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lunedì 9 gennaio 2012

Frate Sole (reg. Ugo Falena, Mario Corsi - 1918)


Frate Barlaamo*

Con ne l’anima il cuore di Basilio
E su l’omeri il saio, fra Barlaamo
Risalpa dal suo dolce e lungo esilio
Delle bellezze italiche al richiamo.
Reca soave idioma di Virgilio
Dall’Ellade superba, un verde ramo
Tolto ai sacri laureti, presso Samo,
usi ai Grandi d’ornar la fronte e l’ilio.
Di Fiammetta e di Laura agli amanti
Reca il tesor d’Euripide e d’Omero
E della dolce Saffo i freschi canti…
Poi,  lasciando Avignone, il frate austero
L’infula di Suera – al greco colle –
cinge e per Locri il nome suo s’estolle.

                                 *Barlaamo, greco, maestro di Petrarca, Vescovo di Gerace.
Sac. Ernesto Gliozzi sen
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questa disgressione è dedicata a Francesco Violi di Raimondo che cerca soggetti per la sua tesi di laurea:
    Abbiamo già fatto menzione di quel Barlaamo dal quale il Petrarca cominciò ad apprendere il greco. Greco di nascita egli non era, anzi era oriundo di Seminara, non lungi da Reggio Calabria e si chiamava in origine Bernardo, non avendo mutato il nome che quando entrò nell'ordine di San Basilio. Ma poscia era andato assai presto in oriente, non tanto per imparare il greco e poter leggere Aristotele nel testo originale, quanto per mettere in evidenza, divorato com'era dall'ambizione, la sua dottrina e farsi scala e salire alle maggiori dignità ecclesiastiche. Egli si recò nell'Etolia e poi a Salonicco, allora sede principale degli studi, e da ultimo a Costantinopoli, dove nel 1331 divenne abate di un monastero. Quivi iniziò una contesa durata molti anni coi monaci del monte Athos intorno alla grande questione di tutti i teologi greci sulla luce del Tabor, se fosse divina o mandata da Dio, e si tirò addosso tanto odio che dovette abbandonare Costantinopoli e tornare a Salonicco. Sino dal 1333 poi egli ebbe parte nelle trattative che furono condotte per la riunione della chiesa greca colla latina, e appunto in tale missione il Petrarca lo imparò a conoscere ad Avignone nel 1339 e si adoperò affinché Barlaamo venisse nominato vescovo di Gerace.
    Barlaamo passava innanzi tutto per teologo. Non è facile determinare le sue conversioni e il loro tempo, specialmente perché i suoi scritti polemici non sono stati stampati che in parte. Sembra però che egli dapprima appartenesse alla confessione latina e che abbia anche scritto in difesa di questa contro le dottrine greche, che poi in Grecia abbia abbracciato queste ultime e scritto contro i latini, per poscia tornare, dopoché si trovò a contatto coi papi, a difendere con tutto l'ardore di un neofita la dottrina ortodossa di Roma intorno al primato della chiesa romana e alla processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figliolo. Ma oltre a ciò egli ha scritto anche parecchi libri di filosofia morale, di aritmetica, di geometria e di musica. Per tal modo egli era un vero dotto alla maniera orientale e le sue opere scritte in lingua latina o tradotte erano lette non poco, come appare dai manoscritti che si sono conservati.
    Che un tal uomo e una tale dottrina ispirassero poca simpatia al Petrarca si capisce assai facilmente. Egli non si cura di far menzione veruna de' suoi scritti, e con indifferenza assoluta nota la circostanza che a questo mezzo greco non riusciva affatto di potersi appropriare qualche cosa dell'eloquenza latina e della rettorica. Dovette però confessare che egli pure fece ben pochi progressi nella lingua greca, tanto pochi che nelle sue opere non si scorge ombra di profitto delle lezioni di Barlaamo. Egli adunque non si cercò più alcun maestro dopo che questi lasciò Avignone e andò ad assumere il suo vescovato in Calabria. Non v'ha dubbio che egli avrebbe potuto apprendere a fondo la lingua da lui.. Ma si può dubitare con ragione che il famoso monaco fosse l'uomo più adatto per introdurlo nello studio della letteratura classica. Comunque sia, il Boccaccio apprese da lui qualche cosa, sia che l'abbia veduto a Napoli, o si sia valso delle notizie che Barlaamo comunicò all'accurato compilatore Paolo da Perugia. Più che per mezzo de' suoi scritti questo basiliano lasciò una traccia per questa influenza che esercitò sul Petrarca e sul Boccaccio.

