta
Di nostra Chiesa la santa Inquisizione
Voglio vivere di sogni e di dieta
Come la fata mia, per divozione.
Se fossi nato pria, ne le castella
A tempo di coboldi* e menestrelli:
Giullare mi faria, co la mandola.
Vorria far impazzir la mia bella
Con le mie serenate e ritornelli
Ne la notte silente, a squarciagola.
*folletto
Platì Maggio 1908
Sac. Ernesto Gliozzi sen
martedì 6 marzo 2012
Mio zio (reg. Jacques Tatì - 1958)
zio Ciccillo 06/03/1908
questa foto è stata scattata all'interno del balcone della foto sotto
ed il battesimo dello zio Ciccillo è stato celebrato all'interno della stessa casa
A S. E. Reverendissima
Monsignor D. Giorgio Del Rio
Vescovo di
Gerace
Eccellenza,
Il sottoscritto Signor Luigi Gliozzi, volendo celebrare in casa il battesimo d’un suo neonato, si rivolge
A l’E. V- Re. Per avere il relativo permesso.
Tanto spera ed otterrà.
Baciandovi il Sacro Anello si umilia
Dell’Ecc: V. umilissimo suddito
Luigi Gliozzi di Francesco
Platì 10 – 3 - 1908
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lunedì 5 marzo 2012
I giorni randagi (reg. Filippo Ottoni - 1988)
Ci sono i giorni montuosi ed ardui che si impiega un tempo infinito a superare e giorni in discesa che sim lascian discendere a tutta velocità.
Marcel Proust, op. cit
venerdì 2 marzo 2012
Harvest
E ancora. Quando la notte, per scansare qualche servizio più pesante, mi mettevo di PAO, Picchetto Armato Ordinario, accendendo la piccola radio a transistor Philips 80, capitava che l’angelo di deejay di una emittente locale, molto simile a Radio Messina Quartiere nelle scelte musicali, faceva girare sul piatto The River del Boss, e lo faceva anche in quelle notti fredde e più lente da trascorrere, in cui ero sull’altana a guardare oltre la parte illuminata intorno alla caserma. Di certo non mi ha fatto sentire inutile. E ci fu una mattina quando dopo una notte passata al comando, era stato nel frattempo nominato caporalmaggiore, del drappello di guardia alla porta centrale, al momento dell’alzabandiera, al cospetto di tutta la caserma “Pasquali”, ufficiali, sott’ufficiali e truppa, mentre urlavo il presentat arm, con la banda che intonava l’inno di Mameli, che mi avrebbero potuto ordinare di invadere nuovamente la Polonia per come mi sentivo in quel momento, dentro un film epico di Anthony Mann.
Rock’Roll animal di Lou Reed, in cassetta, lo faceva serpeggiare per le camerate un catanese che aveva solo una pecca, era l’unica cassetta in suo possesso e lui ce la faceva ascoltare dall’alba al tramonto. Costui la notte, prima di andare in missione a mollare buste di plastica piene di acqua ed altre porcherie, si preparava ascoltando l’intro con quell’assolo di chitarra che rimane una delle cose più belle di Lou Reed. Erano note di terrore in quell’istante, che annunciavano all’ignaro malcapitato la pena per una infrazione al codice del nonnismo. Un urlo disumano volava nei corridoi, attestava che la busta si era deflagrata sul malcapitato di turno ed il sonno poteva riprendere tranquillamente per quella notte.
Quello fu l’anno in cui il battaglione a cui ero assegnato ebbe l’onore delle cronache radiotelevisive e giornalistiche. Un giovane muratore che lavorava dentro la caserma mise in moto un cingolato anfibio, sfondò il muro di cinta e dopo un percorso di qualche chilometro si fermò al casello dell’autostrada Roma-L’Aquila per prendere il biglietto. Voleva andare dalla sua fidanzata e farle fare un giretto. Come un film a velocità raddoppiata ci armammo e montando su qualsiasi mezzo scappammo a riprenderlo in tempo. I giudici,stranamente, furono molto clementi vista la giovane età.
al massimo del volume, sentite qui sotto lou reed quando non era un pensionato del rock'n roll
giovedì 1 marzo 2012
Nata di marzo (reg. Antonio Pietrangeli - 1957)
la mamma 01/03/1913
con la zia Amalia, alla sua destra e la zia Iola, alla sua sinistra
chi le avrebbe mai detto che 25 anni dopo la data sulla cartolina sarebbe andata ad abitare
qualche metro più sopra Piazza Vittoria, in Piazza san Vincenzo!
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