lunedì 29 luglio 2024
Storie pazzesche - stampare per Platì
domenica 28 luglio 2024
sabato 29 giugno 2024
Finding Vivian Maier [Maloof, Charlie Siskel 2013]
giovedì 27 giugno 2024
Ritorno alla vita [William Wyler -1933]
lunedì 3 luglio 2023
LA SCOPERTA [di Elio Piccon - 1969]
(Nostro servizio)
BIANCO, 9
Malaria, terremoti e saraceni furono ali antichi nemici dell'archeologia jonica. Quelli attuali sono gli archeologi! Dagli inizi del secolo ad oggi c'è stata una involuzione. La archeologia da trincea, allo aperto, ha ceduto il passo a quella da caminetto, da poltrona. La ricerca metodica, sistematica e scientifica non esiste. Le più recenti e sensazionali scoperte sono frutto del caso. Fenomeni di erosione che scoprono ruderi o lavori di scavo per opere pubbliche. Il teatro greco di Locri è stato scoperto per caso. Un gregge di pecore belava sotto gli ulivi. Una acustica eccellente riproduceva perfettamente i belati. Si scavò. Sotto c'era la cavea del teatro greco.
L'anno scorso sulla provinciale per Portigliola, nel demolire una vecchia casa, venne alla luce l'antica porta di Locri, da dove entrò Annibale. Non si fece più nulla. Da anni sulla statale jonica 106, tra Bovalino e, Bianco c'era un vecchio rudere. Il prof. De Franciscis disse che si trattava di una villa rustica o suburbana. Il muso di una scavatrice portò alla luce splendidi mosaici. Si lavorava per l’acquedotto del Bonamico. Pochi operai furono preposti allo scavo e, finiti i fondi, gli ambienti già scoperti vennero di nuovo sotterrati. Un fare e disfare vergognoso. Da pochi giorni il lavoro è ripreso, ma finirà venerdì. Splendidi mosaici sono venuti alla luce. Un mosaico perfetto che denota un grado di alta perfezione.
Un operaio con un fascio di lentischi toglie la sabbia ed appare una figura femminile a cavalcioni di un leone, un pampino e poi un'altra figura incerta. In un altro ambiente è possibile notare un sole, dai raggi a coda di pavone, mentre vicino alla piscina, sono disegnati grandi rosoni. Ci troviamo di fronte ad un grande complesso che si estende per circa 4.000 metri quadrati, dalla riva del mare alla collina, sovrastante di argilla. Secondo il parere degli esperti, la villa risale al I secolo avanti Cristo, rifatta poi nel periodo della decadenza.
Si trattava certamente di un ricco signore, dal livello di vita elevato. Certamente ci sarà pure il lato rustico per la numerosa servitù. La sistemazione definitiva della villa romana porterà un contributo notevole alla conoscenza della storia economica della Calabria, di un periodo molto oscuro. In questi ultimi anni sono state fatte molte scoperte. Soprattutto nella piana di Sibari, a Castrovillari ed a Gioia Tauro. Ma il ritrovamento di contrada Palazzi può ricostruire fedelmente la topografia delle ville romane esistenti in Calabria, ed appartenenti allo stesso periodo.
La decorazione pavimentale è perfetta. Molte suppellettili sono venute alla luce in un cunicolo, accanto a resti umani, qualche moneta indecifrabile e una decorazione parietale. Le cose trovate sono state portate al museo di Reggio. Gli archeologi del passato sono andati sempre alla ricerca di pezzi per fare belli i musei di mezzo mondo o per le collezioni private di ricchi mecenati. Mai si è pensato di riportare fedelmente alla luce un intero complesso lasciando sul posto i pezzi ritrovati. Portati lontano dal luogo della scoperta parlano un linguaggio diverso. Pochi operai lavorano agli ordini di un assistente. Una studentessa universitaria reggina prepara «in loco», una tesi sulle ville romane in Calabria.
Non poteva scegliere un posto migliore. Un dilettantismo archeologico che fa paura. Non fotografia aerea o rivelatore elettro-magnetico, non analisi chimica del suolo o metodologia geofisica, ma piccone e badile. Colpi secchi nei ruderi e carriole piene di detriti luccicanti al cocente sole. Venerdì il cantiere archeologico finirà di lavorare ed i mosaici saranno ricoperti da nuovi detriti. Non ci sono fondi. L'assistente tornerà a fare il custode del museo, la studentessa tornerà tra i libri e gli operai, sputando nelle palme delle mani, inizieranno nuove fatiche. Questa è l’archeologia jonica.
IL TEMPO, 10 settembre 1965
mercoledì 28 giugno 2023
giovedì 15 giugno 2023
Legami [di Pedro Almodóvar - 1990]
…
condividere la lettura di qualche decina di libri è un vincolo più forte del
sangue.
Cormac
McCarthy, The Passenger, 2022
giovedì 1 giugno 2023
The Last Face [di Sean Penn - 2016]
Che il Tuo
Sacrificio scuota le coscienze della gente giusta.
di Francesco e Grazia Caterina Catanzariti
14 agosto 1949 – 9 dicembre 1995
Con il
suo sguardo, per nulla estraneo, di interrogazione inconsapevole e assoluta, Mimmo
Fotia ci ha consegnato quello che ancora per il paese è un futuro incerto.
Quanti l’hanno conosciuto hanno pianto il suo atroce destino e non l’hanno
dimenticato.
Il testo in apertura è contenuto nel ricordino distribuito in chiesa.
lunedì 29 maggio 2023
THE FINAL VERDICT [di Jack O'Brien - 1914]
Anche i di tipi di documenti sopra riportati possono essere
drammatizzati, magari facendo ricorso a Salvatore Satta o addirittura come un silent movie alla maniera del regista in
apertura rivitalizzato. Un buon indicatore è anche il brano del Maestro riportato in chiusura. Certo a noi interessano di più i nomi e le circostanze citati
nel testo, svaniti, certo, ma sempre presenti per chi non si interessa solo ad immagini
che scorrono, e lasciano di nuovo il
tempo, virtualmente. Un aiuto viene anche da Google Maps che ci consente di
rilocalizzare i fatti nelle vie citate.
martedì 23 maggio 2023
The Silver Chalice [di Victor Saville - 1954]
L’odierna
pubblicazione la devo a Domenico Jermanò
che giovanissimo per com’è, oltre a rincorrere per mari e monti la “Regina Angelorum”,
si affanna a mantenere vive le tradizioni ecclesiastiche platiesi. Il calice,
ben più prezioso del titolo in apertura, che nella base porta incisa la dicitura Il Cav. Francesco Oliva fu Rosario alla
Madonna del Rosario – Platì Aprile 1905 è una sua scoperta. Le notizie sul donatore
sono poche: figlio del citato Rosario e della nobildonna Marianna Morabito
nacque a Platì il 29 marzo del 1852. Lasciò il Paese per stabilirsi in Gerace
dove sposò la ventunenne signorina Francesca
Serafina Maria Ferrante il 7 aprile del 1890 ed in quella cittadina visse. Lasciò
le spoglie terrene il 22 aprile del 1939 a 87 anni.