Proposta di legge 107
RELAZIONE
Il Comune di Platì è costituito da una popolazione di 3.874 abitanti di cui 1963 maschi e 1911 femmine. Le famiglie residenti sono 1.221. Platì ha quattro frazioni Cirella, Secoli, Lauro e Gioppo.
II territorio si estende per 50,01 Kmq. E confina con i comuni di Ardore, Benestare, Cimino, Oppido Mamertina e Santa Cristina d'Aspromonte. Il paese è posto allo sbocco della vallata della fiumara Ciancio che poi prende il nome di fiumara di Platì ed infine quella di Careri per sfociare sullo Jonio (Bovalino). Platì è adagiato su un conide di deiezione ed è posto in una zona tra le più intense per dissesto idrogeologico. Nell'alluvione dei 1951 (16-18 ottobre) fu il paese più colpito con 18 morti e l'abitato parzialmente distrutto. Il territorio è percorso da decine di torrenti allo stato selvaggio che hanno contribuito alla distruzione di una economia basata sulla produzione dell'olio d'oliva ed agro-pastorale. Dopo l'alluvione dei 1951 (contava 7200 abitanti) la popolazione ha preferito l'emigrazione interna (Milano-Torino) o transoceanica verso l'Australia. Dopo l'alluvione dei 1951 Platì fu visitata da Alcide De Gasperi all'epoca Presidente del Consiglio il quale disse: "Deve finire l'Italia di Platì". Ma Platì fu ancora colpita in maniera violenta dalle alluvioni del 1953 e 1958, che portarono ad un abbandono del territorio con decine di frane imponenti e mai sistemate. In cinquant'anni l'apporto della fiumara Ciancio-Platì è così imponente che il letto del torrente è sopraelevato rispetto al tetto delle abitazioni. Nessun intervento organico è stato attivato.
Il paese è attraversato dalla statale 112 che dovrebbe collegare lo Jonio al Tirreno attraverso il Passo dello Zillastro e congiungersi a Santa Cristina d'Aspromonte, Oppido Mamertina e Molochio. La strada è chiusa al traffico dal 1951 e i lavori per il ripristino sono iniziati nel 1985 e mai ultimati. Le strade poderali sono in completo dissesto. Platì è un paese d'acque che d'estate soffre la sete nonostante le cinquanta sorgenti esistenti sul territorio. Spesso l'acqua non è potabile e Platì ha la più alta percentuale europea di ammalati (e morti) di cirrosi epatica.
A Platì esiste l'ufficio della scuola media inadatto e senza alcuna attrezzatura sportiva e didattica, tipo una biblioteca. I ragazzi che frequentano la scuola materna, elementare e media sono 600, oltre ai duecento che frequentano le scuole della locride. Non esiste un cinematografo, né una struttura di socializzazione.
La disoccupazione presenta dati allarmanti soprattutto per quanto riguarda i giovani. Esistono oltre duecento famiglie prive di redditi e soprattutto una forte incidenza di nuclei familiari privi di capofamiglia con decine di ragazzi che vivono una esistenza precaria. Tale situazione e, ovviamente il disagio sociale in cui versa la popolazione, mi hanno indotto, anche attraverso il contributo di tanti amministratori della Locride che si sono occupati del c. d. "caso Platì", ad attivare attraverso questo progetto di legge iniziative utili e proficue per uno sviluppo sociale e territoriale che porti alla vera rinascita del paese di Platì.
Questo progetto di legge consta di n. 6 articoli e andrà a finanziare attraverso la costituzione di un fondo di riserva alimentato da leggi nazionali e regionali prevelevando una quota oscillante tra il 3 e il 5% (art. 4) una serie d'interventi che sono: opere di riqualificazione dell' area urbane degradata- e dei rioni attraverso la realizzazione di aree attrezzate, centri di aggregazione, biblioteca, ludoteca, palestre, riorganizzazione degli spazi antistanti le scuole, ridisegnazione dei percorsi verdi a dominante pedonale e ciclabile specialmente nelle aree interne; misure per ridurre il disagio abitativo e aumentare l'offerta di alloggi in locazione; attività di istruzione e formazione, con particolare riguardo alla formazione professionale congiunta tra gli Enti locali e gli operatori delle organizzazioni dei volontariato e delle associazioni di promozione sociale; riqualificazione del centro storico con la creazione o il ripristino di locali da adibire a laboratori artigiani per il recupero dei vecchi mestieri (art. 2). criteri, le modalità e le priorità per l'erogazione dei finanziamenti verranno stabiliti con decreto del Presidente della Giunta Regionale e presso la ,Presidenza della Giunta regionale verrà creata una unità speciale per la valutazione dei progetti e la gestione del fondo per il c.d. decreto Platì (art. 3).
