domenica 16 febbraio 2014
A million miles away - Rory Gallagher
In un momento può essere passato un secolo, e io faccio il possibile per conservare questo momento, mantenerlo solido e vivo.
William Saroyan (Fresno, 31 agosto 1908 – Fresno, 18 maggio 1981)
dedicato a ............
giovedì 13 febbraio 2014
Furore (reg. John Ford . 1940)
Alcune fotografie che Francesco
di Raimondo mi ha posato ai piedi dell’albero quest’ultimo Natale, appartengono
all’archivio personale dell’onorevole Franesco Catanzariti, mi hanno migrato la
mente ad un periodo storico e agli avvenimenti che ne sono scaturiti; gli
stessi hanno fatto presa anche tra i braccianti agricoli ed i disoccupati di
Platì.
Parlo delle rivolte contadine e dell’occupazione delle terre che
sconvolsero il meridione italico nell’immediato dopoguerra con le conseguenti
stragi. La più ricordata è quella di Portella delle Ginestre; più vicino a
Platì, quella di Melissa, nel crotonese, dove rimasero nella polvere una donna
e due uomini: la mano che colpiva la conoscete.
E’ vero che gli episodi di Platì furono del tutto marginali ed
accaddero qualche tempo dopo. Ci si limitò soltanto a far sfilare i braccianti,
alle volte accompagnati dal bestiame allevato.
Nella città dello Stretto in anni recenti ebbi modo di conoscere e
stringere amicizia con il professor Emanuele Conti che negli anni sopra citati
ebbe modo di percorrere le strade del reggino, in qualità di organizzatore
politico, arrivando a Platì dove conobbe e collaborò con l’onorevole
Catanzariti, ancora oggi l’unico parlamentare con i natali platioti.
Quanto accadde a Platì e nei paesi a lui vicini non portò a nulla. I
braccianti ed i disoccupati rimasero tali ed alla fine i più vecchi brigarono
per il riconoscimento della pensione d’invalidità mentre i giovani presero il
treno a Bovalino Marina per Corsico-Buccinasco.
A ricordo di quel poco che accadde nacquero le feste dell’Unità come le gite e la banda che
intonava Bandiera rossa il Primo
Maggio per le vie paesane.
Chi rimase e continuò a lavorare sotto padrone divenne, giustamente,proprietario, a causa di un nuovo tipo di strage che non
risparmiò, questa volta, chi possedeva le terre: l’università e la conseguente
carriera professionale. Ma questo è un altro film.
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giovedì 23 gennaio 2014
Il reduce ( reg. David Berlatsky - 1977)
Municipio di Platì
Estratto del registro dei nati dell’anno milleottocentoquarantaquattro
N. 57 Gliozzi Francesco
L’anno milleottocentoquarantaquattro il dì ventinove del mese si
settembre, alle ore venti
Avanti di noi Francesco Oliva Sindaco ed ufficiale dello stato civile
del Comune di Platì Distretto di Gerace Provincia della prima Calabria
ulteriore è comparso Don Domenico Gliozzi di anni trenta di professione civile
domiciliato in Platì il quale ci à presentato un neonato secondo che abbiamo
accuratamente riconosciuto, ed à dichiarato che lo stesso è nato da lui
dichiarante, e da Donna Elisabetta Gliozzi sua moglie legittima di anni
venticinque domiciliata con esso, il giorno ventotto del corrente mese di
Settembre
alle ore sei d’Italia nella propria casa sita come sopra.
Lo stesso à inoltre dichiarato di dare al neonato suddetto il nome di
Don Francesco Gliozzi
La presentazione e dichiarazione anzidetta si è fatta alla presenza di Domenico Trimboli di anni
trenta di professione bracciale
regnicolo, domiciliato in Platì e di Diego Birbano di anni cinquantasei
di professione bracciale regnicolo,
domiciliato ivi testimoni intervenuti al presente atto, e da esso signor Don
Domenico Gliozzi prodotti.
Il presente atto che abbiamo formato all’uopo è stato inscritto sopra i
due registri, letto al dichiarante, ed à testimoni ed indi, nel giorno, mese,
ed anno come sopra firmato da noi e dal dichiarante, avendo detto i testimoni
di non sapere firmare. Firmanti Domenico Gliozzi___ Francesco Oliva___
Vi è a margine l’annotazione dell’eseguito battesimo
Per estratto conforme ad uso di pensione quale reduce della battaglia
dell’indipendenza italiana.
Platì 7 agosto 1907
mercoledì 18 dicembre 2013
martedì 10 dicembre 2013
Amalia por amor - Dulce Pontes / Ennio Morricone
Ave Maria
Mia carissima Amalia,
non c’è bisogno che ti dica che questa lettera è per farti gli auguri,
già lo sai ed io ci tengo molto a farteli giungere in tempo per il giorno 12 c.
m.