Tratto da GEORG VOIGTLA LINGUA E LA LETTERATURA GRECA NEI SECOLI XIV E XV

giovedì 5 gennaio 2012

Un medico, un uomo (reg. Randa Haines - 1991)

Zio Giuseppino Mittiga, il primo alla vostra destra,
Platì 03/01/1897 -  Palmi 18/01/1982
bé almeno mio fratello Saro ha preso da qualcuno la sua fisionomia!
alle spalle dei fotografati il più bel Monte Calvario della terra

Non si scorgono forse abbastanza "segni dei tempi" che indicano la necessità di una nuova partenza?
Ernst F. Schumacher, op. cit.

martedì 3 gennaio 2012

Due pistole per due fratelli (reg Sidney Salkow - 1955)



Carissima M. Gemma
Effettivamente non ti ho scritto mai a macchina, perché scrivere a macchina ai parenti è cosa non consentita dalle regole di buona educazione:  e questo il Rev. D. Ernesto dovrebbe non solo saperlo,ma insegnarmelo. Se stavo al suo fianco mentre lui scriveva, lo facevo appunto perché lui di macchine non ha mai viste e quindi dovevo guidarlo…

lunedì 2 gennaio 2012

Someone Saved My Lfe Tonight - Elton John


Per condurre una vita retta nel senso più ampio, un uomo deve possedere una buona educazione, amici, amore, figli
( se li desidera), mezzi sufficienti che lo tengano lontano dal bisogno e dalle preoccupazioni, buona salute e un lavoro soddisfacente. Tutte queste cose in gradi diversi, dipendono dalla comunità e sono ostacolate o favorite da fattori politici. La via retta deve essere vissuta in una buona società altrimenti non è pienamente realizzabile.
Bertrand Russell

giovedì 29 dicembre 2011

Harvest


Ero già stato qualche volta a Catania con Ubaldo per il Don Orione, con Parlagreco misi piede più frequentemente. A quei tempi Gianni girava con una Lancia Fulvia coupé verdolina, ed era la macchina che in quei tempi mi piaceva di più; quel coupé, per me, era lui, lo caratterizzava, nel senso che ne veniva fuori un personaggio borgataro come quelli dei film romani di Pasolini, del resto lui era di Camaro e i cammaroti lo ritenevano uno di loro, anche se aveva sposato Vivina una ragazza che veniva da fuori.
In via De Felice c’erano tutte le case di distribuzione cinematografica sia a carattere nazionale che regionale ed era lì che si faceva la programmazione dei cinema col conseguente noleggio.
Dapprima l’apparizione del leone della Metro, della volpe del Ventesimo secolo, del Titano o degli Artisti associati era come un biglietto da visita per il film che andavo a vedere, a volte anche una garanzia, ma entrare dentro l’ufficio delle case cinematografiche era quasi come andare a spiare dentro una famiglia.
Via De Felice era come via Condotti o come via Montenapoleone e quella prima volta che misi piede seriamente con Gianni feci un indigesto di cinema non sapendo dove indirizzare gli occhi al  richiamo e all’incanto di tutti quei manifesti con volti di attori o scene dei film pubblicizzati e l’incanto era doppio perché al film che ancora doveva arrivare nelle sale di prima visione si aggiungeva il film già datato: Barry Lyndon mescolato con Sentieri Selvaggi e Ultimo Tango.
Di colpo ammutolii quando entrammo dentro l’ufficio dell’Euro International Film, la casa degli ultimi western di Leone, ma anche di Pasolini, Elio Petri, Lina Wertmuller  e molti altri.




