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lunedì 28 agosto 2017

Tutti i colori del buio (reg. Sergio Martino - 1972)


Questo ritratto di Micu l'orbu è opera dello zio Ernesto il giovane.

venerdì 25 agosto 2017

Poeti al chiaro di luna - lu sensu e la catasta



Un pastore intelligente ma illetterato       
 ad un dottore ricco di libri, ma saccente:

E' su' poeta e lu sensu m' abbasta,
Ogni cosa chi vogghiu 'a ndaju lesta;
Vu' chi ddi libri ndaviti na catasta,
Non ndi cacciati mai 'nu vers' i testa.

E' un appunto (ora dedicato ai nuovi poeti platioti) dello zio Ernesto il giovane; non so da dove l'abbia tratto o se è una cosa già vulgata altrove, fate un po voi a scoprire la provenienza.
Nella foto posterizzata qualcuno di vostra conoscenza.

Questi invece protagonisti e  versi della serata del 13 agosto 2017:

Trimboli Rocco 1943 "o facci di na parma lavurata"

Barbaro Giuseppe  (1947) "Ricordi"

Perre Francesco (1959) "u carciri"

Perre Giuseppe (1981) "li turmenti"

Papalia Francesco (1990) "U linsitu

Trimboli Giuseppe (2000) "Peni e doluri"

mercoledì 23 agosto 2017

Annata di pregio (reg. Egidio Eronico - 1993)




Con la presente scrittura privata, da valere come pubblico istrumento, tra i signori: 1°) OLIVA PASQUALE fu Filippo, nella sua qualità di TUTORE DEL FRATELLO OLIVA FRANCESCO fu Filippo; 2°)  GLIOZZI FRANCESCO di Luigi; entrambi residenti e domiciliati in Platì (provincia di Reggio Cal.), si addiviene alla stipula del seguente contratto:
1°) Il sig. Oliva, nella sua specificata condizione di tutore del fratello Oliva Francesco, cede in fitto all’altro costituito sig. Gliozzi Francesco i fondi “PALUMBO” e “LACCHI DI SOPRA” di proprietà dell’interdetto Oliva Francesco e specificatamente cede l’esclusivo frutto degli ulivi esistenti nei suddetti fondi e che nel loro insieme vengono così descritti e delimitati: FONDO PALUMBO: limitante con Oliva Pasquale, Oliva Giuseppe, fiume di Platì e Comune di Platì. FONDI LACCHI DI SOPRA: limitante con Oliva Giuseppe, Oliva Pasquale,, con lo stesso Oliva Giuseppe (contr. Floccari). Resta convenuto che i frutti degli altri alberi e della terra, esistenti in detti fondi, restano di esclusiva proprietà dello Oliva. 2°) La durata del presente contratto di fitto viene fissata in tre bienni, con l’inizio della data della firma del presente contratto e termine al 30 giugno 1962, epoca in cui ha termine l’annata olearea; 3°) L’estaglio per il fitto di cui al presente contatto viene convenuto a corpo e non a stima, per la complessiva somma di L. 650.000, (Lire Seicentocinquantamila) per ogni biennio, da pagarsi in due rate annuali di L. 325.000, entro il 31 dicembre di ogni anno. 4°) Il sig. Oliva, nella qualità di tutore del fratello Francesco, all’atto della stipula del presente contratto immette il sig. Gliozzi nel possesso dei fondi sopramenzionati, per la sola parte riguardante le olive, la cui potatura e pulitura rimane in facoltà del sig. Gliozzi. 5°) Il sig. Gliozzi si obbliga di rispettare i contratti di coltura in atto esistenti nel fondo Palumbo; detti contratti vengono consegnati al ig. Gliozzi temporaneamente e cioè per tutta la durata del presente contratto. 6°) Il sig. Oliva riserva per sé e quindi esclude dal presente contratto l’orto del fondo Plaumbo tenuto in colonia da Ielasi Rocco. 7°) La potatura eventuale degli alberi di ulivi resta a carico del sig. Gliozzi ed il legno ricavato viene diviso in due parti uguali tra i costituiti. 8°) A titolo di anticipo del primo biennio di fitto, il sig. Gliozzi versa la sig. Oliva, nella sua qualità di tutore del fratello Francesco, la somma di L. 325.000 (trecentoventicinquemila), corrispondente all’intero canone del primo biennio  di fitto, mentre si obbliga a versare i rimanenti canoni alle epoche stabilite e cioè il 31 dicembre degli anni 1957 – 1958 – 1959 – 1960 – 1961. In caso di mancato o ritardato pagamento dei canoni il sig. Gliozzi si assoggetta a tutte le conseguenze di legge. Delle somme ricevute, il sig. Oliva rilascerà quietanza al sig. Gliozzi. 9°) Il sig. Gliozzi si obbliga di versare tutte le imposte, gtasse e contributi a carico dell’interdetto Oliva Francesco, fino alla concorrenza del canone di fitto ed il sig. Oliva si obbliga di accettare a scomputo di detto canone tutte le somme che il sig. Gliozzi dimostra di aver pagate, mediante la esibizione delle relative quietanze esattoriali. 10°) Il sig. Gliozzi si obbliga inoltre di consegnare al tutore Oliva quintali UNO di olio di buona qualità per ogni biennio di fitto senza per questo pretendere alcuna paga. 11°) Allo scadere del presente contratto e cioè al 30 giugno 1962, il sig. Gliozzi deve lasciare i fondi senza che da parte del sig. oliva, tutore del fratello Francesco, si rena necessaria alcuna comunicazione di disdetta e senza aver diritto alcuno sulle olive che andranno in maturazione nell’annata 1962/1963. 12°) Le parti dichiarano di dare al presente contratto tutto il valore legale. Le spese di registrazione rimangono a carico dei contraenti. 13°) Per quanto non previsto nel presente contratto, valgono le disposizioni di legge. 14°) Il presente contratto viene letto, approvato e sottoscritto per accettazione delle parti costituite, oggi quattro novembre millenovecentocinquantasei.


