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lunedì 16 gennaio 2012

Il capo famiglia ( reg. Charles Lamont - 1943)



Due famiglie Mittiga al loro nascere e sebbene la mia famiglia non avesse rapporti di parentela con la prima, quella del celebre don Gustinu che darà i natali all'altrettanto celebre Saro Mittiga, con la seconda attraverso nonno Rosario eravamo primi cugini, e questa è quella di Rosi, fratello tra l'altro di Cicciu u carrarmatu e di Nino. E sebbene Rosi per me è legato al suo bar dove al piano di sopra c'erano i biliardi, gli altri due fratelli con le rispettive mogli e Rosina della partecipazione riportata sopra, sono legati al panificio da dove uscivano quei profumati panini che arrivavano pure nelle marine.

venerdì 13 gennaio 2012

Confusione - Lucio Battisti

Ninu u ccinnaru l'ultimo vero pastore

Qual'è il Leitbild, come lo chiamano i tedeschi, l'immagine guida, in accordo con la quale i giovani potrebbero cercare di formarsi e di istruirsi? Non esiste: o meglio, la confusione e il pasticcio di immagini sono tali che non emerge alcuna guida saggia. Gli intellettuali, la cui funzione sarebbe proprio quella di risolvere qualcosa, trascorrono il loro tempo a proclamare che tutto è relativo, o qualcosa di questo tipo.Oppure si occupano di questioni etiche con spudorato cinismo.
Ernst F. Shumacher, op cit.

giovedì 12 gennaio 2012

Correva l'anno di grazia 1870... (reg. Alfredo Giannetti - 1971)

Francesco Gliozzi  fu Domenico 
28/09/1844 - 14/05/1909

queste note le ha scritte lui medesimo in un quaderno dove appuntava i crediti dei paesani ed altre note di carattere personale

Gliozzi Franciesco fu Dominico nato 1844 a 28 Settembre partito per soldato 1865 congiedato 1870
Richiamato per la Prese di Roma 1870 ritornò in congiedo dopo 6 mese

Gliozzi Francesco fu Dominico nato 28 Settembre 1844  partito per soldato 1865  partito per la Guerra contro gli Agusterece 1866  congiedato 1870 partito per la presa di Roma 1870 congiedato dopo 7 mese dopo si prese Roma  Avuto la Medaglia d’Argiente per la campagna 1866 e la Fasciette corrispondente al canpagna suddetta e la Fasciette del canpagna di Roma 1870.


Queste ultime sono analogie fatte dal nonno Luigi

Gliozzi Francesco era il nonno della mamma ed a Platì, quando non aiutava Garibaldi in giro per l'Italia da fare, gestiva una specie di emporio dove vendeva tabacco, sali, stoffe, alimentari e un farmaco molto utilizzato all'epoca: il chinino.

Ricapitolando: Gliozzi Domenico, Francesco, Luigi, Giuseppe, Luigi, Giuseppe...

Francesco Violi di Raimondo eccoti accontentato

 eccovi un'estratto dal film citato del Maestro

mercoledì 11 gennaio 2012

Mamma (reg. Guido Brignone - 1940)

La Mamma, Platì 01/03/1913 - Messina 11/01/191



Caro Ciccillo
Prima di tutto ti dono l’incarico formale di rappresentarmi nella cerimonia dell’imminente festa di famiglia. Tu esprimi con quanto dolore io debba stare lontano e gli auguri che nel mio cuore formulo per i novelli sposi. A Cata ho parlato lunedì, ma a Ciccillo non ancora. Ebbene, digli che l’accolgo con grande gioia nel numero dei miei più cari e che il fiore che gli affidiamo desidero che sia sempre all’altezza dei suoi pensieri. Che spero di vederli presto qui ad abbracciarli.
Ho ricevuto le medicine.
Vi mando lo scatolo dimenticato
Abbracci e carezze per tutti.
                                               Tuo aff  zio
                                                  Ernesto