mercoledì 28 dicembre 2011

Canto per un altro Natale - Redux




                                                                                                                                  Platì  27 - 12 –929
Caro Ciccillo
Quest’oggi ò ricevuto la tua tanta gradita lettera e noi tutti ci siamo consolati a saperte in buona salute, e per meglio consolare lo stesso la presente ti assicura noi tutte in famiglia.
Ci fa molto piacere che mi assicure che ai passato un buon Natale che ti sei divertito tanto, anche noi in grazia al Bambino lo abbiamo passato ottimamente tua mamma  quest’anno per grazia a Dio è stata beni contro al solito tanto è vero che mi ha fatto compagnia fino a l’una dopo ½ notti e poi siamo andate a riposare, gli affare sono andate al solito con molto influenza di giocatore cosa che no mi le aspettavo. Dolciume o consumato comi tutte laltranni, anche il lavoro nella bottega e andato beni percio possiamo essere ben contenti.
Se in questi giorni ti ho scritto poco senza dirtilo lo capirai quanto sono stato occupato che dal 22 a oggi non ho avuto un momento di tregua non attribuire a mali.
Ci fa molto piacere che hai ricevuto il pacco e il vaglia telegrafico e mi compiaccio tanto che tutte e dui ti sono arrivate in tempo e nel medesimo tempo ai figurato.
Ti fo saperi che ò ricevuto commissione fatta dal Sig. De Marinis ma como al solito ancora non mi manda fattura la quali mi mando tanta merci  no ordinate e aspetto sua fattura e restituirla, No mi ai fatto saperi se sei stato a trovarlo e delle promessi fattomi come andarono a finire, se no sei andato cerca di andare prima che si restituisco le merci perche so sicuro che i mezzi se vuole ci ha
No altro ti rimetti i salute di tutte parente e amici ti saluta tua Nonna Rachelina, Rosina, Peppino e Peppina. Ti saluta il Su Rosario l’avv. Do Michelino il Dottore Do Ferdinando Ciccio Marando tutte i discepoli tutte i tuoi zie e io e tua mamma ti salutiamo di tutto cuore e ti mando la S. B.
          Aff. Papà

mercoledì 21 dicembre 2011

martedì 20 dicembre 2011

Canto per un altro Natale (reg. Joseph L. Mankiewicz - 1964)

Mittiga Elisabetta  Platì  21/12/1952 - 24/12/1952

Mittiga Rosa   Platì 21/12/1914 - Messina 24/08/1988

Gliozzi Maria Gemma nata Serafina  Platì 21/12/1917 - Roma 02/09/1999

Mittiga Giuseppe   Platì 26/12/1917 - Messina 24/08/1989

Mittiga Francesco Platì  18/08/1908 - Messina 24/12//1986

Gliozzi Iolanda  Platì 23/05/1923 - Mishawaka IN 29/12/2008


lunedì 19 dicembre 2011

Pranzo di Natale (reg. Danièle Thompson - 1999)



Per me Natale è ricordare com'era a casa e a casa si facevano i nocatili,
ho imparato a farli:

1 kg di farina
6 uova
1/4 scarso di olio d'oliva
250g di zucchero
anice q.b.
si amalgamano le uova con lo zucchero, si aggiunge l'olio e poi l'anice, infine
a pioggia la farina e si impasta fin quando tutto non diventa una palla omogenea
 e soffice a questo punto si incominciano  a fare le forme desiderate che si fri
ggono nell'olio bollente e si tolgono quando, dopo essere affiorate in superfici
e non diventano dorate, si tolgono e si mettono ad asciugare sullo scottex a que
sto punto si passano nel piatto di portata mettendo sopra queste delizie zucchero a pioggia.
p.s
all'impasto si può aggiungere una bustina di lievito che li renderà più soffici
( ma mia mamma non lo faceva)
all'olio si possono aggiungere delle scorze di limone( da sostituire quando dive
ntano nere) per evitare che l'olio diventi presto nero;
lo zucchero può essere quello semolato o quello a velo.
BUON NATALE MARIA