DIVAGAZIONI SU DI UN FRUTTO DI STAGIONE
E’ giunto il tempo dei cocomeri
Si mangia si beve e ci si lava la faccia... gridano i venditori del
saporoso mellone dinnanzì alle loro caratteristiche bancarelle su cui
troneggiano grosse fette porporine
II cocomero pare che sia
originario dell'India, ma noi lo avremmo preferito dell'Italia. E sapete
perché? Perché ha la buccia verde e, tra questa e la polpa rossa, una striscia
bianca, quindi i colori della bandiera italiana. Però possiamo essere contenti
lo stesso, perché ne ha avuto la cittadinanza fin dai tempi più antichi; da
quando cioè i romani cominciarono ad apprezzarlo per le sue buone qualità
nutritive.
Parlare di questo
gustosissimo frutto non guasta, anche perché è di stagione e ogni frutto che si
rispetti è sempre il benvenuto, dopo che l'abbiamo atteso, e magari desiderato,
per un anno intero. Infatti già lo vediamo rosseggiare invitante sulle
bancarelle dei Moschetti allestiti a bella posta nelle vie cittadine.
Questo proletario
cocomero è particolarmente gradito all'uomo, perché arriva proprio d'estate, a
puntino per rabbonirgli l'ugola asciutta e dissetarlo con una succosa fetta
zuccherina.
Di quella proprio gigante
che pare una caravella di Colombo e che quando si mangia, lava la faccia, disseta
e sazia ch'è un piacere...
Il cocomero, per le sue
qualità zuccherine, diuretiche e nutritive, è diventato oggetto di vera e
propria coltivazione su vasta scala, oramai tanto diffusa in Italia, da offrire
un proficuo e attivo commercio.
Particolarmente poi in
Calabria, per l'adattabilità del suo ottimo clima, vi sono estese e ricche
coltivazioni che danno eccellenti frutti d’un bel rosso acceso, eccezionalmente
grossi e saporosi. Infatti: Crotone, Curinga, S.
Eufemia Lamezia, Rosarno, tanto per citarne alcuni, sono i centri maggiori di
produzione dai quali i frutti vengono avviati in treno, o in autocarro sui vari
mercati cittadini. Dove, come dicevamo più sopra, li vediamo sistemati a mucchi
sulla paglia, o tagliati a fette falcate e fiammeggianti, bene allineate sulle
bancarelle dei tipici cocomerai che si affannano a gridare la loro succosa e
dolce mercanzia alla gente che passa: «...
Scialativi u cori c'un muluni a prova, duci comu u
zuccuru!...».
Questo «slogan» d'occasione, lo smaltiscono senza posa dalla mattina a notte
fatta; vociando, scalmanandosi, scegliendo questo o quel cocomero da consigliare
al cliente difficile e glielo palleggiano davanti agli occhi battendolo col
palmo della mano, facendoglielo perfino crocchiare allo orecchio per garantirgli
la perfetta maturazione del frutto...
Oppure tagliano «u tasseddu» che pare un ombelico mostruoso, da dove però
si può vedere il rosso fuoco dell'interno. E s'arrochiscono, gesticolano,
sudando le famosissime sette camicie, fin quando non riescono a metterlo in
bilancia. Allora con quella vittoria finale, si placano, soddisfatti...
A sentire loro fanno
tutto ciò a fin di bene, per deliziare cioè i palati rinsecchiti della gente
accaldata e arsa di sete... E forse non hanno torto...
Benvenuto, dunque, al
dolce cocomero! Sopratutto perché, umile di nascita, si prodiga con particolare
attenzione ad allietare l'umile, cioè il semplice lavoratore, che lo gusta non
solo come un saporoso frutto provvidenziale, ma addirittura come se fosse un buon
gelato, o che so io, un classico dissetante estivo...
Lo abbiamo definito
umile, perché non sa distaccarsi dalla terra, sulla quale rimane adagiato,
affezionato e buono, quasi a ripagarla con la sua compagnia per quello che gli
dona. E mentre cresce, maturandosi, il pacioccone, fa lunghi colloqui, traendone....
«dolce» saggezza. Ama la terra che gli dà la vita ed essa lo ricompensa, con
sincero e caldo amore di madre affettuosa; e lo nutrisce addolcendolo, e lo
satura di umori preziosi, spennellandolo perfino, da insuperabile artefice, dei
tre graditi colori: verde, bianco e rosso, colori che c'inducono ancora di più
a guardarlo con simpatia.
GIUSEPPE
CASCIANO
GAZZETTA
DEL SUD 2 agosto 1956
In apertura ciurramiche angurie.
Tennessee Ernie Ford è stato un cantante di country & western, Leo Kottke è n maestro riconosciuto di fingerpicking.
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