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giovedì 16 ottobre 2025

La macchina da scrivere [Mario Landi, 1971]


16 – 12 – 1948
Caro Cugino,
Rispondo la vostra
Lettera, e mi dispiace molto che quest’anno per la grande Solennità Cristiana, non riceverete i miei auguri, come nemmeno io ne ho voglia di riceverne. Spero che un altro anno si sia alquanto rimarginato il vostro dolore e ci scambieremo di nuovo gli auguri. Del resto, non possiamo andare contro le Leggi Divine.
Il nostro caro congiunto mi aveva assicurato, che ogni giorno pregava per me nel Santo Sacrificio della Messa.
Spero che ora mio cugino vorrà fare le sue veci, e pregare per me quando Celebra il Sacrificio della Messa, che ne ho tanto bisogno.
Voi non sapete quanta pena mi è rimasta che non ho risposto la Sua lettera. Non me lo credeva affatto ch’era prossima la sua fine.
Ora non ci rimane altro che pregare per il riposo della Sua Benedetta anima, invocando la sua protizione per la nostra lotta quotidiana.
Riguardo come dite di scusarvi che avete scritto a macchina, solo mi dispiace della vostra indisposizione. Come sapete ora in America non si usa più questa etichetta. Tutto si scrive a macchina, tanto per fatti commerciali e tanto per intimità. E se non fosse di moda, per me era lo stesso.
Scrivetemi come meglio vi aggrada. Mi dispiace che io non mi sono mai interessata di questa macchina, che le mie occupazioni giornaliere non mi permettevano. Le mie figlie quando erano a casa, ne facevano assai uso, ora di questi che sono rimasti qui con noi, solo Michele la sa maneggiare, ma noi lo vediamo a casa solo quando è l’ora della tavola. Il resto della sua giornata dopo ritorna dall’ufficio appartiene agli sport e due ore al giorno deve studiare che fra due o tre anni dovrò avere il diploma di ingegnere industriale, e per miracolo se qualche voltami può scrivere una direzione. Questa settimana la Compagnia ha fatto un Bollettino di tutti gli uffici. Abbiamo tagliato questo pezzettino del suo ufficio lui è al primo seduto. Spero che a quest’ora avete ricevuto i due pacchi che vi ho mandati. Il primo fu spedito il giorno 20 di ottobre, ed il secondo dopo siamo ritornati da New York nel mese di novembre. Nel secondo pacco ci stanno abiti nere, che le mie ragazze quando hanno inteso la ferale notizia, me li hanno dati per le vostre figlie. Qui, il nero, si usa per gala più di ogni altro colore, e speriamo che non serve sempre per lutto. Ancora me ne sono rimaste un poco se le ragazze vostre le vogliono li posso mandare in un altro pacco, che mi sono rimaste scarpe pure in ottime condizioni. Veramente il mio piacere sarebbe di comprarle nuove, ma voi vi regolate, che una famiglia numerosa non può disporre di quello che vuole. Ancora vi faccio una domanda. Se ci vuole qualche cosa per la cugina Serafina, tengo un abito di velluto nero ed un cappotto nero che posso mandare per essa. Per la cugina vostra moglie ho l’idea di comprare un pezzo di stoffa nera. Vi ripeto ancora quando non potete scrivere voi, i vostri figli faranno le vostre veci, e non badate a convenienze, fate a come vi rende più comodo. Vi ricevete tanti saluti dalla mia famiglia, estensibile alla vostra famiglia. Inviandovi i miei più affettuosi saluti mi dico vostra aff.ma cugina
Bettina


Bettina Gliozzi in realtà si chiamava Maria ed era nata a Platì il 22 giugno 1886 da Michelangelo di anni trentatre, vaticale, e dalla sua unione con donna non maritata non parente né affine con lui nei gradi che ostano al riconoscimento. Studiò e divenne maestra di scuola. A Platì il 2 febbraio 1907 sposò Pasquale Romeo di Antonio e Francesca Papalia di anni 29 e con lui un anno più tardi emigrò in America e precisamente a Massena NY dove vissero. Bettina morì il 9 marzo 1968. Il cugino della lettera era Luigi Gliozzi figlio di Francesco e Rosa Fera. Michelangelo e Francesco erano figli di Domenico ed Elisabetta Gliozzi. L'altro cugino di cui lamenta l'improvvisa perdita Bettina era il sacerdote e poeta Ernesto Gliozzi il vecchio (1883-1948), fratello di Luigi e Serafina. Nella foto d'apertura Michele [Mike] il figlio ingegnere industriale è il primo a partire da sinistra.

La precedente lettera di condoglianze è qui: https://iloveplati.blogspot.com/2020/11/un-dolore-improvviso-di-ubaldo-maria.html






 

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