Hai ragione che il tuo onomastico è in po’ trascurato ed io stessa non
ti ho mai scritto per tale occasione, e non è difficile capire il motivo;
dipende non da noi, ma dalla … santa che non è molto conosciuta. Nel
martirologio che noi leggiamo in refettorio e nel quale sono elencati tutti i
santi del giorno, non c’è, ed io me ne accorgevo quando si e quando no se
guardavo il calendario. D’ora in poi ti prometto che non mi dimenticherò più.
Con quanto amore ti vorrei formulare i miei auguri non te lo so dire Ti vorrei
sapere felice in tutto.
In questi giorni ho te soprattutto nella mente e non so che farei per
farti passare il mal di testa e farti avere un po’ di aiuto in casa. Spero che
il buon Dio ci esaudisca e ti ricolmi delle più belle grazie. Tu, mia cara e
buona Amalia, hai avuto la missione da Dio di essere la più vicina alla mamma,
negli anni in cui ella ha bisogno di aiuto, ed il Signore non mancherà di
guardarti con occhio di compiacenza e di premiarti anche in questa vita, perché
è quello che si fa ai genitori che Egli più di tutto ritiene come fatto a sé.
Quando ho scritto, giorni fa volevo far gli auguri ad Ernesto per
l’anniversario di sacerdozio e poi mi è sfuggito. Il giorno 5 però ho pregato
di più per lui. Qui sta piovendo a dirotto ed io auguro che quante gocce
d’acqua stanno cadendo tante grazie, benedizioni e favori celesti il Signore
faccia scendere su te e la nostra famiglia. Bacio tutti quanti ed a te in
particolare, dicendoti ancora auguri d’ogni bene. La tua aff.ma M Gemma
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martedì 19 novembre 2013
La banda degli onesti ( reg. Camillo Mastrocinque - 1956)
OGGI
in contemporanea con
in contemporanea con
Il critico Johnny Carteri di Bovalino su Calabria Forever, che si pubblica a New York, ritiene poco probabile questa storia girata in anni in cui il neorealismo italiano trapassava in realismo di maniera. Noi non siamo d’accordo. Girato in un contrastato bianco e nero, la famosa Pancro C. 7 della Ferrania, da Leonida Barboni alla fine convince più del precedente Tacca del lupo. Questa volta più che alle opere fordiane della frontiera la direzione di Germi si rifà a La via del tabacco ma soprattutto a Furore, con Raf Vallone che molto bene sottolinea lo sradicamento del protagonista. Ferdinando diventa brigante perché destinato. Al destino danno una mano i notabili latifondisti ed i loro sgherri passati dalla parte del nuovo padrone piemontese. Ferdinando sceglie la tradizione non il progresso che risulta un voltafaccia, un rimescolare più che un rinnovamento a vantaggio delle classi più umili.
Gian Luigi Rondi sull’Osservatore Romano lo definì di propaganda populista mente Guido Aristarco sull’Unità lo bollò come nocivo per le lotte contadine della Calabria.
lunedì 18 novembre 2013
Una persona per bene (reg. William Wyler - 1927)
La notizia comunicatami da Francesco di Raimondo della morte di don Umberto Romeo all’età di centotre anni, più che generare la tristezza che avrebbe aggiunto sofferenza in questo momento critico della mia vita, provoca il senso di gratitudine più alta per un uomo divenuto il simbolo di un paese che non è più quello che mi sono portato abbandonandolo una mattina di quarantasette anni fa.
Don mbertinu è stato l’amico ed il compagno dei nostri padri come dei nostri zii nonché un volto visibile continuamente nella mia infanzia soprattutto per la stretta vicinanza delle nostre abitazioni lungo la via XXIV maggio.
A don Umberto non si addice il pianto bensì il ricordo della persona che appartiene al tempo perduto.
venerdì 15 novembre 2013
giovedì 7 novembre 2013
Corpo celeste pt.9 in-Fine, Ave Maria
Gerace Sup., 16 – 12 – 919
Carissimo Giacomo,
poche parole tanto per ringraziarti sentitamente delle gentilezze che hai creduto usarmi costà, quando, chiamato al letto dell’ottimo tuo Zio Arciprete, ho tentato tutte le risorse dell’umana scienza, a me note, per ricondurre alla vita Colui che Iddio voleva a Sé. Spero però che le mie cure, suggerite, più che dalla scienza, dall’affetto e dalla venerazione per quello Uomo buono, abbiano alquanto lenito le sofferenze degli estremi momenti di lotta.
