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domenica 21 novembre 2021

Rinascita [di Raoul Walsh - 1931]





UN IMPORTANTE PROBLEMA ORMAI DIBATTUTO DA DECENNI
La bonifica del torrente Careri
restituirà vaste zone all’agricoltura
Fin dai tempi del fascismo si parlava di questa grande opera; si continua a parlarne invano ancora
 
Platì, 14 novembre
(M. F.) La situazione in cui si trova ormai da troppo tempo il torrente Careri, si imposta decisamente male in questa epoca che ben si può definire di rinascita per il nostro popolo.
Quello che è stato fatto in questo ultimo decennio per la Nazione, è decisamente molto e specialmente in questi drammatici momenti in cui l'attenzione di tutti è rivolta alla ignobile repressione della libertà ungherese, possiamo apprezzarlo. Libertà di governo, di pensiero, di stampa, sono indubbiamente delle preziosissime cose per il popolo Italiano. Ma dovremmo dedurne che il popolo calabrese non faccia parte di questo popolo.
I calabresi, infatti, non hanno usufruito che in minima parte dei benefici di cui ha largamente usufruito il resto della popolazione, e specialmente la popolazione del «Nord».
Un esemplo schiacciante di questa situazione, è senz'altro il torrente «Careri», che da tempo immemorabile è abbandonato a sé stesso, e distrugge lentamente e inesorabilmente la vita di una vasta zona della Calabria. Se il torrente Careri fosse un essere pensante, crederemmo che fosse un suo strano modo di fare omaggio alla famosa legge del piano «inclinato!!!».
Ma il torrente «Careri» non è un essere pensante, e non aspetta altro che di essere costretto tra due muraglioni.
Bonifica del Careri! Pare che questa espressione sia stretta parente dell'altra: «Quadratura del cerchio!».
Eppure non si può dire che le «competenti autorità» non si siano accorte della drammaticissima situazione: La stampa ha dibattuto il problema fino alla nausea.
Dunque i casi sono due: o le competenti autorità fanno orecchio da mercante, oppure l'espressione «Libertà di stampa» non ha per niente il significato pieno che molti ottimisti vogliono attribuirle.
I calabresi non aspirano alle «luci al neon», ma gradirebbero di avere i mezzi per sostenersi senza chiedere l'elemosina! E gli unici mezzi di questo genere sono costituti dall'agricoltura.
Chi non sa che la bonifica del torrente «Careri» restituirebbe all'agricoltura calabrese centinaia di migliaia di ettari di terreno? Chi non sa che il torrente Careri ha spinto nelle navi da emigrazione migliaia e migliaia di cittadini di Platì, Natile, Cirella, Senoli, etc.
Si parlava di bonificare questo torrente sin dai tempo dal fascismo; si continua a parlarne invano adesso, e con la sola differenza, che adesso si pagano anche i contributi di bonifica, che allora non si pagavano!
Noi non ci illudiamo che si possa concludere qualcosa di buono con lo scrivere sui giornali, ma speriamo che in questo momento particolare della storia del mondo, il nostro Governo voglia riservare ai cittadini del Nord e a quelli del Sud Italia, una minore disparità di trattamento. Forse per noialtri calabresi è questo il momento migliore per ottenere, a coronamento di tanti sforzi e di tante istanze, quello che i connazionali del Nord avrebbero ottenuto alla prima parola.
MICHELE FERA
GAZZETTA DEL SUD, 15 novembre 1956
 
Ancora una volta, può sembrare una fissazione la mia, scopro che la realtà di quegli anni per cui lottava Danilo Dolci sull’estremo versante occidentale siciliano, ha molto in comune con quella della «Valle del Careri». Certo Michele Fera, in quel tempo giovanissimo, non aveva il background formativo e culturale del Dolci, ma combatteva anche lui una sua battaglia a favore del nostro paese sulle pagine della «Gazzetta del Sud», che certo era schierata su posizioni ultra moderate, chiamatele destrorse. Ecco allora che la lotta per la bonifica del fiume Jato portata avanti da Danilo Dolci è la stessa di quella lamentata dal nostro Michele Fera, anche se quest’ultimo non aveva accanto a sé la popolazione che si schierava al fianco del «Gandhi italiano», com’era stato definito da Aldo Capitini, Danilo Dolci.



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