lunedì 21 agosto 2017

Creedence Clearwater Revival - Proud Mary



MARIA SS. Dl LORETO: Si venera nella Chiesa Matrice di Platí, a cura dell'Arciprete G. Minniti, che chiede ed accetta con gratitudine qualsiasi offerta per la rinata Chiesa Parrocchiale.





venerdì 18 agosto 2017

Poeti al chiaro di luna - una fotocronaca






Nella leggendaria sala che fu Cinema Loreto di Platì, tra poeti, musici e conferenzieri; ospiti d'onore l'Addolorata con Cristo Risorto.
Le foto sono una cortesia dell'Anonima Fotografica.

lunedì 14 agosto 2017

Le affinità elettive (reg. Paolo e Vittorio Taviani- 1996)



L’infaticabile, e per niente inattivo, Francesco di Raimondo ne ha pensata un’altra, tra le innumerevoli iniziative. E tutti siamo con e per lui per continuare a creare, crescere, credere … in Platì, come tutte quelle persone, uomini e donne, ragazzi e bambine,riconosciuti o sconosciuti per via del tempo trascorso, che vedete nella foto di copertina, ormai un’icona per i platioti di dentro e fuori le mura, ha visto la luce da queste pagine, che con il loro contributo riedificarono una comunità.


Editoriale di
Francesco Violi

...perché siamo anche ciò che abbiamo perso

Perché la mia paura forse è proprio questa: perdere ciò che è stato. Ecco perché la mia ossessione verso il passato: la laurea in storia e archeologia, la raccolta di foto antiche, la passione per la genealogia. Tutto si è tradotto in una continua ricerca del mio passato e il risultato è stato la nascita dell'Associazione Etno-Culturale Santa Pulinara di Platì e poi l'incontro, il rafforzarsi di un'amicizia, la crescita. Pasquale Catanzariti, Michele Papalia e poi Luigi - Gino - Mittiga con la sua esperienza di grande lettore, la cura degli archivi di famiglia prima e la divulgazione dopo al fine di risvegliare il senso critico e la cultura dei platiesi e tenere viva la conoscenza e la coscienza di ciò che ci è appartenuto. Ci portiamo dentro ciò che è stato e che deve essere riscoperto. Come diceva Goethe nel Faust “Quello che tu crediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo”. L'Associazione ha così visto l'aggiunta di Mimmo Catanzariti, Rosario Callipari, Denise Violi, Giuseppe Garreffa, Giuseppe Cusenza, Giuseppe Romeo e altri amici con i loro preziosi contributi di cuore, mente e braccia. Ciò che auspico è un'ulteriore crescita ma soprattutto il plauso di un popolo che ha avuto illustri uomini e donne, dediti alla cultura, che hanno fatto di Platì un grande paese; grandezza da recuperare. Ecco i nostri intenti. Ecco perché ci vedrete leggere ad alta voce, ci scorgerete girare fra le vie con una macchina fotografica a immortalare volti e gesti già vissuti dai nostri padri, ecco perché sentirete parlare dei "pulinarisi", di nuova gente, di un nuovo albero che ha però antiche radici. In queste pagine vi racconteremo cosa abbiamo fatto, leggerete alcuni nostri articoli frutto di studi e ricerche. Questo è un numero speciale, il primo. Queste pagine racconteranno di noi ma soprattutto di voi.