Mi duole non poco di averlo conosciuto al tramonto della sua vita: ma quelle poche ore di conversazione con Lui mi hanno disvelato un animo squisitamente nobile, superiore alle frivolezze, ai capricci umani; una vita tutta consacrata a Dio, ed al suo letto di morte palesa i tesori di credente convinto, pria nascosti gelosamente dalla più vera umiltà. Egli già sentiva il distaccarsi degli affetti terreni e, mentre la natura lentamente si dileguava nell’infinito del passato, come una visione che svanisce nell’etere, egli sentiva il bisogno di udire per l’ultima volta uno squarcio dell’arte più pura e che più avvicina a Dio, sentiva il bisogno, dico, di gustare le note angeliche dell’Ave Maria del Gounod. L’arte e la Fede rendono quegli estremi momenti, altrui foschi e penosi, a lui soavi, si una soavità ineffabile. Quelle note infatti lo commuovevano, lo rapivano in un’estasi beata, ed in quell’estasi Egli sentiva ancora altre note più armoniose, più dolci, più sublimi, quelle della musica celeste. La sua Anima buona, nel separarsi dal corpo, ormai corroso e decrepito, passò da questa terra senza attraversare il livido Stige, ma cullata da un’onda luminosa di due armonie che s’intrecciavano, quella terrena, cioè, che si affievoliva e la celeste che sempre più si avvicinava. Caro Giacomo, quel momento non era la morte, il fitto velario del passato e dell’oblio che si stende lugubre nella maggior parte degli uomini che passano, era invece l’aurora dell’apoteosi del Giusto! Preghi Lui Iddio per noi e vegli sempre sul nostro periglioso cammino.
Cari ed affettuosi abbracci
tuo aff. Compare
F. SPANO’
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martedì 5 novembre 2013
Rapporto confidenziale (reg. Orson Welles - 1955)
S. Ninfa 5 – 2 – 950
Preg. Sig. Gliozzi,
ho ricevuto la sua lettera e tosto mi sono interessata d’inviare a mio cugino il Console, le richieste che tanto l’interessano.
Abbiamo scritta una lettera assieme allo zio Peppi, pregandolo di sollecitare quanto noi gli chiediamo. Son sicura che mio cugino ci risponderà presto, dandoci tutte le notizie che possano rassicurare lei e la sua famiglia. Una volta il professor Marando aveva scritto a mio zio dell’accoglienza ricevuta da mio cugino e dell’interesse di trovargli quel posto nella Banca. Mio cugino voleva indirizzarlo nelle scuole italiane di Buenos Aires ma siccome era periodo estivo, allora, l’aveva collocato nella banca d’Italia.
Ad ogni modo voglio sperare che le notizie siano soddisfacenti e la cara e buona Iolanda possa andare incontro alla sua felicità. Questo glielo auguro di tutto cuore.
Mio zio che ricorda a tutti di sua famiglia mi incarica di porgere cordialissimi saluti a tutti e deferenti ossequi al Rev.do
La prego di voler porgere da parte mia saluti alla Sig.ra Rosina, Alla Sig.ra Caterina a Iolanda e Amalia. Alla Gent Donna Bettina i miei più cari pensieri. A lei al Rev.do e al Sig. Peppino cordiali saluti, mi creda
Dev
Maria Biondo
Santa Ninfa 21 marzo 1950
Gentilissimo Signor Gliozzi
Mia nipote Maria Biondo, mi ha dato incarico di scrivere a mio nipote Gaspare, a Buenos Aires, per chiedere notizie confidenziali sulla situazione di Michele Marando. La risposta di mio nipote mi è pervenuta ieri, ed oggi mi sono premurato di darle le notizie ricevute.
Per informazioni assunte direttamente dal direttore della Banca, il Marando guadagna mensilmente 470 pesos, che al cambio con la nostra lire, corrispondono a L. 20000, somma insufficiente per poter mettere su una casa e costituire una famiglia. La carriera non ha felice prospettiva, avrà dei piccoli aumenti annuali, ma non si arriva a pareggiare i bisogni familiari. Per vivere modestamente occorrono a Buenos Aires 1000 pesos mensile, che il Marando può avere quando avrà raggiunto dai 15 ai 20 anni di servizio prestato nella Banca.
Se il Marando vuole sposare, la moglie dovrebbe lavorare, come cucito, ricamo ed altri lavori simili, per poter tirare avanti.
Attualmente coabita con la sorella perché trovare un appartamentino di sue stanze e una cucinetta occorrono 400 pesos al mese, causato dalla crisi degli alloggi.
Questo è quanto mi ha scritto mio nipote, però la prego di non fare il nome di mio nipote su quanto ho scritto, perché sono buoni amici.
Distintamente la saluto con tutti i suoi familiari
Devotissimo
Gaspare Biondo fu Gaspare
Preg. Sig. Gliozzi
Mi permetto di aggiungere due parole alla lettera di mio zio. Anch’io ho letta la lettera di risposta di mio cugino il Console, il quale si scusa di non avere risposto subito perché è stato alcuni giorni in vacanza a Rio De La PLata per i bagni, con i figlioli. Oltre a parlare delle condizioni del prof. Michele, che si trova alloggiato in una stanza con la sorella per la penuria degli alloggi, parla delle condizioni poco floride del commercio e delle industrie argentine.
Michele avrebbe fatto bene a seguire la sua carriera in Italia adesso che il governo ha dato tanti aiuti ai maestri e istituito tante scuole
Fatelo rimpatriare, così Iolandina si troverà sempre in mezzo ai parenti e non abbandonerà la sua cara patria.
Mi ricordi ai suoi familiari e porgo cordiali saluti a tutti. Distintamente l’ossequio
Dev
Maria Biondo
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