Li  13 - 2 - 1947




martedì 10 gennaio 2012

Harvest




Come Neil Young che pronto per una carriera da solista lascia i Buffalo Springfield e crea un nuovo gruppo che lo accompagnerà fino e dopo la maturità, i Crazy Horse, con capolavori come Zuma o Rust Never Sleep o quel sodalizio con il supergruppo dei supergruppi che pubblicheranno da subito il disco più bello degli anni settanta, Deja vù, chi ha dimenticato quella foto sulla busta dell’lp? O l’attacco di Carry On? Sentendomi represso e voglioso di fare cose diverse lasciai il cineforum e Ubaldo e me ne andai con suo cognato Totò Caratozzolo per riprendere il Circolo di Cultura Cinematografica “U. Barbaro”. Nel mio entusiasmo di allora non mi accorgevo che stavo cambiando un oratorio con una sede di partito. Ma non per questo ho sentito, mai, venir meno l’affetto per Ubaldo che a tutt’oggi  considero il mio vero maesto. E’ che lui sbandava sempre più verso la parrocchia e i gesuiti, mentre io sbandavo sempre di più per il cinema e le novità.
Per due anni la sede delle proiezioni del “Barbaro” divenne il cinema Orientale di Parlagreco a Camaro, e fu un’impresa portare gli associati in un quartiere ritenuto, oltre che fuori mano, poco sicuro. Il terzo ed ultimo anno fu al cinema Royal ex Garibaldi in via Palermo del signor Gianni Previti che già conoscevo per essere stato datore di lavoro di papà nei primi anni settanta.
Durante questo periodo, essendo il “Barbaro” aderente all’Unione Circoli Cinematografici dell’ARCI, con Totò fummo designati a partecipare al congresso che si teneva  a Mantova. Alla stazione di Messina salendo sul treno, in manovra per traghettare, Totò avvicina una persona, in viaggio verso Mantova anch’egli, della stessa mia età, che conosceva per averla frequentata all’ARCI regionale di Palermo: “piacere Peppuccio Tornatore” ed io “piacere Mittiga”. L’unico argomento per l’intera notte fu C’era una volta il West e Sergio Leone con meraviglia e incredulità di Totò che si rivoltava in cuccetta. Mi parlò pure delle sue attività a Bagheria dove gestiva un cinema e dei suoi primi tentativi in super 8. A Mantova insieme avvicinammo Bruno Ventavoli che allora era uno che contava nell’Agis, invitato in quel congresso.  Raccontammo del malcostume dei presidenti Agis isolani e di quel loro gestire da padroni con chi intendesse intraprendere un’attività col cinema. Qualche tempo dopo seppi che il  buddace presidente  di quella nobile congrega mi andava cercando con l’intenzione di tirarmi le orecchie, dopo che le avevano tirate a lui.



lunedì 9 gennaio 2012

Frate Sole (reg. Ugo Falena, Mario Corsi - 1918)


Frate Barlaamo*

Con ne l’anima il cuore di Basilio
E su l’omeri il saio, fra Barlaamo
Risalpa dal suo dolce e lungo esilio
Delle bellezze italiche al richiamo.
Reca soave idioma di Virgilio
Dall’Ellade superba, un verde ramo
Tolto ai sacri laureti, presso Samo,
usi ai Grandi d’ornar la fronte e l’ilio.
Di Fiammetta e di Laura agli amanti
Reca il tesor d’Euripide e d’Omero
E della dolce Saffo i freschi canti…
Poi,  lasciando Avignone, il frate austero
L’infula di Suera – al greco colle –
cinge e per Locri il nome suo s’estolle.