Poeti al chiaro di luna (reg. Tadashi Imai - 1948)


mercoledì 9 agosto 2017

Noi Lazzaroni - Il Maestro


E dire che se fossimo rimasti qui tutti noi giovani e ci avessero dato lavoro e gli strumenti necessari, avremmo creato di questa terra il più bel giardino del mondo. Basterebbe costruire bacini per irrigare i campi: potremmo fornire agrumi e ortaggi a tutta l’Europa, e olio e vino; profumi e latte e miele. Invece ora è tutto abbandonato a se stesso.

A pensare la vita di anime morte che abbiamo vissuta, provo l’impulso di urlare. Non c’è stato un cane che ci abbia dato una mano, che ci abbia indicato una strada. Abbiamo dovuto fare tutto da noi: svecchiarci, trovarci una sistemazione, diventare uomini di oggi mentre eravamo vecchi di mille anni. Abbiamo creato benessere, abbiamo introdotto nuovi fermenti in questo mondo decrepito. Tutto abbiamo fatto noi,tutto è uscito dalla nostra pelle. Potremmo cantare vittoria a gola aperta dal piacere di aver vinto nel breve giro di vent’anni … Ma quei brutti giorni, interminabili, scuri come la pece, sono dentro di noi.

Saverio Strati, Noi Lazzaroni, Arnoldo Mondadori Editore, 1972


NOTA: Penso che, a dispetto delle citazioni, il libro di Strati, come le riflessioni e, peggio, la scrittura, siano invecchiati. Sarebbe giusto chiederne conto agli interessati soggetti del libro, gli emigranti, dal momento che si trovano in vacanza nelle loro contrade in festa; e forse, su tutto, ci starebbe bene un convegno sull’attualità di Strati: del suo narrare, del suo evolversi (se c’è) dopo tanto tempo.
Nella foto la famiglia della zia Iola, sposata Tripepi, in Mishawaka e dello sceneggiato, cui riportano le note, vorrei ricordare il grande Mico Cundari.

venerdì 4 agosto 2017

The Times They Are A Changin' - Bob Dylan

… e quello che facevano era il frutto del maggio ’68. Jean-Luc Godard, Tout va bien, 1972




ABBIAMO SCOPERTO
(DEDICATA A TUTTE LE PSEUDO-PERSONE PERBENE)

Abbiamo scoperto quello che non va
è tutto quello che ci avete insegnato voi
Abbiamo scoperto che le scuole dove voi ci mandate
Non sono tutte uguali
Abbiamo scoperto che tutti quegli uomini
che ci avete citato come esempio erano
disposti “a tutto” per diventare “persone perbene”
Abbiamo scoperto che tutta quella gente
che alla domenica andava a Messa  non
ci andava perché era cristiana
Tutto questo abbiamo scoperto e non vi abbiamo
più voluto seguire: avevamo troppa
vergogna di voi
Ora voi ci disprezzate, per le nostre idee,
per i nostri capelli lunghi, per i nostri
vestiti, per le nostre canzoni …  
Ma quelli che smerciano la droga,
non sono dei nostri …
Quelli che violentano e uccidono i bambini
non sono dei nostri.
Sono dei vostri quelli che speculano sul povero,
sulla disoccupazione, sulla morte  …
sono dei vostri quelli che hanno inserito
l’aborto, la mafia, la prostituzione, la violenza, la guerra
E voi ci continuate a disprezzare, e la
fame, la guerra, la violenza continuano ad esistere,
e i bambini continuano a morire, di fame, uccisi
violentati, e voi ci parlate di patria, di diventare
persone “perbene”, illustri
E noi abbiamo tanta, ma tanta pietà di voi.

                                                                                                Franca J.

L’Ombrello Bucato Numero unico – 2 A Liceo-Ginnasio – Locri – dicembre 1971. £. 100


Noi della II A abbiamo deciso di fare questo giornale in cui trattiamo argomenti  di viva attualità. Non ci prefiggiamo scopi rivoluzionari, ma vogliamo esprimere le nostre idee che ci auguriamo siano le idee degli altri giovani, su alcuni problemi della nostra società che ci riguardano direttamente.

La Redazione

Nota:
In quegli anni lo zio Ernesto il giovane era Professore di Religione presso il Liceo – Ginnasio “Ivo Oliveti” di Locri.