II territorio si estende per 50,01 Kmq. E confina con i comuni di Ardore, Benestare, Cimino, Oppido Mamertina e Santa Cristina d'Aspromonte. Il paese è posto allo sbocco della vallata della fiumara Ciancio che poi prende il nome di fiumara di Platì ed infine quella di Careri per sfociare sullo Jonio (Bovalino). Platì è adagiato su un conide di deiezione ed è posto in una zona tra le più intense per dissesto idrogeologico. Nell'alluvione dei 1951 (16-18 ottobre) fu il paese più colpito con 18 morti e l'abitato parzialmente distrutto. Il territorio è percorso da decine di torrenti allo stato selvaggio che hanno contribuito alla distruzione di una economia basata sulla produzione dell'olio d'oliva ed agro-pastorale. Dopo l'alluvione dei 1951 (contava 7200 abitanti) la popolazione ha preferito l'emigrazione interna (Milano-Torino) o transoceanica verso l'Australia. Dopo l'alluvione dei 1951 Platì fu visitata da Alcide De Gasperi all'epoca Presidente del Consiglio il quale disse: "Deve finire l'Italia di Platì". Ma Platì fu ancora colpita in maniera violenta dalle alluvioni del 1953 e 1958, che portarono ad un abbandono del territorio con decine di frane imponenti e mai sistemate. In cinquant'anni l'apporto della fiumara Ciancio-Platì è così imponente che il letto del torrente è sopraelevato rispetto al tetto delle abitazioni. Nessun intervento organico è stato attivato.
Il paese è attraversato dalla statale 112 che dovrebbe collegare lo Jonio al Tirreno attraverso il Passo dello Zillastro e congiungersi a Santa Cristina d'Aspromonte, Oppido Mamertina e Molochio. La strada è chiusa al traffico dal 1951 e i lavori per il ripristino sono iniziati nel 1985 e mai ultimati. Le strade poderali sono in completo dissesto. Platì è un paese d'acque che d'estate soffre la sete nonostante le cinquanta sorgenti esistenti sul territorio. Spesso l'acqua non è potabile e Platì ha la più alta percentuale europea di ammalati (e morti) di cirrosi epatica.
A Platì esiste l'ufficio della scuola media inadatto e senza alcuna attrezzatura sportiva e didattica, tipo una biblioteca. I ragazzi che frequentano la scuola materna, elementare e media sono 600, oltre ai duecento che frequentano le scuole della locride. Non esiste un cinematografo, né una struttura di socializzazione.
La disoccupazione presenta dati allarmanti soprattutto per quanto riguarda i giovani. Esistono oltre duecento famiglie prive di redditi e soprattutto una forte incidenza di nuclei familiari privi di capofamiglia con decine di ragazzi che vivono una esistenza precaria. Tale situazione e, ovviamente il disagio sociale in cui versa la popolazione, mi hanno indotto, anche attraverso il contributo di tanti amministratori della Locride che si sono occupati del c. d. "caso Platì", ad attivare attraverso questo progetto di legge iniziative utili e proficue per uno sviluppo sociale e territoriale che porti alla vera rinascita del paese di Platì.
Questo progetto di legge consta di n. 6 articoli e andrà a finanziare attraverso la costituzione di un fondo di riserva alimentato da leggi nazionali e regionali prevelevando una quota oscillante tra il 3 e il 5% (art. 4) una serie d'interventi che sono: opere di riqualificazione dell' area urbane degradata- e dei rioni attraverso la realizzazione di aree attrezzate, centri di aggregazione, biblioteca, ludoteca, palestre, riorganizzazione degli spazi antistanti le scuole, ridisegnazione dei percorsi verdi a dominante pedonale e ciclabile specialmente nelle aree interne; misure per ridurre il disagio abitativo e aumentare l'offerta di alloggi in locazione; attività di istruzione e formazione, con particolare riguardo alla formazione professionale congiunta tra gli Enti locali e gli operatori delle organizzazioni dei volontariato e delle associazioni di promozione sociale; riqualificazione del centro storico con la creazione o il ripristino di locali da adibire a laboratori artigiani per il recupero dei vecchi mestieri (art. 2). criteri, le modalità e le priorità per l'erogazione dei finanziamenti verranno stabiliti con decreto del Presidente della Giunta Regionale e presso la ,Presidenza della Giunta regionale verrà creata una unità speciale per la valutazione dei progetti e la gestione del fondo per il c.d. decreto Platì (art. 3).
Per saperne di piùhttp://www.consiglioregionale.calabria.it/pl8/107.htm:
Chissà cosa ne pensano i paesani e gli oriundi di questa descrizione del paese, dei suoi abitanti e di un progetto svanito, per giunta senza firma.
La cosa più bella è la foto, scattata dallo zio Ernesto junior sul finire degli anni cinquanta.
Non mi piace essere fotografata perché non mi piace rivedermi com'ero!
RispondiEliminaGino tu mi obblighi a vedermi e lì nella foto di oggi con zia Rosina e zia Amalia quando forse avevo otto anni cosa pensavo, cosa sognavo cosa speravo?Forse niente, Platì era il mio mondo e mi bastava era la Platì dei 5000 abitanti, la Platì dei giochi e della scuola, delle amiche e della chiesa, dei nonni e degli zii di un mondo lontano, riparato da quella montagna e illuminato da un sole che gli dava speranza!maria