                                 *Barlaamo, greco, maestro di Petrarca, Vescovo di Gerace.
Sac. Ernesto Gliozzi sen
..............
questa disgressione è dedicata a Francesco Violi di Raimondo che cerca soggetti per la sua tesi di laurea:
    Abbiamo già fatto menzione di quel Barlaamo dal quale il Petrarca cominciò ad apprendere il greco. Greco di nascita egli non era, anzi era oriundo di Seminara, non lungi da Reggio Calabria e si chiamava in origine Bernardo, non avendo mutato il nome che quando entrò nell'ordine di San Basilio. Ma poscia era andato assai presto in oriente, non tanto per imparare il greco e poter leggere Aristotele nel testo originale, quanto per mettere in evidenza, divorato com'era dall'ambizione, la sua dottrina e farsi scala e salire alle maggiori dignità ecclesiastiche. Egli si recò nell'Etolia e poi a Salonicco, allora sede principale degli studi, e da ultimo a Costantinopoli, dove nel 1331 divenne abate di un monastero. Quivi iniziò una contesa durata molti anni coi monaci del monte Athos intorno alla grande questione di tutti i teologi greci sulla luce del Tabor, se fosse divina o mandata da Dio, e si tirò addosso tanto odio che dovette abbandonare Costantinopoli e tornare a Salonicco. Sino dal 1333 poi egli ebbe parte nelle trattative che furono condotte per la riunione della chiesa greca colla latina, e appunto in tale missione il Petrarca lo imparò a conoscere ad Avignone nel 1339 e si adoperò affinché Barlaamo venisse nominato vescovo di Gerace.
    Barlaamo passava innanzi tutto per teologo. Non è facile determinare le sue conversioni e il loro tempo, specialmente perché i suoi scritti polemici non sono stati stampati che in parte. Sembra però che egli dapprima appartenesse alla confessione latina e che abbia anche scritto in difesa di questa contro le dottrine greche, che poi in Grecia abbia abbracciato queste ultime e scritto contro i latini, per poscia tornare, dopoché si trovò a contatto coi papi, a difendere con tutto l'ardore di un neofita la dottrina ortodossa di Roma intorno al primato della chiesa romana e alla processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figliolo. Ma oltre a ciò egli ha scritto anche parecchi libri di filosofia morale, di aritmetica, di geometria e di musica. Per tal modo egli era un vero dotto alla maniera orientale e le sue opere scritte in lingua latina o tradotte erano lette non poco, come appare dai manoscritti che si sono conservati.
    Che un tal uomo e una tale dottrina ispirassero poca simpatia al Petrarca si capisce assai facilmente. Egli non si cura di far menzione veruna de' suoi scritti, e con indifferenza assoluta nota la circostanza che a questo mezzo greco non riusciva affatto di potersi appropriare qualche cosa dell'eloquenza latina e della rettorica. Dovette però confessare che egli pure fece ben pochi progressi nella lingua greca, tanto pochi che nelle sue opere non si scorge ombra di profitto delle lezioni di Barlaamo. Egli adunque non si cercò più alcun maestro dopo che questi lasciò Avignone e andò ad assumere il suo vescovato in Calabria. Non v'ha dubbio che egli avrebbe potuto apprendere a fondo la lingua da lui.. Ma si può dubitare con ragione che il famoso monaco fosse l'uomo più adatto per introdurlo nello studio della letteratura classica. Comunque sia, il Boccaccio apprese da lui qualche cosa, sia che l'abbia veduto a Napoli, o si sia valso delle notizie che Barlaamo comunicò all'accurato compilatore Paolo da Perugia. Più che per mezzo de' suoi scritti questo basiliano lasciò una traccia per questa influenza che esercitò sul Petrarca e sul Boccaccio.

Tratto da GEORG VOIGTLA LINGUA E LA LETTERATURA GRECA NEI SECOLI XIV E XV

giovedì 5 gennaio 2012

Un medico, un uomo (reg. Randa Haines - 1991)

Zio Giuseppino Mittiga, il primo alla vostra destra,
Platì 03/01/1897 -  Palmi 18/01/1982
bé almeno mio fratello Saro ha preso da qualcuno la sua fisionomia!
alle spalle dei fotografati il più bel Monte Calvario della terra

Non si scorgono forse abbastanza "segni dei tempi" che indicano la necessità di una nuova partenza?
Ernst F. Schumacher, op. cit.

mercoledì 4 gennaio 2012

martedì 3 gennaio 2012

Due pistole per due fratelli (reg Sidney Salkow - 1955)



Carissima M. Gemma
Effettivamente non ti ho scritto mai a macchina, perché scrivere a macchina ai parenti è cosa non consentita dalle regole di buona educazione:  e questo il Rev. D. Ernesto dovrebbe non solo saperlo,ma insegnarmelo. Se stavo al suo fianco mentre lui scriveva, lo facevo appunto perché lui di macchine non ha mai viste e quindi dovevo guidarlo…

lunedì 2 gennaio 2012

Someone Saved My Lfe Tonight - Elton John


Per condurre una vita retta nel senso più ampio, un uomo deve possedere una buona educazione, amici, amore, figli
( se li desidera), mezzi sufficienti che lo tengano lontano dal bisogno e dalle preoccupazioni, buona salute e un lavoro soddisfacente. Tutte queste cose in gradi diversi, dipendono dalla comunità e sono ostacolate o favorite da fattori politici. La via retta deve essere vissuta in una buona società altrimenti non è pienamente realizzabile.
Bertrand Russell